sabato 5 gennaio 2019

BAVENO: LA NUOVA CONCESSIONE MINERARIA

Che dire sul rinnovo minerario della concessione della cava Seula.
Innazitutto le osservazioni che avevamo presentato in sede di consultazione pubblica del progetto, sono state liquidate come non pertinenti al progetto stesso.
Niente di più inverosimile avrebbe potuto succedere ed è grave che una struttura " tecnica", quella di VIA, nascondendosi dietro questa fasulla affermazione, abbia evitato di prenderle in considerazioni.Se lo avesse seriamene fatto, il risultato avrebbe potuto essere diverso da quello che ora ci tocca constatare. Inoltre le modiche al progetto prodotte successivamente alla prima istanza, non sono state sottoposte ad una nuova fase di pubblica consultazione e quindi sul progetto finale non abbiamo potuto esprimerci.
Si rinvia di altri 20 anni il recupero naturalistico dell'area mineraria. La verità o il dubbio fondato è che il rinvio sia invece di 30/40 anni.Perchè questo ? Perché la precedente concessione, già prevedeva al 2017 il termine delle attività di coltivazione mineraria e il recupero naturalistico del residuo versante, dal piede del monte Camoscio sino ad una certa quota altimetrica. Questa previsione invece non si è avverata in quanto il concessionario non aveva la capacità tecnica di lavorare una quantità di materiale pari a quello chiesto in concessione. Risultato è stato che al termine, residuavano più di 750 mila metri cubi di materiale non estratto e il recupero ambientale del versante non è stato fatto, in quanto non era stata raggiunta la quota altimetrica di ribasso prevista. La capacità tecnica di lavorazione da parte del concessionario era dichiarata pari a 40 mila metri cubi l'anno. Non si ha conoscenza che ora sia improvvisamente aumentata, ma in realtà, mentre ci si sarebbe attesi che la nuova concessione portasse a compimento le previsioni non attuate di quella vecchia, e i numeri c'erano tutti, la nuova concessione va oltre e prevede il prelievo del materiale esistente sino al piede del monte, per un totale di ben 1.200.000 metri cubi, quindi al di là della capacità tecnica dell'azienda, ma riduce sensibilmente le aree di recupero ambientale previste nella precedente concessione, cancellando quelle sul versante, salvo per una fascia posta a confine con l'ex cava Locatelli dove ora viene previsto un recupero, ma per il resto limitandole a quelle al piede del versante. Se però la capacità dell'azienda non è mutata, fra 20 anni si verificherà la medesima criticità che si è registrata nel 2017, cioè residueranno ancora centinaia di migliaia di cubi da estrarre e il recupero ambientale, ancorchè limitato, sarà uleriormente rinviato.
E' un danno per l'ambiente, per il paesaggio, è un danno per il turismo, è un danno per l'economia locale , è un danno per il territorio di un Comune, quello di Baveno, che forse ha fatto i conti su ciò che può guadagnare da questa concessione, peraltro regionale, ma non ha fatto i conti con ciò che perderà.
Quanto alla struttura Tecnica di VIA che ha dato l'ok alla delibera della Giunta Regionale, abbiamo già detto.
In calce l'articolo odierno de la" Stampa".

 

Nessun commento: