domenica 24 novembre 2019

UN SITO UNESCO PER LE ISOLE





Le sezioni di Novara e VCO rilanciano il tema che già fu oggetto di un proprio convego tenuto nel maggio 2018. Ci pare che tempi siano maturi per la ripresa di questo tema dopo il fallimento del primo tentativo, certamente più ambizioso, ma ora probabilmente improponibile, tentato, con a capo la Provincia del VCO, nel corso del 2006. Vedremo se tutti saranno concordi a perseguire questo obiettivo che ci pare doveroso oltre che realistico. Vi terremo informati




23/11/2019

ITALIA NOSTRA onlus


Sezioni Novara e Verbano Cusio Ossola


Prot. n. 2219
Spett. Regione Piemonte
Direzione Cultura
10122 TORINO

Spett. Ente Provincia del Verbano Cusio Ossola
All’attenzione del Presidente
Sede

Spett. Ente Provincia di Novara
All’attenzione del Presidente
Sede
Pre.mo Sig. Sindaco del Comune di
Stresa
Sede

Preg. mo Sig. Sindaco del Comune di
Orta S.Giulio
Sede


Ogg: Giornata nazionale dei beni comuni 13 maggio 2018. Proposta di candidatura a sito UNESCO delle Isole dei laghi Maggiore e Orta: prospettive.


Con la presente nota si vuole riprendere il tema che era stato oggetto di interesse durante le giornate del beni culturali tenute, per iniziativa delle Sezioni scriventi, nel maggio 2018.
Il tema era quello della possibilità di avviare una candidatura congiunta quale sito UNESCO delle Isole: Bella – Pescatori- Madre del Lago Maggiore e dell’Isola di S. Giulio sul lago d’Orta.
Gli approfondimenti che erano stati da noi svolti presso il Ministero dei Beni e delle Attività Culturali e del Turismo - Segretariato Generale – Servizio I - Coordinamento - Ufficio UNESCO, avevano confermato l’improcedibilità di fatto del dossier prodotto, con il coordinamento della Provincia del VCO, nel corso del 2006, per la iscrizione nella “tentative liste” dei territori dei laghi Maggiore e Orta.
Modifiche regolamentari intervenute nelle procedure di accesso alle candidature UNESCO, comporterebbero un’ integrale modifica del dossier prodotto che, anche a motivo della vastità del territorio coinvolto, incontrerebbe probabilmente non poche difficoltà ad essere condiviso.
La stessa candidatura, avviata nel 2006, senza che poi nessun Ente istituzionale abbia, in concreto, preso in carico l’onere di curarne il percorso presso il Ministero, costituisce un precedente di una, quanto meno, scarsa volontà di perseguire quel progetto che, verosimilmente, dovrà essere abbandonato.
Aggiungiamo che le nuove Linee Guida Operative e anche il maggior numero di Paesi che aderiscono alla “Convenzione Unesco 1972” rispetto all’anno 2006 e quindi un maggior numero di istanze depositate, pongono forti limitazioni alla presentazioni di nuove complesse candidature, come evidenzia la stessa nota Ministeriale.
Alla luce delle considerazioni espresse assume però maggior forza e rilevanza l’ipotesi che la giornata del beni comuni aveva formulato, ossia il restringimento, quanto meno in una prima fase, della proposta di candidatura rivolta ai soli territori isolani, accomunando nel medesimo ambito le maggiori isole del golfo Borromeo sul Lago Maggiore con quella di S. Giulio sul lago D’Orta, proposta che dovrebbe essere capace di superare le criticità e le forti difficoltà che un territorio più complesso incontrerebbe.
Sotto questo profilo ci permettiamo ribadire, ancora una volta, la richiesta rivolta, in primis, agli Enti destinatari della presente, affinché questa ipotesi minimale possa essere comunque considerata ed ad essa venga data una qualche risposta.
Come sopra fatto cenno, i nuovi obblighi e impegni che la “Convenzione Unesco” richiede non lasciano ipotizzare la possibilità di una positiva conclusione della proposta 2006, mentre la considerazione di territori molto particolari e ristretti, ma estremamente singolari, anche se ognuno con specificità propria, quali sono quelli isolani, lascerebbe immaginare un percorso di candidatura più agevole e veloce, non mancano al proposito recenti precedenti incoraggianti.
Con queste convinzioni ci permettiamo insistere nuovamente a che la questione candidatura venga riaperta, proponendo tuttavia la definizione di un percorso istituzionale certo nei modi e nei tempi, anche attraverso la istituzione di un comitato che comprenda gli Enti Istituzionali interessati e la rappresentanza delle associazioni ambientali che operano sul territorio, affinché una cabina di regia possa seguire la vicenda, evitando i rischi di oblio che nel passato si sono puntualmente verificati.


Ringraziamo moltissimo per l’attenzione che vorrà essere data alla presente cui ci auguriamo possano seguire manifestazioni di consenso da parte degli Enti qui coinvolti.




Distintamente

Il Presidente
della Sezione I. N. VCO

Piero Vallenzasca


Il Presidente
della Sezione I. N. NOVARA

Donatella Depaoli











mercoledì 13 novembre 2019

ALPE DEVERO: UN LUOGO SCELTO


L’Alpe Devero scelto tra i “Luoghi del cuore” del Fai

Tre i luoghi selezionati nel Piemonte

mercoledì 6 novembre 2019

UNA PROPOSTA A DIFESA DEI BENI PUBBLICI




A margine del convegno tenuto a Borgomanero il 19 ottobre scorso sui temi dei parchi di proprietà o gestione pubblica dei laghi e non solo, le Sezioni congiunte di Italia Nostra di Novara e del VCO hanno elaborato il documento propositivo che è stato inoltrato a tutti i soggetti in indirizzo. Vedremo se qualcunotra loro vorrà raccoglierla e farla propria.


Prot.. 2019
04/11/2019

Ai Signori Sindaci dei Comuni di :

BAVENO
baveno@pec.it

BELGIRATE
belgirate@pec.it

BORGOMANERO
protocollo@pec.comune.borgomanero.no.it

LESA

MASERA
municipio@pec.comune.masera.vb.it

MEINA


PREMENO




STRESA



VERBANIA



LORO SEDI


Al Presidente della Fondazione Villa Palazzola

c.o. Municipio

Stresa

protocollo@cert.comunestresa.it


Al Presidente della Camera di Commercio del VCO

c.o. Villa Fedora

Baveno



Al Presidente del Consorzio

Giardino Alpinia

Omegna

consorzioalpinia@gcpec.it


Al Presidente della Provincia di Novara

Sede

protocollo@provincia.novara.sistemapiemonte.it


Al Presidente della Provincia del VCO

Sede

protocollo@cert.provincia.verbania.it


Alla Regione Piemonte

Sig. Presidente della Giunta Regionale

Sede



Alla Regione Piemonte

Sig. Assessore alla cultura e turismo

Sede

culturaturismocommercio@cert.regione.piemonte.it


Alla Regione Piemonte

Sig. Assessore al Patrimonio

Sede

assessore.tronzano@cert.regione.piemonte.it


Alla Regione Piemonte

Sig. Assessore alla pianificazione paesaggistica

Sede

vicepresideza@cert.regione.piemonte.it


e p.c.


Spett. Ministero per i beni e le attività culturali e il turismo

Direzione Generale Archelogia, belle arti e paesaggio

Sede

mbac-dg-abap@mailcert.beniculturali.it


Spett. Soprintendenza ai beni artistici culturali e del paesaggio

per le Provincie di Novara -Vercelli- Biella e VCO

Sede

sabap-no@mailcert.beniculturali.it


Spett. Italia Nostra

Sede Centrale

Roma

segreteria@italianostra.org




OGG: Campagna nazionale di Italia Nostra: "Paesaggi sensibili" 2019 – "Il paesaggio dell'acqua". Parchi e giardini del Piemonte di proprietà e gestione pubblica sui laghi Maggiore e d’Orta.

Una proposta di progetto e di gestione.



Le Sezioni di Novara e del VCO hanno congiuntamente partecipato anche quest'anno alla campagna "I Paesaggi Sensibili", indetta a livello nazionale dalla Associazione Nazionale.

Il tema di quest'anno è stato quello dell'acqua, nelle sue diverse declinazioni possibili, e le due Sezioni locali l'hanno focalizzato sul paesaggio dei laghi e dei fiumi, soffermandosi su di un aspetto, quello dei parchi di proprietà o di gestione pubblica che concorrono a conformare l'ambiente della costa nord del lago Maggiore e della costa occidentale del lago d'Orta, ma non solo.

Nella giornata di sabato 19 ottobre un convegno organizzato a Villa Zanetta di Borgomanero ha cercato di fare il punto sullo stato di questo patrimonio pubblico, assolutamente non marginale nel panorama del paesaggio dei laghi subalpini, mettendone in evidenza le tante zone d'ombra che pongono una seria ipoteca sulla sopravvivenza di questi beni così come sono stati, nel tempo, trasferiti dalle proprietà private a quelle pubbliche.

L'elenco è lungo; non comprende – come ricordato – soltanto beni che interessano le coste dei laghi ma riguardano altre aree collinari e anche montane delle due province: Villa Conelli a Belgirate, Villa San Remigio a Verbania, La Palazzola di Stresa, ancora a Stresa il giardino Alpinia, Villa Nigra a Miasino, sempre a Miasino il Castello Solaroli, la Villa Fedora di Baveno, sempre a Baveno il giardino di Villa Mussi, la Villa Cavallini a Lesa, il museo e le serre di Villa Faraggiana a Meina e ancora: Villa Giulia e Villa Maioni a Verbania, Villa Bernocchi a Premeno, per finire a Villa Caselli a Masera.

Un panorama di proprietà pubbliche tutt'altro, come ricordato poc'anzi, che irrilevante, la cui cifra comune è però quella dello stato di precarietà in cui versa: da situazioni oltremodo compromesse ad altre mediamente accettabili, a singoli casi maggiormente virtuosi, ad altri dove si prospetta, finalmente, un concreto recupero: vedi Villa San Remigio.

Il già precario stato dei parchi è stato ulteriormente compromesso in questi ultimi anni da avversità atmosferiche estreme che lo hanno duramente colpito.

Se poi a questi eventi eccezionali, si aggiunge lo scarso livello manutentivo e che la loro cura attenta e professionale non sembra essere una priorità delle amministrazioni proprietarie, il quadro complessivo è tutt'altro che incoraggiante, anzi deprimente.

Non senza ragione si può affermare che vi sia una vera e propria emergenza riguardo questi beni, la cui sopravvivenza botanica, ma non solo, è seriamente messa a rischio se non già pesantemente compromessa.

In alcuni casi poi anche lo stato degli immobili presenti nei siti non è dissimile da quello dei parchi che li ospitano.

Tuttavia molto spesso sono proprio le situazioni estreme che dovrebbero suggerire soluzioni, stimolare innovazioni, spingere i soggetti pubblici proprietari ad un maggiore e rinnovato impegno o a un nuovo interesse verso questo problema.

Quanto premesso, vogliamo ricordare che, per i parchi prossimi alle coste dei due laghi, è lo stesso Piano Paesaggisto Regionale che individua obiettivi di salvaguardia e valorizzazione, nonché linee di azione dirette alla conservazione integrata del patrimonio edilizio delle ville storiche con i relativi giardini e parchi, promuovendo la fruizione pubblica dei luoghi.

Una missione chiara che dovrebbe quindi coinvolgere anche i beni pubblici riconducibili alle categorie di quelli citati dal Piano; una missione che dovrebbe essere quindi condivisa e perseguita, senza riserve, da parte delle amministrazioni pubbliche proprietarie. Non è purtroppo così.

L'obiezione che a questo punto ci potrebbe venir mossa è quella della mancanze di risorse disponibili. L'obiezione, pur fondata, non sarebbe però, a nostro giudizio, sufficiente e adeguata a chiudere la discussione, ma sarebbe semmai la ragione prima per aprirla.

A parere delle Sezioni scriventi la questione dovrebbe poter trovare una soluzione complessiva e condivisa all'interno di un ambizioso progetto che veda tutti i soggetti proprietari fare sistema.

Riconoscere la valenza paesaggistica, culturale e storica dei beni; ricondurli alle categorie meritevoli di quella protezione particolare che lo stesso Piano Paesaggistico detta quale missione della programmazione pubblica sarebbe il primo dei passi utili e necessari.

Accordi di programma, convenzionamenti multilaterali, coordinamenti adeguati, qualsiasi altro strumento oggi la normativa mette a disposizione degli Enti pubblici, dovrebbe essere mobilitato per raccogliere intorno allo stesso obiettivo i soggetti proprietari.

Altro successivo momento dovrebbe essere, una volta riconosciuto il valore identitario di tali beni, la costruzione di un unico ambizioso progetto messo sotto un titolo che sia il denominatore comune rivolto alla possibile futura fruizione culturale/sociale e turistica dei beni e la costruzione di un dossier di candidatura, rivolto ai futuri bandi europei di sviluppo ed ad altre fonti di risorse.

Entro questa cornice ogni ente dovrebbe inserire i suoi beni, fotografarne lo stato di conservazione, individuare le necessità di intervento, quantificare le risorse stimabili necessarie, quelle proprie che ritiene di potere mettere a disposizione, indicare, all'interno di quello più generale, il progetto più specifico cui voglia che il proprio bene sia destinato.

Ci sembra una soluzione percorribile, superando l'inerzia che oggi, salvo singoli casi, accomuna le amministrazioni pubbliche in una sorta di paralisi decisoria e programmatica.

La valenza sinergica del progetto che proponiamo, e che ben potrebbe comprendere altri analoghi siti ove identificati, è evidente, inserendosi in un ben definito disegno pianificatorio sovracomunale, riscattando la stasi che regna diffusa, nobilitando i beni ora negletti, riammettendoli in un circuito virtuoso che, una volta valorizzati, possa diventare elemento dell'offerta culturale e turistica di un territorio che trae una parte rilevante delle proprie risorse economiche da questo comparto.

L'alternativa è il presente proiettato in un futuro ancora peggiore.

Singole situazioni potrebbero anche trovare soluzioni, ma mancherebbe quella organica, la impossibilità di fare sistema, condannando i siti meno fortunati ad un declino non più recuperabile.

In conclusione, occorre che la questione della sopravvivenza del patrimonio pubblico verde che questi beni ancora racchiudono, parte fondamentale del paesaggio consolidato, ma gravemente compromesso, debba diventare ragione fondante di un accordo tra enti che miri al riscatto dell'intero patrimonio, includendovi i fabbricati, le opere d'arte e tutte le loro pertiinenze .

Deve nascere anche la consapevolezza che la manutenzione corretta deve accompagnare i possibili investimenti. Anche su questo fronte, quella della manutenzione, deve compiersi un salto di qualità che, facendo sistema, potrebbe essere meglio raggiunta, mobilitando le professionalità migliori, seguendo protocolli ben definiti, agendo secondo buone altrove consolidate pratiche, nulla lasciando al caso, alla trascuatezza, al disinteresse.

Vi è una ragione che non sta solo nell'obbligo che le amministrazioni pubbliche dovrebbero avere a conservare i propri beni, evitando la loro negligente perdita e quindi il danno erariale, ma anche quella, prima accennata, di una loro virtuosa valorizzazione, finalizzata a farli parte di quel sistema economico/sociale culturale e turistico che è vitale nell'economia dei territori dentro i quali questi beni sono presenti.

Questo è il contributo di idee che, in questo momento, le Sezioni di Italia Nostra di Novara e del VCO credono di poter dare, auspicando che coloro a cui la presente è indirizzata possano prenderlo in attento esame e condividerlo.

Si auspica inoltre che uno o più dei tanti soggetti sempre in indirizzo possano assumere un ruolo propulsivo e di traino verso il raggiungimento degli obiettivi indicati.

L'impegno che da parte nostra possiamo assumerci è quello di non esaurire qui l''azione, ma di continuare con attività di sensibilizzazione della pubblica opinione e delle amministrazioni locali coinvolte.

A disposizione per ogni approfondimento, è comunque gradito ricevere note di riscontro e commenti.

Nell'occasione distintamente si saluta

I Presidenti delle Sezioni di Novara e del VCO

Antonella Depaoli

Piero Vallenzasca