mercoledì 10 marzo 2021

PIANO GRANDE: ITALIA NOSTRA PIEMONTE CHIEDE IL FINANZIAMENTO CON IL RECOVERY FUND PER IL RIUSO DELLA CASCINA


 

E' imminente la presentazione alla Regione, per l'inoltro al Governo, della richiesta di finanziamento del riuso della Cascina del Piano Grande. L'Associazione ha colto l'opportunità offerta a tutti per proporre richieste di finanziamento e lo ha fatto stilando il documento che, integralmente, qui riproduciamo. A questo punto, dovesse questa richiesta andare a buon segno che farà il Comune di Verbania ? Che farà il Parco Nazionale ? A loro la domanda e da loro la risposta. Buona lettura 

ITALIA NOSTRA onlus
CONSIGLIO REGIONALE PIEMONTE
Sezione del Verbano/Cusio/Ossola

PROPOSTA DI PROGETTO

PARCO NAZIONALE VAL GRANDE- REALIZZAZIONE DI PORTALE DI ACCESSO A VALENZA TRANSTERRITORIALE NELL’AMBITO DEL PIANO GRANDE DI VERBANIA FONDO TOCE CAPO I

PREMESSA

Il “Piano Grande” di Fondo Toce, in Comune di Verbania, è un ambito di grande valenza paesaggistica e identitaria; cerniera tra la costa nord del lago Maggiore e l’imbocco dell’Ossola e del complesso delle sue vallate laterali, è altresì sbocco meridionale del sistema vallivo prealpino posto a monte della città di Verbania, e nodo di transito verso e da quest’ultima località e verso il confine di Stato con il Cantone del Ticino.
Occupato, per una parte, dalla riserva naturale speciale regionale di Fondo Toce, lambito dall’ultima tratta del fiume Toce prima della sua immissione nel Maggiore, terra “emersa” tra i due vicini laghi: il Mergozzo e il Maggiore, conserva, ancora integre, ampie porzioni libere agrarie e testimonianze di un’archeologia rurale che reclama interventi, ormai non più rinviabili, di conservazione nell’ambito di un riuso possibile e in funzione della valenza paesaggistica e naturalistica dei luoghi.
Il Piano Grande è attraversato dalla SS 34 del Lago Maggiore, connessa quest’ultima con la Superstrada in direzione del confine nord di Stato e con la SS 32 del Lago d’Orta.
La stessa SS 34, attraversando il Piano Grande, prosegue in direzione di Verbania città e verso il confine est di Stato con la Confederazione Svizzera. Sempre la SS 34 è unita da una bretella alla SS 33 del Sempione e connessa da quest’ultima al vicino svincolo della autostradale A 26 Genova- Gravellona Toce.
La stazione di Verbania-Fondo Toce, molto prossima, unisce il Piano Grande al sistema ferroviario della linea Milano – Domodossola - Sempione.
Il nodo viabilistico descritto dimostra la funzione di connessione territoriale che svolge l’ambito del Piano Grande, unico passaggio obbligato per l’accesso da nord alla città di Verbania.
Parimenti le caratteristiche naturali e paesaggistiche dei luoghi hanno attratto, nel passato, l’insediamento massivo di strutture turistico/ricettive extra alberghiere che ne hanno fatto, sotto questo profilo, pur con le criticità prodotte, un polo importante dell’offerta ricettiva dell’intero Lago Maggiore, capace di ospitare, nei picchi massimi stagionali, sino a 5000 presenze giornaliere.
Il forte ruolo connettivo, legato al sistema delle comunicazioni stradali, unito alla capacità ricettiva, capacità quest’ultima che né necessita, né deve essere aumentata, conferisce al Piano Grande una forte potenzialità quale ruolo “logistico” che, con la presente proposta, lo si vorrebbe declinare in termini di promozione e valorizzazione delle attrattive naturalistiche a partire dall’esistenza del vicino accesso sud al Parco Nazionale Val Grande e della confinante riserva naturale speciale regionale di Fondo Toce, per proseguire a tutte le altre aree protette istituite nell’ambito della Provincia del Verbano-Cusio-Ossola, ad aree ad essa limitrofe, ma non solo.
Nell’anno in corso è prevista la conclusione, auspicabilmente positiva, del processo di allargamento dei confini del Parco Nazionale Val Grande che andrà così ad occupare una parte del territorio di Verbania e che vedrà il confine sud del Parco lambire il Piano Grande.
Arrivati a quel punto, il territorio del Comune di Verbania sarà legittimamente titolato ad ospitare strutture del Parco Nazionale e, nell’ottica di questo nostro progetto, l’ambito del Piano Grande si propone come più qualificato e miglior sito esistente possibile per realizzare il portale di accesso al Parco medesimo e alle altre aree protette.
E’ noto che esistono altre aspettative ed altre ambizioni espresse dalla proprietà attuale dei siti, ma sono tutte aspettative difficilmente coniugabili e conciliabili con il sistema dei vincoli che presiedono tutta l’area del Piano Grande, anzi sono contrastanti.
Una griglia stretta che dalle classi di rischio idrogeologico, alle normative dell’ area naturale regionale protetta di Fondo Toce si estende ai vincoli paesaggistici istituti a più riprese, per terminare nel sistema normativo contenuto nel PPR che declinato in termini di: prescrizioni, indirizzi, direttive e linee di azione, rende estremamente improponibile e certamente non auspicabile, un ulteriore utilizzo delle aree libere in termini di espansione del sistema turistico/ricettivo industriale già insediato.
A titolo di documentazione di quanto sosteniamo, riproduciamo qui nel seguito alcune delle indicazioni normative, contenute nel PPR che, ci pare, ben indichino, non solo la coerenza con esse di quella che sarà l’articolazione della nostra proposta, ma anche l’improponibilità di altre.
L’ampliamento della riserva speciale, auspicato all’interno degli indirizzi e orientamenti strategici fissati per l’ambito di paesaggio 12
La valorizzazione del rapporto lago-montagna, anche nell’ottica di un alleggerimento della pressione turistica sulla sponda lacuale
La sottoposizione a maggior tutela dell’area del lago di Mergozzo
La tutela e l’incentivazione delle attività agricole attraverso la conservazione del suolo e dei caratteri paesaggistici rurali ..
La leggibilità del paesaggio agrario e dei contesti rurali
La proposta di Italia Nostra intende preservare dunque i valori identitari, naturalistici e storici presenti nell’ambito del Piano Grande, recuperando un contesto rurale in disuso, ma estremamente significativo, che, attraverso un riuso funzionale coerente, ne renda possibile la leggibilità della sua originaria funzione, destinandolo, attraverso un recupero di eccellenza, a svolgere un ruolo primario per la promozione e la valorizzazione delle emergenze paesaggistico/ambientali presenti nel territorio vasto, a partire dall’area tutelata del Parco Nazionale Val Grande.

CAPO II
PRIORITA’ STRATEGICA
IL TURISMO SOSTENIBILE
LA VALENZA DEL PROGETTO


Con riferimento ai progetti di espansione turistica formulati dalla proprietà del Piano Grande, sono state prodotte argomentazioni di ordine economico, occupazionale e di sviluppo, quest’ultimo genericamente inteso, per giustificarli e valutarli con favore e interesse.
Vengono snocciolati dati e numeri importanti riguardo la valenza che l’economia del così detto “Isolino” ha rispetto ai numeri complessivi del turismo del lago Maggiore .
E’ tutto vero sin tanto che non se ne contrappongono altri ugualmente importanti.
Osserviamo infatti che la ricettività diffusa rappresenta, già oggi, un asset importante e in forte emersione ed espansione nell’ambito del territorio provinciale.
Esso riguarda centri turistici primari e non solo, ma anche località minori: di lago, collinare e alpine; centri storici e no, contribuendo a rivitalizzarli e dando una nuova funzione ad un surplus di patrimonio immobiliare che presenta anche aspetti di forte sofferenza, vuoi per il crollo demografico e residenziale in atto nei centri minori, vuoi per lo stato di degrado che consegue all’abbandono abitativo, vuoi anche per il modificato modello di turismo residenziale che si è venuto ad affermare rispetto a quello in voga nei periodi più “dinamici” dell’investimento immobiliare, con una conseguente immissione sul mercato dell’affitto breve di tale patrimonio immobiliare, diventato diversamente un inutilizzato.
Questo per molti aspetti nuovo asset, legato alla ricettività turistica, si esprime già ora in migliaia di posti letto, peraltro in crescita esponenziale, che vengono offerti ogni giorno sul territorio della Provincia attraverso i portali presenti sulla rete internet.
Esso si rivolge ad un targhet di turisti, quasi totalmente stranieri, che è orientata verso l’utilizzo della ricettività residenziale, alternativa e competitiva rispetto non solo a quella alberghiera, ma anche a quella dei più tradizionali “villaggi vacanze”.
E’ un’importante opportunità di crescita ordinata dell’economia turistica perché permette di accogliere grandi numeri, ma in maniera diffusa, evitando le concentrazioni e le criticità che in genere le grandi quantità comportano, diffondendo invece i benefici anche a località minori che, diversamente, ne sarebbero escluse.
Sotto questo profilo, le caratteristiche del territorio della Provincia, con la varietà di offerta di paesaggio e di ambienti, anche protetti, costituiscono un elemento insediativo ideale per tale tipo di ricettività e la realizzazione di un centro promozionale, quale è quello di progetto, diventa un elemento di sostegno a tale economia diffusa.
La presenza e la qualità del sistema delle aree e dei territori protetti sono un fattore dell’offerta turistico/ambientale da valorizzare con la presenza di una struttura di promozione e di servizi quale quella che si progetta.
E’ poi evidente l’inconciliabilità dei modelli di espansione tradizionale, legati alla crescita esclusiva del turismo industriale, con gli obiettivi strategici che l’Europa si è data.
Nello specifico, l’ulteriore crescita dell’economia “dell’Isolino”, secondo la definizione che vogliamo dare a quel modello lì insediato, per le criticità rilevabili, impatta in maniera eclatante con le residue capacità del territorio di sostenerla.
Sono modelli non conciliabili:
Da un lato un uso del territorio, da modificarsi nel suo assetto per farne un contenitore concentrato di economia turistica di massa.
Dall’altro lato una conservazione del territorio in quanto valore primario di offerta turistica, distribuendone la domanda in maniera ampia e diffusa.
Da un lato un modello economico imprenditoriale classico fondato sull’investimento di capitali anche molto importanti, ma con una conseguente successiva concentrazione degli utili societari, altrove poi probabilmente destinati.
Dall’altro lato un modello se non alternativo, comunque concorrente, fatto di una miriade di micro investimenti capaci di generare reddito o integrazione di reddito, spalmato in maniera diffusa, equa, democratica e plurale;
Da ultimo un modello turistico generatore a sua volta di criticità importanti, vedi i problemi di viabilità privata e di conseguente difficoltà di mobilità proprio nell’ambito degli assi stradali tangenti al Piano Grande.
Dall’altro lato un modello che non comporta criticità particolari, ma semmai ne risolve di presenti, vedi lo spopolamento dei borghi e la loro desertificazione commerciale e di servizi.
Alla luce delle considerazioni qui svolte, l’economia dell’”Isolino”, cioè quella fondata sulla concentrazione di masse turistiche, deve essere letta con occhio più attento e più critico; ne esce comunque ridimensionata, i suoi numeri devono essere interpretati in maniera più relativa e certamente, anche in una prospettiva di medio o lungo termine, essa non appare più strategica rispetto alle valenze altre e competitive che modelli turistici diversi e più coerenti con la sostenibilità territoriale possono offrire, rappresentando questi ultimi una validissima alternativa.
In questa prospettiva, il progetto che sosteniamo, vuole rappresentare un volano ulteriore rispetto a quell’economia diffusa, equa e plurale, diventando, la realizzazione prevista, il centro strategico e propulsivo, un “hub” di un sistema che unisce insieme in un’unica proposta, presentata in un ambito logistico assolutamente privilegiato, la “lettura”, sotto diversi profili, di tutti i territori tutelati e offerti ad una domanda di fruizione non invasiva, assolutamente in linea con le indicazioni strategiche assegnate agli Stati dall’Europa.


CAPO III
I CONTENUTI PROGETTUALI

Dalle premesse e dalla prospettiva di una crescita turistica alternativa, così come sono stati rappresentati nei due capi precedenti, nasce la proposta, già in parte anticipata nelle sue linee di fondo, che veda la città di Verbania soggetto attivo e positivo della pianificazione del Piano Grande, quale occasione di una rinnovata centralità e di un nuovo protagonismo pubblico nelle scelte di politica non solo urbanistica, ma anche turistica e ambientale .
Le buone pratiche con le quali è stato perseguito il percorso di allargamento dei confini del Parco Nazionale Val Grande non possono ritenersi raggiunti ed esauriti con il conseguimento, ormai imminente, di quell’unico obiettivo, ma quest’ultimo deve essere la premessa per nuove buone azioni e buone pratiche che abbiano a meritare alla città il titolo di capitale di un Parco Nazionale.
Coniugare l’occasione dell’allargamento dei confini della Val Grande sin dentro il territorio di Verbania, con un ambizioso progetto pubblico di promozione, di diffusione della conoscenza e di divulgazione del Parco Nazionale Val Grande, ma non solo di questo, sarà momento perché le buone azioni e le buone pratiche si possano realizzare.
Entro questo obiettivo, il Piano Grande e in particolare l’ambito costituito dagli edifici storici della corte e dalle pertinenze della vecchia struttura rurale, leggasi: silos, residenze agricole, grandi strutture di stabulazione fissa e magazzini, recuperati con un’ attenta capacità progettuale, possono diventare il luogo di promozione, diffusione di conoscenza, divulgazione e di servizi di cui è fatto cenno.
La felice e privilegiata localizzazione logistica, di cui si detto, rispetto all’oggetto da promuovere, ma anche rispetto all’utenza cui rivolgersi, ne fà il contenitore perfetto per le proposte funzioni:
Centro di visita, di documentazione e consultazione.
Centro di servizi: accompagnamento turistico-prenotazioni soggiorni ecc.
Centro di informazione.
Stazione logistica di organizzazione per escursioni guidate e per trasferimenti verso le aree interne protette.
Centro di scambio di mobilità: auto/bus- treno/bus-auto/bici.
Laboratorio didattico e di educazione ambientale.
Stazione di recupero della fauna selvatica.
Sede amministrativa e legale e dei servizi del Parco.
Swou room dei prodotti delle aree protette.
Centro di ricerca ambientale
Foresteria giovanile
L’elenco, non esaustivo, è il possibile ventaglio di funzioni che possono trovare spazio nella struttura rurale recuperata nei suoi caratteri architettonici, nel contorno di un ambito vasto che deve rimanere a destinazione esclusivamente agricola, sottratta così, da un lato all’abbandono e al degrado conseguente, ma restituita ad un riuso funzionale coerente con i valori di paesaggio che esprime e con gli obiettivo strategici da perseguire .
La valenza del sito è tale, per le sue potenzialità che si pone l’opportunità di coinvolgimento di tutte le aree protette presenti a livello provinciale e limitrofe nonché dell’altra unica realtà di parco nazionale presente a livello regionale, così da poter rappresentare una vetrina del sistema di protezione e tutela ambientale presente nel territorio ampio e regionale:
Ente Parco Nazionale Val Grande
Ente Aree Protette dell’Ossola – Alpe Devero Veglia e Antrona-Siti Natura 2000 delle Valli Antigorio e Formazza.
Ente aree protette del Lago Maggiore e Ticino : Riserva naturale di Fondo Toce-Riserva naturale di Bosco Solivo-Lagoni di Mercurago.Aree protette del Lago D’Orta: Monte Mesma e Buccione.
Ente Sacri Monti del Piemonte: Monte Calvario di Domodossola/ Sacro monte di Ghiffa/ Sacro Monte di Orta S. Giulio. Ente Parco Nazionale Gran Paradiso.
Sotto il profilo più strettamente progettuale, l’intervento si deve articolare nella acquisizione a favore della proprietà dell’Ente Parco Nazionale Val Grande, del compendio immobiliare costituito dagli immobili storici della Cascina e delle loro pertinenze.
Trattasi di una superficie complessiva di circa mq. 11.000 dove gli edifici presenti più significativi sono rappresentati da :
a) Grande edificio già destinato a stabulazione fissa per una superficie coperta di c.a. mq. 1100, sviluppabile su 2 o più livelli.
b) Edificio originaria residenza della proprietà, con superficie coperta di c.a. mq. 200, sviluppato su due piani.
c) Edificio originaria residenza dei salariati, con superficie coperta di c.a. mq. 140, sviluppato su due piani.
d) n. 8 silos a torre, di grandi dimensioni, per la conservazione del foraggio.
e) n. 3 bassi fabbricati già adibiti a ricoveri attrezzi, macchinari e animali per una superficie coperta complessiva di c.a. mq. 800.
f) Edifici minori e tettoie di diversa consistenza e scarso o nullo valore architettonico in stato precario di conservazione.
Per quanto riguarda una previsione attendibile di costi e quindi di finanziamento, essi possono essere stimati sulla base del seguente quadro economico:

A) Per espropriazioni:
Edifici residenziali €. 500,00 mq.*650 €. 325.000,00
Stalla: €. 300,00 * 1.100 mq. €. 330.000,00
Bassi fabbricati: €. 200,00*800 mq. €. 160,000,00
Silos: €. 15.000*8 €. 120.000,00
Altri fabbricati: a corpo €. 30.000,00
Terreni liberi da fabbricati
c.a. 8.000 mq. * €. 10,00 €. 80.000,00
Totale per espropriazioni ed
acquisizioni: €. 1.045.000,00
B) Per ristrutturazioni edilizie:
mq. 3650 * €. 1.000,00 € 3.650.000,00
C) Per spese tecniche di progettazione 7% €. 225.000,00
D) Per allestimenti/attrezzature/arredi/
apparati multimediali ecc. €. 500.000,00
Totale per lavori, spese tecniche e forniture €. 4.405.000,00
E) Per IVA 10% €. 365.000,00
F) Per IVA 22% €. 166.000,00
G) Per imprevisti €. 350.000,00
Totale generale da finanziare: €. 6.331.000,00
 
CAPO IV
LE CONDIZIONI DI SOSTENIBILITA’ DELLA PROPOSTA
La condizione prima della realizzabilità dell’idea di progetto sta nella volontà decisoria del Comune di Verbania e nei programmi dell’Ente Parco Nazionale Val Grande.
Valicato che sarà l’ultimo ostacolo all’estensione dei confini del Parco, verosimilmente entro e non oltre il corrente anno; spetterà poi al Comune di Verbania, assumere questo progetto quale propria scelta strategica, affrontando, sin da subito, una variante urbanistica, individuabile nella procedura di quelle non strutturali previste dalla legge urbanistica regionale, per destinare l’ambito a servizi pubblici e porre su di esso un vincolo finalizzato all’esproprio.
Un stretta collaborazione tra Comune e Ente Parco Nazionale Val Grande, soggetto attuatore del progetto, dovrebbe concretarsi con la sigla di un accordo di programma che indicasse modi e tempi precisi di realizzazione dell’investimento.
Lo stesso Parco Nazionale Val Grande dovrebbe, a sua volta, siglare un altro accordo di programma con tutti gli enti destinati ad essere “ospitati” all’interno della struttura, allargando così il novero dei soggetti interessati a fare della struttura una “hub” del turismo ambientale.
Il governo della città di Verbania coglierebbe in questo modo anche l’occasione di dare, in quell’ambito, attuazione allo strumento di pianificazione sovraordinata che è il PPR, apprezzandone le valenze positive e non rinviando più oltre scelte di pianificazione territoriali fondamentali.


CONCLUSIONI
In sintesi ribadiamo che la proposta non sia solo accattivante nel suo aspetto, ma possa rappresentare invece un’alternativa sostenibile per un riutilizzo di un bene che, conservato nella sua integrità paesaggistica, possa svolgere una funzione utile rispetto l’offerta di beni comuni tutelati che un territorio vasto contiene .
Verrebbe fornito un servizio anche e proprio a favore delle aree interne più svantaggiate che troverebbero nel luogo della “Cascina” una visibilità accresciuta a livello esponenziale con effetti positivi sulla loro economia turistica.
Ritorna allora però e in primo piano la funzione decisoria del Comune di Verbania, il ruolo del proprio Consiglio Comune, così come il Programma del Sindaco che, rivisitato e corretto, dovrebbe assumere e far propria l’idea che abbiamo prospettato, condividendo le motivazioni di ordine più generale che abbiamo esposto.
Il tema delle risorse, quale ostacolo alla realizzazione del progetto, a fronte delle grandi opportunità che i fondi Europei aprono, non trova più alcun motivo, ma sono specialmente le finalità del progetto, assolutamente allineate con quelle strategiche che l’Europa ha indicato nei suoi documenti, che ne fanno una proposta vincente e difficilmente eludibile.


Italia Nostra onlus
Consiglio Regionale Piemonte
La Presidente
Sezione Locale del VCO 
Il Presidente

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