sabato 30 settembre 2017

MILIONI DI NEVE




Sulla montagna, sempre più povera di neve, piovono milioni. E' quello che sta succedendo dopo l'avvenuto ritrovamento, da parte di un qualificato Assessore della Giunta Regionale Piemontese, di un gruzzolo di milioni, 23 per la precisione, frutto di "risparmi" avvenuti durante gli ormai passati giochi olimpici invernali e che ancora giacevano in qualche fondo del disastrato bilancio Regionale. A quei 23 milioni, il parsimonioso Assessore ne avrebbe aggiunti altri 3; non proprio dei suoi, meglio dire dei nostri, anche questi trovati da una qualche parte; totale 26. Che farne dunque se non investirli nella neve che, se non c'è, bisogna pur farla. Per fare la neve ci vuole l'acqua, ma anche quella manca e quindi bisogna fare, o meglio raccoglierla . Ecco quindi che i 26 milioni sembrano giusto quelli che mancavano per risolvere il problema che ormai interessa un po' tutte le stazioni del circo bianco, fare la neve con l'acqua e spostare sempre più su l'impiantistica sembra l'uovo di Colombo, almeno per ora. C'è anche da dire che una parte degli impianti sono passati, per sopravvivere, dalla mano privata a quella pubblica e comunque stentano a far tornare i bilanci. Grandi impianti, forse troppo grandi, realizzati con il ricorso a risorse pubbliche, penso alla vicina Valle D'Aosta, stentano poi a far tornare i conti e, a volte la soluzione è costruirne degli altri, cioè aumentare la capacità di trasporto, mi riferisco ad esempio alla nuova programmata seggiovia di salita al passo Salati, nella valle di Alagna, che affiancherà la " nuova " funivia, con buona pace del vallon D'Olen che diverrà un luna park. Per il resto si pomperà acqua che diverrà neve, come se non costasse nulla il farlo, e così forse si protrarrà di qualche anno la vita delle stazioni di sci poste a quote inferiori. Per il resto si esploreranno nuove vie, ecco che ritorna il VE- DE -FOR, la mitica stazione sciistica che da anni e anni deve stare nel cuore di alcuni ed ecco che altri ambiti, pressoché incontaminati, verranno assimilati , né più, né meno, a tante indistinte zone alpine. Tutto questo avviene, apparentemente entro una logica economica che lo giustificherebbe, in realtà è probabilmente una rincorsa a ritardare o rallentare la fine prossima ventura di quell'altro modello di cui questo sarebbe il figlio e che il clima ha messo e metterà sempre è più in crisi. La politica, quella di governo ,non sembra orientarsi diversamente e si appresta dunque a tenere in vita il modello con una bella dose di respirazione artificiale. E' un pensiero corto, ma le elezioni avvengono ogni 5 anni e non una volta ogni secolo, quindi non possiamo pretendere che guardino un po' più lontano, vanno a 200 chilometri ora contro un muro. A noi non rimane che aspettare il botto. 







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