sabato 22 giugno 2024

STRESA: L'URBANISTICA A LA CARTE

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Quella che veniva definita un tempo" La Perla" del Lago, dopo alcuni decenni di apparente decadenza, da un po' di tempo in qua sembra "rifiorire" , tornare insomma a nuova vita, autori o complici (come preferite) le montagne di soldi che accumulate da qualche parte, hanno ora deciso essere arrivato il momento di essere usate. Vuoi investitori non proprio autoctoni ( facile immaginare da dove sono venuti), vuoi le grandi Famiglie Alberghiere ( associate o concorrenti tra loro non importa ) hanno deciso che è venuto il momento di spendere. Padroni esclusivi del fronte del lago, con un'attività, o meglio sistematica inattività hanno lasciato avanzare un programmato degrado sui beni che erano le aree di pregio delle grandi ville affacciate sul lago da loro acquistate negli scorsi decenni, per poi "convincere " i soggetti decisori ad accettare i loro desiderata. In parte c'erano riusciti già nei primi decenni del dopo guerra, in parte ci sono riusciti più di recente e, in parte, ci stanno provando a riuscirci. Mutano dunque i tempi, si sommano regole vecchie con regole più recenti in apparenza rigorose, ma il risultato non sembra cambiare, alla fine sembra proprio che la spuntano sempre loro. Il caso recente della " Zanetta" è abbastanza emblematico: provvedimenti di tutela con precise prescrizioni obbligatorie, esiti di ricorsi amministrativi non certo favorevoli alla proprietà, alla fine non hanno impedito che uno strumento urbanistico locale venisse piegato all'esclusivo interesse proprietario con il risultato di un progetto edilizio che, seppur più volte revisionato, alla fine sta trasformando un' area di pregio a ville e parco in un agglomerato saturato da una densità edilizia insostenibile rispetto alle prescrizioni vincolistiche a suo tempo dettate e il tutto con la bollinatura di tutti i soggetti gestori di quelle tutele. Completa l'opera la dissennata monetizzazione degli standar che sottrae, attraverso il pagamento di somme dal più che dubbio esatto calcolo, alla fruizione pubbliche e collettiva parte di quelle aree. Invece il recentissimo caso " Zacchera ", tutt'ora in formazione nei suoi esatti contorni, mostra un approccio pragmatico e risoluto nei confronti dei poteri legali locali, irretiti da un' offerta transattiva probabilmente inutile, ma lanciata per ottenere invece l'apertura di un nuovo fronte di assalto edilizio finalizzato alla saturazione di superstiti aree libere di pregio, operazioni mascherate da un proclamato interesse pubblico, confuso e indistinto rispetto ai risultati dei conti economici delle aziende. Anche qui, se andrà in porto, dovremo aspettarci finali e magnifiche monetizzazioni. Ho saltato, ma non per dimenticanza, ma per economia di testo, i casi di Villa Ostini e ampliamento del Grand Hotel, tutti casi accumunati da letture evolutive e creative delle normative. Rimane ancora salva l'area di Villa Castelli, ma anche lì già si sono fatte avanti le mani proprietarie, scrivendo e sottoscrivendo insieme al governo locale , l'intenzione che vengano trasferiti gli avanzi di capacità edilizia non fruite nella " Zanetta" , un 4 mila mq. di superfici utili che potrebbero atterrare proprio lì, basta avere un po' di pazienza.    

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