martedì 30 aprile 2024

LORGINO: NUOVO ATTO

 



Si è svolta oggi una seduta della Conferenza di Valutazione, convocata per dare modo a soggetti esterni, portatori di interessi diffusi e comitati, di esprimere le loro ulteriori finali osservazioni e considerazioni sul tema del progetto estrattivo oggetto di esame. La nostra Associazione era rappresentata dal suo Presidente Sezionale , mentre il Comitato per la tutela di Crevoladossola era pure rappresentato dal Presidente, dal Segretario e da un componente. Non è stato un incontro interlocutorio nel senso comune del termine, infatti non era previsto un dialogo tra i vari soggetti presenti, peraltro in presenza oltre la Provincia non c'era nessun altro, mentre in remoto erano collegati la Soprintendenza e la Regione Piemonte, quest'ultima tuttavia non aveva alcun mandato da parte dei soggetti che avrebbe dovuto rappresentare. Il lungo ponte di festività di questo periodo, deve aver infatti sguarnito gli uffici pubblici dei vari Enti, lo si poteva prevedere, fissando ad altra data la riunione, così non è stato. Comunque e subito i tentativi del Comitato di cercare una interlocuzione sono stati prontamente evitati da parte del Presidente della Conferenza che ha ritenuto meglio non rispondere, neppure a semplici chiarimenti procedurali richiesti dai presenti. Incominciamo bene. E' toccato, credo per anzianità, a Italia Nostra venir concessa la parola per prima e il suo intervento è stata la lettura, ferma e pacata, del documento che pubblichiamo integralmente in calce al presente post. In sintesi un richiamo a tutte le ragioni di criticità che sono emerse durante l'esame dei documenti di progetto e delle loro integrazioni, una nuova censura del comportamento dell'Ente Provincia avverso la pubblicazione tempestiva degli atti della Conferenza, una indicazione verso dove dovrebbero andare le richieste di sostanziali modifiche del progetto presentato dall'Azienda e la richiesta conclusiva di una sua bocciatura e di un' eventuale ripresentazione che tenga conto delle risultanze emerse durante la Conferenza. E' toccato poi al Comitato esprimere e manifestare il suo giudizio. Dispiaciuto per la totale chiusura ad ogni possibile interlocuzione diretta si è detto Alessandro Cortella, Segretario del Comitato, ricordando che tuttavia un dialogo era stato aperto tra loro e l'Azienda e che tale dialogo aveva portato ad alcuni parziali positivi esiti che sarebbe stato bene venissero sviluppati e consolidati in sede di Conferenza e del suo esito. Cita alcune delle modifiche che hanno in parte accolto le istanze del Comitato. Rimarca l'assenza nel progetto della individuazione di una viabilità alternativa per l'accesso alla cava che avrebbe potuto liberare la viabilità pubblica da una servitù divenuta troppo gravosa. Natale Cortella ha ripercorso velocemente la storia del sito estrattivo, rimarcando la forte espansione estrattiva che ha caratterizzato gli ultimi lustri a motivo dell''utilizzo di nuove modalità di coltivazione e le conseguenti aumentate criticità, criticità che, se non corrette, il nuovo progetto esaspererà, così come ritiene sia stato assente o insufficiente un'attività di vigilanza in corso di esercizio laddove si registra la mancata attuazione di previsioni di recupero. Insieme alla lettura di stralci delle norme tratte dalla legge regionale 23/2016, pone una serie di interrogativi riguardo la conformità del sito estrattivo e della autorizzazione che lo ha assentito, rispetto al quadro normativo vigente e ciò pone interrogativi anche rispetto all'eventuale gestione futura del sito estrattivo. Al proposito Italia Nostra indica la necessità che in presenza di progetti di rinnovo estrattivo sia posta attenzione e verificata, prima di procedere, la conformità dello stato dei luoghi rispetto allo stato legale di progetto assentito. Cortella rimarca nuovamente l'assenza nel tempo di sostanziali interventi di recupero ambientale, resi pressoché impossibili dalle modalità di progetto di coltivazione che ha generato un enorme cratere in gran parte non recuperabile. Anche su questo punto Italia Nostra individua, a suo giudizio, il difetto di progettazioni estrattive che hanno impedito attività di ricostruzione morfologiche dei siti, aggravate dai continui rinvii degli interventi ricostruttivi motivati dalla continuità produttiva. Questi interventi consentono comunque di avere una seppur minima interlocuzione con il funzionario presente del settore cave dell'Ente sui temi della vigilanza, del recupero ambientale e della compatibilità del progetto estrattivo tra esigenze economiche del territorio e tutele dei beni che lo stesso territorio racchiude. Interviene brevemente, verso la conclusione dell'incontro, la Funzionaria della Soprintendenza presente in remoto, sul tema della visibilità reale del sito estrattivo rispetto alla documentazione fornita dall'Azienda e dove viene espressa l'esigenza di salvaguardare l'integrità visiva del ponte di Crevola e della forra della Diveria. Si conclude così l'incontro in attesa che gli enti della Conferenza si abbiano ad esprimere in via definitiva così che la Provincia possa concludere l'esame e emettere l'esito. Vedremo.




  PROGETTO DI ESTRAZIONE CAVE LORGINO CREVOLADOSSOLA

VALUTAZIONE DI IMPATTO AMBIENTALE


1) Si ribadiscono tutte la ragioni già espresse nei documenti prodotti da questa Associazione nei vari momenti in cui è intervenuta in sede di presentazione di osservazioni .

2) Non si conoscono, per difetto di pubblicazione, gli eventuali documenti prodotti dai soggetti presenti in Conferenza, a fronte delle integrazioni ultime fornite dal proponente.

3) Ribadiamo che a nostro giudizio, molte delle richieste formulate dai medesimi soggetti (almeno quelle a noi note), non hanno trovato risposta o un' adeguata risposta nelle integrazioni fornite da Proponente.

A) Ricordiamo, al proposito, la questione dei sottoprodotti di coltivazione ( vicenda già tristemente nota per gli effetti che ha provocato e che ancora provoca in territorio agricolo del Comune di Vogogna), rimasta senza risposta:

Dove e come viene documentata l’esistenza di un mercato capace di assorbire i sottoprodotti ?

Dove e come viene caratterizzata la loro qualificazione merceologica ?

Dove e come sono documentate le modalità e le localizzazioni dello stoccaggio provvisorio ? ( forse), di un’ingente quantità di materiali.

Tutte domande a cui è stata data un’ evasiva e generica, mai documentata risposta, tanto da fondatamente ritenere che, qualora il progetto venisse autorizzato così come proposto, si aprirebbero le condizioni per una replica del caso Vogogna, mentre ribadiamo, così come affermato anche da Arpa che tali sottoprodotti, ove non diversamente assorbiti dal mercato o utilizzati per i riempimenti del sito estrattivo in sede di recupero ambientale, sono da considerarsi rifiuti, nulla rilevando il diverso giudizio manifestato dal Proponente in sede di integrazioni progettuali.

Ribadiamo quindi che, anche ad evitare possibili elusioni normative in corso di esecuzione del progetto (vedi ad esempio atti meramente formali di "simulate" cessione dei materiali a terzi), tale questione deve essere seriamente risolta in questa sede, unica doverosamente legittimata a farlo.

B) Osserviamo l’assoluta, sempre a nostro sindacabile giudizio, insufficienza delle integrazioni fornite in relazione ai rilievi sollevati dalla Soprintendenza nel merito della compatibilità della variante urbanistica con il complesso normativo contenuto nel Piano Paesaggistico Regionale e con riferimento all’ambito oggetto del progetto estrattivo. Ad esempio, l’esigenza, riteniamo inderogabile, di individuare un' adeguata fascia di protezione del nucleo abitato di Villa Dell’Oro non ha trovato alcuna applicazione nelle integrazioni fornite dall’Azienda se è vero come è vero che i confini del progetto estrattivo si spingono ancora a ridosso degli edifici esistenti. Ove tale proposta progettuale venisse accolta si sarebbe di fronte ad un vulnus eclatante in quanto un interesse economico prevarrebbe, non rispetto ad un giudizio discrezionale di compatibilità, ma rispetto a norme positive che prescrivono la tutela di quel bene che ne verrebbe, in quel caso, irreversibilmente compromesso.

C’è nel comportamento dell’Azienda una visione distorta che antepone il proprio interesse a fronte di ogni altro, tanto da pensare che l’acquisizione di un diritto proprietario su quei beni, ne legittimerebbe la successiva distruzione, ma se tale ottica può trovare non una giustificazione, ma una spiegazione, diverso sarebbe il giudizio ove tale visione fosse sposata dai soggetti pubblici decisori.

Rimane silente, per quanto a noi noto, l'Ente Comune di Crevoladossola che, come sottolineato con adeguata chiarezza dalla circolare regionale che illustra lo svolgimento delle varianti urbanistiche uguali alla fattispecie in corso, è l'unico legittimato al pronunciamento in Conferenza in quanto detta variante è riconducibile a quelle parziali di cui all'art. 17 comma 5 legge r. 56/77. Poiché i contenuti della variante sono stati anche solo parzialmente modificati rispetto alla richiesta originaria, ribadiamo che parrebbe ovvio che il Consiglio di quell'Ente si esprimesse nuovamente anche in relazione alla integrazione di verifica del suo contenuto rispetto alla norme del PPR, prodotta dal Proponente. In assenza di pronunciamento ci pare che la Conferenza non possa nè procedere, né concludersi in quanto la Conferenza non può appropriarsi di competenze di singoli suoi componenti.

4) Il divario tra sacrifici imposti dal progetto e compensazioni offerte rimane incolmabile. Occorre un radicale intervento di riequilibrio che restringa in maniera radicale tale divario. Ci sembra che nel caso del progetto estrattivo, attesa la sua valenza temporale di ben 15 anni, l'entità delle quantità estraibili previste, gli impatti e la loro portata, solo parzialmente mitigabili, non possa assolutamente escludersi il tema delle compensazioni.

L'Azienda ne ha proposte alcune, delle quali l'Ente Comune ne ha preso modestamente atto. Qualcuno dovrebbe essere capace di convincere e dimostrare che quanto proposto sia riconducibile alla funzione di compensazione, ossia di riequilibrio sostanziale tra i sacrifici imposti e i danneggiamenti che le risorse subirebbero dall'attuazione del progetto, la normativa vigente obbliga di individuare una adeguata compensazione.

Nel nostro documento del 18/03 le abbiamo indicate.

Esse, a nostro giudizio, devono far parte del progetto, nè varrebbe un ipotetico generico riferimento a misure future da individuarsi. Quelle proposte sono carenti, certo nella loro entità, ma anche nella loro concreta previsione di attuazione, vedi ad esempio la mancanza di un cronoprogramma vincolante. O tutto è rinviato alla conclusione dei primi tre prossimi lustri di attività estrattiva ?

Insisto: la portata temporale di questo progetto è molto, troppo rilevante e si accompagna ad una entità estrattiva richiesta che forse non ha precedenti in altri progetti.

Tutto ciò chiede ed esige un riequilibrio compensativo che, non tanto è da commisurarsi alla misura degli utili che verranno conseguiti dall'Azienda che, a valori attuali e conosciuti potranno essere, verosimilmente ingenti, quanto all'effettiva entità delle attività di consumo e sovvertimento irreversibile di un territorio che mai potrà essere ricondotto alla sua morfologia originaria e che dovrà supportare 15 anni ( almeno) di ulteriori disagi che ne potrebbero compromettere persino la vivibilità. Il funerale annunciato del Piano Paesaggistico Regionale.

Quanto sopra richiama anche la non sopprimibile esigenza che la curva estrattiva temporale non salga rispetto al suo andamento storico precedente e non solo rimanga stabile, ma tendenzialmente e progressivamente scenda perché la crescita è insostenibile e l'unica condizione di sopravvivenza anche dell'Azienda ( parlo naturalmente, nel tempo lungo) e di possibile convivenza con il territorio che costituisce la sua risorsa, è la frenata della sua pretesa di espansione produttiva. Ogni altra soluzione è soltanto un palliativo che rinvia o finge di ignorare che il progetto è soltanto insostenibile. Considerato quanto sinteticamente esposto e più nel dettaglio argomentato durante lo svolgimento della Conferenza, si conclude chiedendo che l’Autorità di V.I.A. dichiari il motivato rigetto del progetto così come redatto e indichi, cogliendo gli spunti che il presente contributo ha voluto offrire, le condizioni alle quali il proponente dovrà attenersi nel caso di una nuova presentazione

30/04/2024


Italia Nostra Sezione VCO

Il Presidente






    

 

mercoledì 24 aprile 2024

LEGGE REGIONALE 6/2024 LA CONTESTAZIONE DI INCOSTITUZIONALITA'

 


 La Presidente del nostro Consiglio Regionale, Adriana My,  ha inoltrato alla Presidenza del Consiglio dei Ministri, Dipartimento per le autonomie, la nota con la quale argomenta in merito ai contenuti ritenuti incostituzionali della legge regionale n. 6/2024 con la quale è stata modificata la normativa in materia di approvazione del Piano regionale disciplinante le attività estrattive, consentendone la approvazione differita nel tempo e per comparti. Qui sotto riportiamo il testo integrale della nota. 

ITALIA NOSTRA  

Associazione nazionale per la tutela del patrimonio storico artistico e naturale della Nazione

Consiglio Regionale del Piemonte

Via Massena, n. 71 – 10128 Torino

Tel. 011/500056; email piemonte-valledaosta@italianostra.org

Spett. Presidenza del Consiglio dei Ministri

Dipartimento per gli Affari regionali e le Autonomie

Ufficio II per le autonomie speciali e per l’esame di legittimità

costituzionale della legislazione delle Regioni e delle Province

autonome

Via della Stamperia 8

00187 Roma

Pec - affariregionali@pec.governo.it

Prot. 13 /24.

OGG: Legge Regionale Piemonte n. 6/2024. Rilievi di incostituzionalità-segnalazione.

In relazione alla Legge Regionale n. 6 approvata dal Consiglio Regionale del Piemonte in data 14/03/2024, avente per oggetto: “Modifiche agli articoli 4 e 5 della legge regionale 17/novembre 2016 n. 23 (Disciplina delle attività estrattive: disposizioni in materia di cave), il Consiglio Regionale dell' Associazione ITALIA NOSTRA APS produce le seguenti considerazioni e osservazioni affinché Codesto Dipartimento, nell’esame di costituzionalità ne possa tener debito conto.

La legge, con il dichiarato intento, espresso in sede di esame Consiliare, di: "consentire gli approfondimenti e le specifiche valutazioni riferite a singoli comparti" ha introdotto una modifica alla Legge Regionale n. 23/2016, laddove questa prevedeva l'approvazione di uno strumento di pianificazione regionale (PRAE), coerente anche con il quadro di governo paesaggistico e riferito al settore estrattivo, di cui ne avrebbe dovuto costituire il quadro di riferimento unitario, articolato al suo interno in tre comparti: aggregati per le costruzioni e le infrastrutture, pietre ornamentali e materiali industriali.

Con la legge approvata si introduce la possibilità di pervenire ad una approvazione per stralci del suddetto Piano Regionale, stralci riferiti ai tre singoli comparti citati che potrebbero essere oggetto di una pianificazione differita e differenziata nel tempo a motivo di non diversamente precisate esigenze: "di approfondimento e di valutazioni specifiche".

La Legge non aggiunge altro, in realtà essa fa seguito all'esito non favorevole del procedimento di VAS a cui una proposta di PRAE era stata sottoposta. In particolare, la Giunta Regionale, con verbale n. 352 del 04/04/2023, nell'espressione del parere motivato di cui all’articolo 15, comma 1, del d.lgs.  "disporre che la Direzione regionale Competitività del Sistema regionale, Settore “Polizia mineraria, cave e miniere”, in qualità di struttura regionale che svolge il ruolo di autorità procedente, al fine di superare le criticità ambientali evidenziate dal processo di valutazione e di migliorare i profili di sostenibilità ambientale della proposta di Piano, provveda alle opportune revisioni della stessa, in collaborazione con l’autorità competente per la VAS,……..”

L’approvata modifica legislativa trova quindi la sua reale ragione in quello che è stato l'esito della Valutazione Strategica del documento di pianificazione settoriale che era stato predisposto, tant'è che se fosse stato positivo, oggi il PRAE sarebbe entrato in vigore e il problema non si porrebbe.

Questa è la premessa cui consegue che lo spacchettamento del PRAE, reso possibile dalla modifica legislativa, non pare coerente con quella parte della legislazione di competenza statale a cui il PRAE deve conformarsi in alcuni dei suoi passaggi decisivi, nella specie la legislazione paesaggistico/ambientale e gli strumenti attuativi, da essa derivati.

Giova osservare che l'articolazione per comparti del PRAE ( ma non la possibilità di sue approvazioni differite) era già prevista nella formulazione della legge n. 23/2016. E' dunque evidente che richiamare quella motivazione a giustificazione di una modifica legislativa è un' affermazione poco sostenibile.

La nuova norma, sotto questo profilo, si presenta come priva di giustificazione o, quanto meno, la giustificazione addotta non è quella reale. Le esigenze di approfondimenti e di specifiche valutazioni che sono state invocate,ben potevano infatti già prima essere condotte, mantenendo il quadro di riferimento unitario delle attività estrattive che il PRAE deve possedere.

Consentire invece la possibilità di approvare strumenti separati e quindi in tempi diversi, senza peraltro imporre date certe per la loro entrata in vigore, apre una finestra di regolamentazione non uniforme del settore, favorendo, di fatto, la parte priva di pianificazione.

Ricordiamo che appartiene alla legislazione esclusiva dello Stato la materia riferita alla tutela dell’ambiente, dell’ecosistema e dei beni culturali e che in questo quadro di riferimento si colloca l'articolo 145 del D. Legs. 42/2004 laddove ai commi 1 e 2 recita:

1. La individuazione, da parte del Ministero, delle linee fondamentali dell’assetto del territorio nazionale per quanto riguarda la tutela del paesaggio, con finalità di indirizzo della pianificazione, costituisce compito di rilievo nazionale, ai sensi delle vigenti disposizioni in materia di principi e criteri direttivi per il conferimento di funzioni e compiti alle regioni ed enti locali.

2. I piani paesaggistici possono prevedere misure di coordinamento con gli strumenti di pianificazione territoriale e di settore, nonché con i piani, programmi e progetti nazionali e regionali di sviluppo economico. In forza del secondo comma citato del predetto articolo 145, le NTA del vigente PPR del Piemonte, all’articolo 46 hanno previsto che la Pianificazione settoriale di competenza regionale, avrebbe dovuto armonizzarsi e conformarsi allo stesso PPR e ciò nell'arco di ben soli 12 mesi dalla data di sua approvazione. Ciò non è avvenuto, ma nel momento in cui il processo di formazione di uno di questi strumenti, nella specie il PRAE, é in atto, attraverso una modifica legislativa, in apparenza di poco conto e rilievo, si pongono le premesse per un differimento sine die dei tempi di attuazione di tale pianificazione, consentendo attraverso il suo spacchettamento, di non affrontare con tempestività e risolvere i nodi del rapporto tra la pianificazione paesaggistica (sovra ordinata) e quella di settore.

L'esigenza di approfondimenti e di valutazioni specifiche si traduce nella concreta possibilità, peraltro esplicitamente dichiarata dallo stesso vertice dell'Ente Regione, di differire sine die l'entrata in vigore di uno strumento pianificatorio che per essere coerente e legittimo impone scelte di politica ambientale ben diverse da quelle che il PRAE, senza successo, ha tentato.

L'effetto concreto è che i contesti paesaggisticamente più sensibili, quali quelli da cui si estraggono pietre ornamentali, vengono potenzialmente sottratti ad una pianificazione di settore coerente con quella paesaggistica. Esattamente dunque il rovescio di quello a cui dovrebbe tendere la pianificazione, ove fosse coerente con l'ordinamento statuale e la normativa da esso derivata.

Alla luce delle considerazioni svolte si eccepisce quindi una questione di legittimità costituzionale della norma contenuta nella modifica legislativa entrata in vigore. In sintesi, attraverso la legge regionale 6/2024, si consente infatti il differimento sine die e quindi, di fatto, il superamento del vincolo normativo (art.46 delle NTA del PPR), che fissa un tempo di attuazione per l'adeguamento della pianificazione regionale, anche di settore, alla sovraordinata Pianificazione Paesaggistica, superando così anche il vincolo fissato nell'articolo 145 comma 2 del D. Lgs. 42/2004, laddove prevede un raccordo tra la pianificazione paesaggistica e quelle di settore.

Viene quindi a modificarsi il quadro di riferimento condiviso tra Stato e Regione quale è il PPR, confinando lo stesso Piano Paesaggistico Regionale a strumento residuale ed eventuale, subordinandone un importante momento di attuazione a scala vasta quale il PRAE avrebbe potuto rappresentare, alle esigenze espresse dagli interessi economici del settore che le hanno in più occasioni manifestato.

Nel modo che abbiamo rappresentato si ottiene lo scopo di svincolare, dilatandola nel tempo lungo e indefinito, la pianificazione di settore dal suo rapporto diretto e subordinato a quella della pianificazione del paesaggio, aprendo una finestra di opportunità senza limite temporale all'utilizzo non pianificato dello sfruttamento della georisorsa, violando l'artico 5 della Convenzione Europea sul paesaggio a cui l'Italia aderisce, ignorando gli impegni assunti in maniera condivisa tra Stato e Regione nel momento di intervenuta redazione prima ed approvazione poi del PPR, impossessandosi, o meglio sottraendo allo Stato la sua competenza esclusiva in materia prevista dall'art. 117 Cost. comma 1 lett. s.

Si confida che Codesto Dipartimento, in sede di esame della costituzionalità della Legge Regionale Piemonte n. 6/2024, possa valutare con attenzione ed in maniera positiva i rilievi che in questa nota la nostra Associazione ha ritenuto evidenziare.

Si ringrazia per l’attenzione.

Per il Consiglio Regionale di Italia Nostra 

La Presidente Adriana Ele

SALVAMO IL PAESAGGIO A CONVEGNO

 


Rinnoviamo gentilmente l'invito ad iscrivervi all'Assemblea nazionale di VERBANIA del Forum Salviamo il Paesaggio: 11-12 MAGGIO 2024


- Invito -

ASSEMBLEA NAZIONALE 2024

Suolo, territorio e paesaggio chiedono aiuto – il nostro Forum risponde

 http://www.salviamoilpaesaggio.it/blog/

 

La prossima Assemblea nazionale del Forum Salviamo il Paesaggio – Difendiamo i Territori si terrà a:

 

VERBANIA Intra sul Lago Maggiore nei giorni 11 e 12 maggio 2024.

 

Per chi arriverà Sabato 11 maggio è previsto un programma di escursioni o visita guidata e cena conviviale (maggiori info sul volantino e sul modulo d’iscrizione).

 

Domenica 12 maggio si svolgerà l’Assemblea nazionale.

 

I delegati dei vari comitati presenti sul suolo nazionale, i rappresentanti delle associazioni ambientaliste nazionali e locali che aderiscono al Forum, i singoli cittadini sottoscrittori e simpatizzanti di Salviamo il Paesaggio sono attesi domenica 12 maggio a Intra di Verbania (VB). Alle ore 9,00 sarà effettuata la registrazione dei partecipanti presso la Casa Ceretti in via Roma n°42, in pieno centro del capoluogo provinciale piemontese.

 

Ore 9,00 registrazione partecipanti e avvio Assemblea Forum

Ore 13,00 pranzo: catering sul posto Casa Ceretti, quota a pagamento

Ore 17,00 chiusura lavori e saluti

 

Ordine del Giorno:

 

1)    Valutazione sulle iniziative sviluppate negli ultimi mesi per rilanciare l'attenzione sulla sempre più urgente legge nazionale a contrasto del consumo di suolo

-         Nuova campagna nazionale "Tutti i costi del suolo perduto"

-         Approfondimenti sulla corretta interpretazione dell'articolo 42 della Costituzione sulla funzione sociale della proprietà privata (dopo il webinar del 25 marzo scorso tenuto da Paolo Maddalena).

-         L'esperienza del Comune di Terre Roveresche e del suo Sindaco Antonio Sebastianelli, con l'analisi del vigente regolamento comunale attuato (per beni immobili privati abbandonati e senza indennizzo).

-         Confronto pubblico tra Forum e tutte le Forze politiche rappresentate in parlamento per il riavvio dell'iter normativo legato al contrasto del consumo di suolo (Roma, Camera dei Deputati, 12 aprile 2024).

 

2)    Situazione e prospettive della proposta di Direttiva Europea sul Suolo.

 

3)    Criticità attuali da dibattere:

-         Lo sviluppo non pianificato degli impianti per la produzione di energia da fonti rinnovabili.

-         Il suolo libero e l'avanzata dei poli logistici.

-         Il ruolo delle Aree Protette per la tutela di suolo, territorio e paesaggio.

 

4)    Varie ed eventuali.

 

5)     Proposte, discussione e decisioni assembleari.

 

MODULO di ISCRIZIONE necessario

 

Per partecipare all’Assemblea nazionale del 12 maggio occorre iscriversi compilando l’apposito modulo, disponibile in formato Word e allegato in fondo al presente comunicato. Dopo la compilazione, il file dovrà essere salvato con un nuovo nome che identifica il partecipante e rispedito via email all’indirizzo del comitato locale che organizzasalviamoilpaesaggio.valdossola@gmail.com

 

E’ altrimenti possibile iscriversi compilando lo stesso modulo ma in formato digitale sulla piattaforma Forms di Google, aprendolo, compilandolo e inviandolo telematicamente al seguente link:

 

https://docs.google.com/forms/d/e/1FAIpQLSe8G8Cej4QYLsg9a-TAS_liwMj9_IVTd--IxAo6E9YBqCagtQ/viewform?usp=sf_link

 

Il comitato locale che organizza è Salviamo il Paesaggio Valdossola, i cui referenti sono disponibili fin da subito per ogni chiarimento, risoluzione problemi e/o informazioni necessarie, ai seguenti numeri telefonici:

Sonia 348 882 8001

Filippo 338 613 2825

 

Sul modulo di iscrizione troverete anche altre informazioni e alcune scelte alternative, a riguardo di:

·          Gli eventuali vostri interventi programmati in Assemblea;

·          La prenotazione del pranzo a buffet del 12 maggio;

·          La cena conviviale, sempre del giorno 11 maggio, sabato sera.

·          Un eventuale soggiorno con pernotto del sabato 11 maggio (o di più giorni);

·          Le proposte di attività turistiche nel zona del Verbano (Parco nazionale Val Grande e giardini botanici del Lago Maggiore) di sabato 11.05;

 

Il tutto da scegliere a vostra cura e gradimento, al fine di potervi organizzare la nostra migliore accoglienza.

 

Ricordiamo che Verbania è facilmente raggiungibile in treno da Milano in poco meno di un’ora e mezza di viaggio, con treni locali e rapidi pressoché ogni ora del giorno, a partire dalle ore 6,12 fino alle ore 21,25. Dalla stazione di Verbania Pallanza è possibile prendere il bus urbano che porta fino in centro a Intra. In auto con l’autostrada A26 direzione Gravellona Toce; in aereo fino a MXP, poi in treno o in navetta su prenotazione.

 

Vi preghiamo infine di non aspettare l’ultimo momento per iscriversi all’Assemblea, ma di provvedere al più presto. Questo ci darà modo di prenotare per tempo i servizi.

Allo stesso modo, avrete maggiori possibilità di scelta per la prenotazione del vostro eventuale soggiorno sul Lago Maggiore.

 

Arrivederci a presto, e diffondete il più possibile l’evento presso le vostre conoscenze interessate a paesaggio, suolo e territori.

 

 

Cordialmente

                                                                                  Beura Cardezza, 28 marzo 2024

 

Filippo Pirazzi Sonia Vella

referenti Comitato Salviamo il Paesaggio VALDOSSOLA

tel. 338 613 2825 ; 348 882 8001 ; e-mail salviamoilpaesaggio.valdossola@gmail.com

gruppo FB: Salviamo il Paesaggio Valdossola

sito nazionale di Salviamo il Paesaggio: www.salviamoilpaesaggio.it

 

In allegato:

 

-         Modulo di iscrizione in formato Word (da compilare e rispedire)

-         Programma di accoglienza con locandina promo

-         Elenco strutture ricettive in zona Verbania

-     https://drive.google.com/drive/folders/1HuSWrkfeMQVzgiEQUPfcoJi_1j-pbaGw?usp=sharing


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Filippo Pirazzi e Sonia Vella
referenti Comitato Salviamo il Paesaggio VALDOSSOLA

sabato 13 aprile 2024

L' ANTI AMBIENTALISMO


Ci sono novità sul fronte ambientale, almeno quello di casa nostra. Va ormai verso la conclusione la conferenza di V.IA. gestita dall'Ente Provincia e che dovrà dire l'ultima parola sulla questione della cava Lorgino. Nei giorni scorsi, l'Azienda ha prodotto un nuovo documento che avrebbe dovuto replicare alle ultime osservazioni formulate dal pubblico. In realtà è stato presentato un bel documento che poco o nulla ha a che vedere con le repliche, ma di fatto è una brochure che passa in rassegna i meriti dell'Azienda rispetto al territorio di insediamento. In breve ci racconta quante Associazioni volontarie sponsorizza, quale è l'ammontare annuo che in termini di Euro riversa a favore di altre aziende che gli forniscono beni e servizi, qual'è l'insieme delle aziende partecipate, in tutto o in parte, e quali sono gli ulteriori interessi economici delle aziende ad essa collegate, primi fra tutti quelli immobiliari. Insomma una autocelebrazione delle virtù aziendali ottenute da quella miniera che sembra essere il marmo di Crevoladossola, vera fonte primaria delle fortune aziendali che, senza che nel documento vengano svelati numeri su utili e fatturati, ( basta però andare a scaricare i bilanci in Camera di Commercio per saperlo) dovrebbero essere niente affatto modesti. A che pro dunque è stato prodotto questo documento che poco o nulla riveste di importanza rispetto l'oggetto dell'esame in corso? L'intento sembra quello di un "avvertimento" a fronte di un possibile, ma improbabile, infausto esito della Conferenza. Attenti dunque a quello che state per decidere perché siamo ben piazzati sul territorio, siamo forti e influenti e un esito a noi avverso potrebbe avere effetti e conseguenze nefaste. I "controllori" sono dunque avvertiti, figuriamoci gli" avversari", se le cose andranno male siamo capaci di far partire una campagna mediatica potente e distruttiva. L'avvertimento è dato, il messaggio è pervenuto. Che dire? Nessuno si è mai messo in testa di riuscire a fermare l'attiva estrattiva di Cava Lorgino, non è una cosa che può avvenire dalla sera alla mattina. Quello che invece e in maniera sacrosanta si chiede è che l'attività si svolga con l'impatto ambientale minore possibile. Ora, ritenere che la continua crescita della quantità e della velocità estrattiva possa essere compatibile con la sostenibilità ambientale non pare proprio lo sia. Abbiamo più volte sostenuto che la conservazione nel tempo della capacità estrattiva della risorsa fosse, questa sì, nell'interesse del territorio, non certo il suo esaurimento a breve/medio termine per effetto di una voracità estrattiva sempre crescente. Diversamente dica l'Azienda che cosa rimarrà dopo di lei e non per effetto di improbabili dinieghi amministrativi, ma per effetto del suo modo di operare. Se l'Azienda è buona, è sostenibile, non è energivora oltre modo, lo dimostri non solo con la sua attività di sponsorizzazione del volontariato e delle attività sportive e del terzo settore, delle quantità di euro che elargisce acquistando beni e servizi o speculando nel settore immobiliare, ma con le buone pratiche estrattive, con il rammendo del territorio che erode, con uno stop alla crescita della velocità e quantità estrattiva, apprestandosi ad abbassare la curva della crescita costante nel nome del rispetto che deve a un territorio da cui viene la materia che trasforma in ricchezza per sé prima che per altri. Aspettiamo perciò l'esito della Valutazione di impatto, assicurando l'Azienda che le sue performance non dovrebbero influire sull'esito.
L'altro campione dell'anti ambientalismo è, di nuovo, Manoni senior che finalmente sta vedendo realizzato il suo segno di trasformare l'intero Piano Grande di Fondo Toce, nella sua riserva personale ad uso turistico/ricreativo. Un disegno niente affatto impedito dal Governo della uscente Marchionini che, probabilmente, vede anche lei con soddisfazione realizzarsi il sogno di Manoni. Dunque, contro ogni contraria previsione normativa sono iniziati gli sbancamenti, gli scavi e i riporti per raddoppiare il campo del gioco del golf e per costruire, questa sì forse nel rispetto delle norme, club house. Intanto, per non farsi mancare proprio nulla sono state messe a coltivo, si presume di grano turco, le terre intorno alla cascina De Antonis. Hanno fresato tutto, anche i teli di plastica di una vecchia coltivazione di acidofile, contribuendo alla diffusione ambientale delle microplastiche. Vedremo se glielo faranno bonificare. Pezzetto, dopo pezzetto Piano Grande addio.