giovedì 31 marzo 2022

VOGOGNA: DISCARICA IN SCADENZA



In vista delle ormai prossime scadenze delle "autorizzazioni" rilasciate per i depositi di scarti di estrazione lapidea che ormai da molti anni stazionano sui terreni agricoli posti all'altezza dello svincolo di Piedimulera della Superstrada, la nostra Sezione ricorda al Sindaco di Vogogna e ai tanti soggetti pubblici che hanno una qualche competenza in merito, che è giunto il tempo per cercare e trovare una soluzione al problema. Lo fa, indicando alcune vie possibili e che nel post che pubblichiamo potrete leggere.


ITALIANOSTRA

Sezione del VCO

Prot. 24/22

31/03/2022

Spett. Comune di Vogogna

Preg. mo Sindaco

Sede Municipale

VOGOGNA

e p.c.

Spett. Regione Piemonte

Direzione ambiente energia e territorio

Settore Territorio e Paesaggio

C.so Bolzano 44

TORINO

Spett. Regione Piemonte

Direzione opere pubbliche/difesa del suolo/protezione civile

Settore Difesa del suolo

C.so Stati Uniti 21

TORINO

difesasuolo@cert.regione.piemonte.it

Spett. Segreteria dell’ Autorità Distrettuale di bacino del fiume Po

Via Garibaldi 75

PARMA

protocollo@postacert.adbpo.it

Spett. Soprintendenza ai beni archeologici, Belle arti e paesaggio

Per le Province di Novara/VCO/ Biella /Vercelli

Cso Cavallotti 27

NOVARA

      1. mbac-sabap-no@mailcert.beniculturali.it

Spett. Provincia del VCO

Settore Opere Pubbliche/Difesa del Suolo/Protezione civile

V.le Industria 25

VERBANIA

Spett. Noe

Nucleo operativo ambientale per il Piemonte

Via Pio VII 9

TORINO

 noetocdo@carabinieri.it;

Spett. Carabinieri Forestali

Nucleo Provinciale di Verbania

V.le S. Anna 75

VERBANIA

fvb43396@pec.carabinieri.it - PEC

Spett. ARPA Piemonte

Agenzia Regionale per la protezione ambientale

Area Nord est

Via Bruzza 4

VERCELLI

dip.nordest@pec.arpa.piemonte.it

Spett. Procura c/o Tribunale di

VERBANIA

OGG: Comune di Vogogna: Depositi in sponda dx Toce di materiali lapidei provenienti da estrazioni di cava. Mancata rimozione.

Autorizzazione paesaggistica n. 8/2017 del 30/06/2017- S.C.I.A. prot. 3391 del 04/07/20217. Prossime scadenze.

Questa Sezione dell’Associazione, con la presente ritorna sul tema già fatto oggetto di ripetuti interventi.

Motivo sono le prossime scadenze dei titoli autorizzativi che hanno consentito il deposito temporaneo di materiali lapidei di provenienza estrattiva.

I precedenti titoli, riferiti ad un primo deposito, pur oggetto di una proroga, avevano ultimato la propria efficacia senza che le prescrizioni di rimozione, fatta anche oggetto di ordinanza, venisse ottemperata.

E’ assolutamente verosimile che la stessa situazione si riprodurrà in relazione al secondo deposito in scadenza autorizzativa.

Lo comprova il fatto che non appare essere in corso alcuna attività e, stante le quantità giacenti, l’ intervento di ripristino necessiterebbe lavorazioni per un tempo non certo riconducibile a poche settimane, ma a molti mesi.

Si configura pertanto la prospettiva, tante volte prefigurata e cioè l’irreversibile trasformazione di utilizzo dell’intera area agricola interessata per uno scopo già in origine non legittimamente assentibile, ma assentito e ora, nei fatti, divenuto e in divenire, un deposito illegale di materiali costituti, in gran parte, da scarti lapidei di estrazioni da coltivazione di cava, di nullo o scarso valore commerciale e quindi, nei fatti, materiale non commercializzato e in abbandono, a nostro giudizio, da valutarsi alla stregua di un rifiuto, con le implicazioni conseguenti.

E’ nota la situazione di impossibilità ad intervenire, in via sostitutiva, in cui Codesto Comune si è trovato e si troverà ad agire, anche se tale stato di impotenza è, in gran parte, riconducibile all’improvvida modalità con cui gli assensi ai depositi sono stati rilasciati.

La quantità di materiale, stimabile in circa 300.000 mila cubi, l’impossibilità di trovarvi uno sbocco commerciale, i costi di rimozione sostitutiva, non coperti da nessuna garanzia fidejussoria o altro, la difficile possibilità di rivalsa delle spese che dovrebbero essere sostenute, l’impossibilità apparente di individuare un sito di definito deposito, tutto ciò milita a far immaginare che lo stato dei luoghi in cui si trovano, se non irreversibile, si protrarrà nel tempo e per i prossimi anni se non decenni.

Di fronte a questa prospettiva, tuttavia Codesto Comune ha l’onere di perseguire una soluzione senza che l’attuale condizione sia considerata irreversibile o che il trascorso del tempo senza azioni concrete, agisca come rimozione dalla memoria amministrativa del fatto avvenuto per poi ricondurlo a legittimità attraverso spregiudicate operazioni urbanistiche.

Fermo dunque restando che il ripristino dei luoghi rimane la soluzione maestra che, peraltro, la normativa impone, l’ impossibilità ad agire potrebbe essere un limite oggettivo tale da richiedere la ricerca di soluzioni forse alternative, ispirate dalla necessità comunque di bonificare un’area che, anche a beneficio, del territorio amministrato da Codesto Comune, non può essere lasciata nelle attuali condizioni. Ostano ragioni urbanistiche, paesaggistiche, idrogeologiche e, in senso lato, ambientali: ( polveri diffuse, inquinamenti di falde...).

Quanto premesso, la stessa ricostruzione della vicenda attraverso il monitoraggio attento di quanto avvenuto, potrebbe aiutare nella ricerca di una soluzione possibile.

Se infatti la provenienza dei materiali è da ricondursi ad un’unica fonte estrattiva, ( la cava Lorgino in territorio del Comune di Crevoladossola di cui alla pratica S.U.A.P di Domodossola n. 795/2017) è da ritenersi irrealistico pretendere che la ricollocazione finale dei materiali giacenti possa avvenire nel luogo della sua originaria estrazione ?

La previsione normativa contenuta nella legge Regionale che regola il settore estrattivo di cava prevede all’articolo 30 comma 6 che :

L’eventuale riempimento totale o parziale dei vuoti di cava, finalizzato a migliorare le condizioni morfologiche dell’area ove si è svolta l’attività estrattiva, è parte dei lavori di recupero ambientale ed è prioritariamente attuato con l'utilizzo dei rifiuti prodotti dalla stessa attività estrattiva, secondo quanto disposto dal decreto legislativo 30 maggio 2008, n. 117 (Attuazione della direttiva 2006/21/CE relativa alla gestione dei rifiuti delle industrie estrattive e che modifica la direttiva 2004/35/CE). Il riempimento dei vuoti di cava è inoltre consentito con l’utilizzo dei materiali previsti dalle norme statali vigenti e secondo le relative procedure autorizzative. “

Quanto era stato previsto nel progetto di smaltimento dei rifiuti lapidei, depositato in sede di istanza di autorizzazione alla coltivazione di cava Lorgino, cioè nulla, salvo per i fanghi prodotti dal taglio delle bancate estrattive, si è rilevato non veritiero, o meglio, sempre che sia avvenuta una formale transazione commerciale, essa potrebbe aver celato una diversa intenzione, cioé il trovare un sito di deposito dove collocare le ingenti quantità di scarti di estrazione, non immediatamente gestibili presso il sito di produzione, quanto meno nella fase estrattiva, incuranti poi dell’esito finale di quei materiali: sia che effettivamente potessero trovare una collocazione di mercato per un qualche utilizzo, sia fossero rimasti invenduti. In ognuno dei due casi, sgravandosi l’ azienda cedente dell’onere e della responsabilità del loro esito.

La disponibilità offerta dalla ditta del sito di Vogogna per lo stoccaggio, giovatasi quest’ultima della condiscendenza amministrativa del Comune al fine di ottenere assensi illegittimi, pur in assenza di uno sbocco certo di mercato, ne garantiva il risultato per un arco temporale corrispondente a quello di attività del sito estrattivo.

Nel progetto di smaltimento, l’intera quantità estrattiva (oltre 2 milioni di mc.) veniva dichiarato che avrebbe avuto una destinazione commerciale, ma non ne veniva fornita la prova ( vedi in proposito invece cosa chiede la legge: art. 184 bis comma 1 lett. a e art. 184 ter comma 1 lett. A sub b ) e, di fatto, non si è realizzato quanto in quella sede sottoscritto, senza che peraltro in sede istruttoria ne fosse verificata la fondatezza, traducendosi ora in un deposito abbandonato o in corso di totale abbandono di materiali lapidei di scarto: a nostro giudizio, come già ricordato, da considerarsi rifiuti.

Prova ne è il fatto che, successivamente, all’esaurirsi della possibilità di accoglimento di ulteriori materiali nel sito di Vogogna, per quantità di ugual natura sono stati cercati sbocchi diversi che si sono tradotti non nella cessione a terzi, ma nel loro utilizzo per il ripristino di siti di cave dismessi, modificando o presentando nuovi progetti di ripristino.

Ipotizzare quindi che si possa intervenire anche a monte dell’avvenuto deposito, imponendo una rivisitazione del progetto di ripristino della cava di provenienza dei materiali abbandonati, è un percorso, difficile, ma potrebbe essere valutato, in concorso tra Codesto Comune e gli altri soggetti coinvolti, in primis l’Ente Provincia, ma non solo.

La cava in discussione, entro l’anno in corso, vedrà la conclusione di validità del suo titolo autorizzativo. Ove venisse prodotta istanza di ulteriore proseguo, ma anche solo in sede di verifica del corretto ripristino dei luoghi, se, attraverso una penetrante indagine, fosse dimostrata la connessione tra coltivazione e la discarica del sito di Vogogna, quest’ultima sarebbe il risultato della violazione delle dichiarate originarie condizioni di smaltimento dei rifiuti lapidei e ne potrebbe/dovrebbe essere imposta la bonifica a carico, a questo punto, anche della ditta produttrice.

Comprendiamo la difficoltà di un tale percorso, ma l’impossibilità di perseguire la soluzione più lineare, ben impone la ricerca di alternative possibili, salvo dichiarare espressamente di non poter perseguire il ripristino della situazione di diritto e accettare lo stato dei luoghi, illegalmente trasformato.

Attore di questo processo rimane, in primis, il Comune di Vogogna, ma la complessità del caso e l’intreccio con altre competenze e titolarità, sia tecniche che autorizzatorie ma anche sanzionatorie, imporrebbero che la questione venisse affrontano in maniera sinergica, coordinando, per iniziativa e regia del Comune stesso, i vari soggetti pubblici da coinvolgere.

In conclusione, mentre confidiamo che il Comune voglia e possa attivarsi, svolgendo, al meglio il suo ora non facile compito, auspichiamo che anche gli altri attori che per conoscenza ci leggono, possano svolgere un ruolo attivo e consapevole al fine di individuare la soluzione ambientalmente e legalmente corretta del problema.

E’ gradito, da parte dell’Ente Comune di Vogogna, un riscontro.

Il Presidente



venerdì 25 marzo 2022

STRESA: TUTELA DI VILLA EX DUCALE


La Sezione interviene rispetto alle intenzioni che si stanno delineando riguardo l'ambito tutelato costituito dal parco della villa ex Ducale che dovrebbe essere mantenuto nella sua integrità proprietaria, non frazionato, semmai arricchito e migliorato sia dal punto di vista botanico che architettonico. L'intervento in corso sulla limitrofa Villa Ostini rischia invece di pregiudicarne l'assetto e di destinar ne un parte alle esigenze del costruendo albergo, peraltro in difformità rispetto alle attuali previsioni urbanistiche. La lettera che qui sotto postiamo, solleva il problema presso l'Organo ultimo decisorio. Vedremo con quale risultato




Spett. Ministero dei Beni e delle
attività culturali e del turismo
Soprintendenza Archeologica, belle arti e
paesaggio per le Province di Biella,
Novara, Verbano Cusio Ossola e Vercelli
Cso Cavallotti 27

28110 NOVARA

Prot. 22/22

21/03/2022

OGG: Comune di Stresa: Opere di variante ( n. 3) edificio a destinazione turistico ricettiva C.so Umberto 21 proprietà Finist srl .

Area oggetto di tutela di beni culturali- parco ex Villa Ducale.


Questa Sezione dell’Associazione Italia Nostra segnala che nell’ambito dell’area oggetto di tutela di vincolo di bene culturale, ex Villa Ducale, ancorché di vincolo paesaggistico, nell’ambito dei lavori di ristrutturazione con ampliamento dell’immobile già denominato Villa Ostini in oggetto identificato, è pendente presso il SUAP Camera di Commercio di Baveno, istanza del 29/01/22, per l’ottenimento di assenso alla realizzazione di terza variante edilizia, consistente in ampliamento di autorimesse in interrato, mediante utilizzo e occupazione di quota parte dell’area oggetto di tutela culturale e paesaggistica,e facente parte del compendio denominato ex Villa Ducale.

Risulta che la CLP del Comune di Stresa si sia già espressa in data 10/02/2022, ancorchè il progetto edilizio originario abbia una consistenza di oltre 12.000 mc.

Attraverso la variante si attuerebbe la rottura dell’unitarietà del compendio della Villa ex Ducale che, pro quota, verrebbe assegnato alla proprietà della costruenda struttura turistico/ricettiva per la realizzazione di autorimesse in interrato e, in superficie, di viabilità di accesso alle medesime.

Quanto premesso, occorre anche precisare che l’area che verrebbe fatta oggetto di nuova occupazione non ha attualmente una destinazione urbanistica in quanto sono ampiamente decaduti i vicoli preordinati all’espropriazione per servizi pubblici. E’ quindi classificata : “ area bianca”, con le limitazioni al suo attuale utilizzo, utilizzo che non comprende, ai sensi del DPR n. 380/2001, la realizzazione di fabbricati, ancorchè interrati.

A prescindere dalla considerazione esposta, peraltro di non poca valenza, l’attuazione di quanto richiesto, costituirebbe una modifica sostanziale dell’assetto dell’area già fatta oggetto di tutela e quindi riconosciuta meritevole di ben altre forme di valorizzazione e conservazione che non l’attribuzione, pro quota, al soddisfacimento di un interesse esclusivo della proprietà limitrofa.

Il parco di Villa Ducale, già depotenziato dalla intervenuta soppressione della confinante area a verde di pertinenza della ristrutturata/ampliata Villa Ostini, ( a prescindere dalle previsioni contenute nel PRGC che diversamente si esprimevano), verrebbe ora frazionato, irreversibilmente, causa la presenza di strutture interrate e percorsi carrai di accesso in superficie che nulla hanno a che vedere con l’attuale assetto dell’area, la cui integrale conservazione ben altri interventi richiederebbe e, purtroppo, non richiesti: (vedi bando PNRR recentemente scaduto) .

In assenza di una pianificazione urbanistica coerente, l’attuatore privato si insinua nel vuoto normativo e illegittimamente tende a sostituirsi: da un lato al pianificatore locale e dall’altro lato a quello sovraordinato, ignorando vincoli e tutele .

In questa condizione risulta inquietante il silenzio del Comune di Stresa che, già scavalcato una prima volta in sede di variante edilizia n. 1, a distanza di un anno e mezzo da quel rilascio non ha ancora approvato la modifica e il completamento della convenzione obbligatoria che avrebbe dovuto garantire gli standar pubblici, accresciuti proprio a seguito di quel rilascio anomalo e non ancora destinati.

Il quadro procedurale e progettuale cui si assiste è, lo ripetiamo, inquietante, con il rischio che tutele e vincoli cadano senza alcun difesa efficacie.

La conservazione e il miglioramento della totalità dell’area della ex Villa Ducale deve invece porsi come obiettivo primario, non fungibile e non negoziabile.

Le attuali richieste vanno in senso opposto e la preoccupazione che con questa nota si solleva è massima.

Si chiede pertanto la miglior e più penetrante attività istruttoria al fine di scongiurare irreversibili perdite di ambiti tutelati e pregiati.

Ringraziamo per l’attenzione che vorrà essere prestata.


Il Presidente

mercoledì 16 marzo 2022

MERGOZZO ON LINE

 Riportiamo e pubblichiamo 


sempre su Mergozzo, riceviamo e pubblichiamo

Immagine 1
Lo scandalo vero di Mergozzo è quanto accaduto sulla spiaggia della Rustica. Trattasi di demolizione e ricostruzione ,secondo quanto approvato dal Comune di Mergozzo.Ma di ricostruzione non si tratta ma di Nuova costruzione, alla quale andavano posti limiti nella dimensione e nell’aumento della volumetria.Abbiamo letto le tristi giustificazioni dell’ineffabile assessora di Mergozzo con la quale avevo avuto uno scambio di opinioni nel recente passato Mi aveva accusato di aver preso “una cantonata” per aver semplicemente chiesto copia del PRG e della licenza a costruire. La cantonata, a mio avviso, l’ha presa sicuramente Lei e quando gli abitanti di Mergozzo scopriranno l’ecomostro, ormai in fase di ultimazione,
e si accorgeranno che la spiaggia dove" hanno passato la loro gioventù’ "non sarà piu’ la stessa e non piu’ frequentabile spero che si arrabbieranno.
Auguri anche agli ospiti dell’Ecomostro e sonni felici a 30 metri dai binari della linea del Sempione.
Le foto che ho fatto nel tempo e il loro confronto dimostrano come un luogo fantastico possa diventare orribile e devastato.
Auguri
Tiziano auguadro
Immagine 2Immagine 3

lunedì 7 marzo 2022

PNRR: RECUPERO PARCHI - BUONE PRATICHE IN CORSO




Buon successo, almeno a livello di gradimento degli Enti possibili beneficiari, sta avendo la misura del PNRR : " Recupero dei parchi storici" . Per quanto ne possiamo sapere, anche leggendo il resoconto che La Stampa ha fatto, i Comuni di Baveno e Verbania starebbero presentando domande di finanziamento, così come, nell'ambito della Provincia di Novara. Lesa per villa Cavallini, Meina per La Faraggiana e Miasino per Villa Nigra si starebbero attivando nel medesimo segno. Sarebbero quindi almeno 6 i Parchi pubblici intenzionati a partecipare alla selezione che il Ministero concluderà entro il prossimo giugno, assegnando risorse che andranno da un minimo di 200 mila euro ad un massimo di 2 milioni di euro per ognuno dei progetti selezionati. Sembra dunque che non sia stato vano lo sforzo fatto da questa Sezione per, inizialmente proporre alla Presidenza del Consiglio dei Ministri, un'idea di finanziamento, apprezzata dal Ministero dei beni culturali, e che poi abbiamo visto concretarsi nel bando in corso di pubblicazione. Così come non pare sia stata vana tutta l'attività d' informazione con cui abbiamo cercato di tenere desta l'attenzione degli Enti interessati, non ultimo l'incontro svolto con i rappresentanti di alcuni Comuni del basso lago. Ad oggi non abbiamo notizia che Stresa intenda partecipare con il Parco di Villa La Palazzola; Il Presidente dell'Ente Fondazione, ancora oggi, ci ha confermato di non aver avuto alcuna indicazione da parte del Comune di Stresa e, peggio ancora, di non aver ricevuto le comunicazioni che, tramite Comune avevamo cercato di veicolare alla Fondazione. Naturalmente ha manifestato il proprio disagio per la situazione che si è venuta a creare a soli sette giorni di distanza dalla data di scadenza per la partecipazione al bando. Se fosse confermato, sarebbe la perdita di un'altra preziosa occasione.

mercoledì 2 marzo 2022

VERBANIA: VARIANTE 37. SI CONCLUDE CON UN PAREGGIO


L' ha anticipato oggi la solita Stampa, precisando con un : " per ora", che non tutto è andato bene per la piena soddisfazione di Tranquillo Manoni, il cui obiettivo di ridisegnare la geografia urbanistica del Piano Grande , ha avuto una battuta di arresto; arresto tanto più clamoroso se si considera che, pressochè tutto il Consiglio Comunale di Verbania, per non parlare del Sindaco e dell'Assessore delegato dell'epoca, aveva ampiamente aperto le porte al disegno geografico/politico della società Malù, mirante alla progressiva conquista di ciò che rimane di quel Piano Grande. Stampa a parte, tutto quello che ora si può sapere, sta nel verbale pubblicato, purtroppo molto mal scritto, della seduta del 22 febbraio scorso dell'Organo Tecnico Comunale, competente per la VAS. Qual che è certo è che, al momento, salta quella previsione che avrebbe voluto trasferire la Club House del gioco del golf , al centro della Piana. L'opposizione è venuta dalla Soprintendenza che ha ricordato che il PPR, tanto bistrattato, "pretende" la salvaguardia delle aree prative libere. Il che probabilmente non deve essere una richiesta scandalosa, ma dovremmo, o meglio dovrebbero abituarsi, a pensare che sia cosa assolutamente normale. Purtroppo, non sappiamo se la fretta di redigere i verbali o il vizio di ricorrere al copia incolla senza magari rileggere, ci ha restituito una verità non completa. Alcune considerazioni del parere tecnico dell'Arpa sembra che abbiamo ripreso alcuni concetti che, ampiamente, avevamo sostenuto nelle nostre osservazioni, ma anche alcuni riferimenti della componente Geologica chiamata a dire la sua, sembrano ugualmente interessanti, ma poi tutto si perde nel copia incolla. Per ora comunque, se abbiamo capito bene: niente trasferimento di localizzazione di club house e quindi neppure cambio di classe geologica, se è vero che la variante 37, per la parte riferita all'Ambito 1, intervento 2, viene stralciata. Malù si porta a casa invece, l'ampliamento dell'area campeggio Continental, occupando una parte della piana già campo golf. Un male minore che, però avrebbe potuto evitarsi pure quello, senza drammi o danni per il turismo, checchè ne dicano.