mercoledì 13 settembre 2017

IL PARCO DEI DIVERTIMENTI


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Già qualche notizia era nell'aria, ma oggi la pagina locale de La Stampa ci conferma che sul piano del Toce qualche cosa si sta muovendo. Non è una novità, ma una conferma sì. Chi possiede un po' tutte le aree in sponda sinistra della foce del fiume, non pago di averne fatto sin qui tutto ciò che, probabilmente, ha desiderato, ora travestito da improbabile benefattore ottuagenario sembra sostenere che bisogna fare ancora e di più, trasformando i residui ambiti agricoli di una provincia che ambiti agricoli ne ha ben pochi, in una specie di parco divertimenti. Non importa se l'ambito è esondabile, in fascia PAI inedificabile, si può sempre costruire alzando il suolo, non importa se l'agognato parco divertimenti si troverebbe nel bel mezzo di un parco naturale regionale, non importa se a due passi da lì un investimento pubblico fatto con fondi europei quale il Tecno parco è già un rottame; in fondo tra capannoni nuovi o abbandonati, campeggi trasformati in villaggi vacanze, miniere e cave incombenti ovunque si alzino gli occhi verso l'alto, non pare che del Parco, quello vero, sia rimasto molto e dunque... tanto vale darle l'ultima spallata. Da quel che leggiamo la politica locale sembra, naturalmente, guardare con favore, persino con qualche piacere a questi progetti di parco dei divertimenti. Da quanto riferisce sempre La Stampa la Sindaco di Verbania, che già si era spesa, per fortuna per ora inutilmente, per trasformare la punta della Castagnola in un qualche avveneristico progetto stile Dubai, avrebbe già manifestato il suo disinteressato interesse; turismo e lavoro sarebbero i motivi guida che spronerebbero i governanti, penso con pochissimi eccezioni, a sostenere ogni progetto che, anche solo in lontananza faccia balenare queste prospettive; non importa quale siano i contenuti e le possibili valutazioni di merito, contagiati da una fregola compulsiva che vede ogni e qualsiasi investimento come un fatto positivo tout court. Dunque ? Dunque attendiamo sviluppi interessanti, concitati colloqui tra tavoli di concertazione, più o meno formali; ineffabili e interminabili conferenze di servizio che dovrebbero decidere lasciando i veri responsabili, cioè i governanti di turno, per quanto possibile, al di fuori di qualsiasi responsabilità, trincerati dietro neutre valutazioni di tecnici da loro nominati. Vedremo dunque e credo che dovremo parlarne ancora e presto.

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