domenica 16 giugno 2024

MACUGNAGA: STRADE SENZA USCITE ?

 


Tornano in scena le piste di Macugnaga. Lo fa la Stampa di oggi 16/06, ricordandoci le vicende poco edificanti che quel Comune è riuscito ad infilare, combinandone una dopo l’altra. Non pago del tentativo di arrampicarsi sui versanti del Monte Moro per scavallare il passo, senza documenti, e finire nell’accogliente Confederazione, è riuscito a combinarne un’altra, attraversando la morena del Rosa per raggiungere l’Alpe Pedriola incurante di ogni prescrizione, quasi a voler sfidare regole e permessi come fosse un territorio libero, dove un salvacondotto lo rendesse immune da ogni conseguenza. Per vero ora pare che alcune conseguenze si stiano verificando con la notifica di sanzioni amministrative pecuniarie a carico dei responsabili, mentre rimane impregiudicata la questione posta davanti al Tribunale Amministrativo Regionale che deciderà nei prossimi mesi circa l’ammissibilità o meno di sanare le opere realizzate in contrasto con quelle autorizzate e poi rimane aperta la questione penale. Insomma ci pare una faccenda niente affatto semplice e niente affatto facile dove solo la presunzione di un’ immunità permanente da parte dei decisori di quel piccolo e irresponsabile Comune ha portato a questa situazione e dove non possono imputare la responsabilità a nessuno se non a loro stessi. Ma al di là delle questioni giuridico/amministrative e non solo nelle quali si sono andati ad infilare, torna la domanda circa la validità di quel progetto che avrebbe dovuto (il condizionale ora è d’obbligo) collegare Italia e Svizzera con una ciclabile ardimentosa. Passi la tratta Elvetica in assenza di alternative, ma attrezzare il versante Italiano con un percorso ciclabile nuovo dove esiste un valido collegamento via fune, questo lascia un po’,a dir poco, perplessi. Lo scambio gomma/fune era garantito, anzi avrebbe valorizzato al meglio la funzionalità e l’efficienza dell’impianto esistente, non sempre assicurata dalla variabilità climatica, con un positivo risultato a zero somma di impatto ambientale. Ora tutto sembra saltato e la stessa opinabile decisione, andata poi fuori strada in corso d’opera, rischia soltanto di portare a casa un disastro, anche ambientale, per un’opera che rischia di andare in abbandono con effetti immaginabili anche sulla stabilità dei versanti. Che dire ? Non ci sono molte parole per descrivere lo stato incredibile nelle quali le cose sono finite, ma tutto ha un nome, nulla è successo per caso, ma per colpe gravi di chi ha deciso, di chi ha consentito, di chi non ha fatto, semplicemente, il proprio mestiere, che sia un eletto o un funzionario poco importa. Vedremo.

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