martedì 22 settembre 2020

PIANO GRANDE: GRANDI MANOVRE E GRANDI SILENZI.

 

 CAMPAGNA VIRTUALE BENI IN PERICOLO: LA LISTA ROSSA PARCO NAZIONALE DELLA  VAL GRANDE - CASCINA DEL PIANO GRANDE DI FONDOTOCE – Verbania - Italia  Nostra Italia Nostra

 

Le ultime notizie intorno al futuro del Piano Grande di Fondotoce meriterebbero di essere commentate lasciando da parte il politicamente corretto, ma non vogliamo perdere la speranza che qualcuno del Governo della città di Verbania abbia un moto di orgoglio e dignità personale. La vicenda diventa surreale se pensiamo che una persona degnissima, responsabile delle politiche di programmazione territoriale della città, nasconda non certo atti segreti, ma che esista nel suo cassetto una modifica urbanistica, anzi più d'una, dell'assetto pianificatorio della Piana di Fondotoce e si apresti a presentare questi progetti, pronti e confezionati, davanti alla Commissione consiliare urbanistica convocata per il giorno 24 alle ore 21 presso Palazzo Flaim. Quello che l'ineffabile amministratore si appresta a presentare è del tutto in controtendenza rispetto a soluzioni pianificatorie che molte sigle ambientaliste avevano nel maggio scorso trasmesso all'amministrazione, ma mentre la prima delle modifiche in esame è stata chiesta dalla società Malù nello scorso mese di aprile e con rapidità sorprendete gli atti sono ormai pronti e la discussione in commissione calendarizzata, ben diversa sorte ha avuto la proposta delle associazioni: totalmente ignorata. Anche la richiesta di aver un confronto diretto con l'amministrazione è caduto nel vuoto, causa ci dice sempre l'ineffabile, la bandiera nera assegnata al suo comune da Lega Ambiente. Nel mezzo c'è poi stata la vicenda del ricorso al TAR di Italia Nostra contro la pista bmx che non è iniziato niente affatto bene per lo stesso ineffabile amministratore e tutto pare abbia contribuito a tanto turbare i governanti da pensare di chiudere le porte alle associzioni e di aprirle a Malù, sempre che nei confronti di quest'ultima fossero mai state chiuse. Il fatto è che comportandosi in questo modo, gli amministratori pubblici pare abbiano dimenticato da dove nasca la loro legittimazione. In altri termini, loro non sono affatto a.d. di società private, magari neanche quotate in borsa, ma derivano la loro legittimazione da un voto popolare per raccogliere il quale si sono presentati con programmi e comunque svolgono una funzione pubblica che li espone a critiche anche aspre, ma che debbono dare per scontate senza fare troppo gli offesi e poi debbono confrontarsi, in ogni momento, con i cittadini specialmemte quando sono riuniti in associazioni. Se questa non è la cifra del loro comportamentom penso siano fuori strada e se poi da una parte chiudono porte e dall'altra le aprono di nascosto a interessi, allora qui si aprono interrogativi a cui vorremmo che l'ineffabile governante dia una risposta rassicurante che, al momento, manca.

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