mercoledì 27 dicembre 2017

BUON 2018









Un anno chiaro/scuro è quello che si chiude, un'anno chiaro/scuro è quello che si apre. Sarà una sintesi un po' semplice per raccontare lo stato dell'ambiente in questa Provincia del nord/ovest, ma non chiedetemi di più perché molto di più non c'é. 
Passando il testimone dall'anno che si chiude a quello che si apre rimangono sospese tante cose. La lista la sapete; l'impianto Interconnector, il S. Domenico/ Devero, il sito minerario, lo stato dei prelievi dai rii per l'energia, il colle in sassi di Vogogna; vi sono anche altre cose, ma da ultimo segnalo una notizia, o meglio aggiorno una notizia. Si muove pare, anzi è certo, la storia che ormai è avviata e che prevede di cambiare il volto di un luogo del paesaggio che storicamente caratterizza, in maniera significativa, la nostra percezione consolida: l'area della piana di Fondo Toce. Un simbolo di archeologia agricola che forse, ma anche senza il forse, meriterebbe di essere restituito alla sua funzione originaria , rischia ormai di saltare. La procedura, avvalendosi di un percorso semplificato, avanza e sta per giungere alla sua fase di pubblicazione. Sin'ora tutto è rimasto ben coperto; gli Enti interessati si sono espressi, ma non sappiamo come; ora sappiano che è in dirittura di arrivo questo progetto definitivo che parrebbe contemplare anche una variante urbanistica e che trasformerebbe l'ambito,connotandolo come una "riqualificazione per l'insediamento di un'attività ricettiva e impianti per attività sportive e tempo libero." Di più e d'altro non si conosce; certamente il sito cambierà volto o almeno queste sono le intenzioni; l'ultima parola spetterà poi al Consiglio Comunale di Verbania; nel mezzo, ma ci staranno solo pochi giorni, il tempo per formulare le osservazioni da parte del pubblico. Vedremo dunque; qualcuno si chiederà che ci sono già le regole che disciplinano quell'ambito, che quindi si può stare tranquilli. Si è vero ci sono le regole; quelle del PAI per esempio; lo zona è esondanbile, non dovrebbe essere edificabile, almeno per nuove edificazioni; c'é il PPR che pure disciplina, è vero; no, la riserva di Fondo Toce non c'é, perché il confine è posto un centinaio di metri più a valle. Eppure se andiamo a leggere le regole vediamo che sono scritte sfumate, in chiaro/scuro, quello dell'inizio del post di oggi e quando sono scritte così vale il detto che le regole si applicano ai nemici e si interpretano per gli amici. Non voglio pensare male, non sbaglierei; eppure la domanda che cosa ci stiano a fare e cosa veramente pensino, o meglio da che parte stiano i nostri governanti di turno vorrei farla. Questi non devono fare finta; dovrebbero essere più trasparenti, non nel senso che non si vedano, ma che abbiano il coraggio di dire come la pensano. Se per quelli di sinistra diventa importante promuovere i desiderata imprenditoriali, comunque essi siano, lo dicano senza tanti giri di parole. E' un segno dei tempi nuovi, non vedo dove vi sia lo scandalo. Se non sono in grado di sostenere e reggere una progetto diverso e per me più avanzato, è un loro limite, non è un limite di chi poi li critica, purtroppo pochi. Quanto agli altri , quelli che una volta si chiamavano conservatori o altro, non devono neppure muovere un dito, altri hanno raggiunto il loro scopo e, insieme, possono pensare di organizzare migrazioni di massa dai territori verso altre regioni; paradosso nel tempo delle polemiche sugli emigranti. Quindi...: se l'Interconnector avrebbe portato due posti di lavoro aggiuntivi e manco dunque c'era la solita motivazione occupazionale qual'era l'interesse dei Governanti, locali e regionali di turno, a sbattersi per promuovere il mega progetto? Ragioni strategiche nazionali si dirà; si ma gli interessi locali non dovrebbero essere tutelati dai governanti che se non proprio locali sono comunque stati localmente eletti ? 
Dovrebbe, ma non pare lo sia, tanto che l'Onorevole di Vogogna ha persino pensato di mettere le mani avanti nel caso, sfortunato, che l'interconnector dovesse essere insabbiato, ponendo accanto ad uno dei posti prescelti, una bella montagna, questa volta di sassi, facendo una prova di quello che avrebbe potuto succedere. Più sfortunato il Vice di Chiamparino che, vi assicuriamo, ci ha messo molto di suo nel tentativo di far cambiare, fuori tempo massimo purtroppo, le regole del PPR sulla collina della Castagnola. Gli è andata male, avendo trovato sulla sua strada una Soprintendete abbastanza tosta. Se avesse saputo che poi sarebbero arrivati i Russi a cui pare vada bene così, avrebbe potuto rimediarci la figura. 
Sulle terre alte il gioco è ancora aperto; il solito Onorevole di Vogogna ha fatto gli onori di casa, favorendo l'incontro con l'imprenditore Malagoni e il fu premier Renzi al quale non è parso vero che ci fosse qualcuno disposto a metterci soldi in quel progetto, tanto da suggerire il ricorso a finanziamenti pubblici. Non si sa mai; se poi dovesse andare male, almeno quelli che vanno alla malora sono quei soldi lì.
Tornando al piano, quello di Fondo Toce, la nebbia si infittisce e vedremo mai se si chiarirà; non sono ottimista. 
In tutto questo che ho scritto e che riconosco non essere molto serio, ciò che stupisce è la scomparsa della politica, cioè del pensiero che sappia autonomamente determinarsi rispetto a scelte strategiche di progetto del territorio che sarebbe chiamata a governare. Vi è in atto un' inversione; i governanti avrebbero dismesso l'arte di governare e si limiterebbero a recepire richieste di altri, non importa quali, andrebbe bene tutto. 
Se così è; va bene trasformare una Provincia la cui ultima e unica speranza è il turismo, in un laboratorio per ogni sorta di sperimento, tenere le miniere in vista sul golfo candidato, senza speranza, Unesco; metterci tralicci, cavi di alta tensione e stazioni di conversioni per ammodernare di infrastrutture elettriche le praterie alpine e i crinali di alta quota; alzare colline artificiali sui campi ad alta produttività agricolo; cercare di cambiare i tratti consolidati del paesaggio lungo le coste dei laghi, retaggio di un turismo d'altri tempi, in uno più attuale e globalizzato; riproporre la conquista industriale delle Alpi con innovativi sistemi di trasporto ogni tempo; banalizzare una riserva naturale, confondendola in un parco divertimenti. 

Buon 2018.

ITALIA NOSTRA, SEZIONE DEL VCO, E’ LIETA DI INVIARE A TUTTI I MIGLIORI AUGURI IN OCCASIONE DELLE FESTIVITA’ DI FINE 2017 E INIZIO 2018


lunedì 11 dicembre 2017

L'ETERNA MINIERA




Siamo in condizione di pubblicare le osservazioni integrali che abbiamo depositato in sede di valutazione di impatto ambientale in corso presso la Regione Piemonte e in relazione al prossimo rinnovo della concessione mineraria sul monte Camoscio nel Comune di Baveno. Sono osservazioni che mirano ad ottenere un miglioramento sostanziale del progetto che l'Azienda interessata ha predisposto e che, sotto vari profili, ci è sembrato doveroso contestare offrendo peraltro alternative che , sotto il nostro punto di vista, paiono logiche e razionali. Quanto all'esito del processo di valutazione non siamo in grado di fare previsioni. Quel che è certo è che se il progetto non venisse corretto e migliorato, lo scenario per i prossimi 20 anni, e non solo, sarà una replica di ciò che per decenni abbiamo dovuto sopportare, una pessima cartolina che il golfo, ingenuamente candidato a sito Unesco, continuerà ad offrire ai suoi stupiti turisti. Comunque ci abbiamo provato e, sin qui, ci speriamo. 
















sabato 9 dicembre 2017

PROGRAMMA 2018


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L'Associazione ha le sue regole comuni a tutte le Sezioni. Una di queste è quella di predisporre il bilancio di previsione per l'anno successivo e il programma delle attività che intende svolgere, sempre nell'anno che viene. Quanto al primo, esso è poca cosa, parliamo di centinaia di euro; quindi l'Associazione va avanti con quel poco che ha e con tanta attività volontaria. Quanto al secondo, forse è più interessante e lo postiamo qui sotto perché chi ha interesse lo conosca e giudichi.





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mercoledì 6 dicembre 2017

LA MINIERA ETERNA


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Leggiamo sulla pagina web della Regione Piemonte che è in corso la valutazione di impatto ambientale VIA riferita d un nuovo progetto di coltivazione mineraria sul monte Camoscio. Si tratta per vero della richiesta di rinnovo, per altri venti anni, della concessione ventennale in corso di scadenza nel febbraio prossimo e già quindi attiva sul versante rivolto verso il lago Maggiore di quello sventurato monte le cui sofferenze non sembrano mai finire. Già perché secondo il vecchio progetto di coltivazione quelle sofferenze avrebbero dovuto terminare alla scadenza della concessione  in corso, ma così non sarà. Avremo tempo per illustravi, anche nel dettaglio, le questioni che gravano intorno a questa vicenda, ma la ormai prossima scadenza del 19 dicembre per presentare osservazioni , ci obbliga a concentrarci su esse. Le pubblicheremo non appena saranno pronte e dalla loro lettura molte cose risulteranno più evidenti e trasparenti. Per ora vi diciamo che digitando: ambiente/valutazione_ambientali /via.htm potete avere accesso all'ufficio dove il progetto è depositato. Da lì, facendo la ricerca parametrica e inserendo il codice pratica: 2017- 4/val si aprirà l'elenco di tutti i files di progetto e se qualcuno ha tempo, voglia e interesse, buona fortuna. 







lunedì 4 dicembre 2017

RASSEGNA AMBIENTALE

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Sul fronte dell'ambiente sono diverse le questioni aperte nell'ambito locale/Provinciale. Se il PPR, da poco approvato, un po' ci ha soddisfatto, purtroppo molto rimane ancor da fare sul piano poi dell'attuazione concreta di quello strumento, ossia della sua declinazione negli ambiti locali e la cosa non sarà né facile, né indolore. Ci vorrà anche diverso tempo, certamente ben superiore ai 24 mesi ottimisticamente indicati dalla norma, ma ci vorrà anche una forte tenuta da parte delle Soprintendenze rispetto ai tentativi che non mancheranno di annacquare il Piano nel momento della sua applicazione all'interno della strumentazione urbanistica dei singoli comuni. Posso solo dire che se ne vedranno di tutti i colori, dove il riferimento al colore inteso in senso di tendenza dei governi locali, sta a significare che la linea scriminante oggi non si sa più dove cada. Da parte nostra abbiamo aperto diversi fronti, o da soli o associati con altre compagini del variegato mondo ambientalista. La rassegna non è breve, né credo sia definitiva. 

Tanto per rimanere in casa ricordiamo l'impegno che ci stiamo mettendo per riuscire a che una norma certa metta in sicurezza l'area vincolata delle Ville Marina e Basile di Stresa. Non è affatto facile ottenere una qualche risposta da parte del Comune, ma proprio per questo occorre insistere. 

Che dire poi della Palazzola, qui ci siamo spesi con un convegno, una mostra e tante pressioni nei confronti delle Istituzioni che qualche cosa dovrebbero fare. C'è un impegno dell'Assessore Regionale alla Cultura, ma non ci ha saputo dire né quando, né come; la solleciteremo ancora. Abbiamo posto la questione dei vincoli che non sempre sembra si rispettino, indicando il caso del rio Machere. Qui la risposta definitiva dovrebbe arrivare entro fine anno, vedremo. 

Per allontanarci un poco, ma non molto, c'é il caso di Baveno dove nel febbraio 2018 va in rinnovo la concessione ventennale della cava Seula . Anche lì abbiamo posto quello che per noi è un problema di non conformità dei progetti di recupero ambientale rispetto a quanto di fatto è successo. Proprio oggi abbiamo avuto garanzie in tal senso, purtroppo la buona volontà e le intenzioni del Sindaco sembrano, per ora smentite, dalla lettura degli atti relativi al progetto che abbiamo iniziato a visionare. Interverremo a breve in sede di conferenza di valutazione ambientale depositando le nostre osservazioni. Un altro ventennio di coltivazione non crediamo debba continuare secondo le modalità del passato. 

Stessa attenzione dovrà essere prestata sul fronte del comune di Mergozzo, anche lì "penalizzato" da attività fortemente impattanti. 

Il caso della collina artificiale di Vogogna è stato aperto nei giorni scorsi. Oggi abbiamo avuto una prima assicurazione da parte della Provincia di essersi attivata sul piano degli accertamenti da noi richiesti. Vedremo nei prossimi tempi l'evoluzione di questa cosa che, lo dico solo per cronaca, vede interessata la stessa azienda della miniera di Baveno. 

A Verbania sembra essere rientrato il rischio ex Eden. L'approvazione del PPR da un lato che ha fissato precise prescrizioni già attive e l'intervenuta cessione, sembra, della proprietà ad un qualche investitore di origine Russa, pare indirizzare la vicenda verso il recupero di un ambito da decenni abbandonato e fatiscente. 

Ma se questo rischio sembra scongiurato, ecco che un nuovo fronte sembra aprirsi, quello che vede gli interessi accendersi sulla piana di Fondotoce ed in particolare sull'ambito occupato dalla cascina, simbolo di archeologia rurale, posta tra i due assi viabilistici da Verbania verso Gravellona da un lato e Baveno dall'altro. A proposito ci sono avvisi di imminenti avvi di procedimenti. Vedremo che cosa succederà; certo è che se su questo sito forti sono gli interessi, ho l'impressione che altrettanto forti saranno le reazioni e il Sindaco di Verbania dovrà attentamente soppesare gli interessi contrapposti. 

C'é poi il fronte dei prelievi idroelettrici. Questo blog ha pubblicato il lunghissimo elenco delle domande che solo in questi ultimi anni hanno letteralmente inondato l'Ufficio della Provincia che le istruisce. Credo che tutti o quasi siano andati in porto. La materia è sfuggita di mano; noi invochiamo una moratoria e che, prima di riaprila, si rimetta mano in maniera seria e decente a tutta la questione. 

Non se ne parla più, ma non perché la questione sia uscita dalla scena, in realtà se andiamo a leggere il sito del Ministero dell'Ambiente possiamo ancora trovarla. Parlo del progetto Interconnector Italia/Svizzera, progetto intorno al quale, nella scorsa primavera, abbiamo speso molto del nostro tempo per costruire osservazioni che poi reggessero alla prova. Sin'ora ci potrebbe essere andata bene, nel senso che il ritardo con cui la procedura si muove potrebbe essere anche il segno di una oggettiva difficoltà a superare gli scogli che le tante osservazioni pervenute da più parti e da tanti soggetti hanno posto. Vedremo anche qui cosa nei prossimi mesi succederà. 


Ma l'anno credo si chiuda con il caso Devero/Ciamporino. Lì due probabilmente inconciliabili visioni del turismo e dello sviluppo delle zone alpine si confrontano ; lo sviluppo turistico/industriale, quello di massa per intenderci e un altro, più lento, più coerente con le culture e gli ambienti nei quali deve muoversi. C'é una forte pressione, anche sostenuta dai media locali, a favore del progetto industriale cui, senza riserve si sono schierati i 4 Sindaci dei comuni interessati. La Regione, da parte sua sembra per ora trincerarsi dietro un vorrei ma non posso. Chiamparino ha detto: " la risolva Reschigna" e lui ci prova con quella formula che al momento non accontenta nessuno, ma che neppure penalizza qualcuno.