giovedì 13 giugno 2024

CAVA LORGINO: VERSO LA FINE

 


Con una semplice presa d'atto, il Consiglio Comunale di Crevoladossola si è dunque liberato dall'incombenza di decidere nel merito della variante semplificata di adeguamento del proprio PRGC al progetto di prosecuzione dell'attività estrattiva di cava Lorgino. Ci sembra un buon risultato, anzi ottimo, se senza fare alcuna fatica ha potuto allinearsi in maniera precisa e puntuale sulle ultime volontà aziendali. E' vero, in riduzione rispetto alla prima versione, ma già qui vale fare un'obiezione. Come è possibile che sulla prima versione fosse stato dato un ugual consenso e poi, quella versione rivelatisi fallace a seguito di tante obiezione sollevate in sede di Conferenza, abbia dovuto essere sostituita da un'altra, anch'essa conforme? D'altra parte se un Consiglio è chiamato soltanto a prendere atto, qualunque cosa va bene purché gliela si metta sul tavolo. Quindi non c'é nessuna garanzia che anche questa volta le cose possano andare bene, infatti per noi non vanno bene, o meglio, vanno soltanto un tantino meno male della prima volta. Il primo cittadino ha poi fatto una dichiarazione singolare, singolare per lui in quanto dovrebbe sapere bene le cose, ossia ha detto alla TV che ci sono quelli che si sono opposti alla prosecuzione dell'attività di coltivazione. Immaginiamo si riferisse al Comitato e alla Nostra Associazione. Deve essere più attento e rileggersi le carte perché nessuno ha mai chiesto che Cava Lorgino chiudesse i battenti. Le richieste sono sempre state altre, ossia che venisse evitato che la coltivazione crescesse a dismisura sia in termini assoluti che in termini di velocità estrattiva, generando una serie di contrapposizioni con il territorio di insediamento destinato a soccombere inesorabilmente e a subire tutti gli effetti negativi della progettata crescita. La funzione di presidio dell'interesse pubblico avrebbe dovuto esprimersi non in termini di un appiattimento sulle volontà aziendali in quanto assunte dal Comune come coincidenti con l'interesse economico di un territorio (tutto naturalmente da dimostrare), ma attraverso la richiesta forte di un riequilibrio dei sacrifici imposti, con misure di compensazione pari e non inferiori a quei sacrifici. Nulla di tutto ciò, le due leve fondamentali con le quali si sarebbe dovuto agire: riduzione sostanziale delle dimensioni progettuali e incremento delle misure locali di compensazioni non sono passate al vaglio di un Consiglio Comunale comunque disattento o diversamente attento. Ci sarà mai una terza presa d'atto ? Non avrebbe dovuto esserci neanche la seconda, quindi è l'ultima e unica speranza che ci rimane.


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