lunedì 21 dicembre 2020

 



ITALIA NOSTRA VCO , IL SUO PRESIDENTE E IL CONSIGLIO TUTTO DELLA SEZIONE, CONFERMANDO L’IMPEGNO PER LA CONSERVAZIONE DEL PAESAGGIO DEI LAGHI, DELLE VALLATE ALPINE, DEI BORGHI MINORI, DEI BENI CULTURALI e ARCHITETTONICI CHE LA PROVINCIA RACCHIUDE, MA PURTROPPO INSIDIATI DA TROPPE INSIDIE, AUGURA A TUTTI I PROPRI ASSOCIATI E A TUTTI COLORO CHE NE CONDIVIDONO LE AZIONI E GLI INTENTI, BUONE FESTE CON L’AUGURIO E LA SPERANZA DI UN MIGLIORE NUOVO ANNO.

 


 SANTUARIO DELAL MADONNA DEL SASSO

venerdì 18 dicembre 2020

ALBERI ADDIO






Continua lo stilicidio di piante di alto fusto per i quali i Sindaci emettono ordinanze equivalenti a pena di morte. E' successo nei giorni scorsi per una bella quercia cresciuta sul lungo lago di Baveno e , sempre a Baveno due bellissimi olmi, invecchiati per loro colpa vicino alla casa di riposo comunale, non hanno avuto pace, ma sono stati condannati a morte. In genere, bisogna dirlo, il boia, permettetemi l'espressione, è un tecnico forestale che ne certifica l'imminente pericolo. In gran parte dei casi, sarebbe probabilmente possibile trovare qualche altro tecnico disposto a modificare il verdetto e a prescrivere una qualche cura dendrochirurgica che riesca a far sopravvive lo sventurato esemplare. Tuttavia così non è, ma lo stilicidio continua. Possiamo capire il timore dei Sindaci messi di fronte a possibili responsabilità per danni a cose o persone che potrebbero derivare da non imprevedibili schianti, ma meno capiamo il fervore dei soliti tecnici che anziché prescrive abbattimenti indiscriminati, dovrebbero trovare anche soluzioni alternative. Rimane il fatto che il patrimonio arboreo dei parchi comunali sul lago è lasciato pressochè senza manutenzione e quindi è facile che le situazioni degenerino perché quando si interviene è troppo tardi. Al proposito Baveno, visto che si parla di questo Comune, non eccelle affatto in tema di conservazione e manutenzione dei giardini, tanto che questa sera Legambiente ha organizzato una cerimonia funebre accanto ai caduti, stigmatizzando  l'operato del Comune rivierasco. Questa Associazione condivide pienamente la posizione e tampo fa ha inviato una nota a Soprintendenza e Regione sulla questione, tenuto conto che le piante sono di solito radicate in zone sottoposte a vincoli paesaggistici che i Sindaco credono di superare con il ricorso all'ordinanza d'urgenza, che dell' urgenza non ha quasi mai nulla, ma solo della voglia di levarsi ogni responsabilità senza fatica. E così il paesaggio peggiora.

sabato 12 dicembre 2020

VOGOGNA: A PROCESSO

 




Non senza esito sono state le ripetute segnalazioni che questa Sezione aveva inoltrato in relazione al deposito di inerti di cava autorizzati su aree agricole. L'indagine avviata dai Carabinieri del Noe e da quelli forestali è giunta in aula di giudizio, chiamando a rispondere di diversi capi di imputazione la titolare della ditta, un amministratore e il progettista del deposito, allora assessore nello stesso Comune. Registriamo questa notizia di cronaca che premia, per ora, l'azione svolta da questa Associazione a tutela del paesaggio e non solo. Non poche sono state le critiche che l'allora Sindaco ci aveva mosso, anche sul piano personale, ma davanti a questa notizia, esse appiono essere state improvvide e inopportune. In fondo la responsabilità amministrativa di questa vicenda si dive ricondurre tutta al suo operato.

Da: Vco 24:

Deposito di sassi a lato della superstrada: in tre a giudizio dopo la denuncia ambientalista


VERBANIA - 12-12-2020 -- Su quell’alto e lungo cumulo di sassi, una pila di scarti di cava collocati a ridosso della superstrada, s’era acceso il faro degli ambientalisti e dei difensori del paesaggio. Allo svincolo di Piedimulera della statale 33, in territorio del comune di Vogogna, era stato autorizzato il deposito temporaneo di inerti della società Agifin che, alla fine del 2017, era stato oggetto d’un esposto di “Italia Nostra”. Destinato a ministero dei Beni culturali, Arpa, carabinieri forestali, Asl, Regione, Provincia e Comune, segnalava anomalie edilizie, urbanistiche e ambientali.
Da quelle segnalazioni sono scaturiti gli accertamenti dei carabinieri forestali che hanno portato a indagare, e a trarre a giudizio, tre persone. S’è aperto in settimana al Tribunale di Verbania il processo a carico di Pierina Barboglio, socia e amministratrice della società Agifin, titolare dell'autorizzazione; di suo figlio Dario Marchetti, procuratore legale e amministratore della stessa; e del geometra Fausto Dotta, progettista incaricato di quella pratica e, all’epoca dei fatti, anche assessore a Vogogna nella giunta di Enrico Borghi.
La Procura contesta a tutti e tre la violazione delle norme urbanistico-edilizie per aver, nella Scia (Segnalazione certificata di inizio attività) del 4 luglio 2017, attestato che il progetto fosse conforme alle norme urbanistiche quando non lo era. L’accusa ritiene che, non solo il deposito temporaneo non fosse possibile su aree agricole, ma anche che per quel terreno, di classe geologica IIIa, servisse quantomeno una relazione idrogeologica.
Un altro capo d’imputazione riguarda la violazione delle norme edilizie. L’accumulo di sassi, infatti, alto 11,30 metri (più, si stima, 3 scavati sotto il piano di campagna) e vicino 5,5 alla superstrada, violava i progetti secondo cui poteva raggiungere i 10 metri d’altezza (senza scavo) e doveva essere distante 10 metri dall’arteria internazionale.
Ai soli Barboglio e Marchetti, inoltre, sono contestati altri due capi di imputazione per violazioni delle norme sui rifiuti: perché, tra le pietre, i carabinieri riscontrarono la presenza di scarti di ferro e acciaio equiparati a rifiuti speciali in un deposito non autorizzato come discarica; e per inquinamento da emissioni in atmosfera.

mercoledì 9 dicembre 2020

VOGOGNA CI RIPENSA

 



Dopo una lunga diatriba intrapresa tra questa sezione e il Comune di Vogogna a proposito dei depositi di inerti in zone agricole, il Sindaco attuale risponde all'ultima lettera che avevamo formulato al suo indirizzo, rappresentadoci che le nostre preoccupazioni sono le sue. I contenuti e i modi sono dunque cambiati, archiviando, speriamo sinceramente, le dure e inadeguate risposte che avevamo sempre ricevuto dal suo Onorevole predecessore, con il quale, peraltro, occupava la carica di Vice. Se la risposta è sincera, ce ne rallegriamo moltissimo, lo ringraziamo e gli auguriamo di riuscire in una operazione ora niente affatto facile: quella di rimuovere la montagna illegale di detriti di inerti di cava depositati in fregio alla supestrada presso lo svincolo di Piedimulera e di evitare che anche la seconda montagna autorizzata da Borghi diventi oltre che illegittima, come lo è già, pure illegale. Pubblichiamo qui sotto il testo della lettera che abbiamo ricevuto








domenica 6 dicembre 2020

VERBANIA: LA STAMPA

L’ex cascina De Antonis, dove si vorrebbe fare un centro sportivo 



Quello che non dice il governo di Verbania, lo dice la Stampa che sulla sua pagina web, il 5 dicembre, ci racconta, con evidente soddisfazione della cronista, l'esito del primo capitolo consiliare del percorso per modificare le classi di rischio idrogeologico sul Piano Grande di Fondo Toce. Il titolo non poteva essere più esplicito e, salva rettifica dell'Assessore Margaroli che aveva minimizzato la portata di questa decisione, lo scopo della variante in cammino sarebbe, anzi per la Stampa è, quello di aprire le porte allo sviluppo turistico e quindi ai progetti di Manoni, alias Malù srl. Non conosciamo ancora il verbale dell'assemblea e non siamo in grado di confermare la veridicità assoluta del resoconto fatto dalla Stampa, ma non abbiamo ragioni per dubitare della sua serietà quindi ? Quindi, passo dopo passo, tenendo coperte le carte e svelandole solo una alla volta, Verbania conferma di aver meritato pienamente il titolo di bandiera nera assegnatogli lo scorso estate da Legambiente e la contrarietà che lo stesso Margaroli aveva manifestato per questo riconoscimento, a suo giudizio assolutamente immeritato, risulta infondata. Anzi, se va avanti così, anche per il prossimo anno si potrebbe proporre la conferma del premio.Sarebbe un bel risultato per una città che si picca anche di candidarsi a città della cultura. Effettivamente qualche divergenza tra i due concorsi ci sarà pure, ma pare che sfugga al Governo che intanto va avanti imperterrito, opposizione permettendo, sin tanto che, prima o poi si prenderà una botta di sano realismo. Vedremo allora cosa scriverà la cronaca della Stampa.



LA STAMPA :


Piana del Toce, ok di Verbania alla variante al Piano regolatore: solo così potranno avanzare i progetti di sviluppo turistico. Il via libero è arrivato dal Consiglio comunale


CRISTINA PASTORE

PUBBLICATO IL 05 Dicembre 2020 

Un processo tecnico-burocratico lungo e complesso, ma non se ne può fare a meno. E’ la variante strutturale al Piano regolatore di Verbania per ridefinire le classi di rischio idrogeologico della piana di Fondotoce. Il Consiglio comunale lunedì ha dato il via libera anche con il voto dell’opposizione.
Giandomenico Albertella, alle elezioni 2019 antagonista del sindaco....................................

lunedì 30 novembre 2020

VERBANIA: NUOVO ATTO

 


Questa sera il Consiglio Comunale di Verbania, riunito in remoto, è chiamato ad approvare il primo atto della procedura di variante urbanistica al Piano Regolatore Generale, con il solo intento di modificare, in senso più permissivo, le classi di rischio idrogeologico che regolano e disciplinano le possibilità di attività edilizie nell'ambito del Piano Grande di Fondotoce. Sembra proprio un'ossessione, quasi un'urgenza di intervenire su di un'area dove, per una parte vi è una riserva naturale regionale, un'altra parte è occupata da prati a sfalcio, qualche attività floroviavaistica, un impianto industriale improprio di lavorazione inerti, un gran campo seminato a granoturco, un green, una cascina in disuso e due bei accampamenti per turisti, per lo più nordici, un cimitero e qualche cosina ancora. Leggendo quello che c'é, l'ossessione con la quale si vuole intervenire sulla regolazione dell'area non parrebbe molto logica. Ai cimiteri, ai campi di granoturco, alle riserve naturali, ai prati a sfalcio e così via, crediamo poco importi sapere a quale classe di rischio idrogeologico i terreni sui quali insistono sono classificati. E' vero ci sono anche due grandi accampamenti, ma anche qui, proprio a motivo della loro natura, sarebbe logica un po' di prudenza, e visto che, tutto esaurito, ospitano 5.000 turisti, forse sarebbe il caso di non insistere oltre. E invece si insiste: un passino alla volta, la conquista di un permesso a costruire qui, un altro là, una variantina fatta passare per correzione di errore un'altra volta, ora una variante più corposa come quella di questa sera, ma minimizzata nei suoi effetti dall'assessore di turno. Insomma il governo cittadino non dorme affatto e visto che il beneficiario di tutte queste operazioni è sempre e solo uno solo, non c'é neppure da domandarsi a chi giovi, talmente è noto e la domanda che ricorre, ma a cui il governo cittadino ben si guarda dal rispondere è dove vuole andare a parare ? Visto che ai cimiteri e a tutte le altre cose che abbiamo elencato questa variante non interessa o non dovrebbe proprio interessare, quale è il vero scopo per cui viene fatta ?

domenica 22 novembre 2020

LA SEZIONE E IL SUO PROGRAMMA 2021

 


Postiamo qui sotto il programma 2021 che il Consiglio della Sezione, riunito in video conferenza, ha approvato il giorno 17 scorso. Il programma è uno strumento di guida di quello che si crede di poter far nel prossimo anno, ma non limita l'attività che potrà quindi svilupparsi anche in maniera più ampia in funzione anche delle circostanze con le quali ci troveremo a conforntarci e misurarci. L'invito è quello di senpre: di sostenerci in questa nostra azione, grazie 


ITALIA NOSTRA VCO

Via Sempione n. 91 28838 Stresa tel 0323/33499/ 3491337533

PROGRAMMA DI ATTIVITÀ PER L’ANNO 2021


1. RAPPORTI CON IL CONSIGLIO DIRETTIVO REGIONALE E DELLE SEZIONI TRA LORO.
Si conferma l’interesse e l’impegno della Sezione a mantenere e incrementare i rapporti tra le sezioni tra loro e tra queste e gli organi regionali. Le difficoltà riscontrate nel corso del 2020 causa virus e ancora presenti per lo stesso motivo, debbono essere superate attraverso il ricorso, sempre più diffusamente, a contatti on line.

2. CAMPAGNA DI TESSERAMENTO
Le difficoltà di mobilità subite nel 2020 hanno sicuramente influito anche sulla capacità e possibilità di incontro e di relazione tra i soci. Nonostante questo si esprime fiducia che le attività possano, con la prossima primavera, riprendere il loro ritmo più consueto e con questo la possibilità di intercettare nuovi e maggiori consensi che si possano tradurre anche in nuovi tesseramenti.

3. ASSOCIAZIONE IN RETE
Durante il 2020 si è mantenuta la presenza in rete della sezione attraverso la propria pagina blog: “ITALIA NOSTRA VCO”. Proprio a motivo delle restrizioni in atto causa virus, diventa fondamentale mantenere questa pagina social che ha dimostrato di aver allargato il numero dei suoi frequentatori e di coloro che di essa hanno conoscenza e che vi accedono per conoscere la nostra attività.
 

4. LE AZIONI

Verifica del processo di messa a regime del PPR

Il processo di adeguamento della strumentazione urbanistica al Piano Paesaggistico Regionale, non procede affatto secondo le intenzioni e la tempistica dettata dalla stesso PPR. Troppe amministrazioni eludono la normativa di adeguamento e continuano a procedere con la pratica di diffuse micro varianti urbanistiche, non sempre rispettose dell’apparato normativo del Ppr.
La finestra temporale di 24 mesi è saltata completamente senza effetti. Occorre perciò continuare, sulla base delle segnalazioni che pervengono,.il monitoraggio riguardo l’attività che gli Enti Comuni svolgono in questo campo di loro competenza.
Particolare attenzione dovrà prestarsi, per quanto possibile, riguardo ai processi di adeguamento che si svolgeranno e rispetto a singole situazione da tempo oggetto di nostro monitoraggio, quali:

Progetto Devero avvicinare le montagne la cui battuta di arresto potrà essere foriera di nuovi e imprevisti sviluppi

Piano Grande di Fondo toce- progetto Malù: perseguendo le azioni intraprese anche sul piano giurisdizionale e sul piano amministrativo finalizzate a ricondurre a legittimità l’operato del Comune di Verbania.


Richieste di vincoli
Le due procedure avviate, tutela costiera Stresa / Monte Teggiolo, causa interruzione delle attività della commissione regionale ex articolo 136,non hanno avuto sviluppi nel corso dell’anno. La previsione comunicataci era quella di una ripresa dell’attività a partire dal mese di ottobre scorso. Non si conosce conferma di tale previsione; l’impegno 2021 rimane quello di monitorare l’attività e di sollecitare in ogni caso un esito delle due istanze.
La procedura di vincolo per l’area pertinente il complesso monumentale di Vignone è invece di competenza della Soprintendenza , sollecitata due volte nel corso dell’anno. Occorrerà trovare una qualche nuova formula di comunicazione con la Soprintendenza, allargando il dialogo ad un ampio ventaglio di altre questioni aperte e sulle quali questa Sezione ha sempre accesso il suo interesse:


Stresa: questione alberghiera
Verbania: Piano Grande
Vogogna: Discarica inerti

Borgo di Veglio
E’ intenzione della Sezione aprire un’istanza per porre un vincolo prescrittivo ex art. 136 del Codice sul borgo alpino di Veglio in Comune di Montecrestese. Borgo abbandonato per ragioni di sicurezza idrogeologica, negli ultimi anni nuovi approfondimenti e studi hanno consentito di modificare il quadro di vincolo e sono iniziate alcune meritorie attività di recupero architettonico e ambientale. Da qui l’esigenza che venga attentamente normata l’attività edilizia volta al suo recupero. E’ iniziata quindi una collaborazione con altri soggetti per definire il dossier di presentazione della richiesta e si ritiene che possa essere prodotto sin dal primo periodo del prossimo anno.

Sito unesco : Isole dei laghi
Si conferma l’impegno a perseguire in sinergia con quella di Novara, l’obiettivo, ri presentando con l’inizio del prossimo anno nuove sollecitazioni nei confronti delle amministrazioni locali interessate perché diano una risposta circa la richiesta di apertura un dossier finalizzato al raggiungimento del riconoscimento Unesco per le maggiori Isole del Lago Maggiore e per l’Isola di S. Giulio del Lago d’Orta.


5. AZIONI CON LE ALTRE ASSOCIAZIONI AMBIENTALISTE

La tutela del Piano Grande da un lato, dell’Alpe Devero e della valle Ossola in generale dall’altra, è stato ed è il campo privilegiato in cui si è misurata, nel corso del 2020, la collaborazione con altre associazioni ambientaliste presenti sul territorio. Questa collaborazione è sicuramente utile per raggiungere importanti obbiettivi di tutela e deve essere quindi confermata e privilegiata.
Il progetto avanzato per il riuso funzionale della cascina De Antonis sul Piano Grande deve essere perseguito in sinergia con le altre associazioni perché si possa aprire il confronto con gli enti territoriali sino ad oggi evasivi sul tema.


6. Altre azioni

La Sezione si impegna a partecipare, come ha fatto nel recente passato, alle campagne che la Presidenza Nazionale avvierà e promuoverà nel corso del 2021, sia riguardo alla campagna : “Paesaggi Sensibili” che ad altro. Al proposito intende riprendere l’impegno e il lavoro svolto sul tema del paesaggio dell’acqua, legato ai parchi pubblici abbandonati sui laghi e non solo, affinché si possa concretare la proposta, già avanzata nei confronti delle proprietà per un progetto di ampio respiro di recupero e gestione di queste aree storiche, finalizzato alla valorizzazione, anche ai fini turistici, di una risorsa ora trascurata.


Programma 2021 italianostravco



giovedì 19 novembre 2020

VERBANIA: AREA EX ACETATI ALLE PRIME BATTUTE

 

  Riqualificazione area Acetati, 16 i progetti presentati da giovani  architetti


Postiamo qua sotto il testo della nota che la Sezione di Italia Nostra ha proposto al Comune di Verbania nell'ambito della consultazione pubblica avviata sul destino dell'area ex Acetati. E' solo l'avvio di un percorso che comunque sarà molto lungo e con molte incognite. Abbiamo voluto con questo, necessariamente limitato, documento, esprimere delle prime valutazioni riguardo il destino di quell'area e le offriamo alla'attenzioe dei nostri lettori e dei nostri soci.



ITALIA
NOSTRA
ONLUS
Sezione locale del VCO



Preg. mo Sindaco
della città di Verbania
Sede municipale
Verbania-Pallanza

Sig. Assessore Delegato
alla Programmazione territoriale
Via F.lli Cervi 5
VERBANIA

Spett. Dipartimento 4
Via F.lli Cervi 5
VERBANIA

trasmessa via pec

Prot. 26/20
19/11/2020

OGG: Area ex Acetati. Consultazione pubblica- contributi.


In esito alla possibilità di offrire un contributo che possa essere di interesse e che possa venire apprezzato dai soggetti decisori, si inoltra quanto la presente Associazione ha ritenuto poter elaborare.
Giova tuttavia una premessa: il tempo assegnato per presentare un contributo è stato assolutamente incongruo. Abbiamo ricevuto il messaggio di posta elettronica il giorno 13/11, con la indicazione di poter produrre un documento entro e non oltre la data del giorno 20 dello stesso mese.
Il nostro contributo è penalizzato dal risibile tempo che ci è stato concesso; ciò nonostante formuliamo alcune considerazioni, auspicando che l’amministrazione cittadina possa e voglia aprire altri momenti di ascolto via via che il progetto di rigenerazione urbana meglio si definirà nelle sue linee finali.
 

 Quanto premesso, non sfugge all’Associazione l’importanza del progetto che coinvolge un ambito consistente del perimetro della città, ambito travolto dalla crisi industriale e purtroppo non il solo, anche se non ha uguali per consistenza.
Proprio la sua rilevanza, assoluta e relativa, ma la molteplicità di situazioni di “crisi” presenti, pone a nostro avviso un problema di relazione con la città nel suo complesso a cui invece, una pianificazione per comparto, rischia di sfuggire.
La riqualificazione dell’ex Acetati, è certamente un campo privilegiato per il ridisegno urbanistico di un’area e delle funzioni che potrebbe contenere, ma in stretto rapporto con il complesso delle funzioni della città, integrandone nuove e diverse, ricollocandole altre, accentrandone altre ancora o decentrandone talune.
Il procedere per comparto, comporta tuttavia un rischio che è quello di “sbilanciare” la città.
Attratti da soluzioni accattivanti e progettualmente anche innovative, si prospetta di addensare in quell’area un’eccessiva somma di funzioni, sguarnendo la città storicamente sedimentata di destinazioni insediate, socialmente interiorizzate e collettivamente condivise.
C’è dunque il pericolo di un esito dove il raccordo di un ambito ex industriale e la sua rifunzionalizzazione ad una dimensione urbana, impoverisca la città, anziché arricchirla e l’elenco, a nostro avviso, ancora troppo diffuso e lungo delle possibili destinazioni da allocare in quell’area, è un segno che un pericolo, in tal senso, vi sia.

Esemplificando:
 

 a) L’ipotesi dell’aggregazione in tal area delle destinazioni scolastiche per farne un polo unico, è allettante, ma non può essere disgiunta dalla decisione sulle nuove destinazioni da dare alle strutture dismesse che non impoveriscano il tessuto urbano e sociale nel quale ora convivono.

b) L’ipotesi di accentrare in una, le sedi sparse delle associazioni di aggregazione sociale, è pure un’ipotesi accattivante, ma non priva dei medesimi, se non maggiori rischi.

c) i richiami continui a spazi e luoghi di ricerca collegati all’ innovazione, non può non far pensare al fallimento che il territorio ha registrato, allorquando si è cimentato, dell’esperimento del Tecno Parco, con il rischio, forse anche accresciuto, di replicarlo e questo precedente non può non far riflettere.

d) L’evocare una sede di livello universitario o assimilato, non può non far ricordare decisioni alternative già annunciate, vedi Villa S. Remigio.

e) Il richiamo al collegamento stretto con le emergenze naturali, quale può essere considerata la “discesa” del Parco Nazionale nel territorio di Verbania, non può non ricordare e rimarcare che questa ed altre Associazioni hanno indicato il Piano Grande di Fondotoce, quale ambito privilegiato di “accesso” al Parco Nazionale, non certo l’area ex Acetati.

Sono esemplificazioni, ma ci sembrano significative nel porre l’attenzione e l’accento su come decisioni su di una parte della città non possano essere assunte senza considerare il disegno urbano, e non solo, più complessivo e come un percorso semplificato per “ varianti”, contenga in se il pericolo di scollegare la città, non di unirla. .

Vogliamo però, in coerenza con lo scopo primario di questa Associazione, porre al centro della Vostra attenzione il richiamo ai valori culturali che pure il progetto sembra evocare e che non può non considerare con una particolare sensibilità la prossimità all’area di intervento di : “Madonna di Campagna”.
Crediamo che il piano debba su questo punto dimostrare massima cura, individuando un ambito di protezione del complesso monumentale molto più ampio di quello attuale, ridisegnando a tal scopo la stessa viabilità principale e secondaria che lo lambisce, vuoi allontanandola da esso quanto più possibile, vuoi interrandola nella tratta interessata, assicurando comunque un’ampia oasi verde che valorizzi e accentui la presenza di questo bene.
Crediamo che spazi per soluzioni adeguate siano ampiamente presenti e le premesse che lo stesso piano pare contenere, non vadano, nel proseguo, disperse o dimenticate.

Un altro richiamo che vogliamo fare è di attenzione alla eventuale esistenza, nell’area ex Acetati, di edifici industriali meritevoli per qualità architettonica o che altro, di essere conservati e rifunzionalizzati, quali segni di memoria industriale del 900.

Da ultimo non può mancare la richiesta che il piano tenga in massima considerazione la riduzione sostanziale di consumo di suolo rispetto l’esistente con l’applicazione di indici standard per verde pubblico molto elevati.

Tutto quanto esposto ci sembra che in questa fase della consultazione e con i tempi a disposizione non sia per noi possibile aggiungere altro.
Solo in un momento successivo, in presenza di soluzioni più certe e definite, sarà possibile compiere valutazioni di merito che ora potrebbero essere improprie o intempestive; d’altra parte il percorso di costruzione del progetto non sarà breve e neppure certo, con incognite non tutte nella piena disponibilità di Codesto Ente.
Rimane il fatto che l’interesse e l’impegno di un’ amministrazione, qualunque essa sia, non può e non dovrà mancare nell’obiettivo del recupero di un’area che all’indomani della conclusione del suo ciclo industriale, non sempre felice per la città, dovrà trovare la miglior collocazione possibile, tenendo in stretto conto, come abbiamo cercato di richiamare, il rapporto con la città complessa, le funzioni in essa sedimentate, i luoghi interiorizzati delle aggregazioni sociali, il suo territorio più ampio e le articolazioni economiche e culturali che in esso sono presenti.

Distintamente



Il Presidente


Piero Vallenzasca



domenica 15 novembre 2020

LA SEZION E OSSERVA VERBANIA

 PIANO GRANDE: TANTO RUMORE PER NULLA? MA LA PROTESTA CONTINUA… | Verbania  Milleventi
 
Con questo documento che postiamo integralmente, la Sezione di Italia Nostra contrasta ancora una volta, sul piano amministrativo, il tentativo continuo di colonizzare, pezzo a pezzo, il Piano Grande di Fondotoce a favore di un unico turismo di massa e pressochè monopolistico, il tutto a danno di un ambiente delicato che mal sopporta eccessi di antropizzazione e di un paesaggio identitario che , progressivamente, viene mutato, naturalmente in peggio. Il tentativo di fermare o limitare la variante adottata dal Comune di Verbania si muove, per ora, sul piano amministrativo, presentado le osservazioni secondo i modi e i tempi previsti dalle procedure di legge. Forse non saranno argomentazioni di immediata comprensione a molti in quanto hanno dovuto muoversi nei labirinti delle regole legislative e normative che la variante ha toccato. Abbiamo cercato di evidenziare vizi, lesioni di norme, valutazioni parziali o insufficenti che, a nostro motivato giudizio, sono stati utilizzati per cercare comunque di approvare una variante che non potrebbe essere approvata se fosse rispettosa delle norme o comunque non in questo modo, ma con procedure diverse e più attente. Abbiamo anche provveduto ad inoltrare ad altri Enti le nostre rimostranze: all'Ente Provincia in quanto deve valutare la conformità dei contenuti della variante al tipo che è stato utilizzato e che noi contestamo e alla Soprintendenza che è chiamata a valutare la coerenza della stesa variante con le norme del Piano Paesaggistico e che noi riteniamo non essere rispettatate pienamente. Ora dobbiamo aspettare.


Vi proponiamo il testo integrale delle osservazioni che formalmente produciamo al Comune di Verbania in ordine ai contenuti della variante urbanistica n. 37 . Buona lettura



ITALIA NOSTRA ONLUS

 Sezione locale del VCO



Preg.mo Sig. Sindaco
della città di Verbania
sede municipale
Verbania Pallanza

Preg.mo Assessore delegato
alla Pianificazione urbanistica
Via Fratelli Cervi 5
Verbania Intra

Spett. Comune di Verbania
4° Dipartimento
settore programmazione-urbanistica
Via Fratelli Cervi 5
Verbania – Intra

Ai Signori Consiglieri Tutti
Sede Municipale
Verbania Pallanza


Al Presidente del Consiglio
Quartiere Ovest
Sede Municipale
Verbania Pallanza

Inoltrato a mezzo posta certificata

Prot. 25/20

15/11/2020


OGG: Comune di Verbania: Deliberazione Consiliare n. 47 del 30/09/ 2020 avente per oggetto adozione di variante n. 37 a PRGC vigente. Osservazioni.



Il sottoscritto Vallenzasca Piero non per sè ma in qualità di Presidente della Sezione locale del VCO della Associazione di protezione ambientale Italia Nostra onlus, riconosciuta ai sensi della legge, presenta, a seguito di avviso di Codesto Ente, le qui nel seguito esposte osservazioni riferite ai contenuti della adottata variante n. 37 al vigente PRGC.

Osservazione n. 1

La tavola PG7 riferita allo stato dei vincoli geologici posti nell’ambito di zona denominato: “Cavatocco”, viene modificata per un asserito esistente errore materiale risalente all’epoca di formazione dello strumento urbanistico vigente.
In particolare si afferma che l’ambito ora fatto oggetto di variante finalizzata alla delocalizzazione in tal sito dell’area prevista per la realizzazione della club house dell’esistente campo golf, avrebbe un’impropria classificazione quale IIIa3, ma in realtà, sostenendosi essere edificata, avrebbe dovuto essere classificata IIIb7.
La riclassificazione così proposta consentirebbe l’edificazione dell’area ora invece preclusa.
Si osserva che, in questo caso, l’ esistenza di un ambito edificato è questione opinabile.
L’edificazione presente è infatti costituita da alcune strutture di servizio: bassi fabbricati e tunnel prefabbricati utilizzati con finalità di ricovero di mezzi e attrezzature in uso nella manutenzione del contiguo campo da golf, ma delle quali non si trova traccia cartografica nello strumento urbanistico vigente.
Nulla di rilevante sotto il profilo edilizio, trattandosi di strutture che per consistenza, dimensioni e modalità costruttive hanno un’ apparenza più di precarietà che di stabilità: sono tre tunnel, già utilizzati per attività florovivaistica, facilmente rimovibili, realizzati con strutture in tubolari di metallo, chiusure in teli e coperture in materiale plastico per una Sul di circa 800 mq. e alcuni precari bassi fabbricati in legno e metallo di molto minor consistenza.
Tuttavia non è dato conoscere se tali strutture siano in possesso di un legittimo titolo edilizio che, per essere tale, cioè legittimo, dovrebbe risalire ad epoca antecedente la formazione del piano regolatore, e più precisamente ad una data anteriore l’entrata in vigore delle norme di salvaguardia del piano regolatore stesso, cioè di sua adozione e comunque conformi allo strumento in vigore alla data di loro realizzazione.
Il possesso di un legittimo titolo è la condizione a priori per la modifica di classificazione proposta e quindi si chiede che in sede di controdeduzione se ne documenti l’esistenza.
In difetto di legittimo titolo, essendo questione assorbente su ogni altra, si chiede che la procedura di variante in corso sia interrotta e la deliberazione di adozione, anche a garanzia dei soggetti che hanno espresso un voto favorevole, sia annullata in autotutela per la parte riferita a quanto osservato.

Osservazione n. 2

Ove però fosse dimostrata la legittimità piena delle strutture esistenti, rimane il fatto che tali strutture, proprio per le caratteristiche che abbiamo richiamato, non pare proprio integrino gli elementi necessari a che l’area sulla quale insistono, peraltro assai più limitata rispetto alla superficie territoriale oggetto di variante, possa definirsi edificata.
A questa conclusione si perviene utilizzando la stessa descrizione normativa che la tavola della legenda delle cartografie dei vincoli propone.
Infatti, alla voce IIIa3 si legge che tale classe di rischio si applica alle:

“aree inedificate con rara presenza di infrastrutture tecniche, opere pertinenziali e secondarie, rustici non residenziali...”

La descrizione sopra richiamata, che ha un evidente valore esemplificativo e non esaustivo, ci pare assolutamente pertinente e riferibile all’area ora classificata IIIa3 perchè in presenza di: “rare infrastrutture tecniche, o opere pertinenziali” o anche definite secondarie, come in effetti possono e debbono essere considerate quelle strutture edilizie o meglio non edilizie presenti, sempre che la loro legittima esistenza sia confermata in esito a osservazione 1.
Si osserva comunque che, a prescindere dalla conclusione cui si pervenga nella classificazione di quelle strutture, siano o no conformi alla definizione di edificio contenuta nel regolamento edilizio di Codesto Comune, la loro consistenza rispetto all’intera superficie territoriale della zona destinata a gioco golf classificata IIIa3, è talmente esigua che non legittima una diversa attribuzione di classe dell’ambito sul quale insistono, specie se la nuova classe di rischio è finalizzata a consentire una nuova edificazione la cui consistenza in termini di Sul è prevista in misura circa 4 volte maggiore rispetto alla Sul occupata dalle strutture esistenti: c.a. 1000 mq. contro 4.000, da insediarsi su di un ambito territoriale calcolato in mq. 16.800.
In conclusione e per le ragioni esposte si contesta che il cambio di classe di rischio possa, nella fattispecie in esame, essere motivato sulla base di un errore originario di valutazione e possa essere attuato senza una procedura ben più complessa di quella con la delibera in esame, ossia con una variante strutturale e comunque non con una variante ex art. 17 comma 5, come quella adottata, in quanto quest’ultima procedura è impropria rispetto ai contenuti di una variante finalizzata al cambio di classe di rischio.
Si chiede che l’osservazione 2 venga pertanto integralmente accolta, stralciando dalla variante 37 la proposta della modifica di classe di rischio.
In denegata ipotesi e in subordine si chiede che la modifica eventuale di classe di rischio sia fatta oggetto di una variante urbanista la cui procedura sia coerente con i contenuti della variante stessa.

Osservazione n. 3

L’articolo 24 delle vigenti NTA disciplina l’utilizzo urbanistico nelle zone destinate a impianti sportivi privati per il tempo libero, quale è l’area ora occupata da campo golf.
Quanto premesso, sull’area in questione, il piano regolatore vigente ha ritenuto applicabile la normativa prevista dall’articolo 29 primo comma della legge urbanistica regionale, fissando la inedificabilità entro una fascia di profondità di mt. 200 dal limite del demanio lacuale, fatta salva, peraltro, una maggior profondità allorquando coincidente con una fascia arborata o arbustiva, peraltro nel caso, esistente.
La variante adottata sopprime totalmente questa previsione in quanto, ove rimanesse invariata, impedirebbe il pieno utilizzo edificatorio dell’area riclassificata in classe di rischio III B7.
Quanto premesso, la procedura utilizzata è illegittima. La modifica di quella previsione, giusto il disposto dell’articolo 29 secondo comma della legge urbanistica regionale, può essere attuata soltanto con le procedure di variante previste dagli articoli: 17 commi 3 e 4 e 17/bis commi 2/4/5/6 parte, della stessa legge urbanistica.
E’ dunque di tutta evidenza che anche questa previsione di variante si pone in contrasto con la normativa di riferimento, operando, in questo caso, non solo una riduzione di fascia di rispetto, ma una sua soppressione lungo tutta la tratta di costa del lago di Mergozzo, in comune di Verbania, dal limite dell’area di attuale destinazione a ricettività extra alberghiera per campeggi sino alla spiaggia denominata: “La Rustica”.

Per le ragioni ampiamente esposte si chiede il mantenimento della previsione di fascia di rispetto della costa del lago di Mergozzo come da NTA vigenti.
In denegata ipotesi e in subordine si chiede che la riduzione di fascia sia attuata secondo le procedure e le modalità previste dalla legge urbanistica regionale.

Osservazione n. 4

L’adottata variante propone una riduzione della destinazioni d’uso della zona per impianti sportivi all’aperto a beneficio dell’espansione della zona destinata a servizi turistico ricettivi extra alberghieri per campeggi che verrebbe ampliata di mq. 16.431, ferme restando le norme delle NTA che disciplinano l’utilizzo di quest’ultima destinazione.
Si osserva che l’ambito di ampliamento della zona si prevede all’interno della fascia che il PRGC aveva individuato come fascia di rispetto della costa del lago di Mergozzo.
Poichè la norma vigente delle NTA che disciplina l’utilizzo di zona a destinazione a servizi turistico ricettivi per campeggi, non prevede l’esistenza di una fascia di rispetto dal limite del demanio lacuale, anche in questo caso si realizza il medesimo risultato già fatto oggetto della osservazione 3, senza adottare le procedure previste dalla legge urbanistica regionale, dettagliatamente richiamate sempre in osservazione 3.
In questo modo il cambio di azzonamento trascina con sé anche altri effetti, possibili a realizzarsi solo con procedure molto più complesse.
Nella fascia di rispetto della costa lacuale, sempre a norma dell’articolo 29 della legge urbanistica, è vietata ogni nuova costruzione, mentre è ammessa la realizzazione di percorsi pedonali e ciclabili, piantumazioni e sistemazioni a verde, coltivazioni agricole e parcheggi pubblici, attrezzature per la produzione di energia da fonte idrica e attrezzature sportive collegate con i corsi e specchi d'acqua principali.
Con l’operazione in variante, le limitazioni di utilizzo richiamate nella norma sovraordinata vengono meno, potendosi applicare la norma della NTA riferita alle zone destinate alla ricettività extra alberghiera a campeggi. Unico limite all’edificazione rimarrebbe la classe di rischio IIIa3, per ora non ancora modificata, ma in concreta dichiarata previsione di esserlo in funzione di un prossimo avvio di procedura per una nuova classificazione del rischio nelle zone poste a valle del ponte ferroviario di Fondotoce.

In conclusione e per le ragioni esposte si chiede l’invarianza dell’azzonamento ora vigente sull’ambito oggetto di proposta modifica.
In subordine e in denegata ipotesi si chiede che la norma delle NTA che attiene all’uso delle aree destinate a ricettività extra alberghiera a campeggio, per la parte in estensione, vada a disciplinarne l’utilizzo in maniera più restrittiva rispetto all’intera zona, riconducendolo alle medesime limitazioni previste dall’articolo 29 della legge urbanistica.

Osservazioni: nn. 5a/5b/5c/5d

Si premette che la variante oggetto di osservazione deve rispettare le disposizioni tutte fissate dagli articoli 4 e 11 del regolamento regionale recante: ”Attuazione del Piano paesaggistico regionale del Piemonte (Ppr), ai sensi dell’articolo 8 bis comma 7 della legge regionale 5 dicembre 1977 n. 56”.
In particolare, ai sensi della normativa richiamata, le varianti urbanistiche debbono garantire il rispetto e l’attuazione delle previsioni del Ppr, dimostrando negli elaborati di piano, la coerenza con gli obiettivi e gli indirizzi contenuti nelle schede degli ambiti di paesaggio e le disposizioni normative contenute negli articoli delle NTA e nel Catalogo dei beni paesaggistici del Piemonte – prima parte ed ancora, nelle more dell’adeguamento dell’intero strumento generale al PPR, qualsiasi variante formata e approvata, deve garantire il rispetto delle disposizioni cogenti e immediatamente prevalenti richiamate all’articolo 2, comma 1, lettera a) del regolamento, nonché il rispetto degli obiettivi, degli indirizzi e delle direttive del Ppr, limitatamente alle aree da essa interessate.
Gli atti di variante in osservazione sono corredati dal documento tecnico che dovrebbe costituire la verifica della coerenza della variante stessa con tutto l’apparato normativo e prescrizionale dettato nel documento di programmazione sovra comunale quale è appunto il Piano Paesaggistico Regionale.
Quanto premesso, si sottolinea che anche ogni singolo scostamento rispetto al quadro di riferimento sopra richiamato è tale da inficiare la legittimità della variante adottata.
Si ha ragione di ritenere che sussistano scostamenti non rilevati o sottaciuti in sede di verifica e che la presente osservazione vuole evidenziare.
Si procede nell’osservazione riproponendo il riferimento, per sintesi, alla normativa sovraordinata e per quanto rileva, al documento di verifica adottato.
Seguono ad ogni richiamata conclusione di verifica, le osservazioni che si formulano.

Osservazione 5a

Direttiva

…. fermi restando i vincoli e le limitazioni dettate dal PAI, nonché le indicazioni derivanti dagli altri strumenti della pianificazione e programmazione di bacino e per quanto non attiene alla tutela del paesaggio, i piani locali:
a. consentono la previsione di interventi di ristrutturazione urbanistica, quando finalizzati al recupero e alla valorizzazione delle aree interne all’urbanizzato e di interventi di nuova edificazione quando risulti opportuna una maggiore definizione dei bordi dell’insediato, da perseguire attraverso il disegno d’insieme del fronte costruito e delle eventuali infrastrutture viarie;
b consentono il recupero e la riqualificazione delle aree urbanizzate dismesse o già artificializzate comprensivi di interventi di tipo ambientale e paesaggistico finalizzati a incrementare la naturalità delle sponde lacustri e la loro percorribilità pedonale;

Verifica:

“La variante prevede la riqualificazione di un’area dismessa (già usata per le attività florovivaistiche) e il riordino / rifacimento di strutture di servizio del golf preesistenti”.

Osservazione

La variante non prevede, come invece afferma, la riqualificazione di un’area dismessa, ma prevede semmai una radicale sostituzione edilizia di alcune fatiscenti, limitate, e non provate legittime, precarie costruzioni, con un complesso edilizio di 4.000 mq. di sul, pari a non meno di 12.000 mq., delocalizzando in tale area la previsione esistente di club house del campo di gioco del golf, ora altrove prevista.
Non vi è alcuna coerenza tra la nuova previsione e i contenuti della direttiva che non solo non trova riscontro negli interventi possibili, ma è in contrasto laddove il punto b della direttiva prevede interventi di tipo ambientale e paesaggistico finalizzati ad incrementare la naturalità delle sponde lacustri e la loro percorribilità pedonale.
La variante prevede l’estensione per oltre 16.000 mq. dell’area a destinazione turistico ricettive a campeggio, a danno comunque di un’area vincolata nel piano vigente in fascia di rispetto della costa lacustre, area che destinata ad impianti all’aperto per il tempo libero, ha attualmente un impatto paesaggistico molto meno invasivo di quello proposto.

Si chiede che la verifica venga riesaminata sul punto.

Osservazione 5b
 

 Indirizzi:

……... i piani e programmi settoriali, i piani territoriali provinciali e i piani locali, in funzione delle diverse competenze, definiscono discipline, anche in coerenza con gli eventuali contratti di lago, atte a:
a. preservare l’elevato grado di naturalità dello specchio lacustre, delle sue rive e delle differenti connotazioni ambientali e paesaggistiche delle aree contermini, con specifico riferimento al sistema insediativo, alla struttura ripariale naturale e agli eventuali lembi di bosco planiziale;
c. assicurare, nelle fasce contermini ai laghi, la realizzazione di adeguate opere di mitigazione e di inserimento nell’assetto vegetale del contesto
per tutte le opere edilizie e infrastrutturali, limitando i nuovi interventi e garantendo la conservazione e/o la riqualificazione degli approdi e pontili esistenti;

…………………………………………………………………………………………………………

f. promuovere azioni di riqualificazione e mitigazione delle situazioni di degrado,abbandono e compromissione paesaggistica, volte in particolare alla valorizzazione delle identità e della cultura locale legate al sistema lago;
migliorare la compatibilità paesaggistica delle strutture ricettive per la fruizione e la balneazione (parcheggi, zone di sosta pedonali,campeggi, villaggi turistici e strutture ricettive similari), valutando per le situazioni più critiche la possibile ricollocazione.

Verifica:

“Gli interventi previsti in estensione della classificazione di servizi turistico-ricettivi sono soggetti alle limitazioni delle norme idrogeologiche e riguardano utilizzazioni superficiali del suolo, prevedendo l’uso di nuovi impianti di vegetazione per l’inserimento nel contesto paesaggistico”

Osservazione

Manca nella verifica qualsiasi riferimento alle aree contermini alle rive del lago di Mergozzo, espressamente richiamate nell’ indirizzo, che vengono occupate dalla previsione della estensione dell’area a campeggio e dalla delocalizzazione della club house.
La soppressione del vincolo di PRGC della fascia lacuale di minimo mt. 200 va ad incidere sulle aree oggetto di variante, ma non solo. Infatti la soppressione si estende anche all’ambito destinato a attrezzature per il tempo libero all’aperto per l’intera superficie che va dall’attuale limite dell’area a campeggio sino, ad ovest, alla spiaggia denominata: “La Rustica”, estensione per nulla giustificata dalle esigenze dichiarate nella stessa variante.
La variante comporta un aggravamento delle compatibilità paesaggistiche delle strutture ricettive, prevedendo la loro ulteriore estensione, già estesissima.
La soppressione del vincolo va comunque in assoluta controtendenza rispetto al complesso apparato normativo contenuto nel PPR posto a difesa dei valori di paesaggio dell’area gravitante tra i laghi Maggiore e Mergozzo.
Non vi è una limitazione di nuovi interventi, ma una previsione per nuovi interventi.
L’affermazione circa la limitazione di utilizzazioni del suolo solo superficiali è solo parzialmente vera, in quanto è di prossimo esame Consiliare l’avvio di una variante strutturale finalizzata alla modifica, nel segno meno vincolante, delle classi di rischio idrogeologico sul Piano Grande a valle del ponte ferroviario e che interesserà quindi anche l’ambito oggetto di variante.
Se tale progetto dovesse compiersi, la nuova classe di rischio, verosimilmente, consentirà interventi edificatori laddove oggi sono esclusi.
Se invece si fosse effettivamente voluto limitare la possibilità di estendere sull’area, la capacità ricettiva del campeggio, sarebbe stato sufficiente intervenire sulla norma di attuazione che regola gli interventi nella zona. Invece la norma di attuazione è rimasta invariata, consentendo in un prevedibile scenario futuro, la possibilità per il campeggio di utilizzare senza limitazioni particolari, l’area acquisita con la variante.

Si chiede che la verifica venga riesaminata sul punto.

Osservazione 5c

Indirizzi

Gli strumenti della pianificazione ai vari livelli stabiliscono, in accordo con le disposizioni contenute nel Piano territoriale regionale, indicazioni finalizzate a:

a. garantire la permanenza degli aspetti peculiari che contraddistinguono i diversi sistemi insediativi… ;
………………………………………………………………………………………..
d. contrastare il fenomeno della dispersione insediativa, contenendo il consumo e l’impermeabilizzazione del suolo, favorendo il completamento dei tessuti urbani esistenti e inibendo la creazione di nuovi nuclei separati dai contesti già edificati;
………………………………………………………………………………………
f. garantire la tutela, la salvaguardia e la valorizzazione del paesaggio agrario caratterizzato dalla presenza di insediamenti rurali, nonché il recupero delle aree agricole in stato di abbandono e la valorizzazione delle aree agricole ancora vitali.

Verifica:
…………………………………………………………………………….
La valutazione di consumo e impermeabilizzazione del suolo è effettuata attraverso la documentazione di VAS allegata alla variante di PRG.
La variante è orientata alla valorizzazione delle caratteristiche residue di componenti del paesaggio agrario e al ricorso a riferimenti degli elementi identitari degli insediamenti rurali

Osservazione

Al di là delle affermazioni contenute nella relazione di verifica che rinvia alla documentazione di VAS, la variante produce un ulteriore consumo di suolo nell’ambito del Piano Grande, cumulandosi con interventi recenti già oggetto di contestazione e contrasto da parte di questa associazione; non valorizza affatto il paesaggio agrario, ma consente un’ulteriore estensione della zona a campeggio in un ambito che se non già a destinazione agricola, comunque mantiene caratteristiche più compatibili con il paesaggio agrario che non certo un campeggio e quanto ad altri riferimenti, la valorizzazione si limita alla riproduzione di alcuni elementi tipologici edilizi nella previsione del nuovo previsto intervento edilizio di grande impatto, senza alcun riferimento e relazione al recupero o alla conservazione di attività agricole.

Si chiede che la verifica venga riesaminata sul punto.

Osservazione 5d

Direttiva

I piani locali disciplinano le aree destinate a campeggio privilegiando gli interventi di riqualificazione delle strutture esistenti, promuovendo il loro adeguamento igienico-sanitario, dettando norme e criteri per il corretto inserimento paesaggistico degli interventi.

Verifica:

La variante prevede l’estensione delle aree esistenti a campeggio destinandola esclusivamente ad attrezzature di servizio a cielo libero (utile al miglioramento della classificazione qualitativa della struttura ricettiva)

Osservazione

La variante, come già indicato, non modificando la norma relativa alla disciplina della zona a campeggio, non garantisce affatto che, nel tempo, l’uso dell’area concessa in estensione sia limitata ad attrezzature di servizio a cielo libero. D’altra parte Codesto Comune se ha concesso la realizzazione di una struttura di servizio per pista bmx, costituita da edificio di consistenti dimensioni in area ugualmente classificata IIIa3 inedificabile, come può garantire che nel futuro questo evento non si replichi ?

Si chiede che la verifica venga riesaminata sul punto.

Osservazione n. 6

Il regolamento regionale di attuazione del Piano Paesaggistico regionale, definisce indirizzi:

“le previsioni di orientamento e i criteri per il governo del territorio e del paesaggio rivolti alla pianificazione alle diverse scale, rispetto ai quali gli enti territoriali competenti possono esercitare una motivata discrezionalità nelle modalità di recepimento, purché in coerenza con le finalità e gli obiettivi individuati dal Ppr”.

Quanto premesso, il Ppr individua l’obiettivo strategico di: “sottoporre a tutela maggiormente restrittiva l’area del lago di Mergozzo”,

Se questa è la finalità strategica indicata nel Piano sovraordinato, il Comune di Verbania, pur nell’ambito di quella motivata discrezionalità che il Piano stesso gli concede, non può sottrarsi dall’affrontare in maniera coerente la finalità assegnata che vede nella maggior tutela dell’area del lago di Mergozzo un motivo di preminente interesse pubblico.
Nello svolgimento delle precedenti osservazioni si sono colte, più volte, le ragioni di merito e di legittimità che consentono di giudicare l’operato del Comune in atto con la presente variante, non in linea, non solo con l’apparato normativo del Ppr, ma anche con la normativa più generale dettata dalla legge urbanistica regionale.
Nel mancare l’obiettivo strategico proposto dal Ppr, il Comune mostra invece la sua carenza complessiva in tema di pianificazione ambientale, sfuggendo all’onere e all’obbligo di adeguare il proprio strumento urbanistico alle disposizioni dello stesso Ppr, affrontando il tema della revisione generale del piano locale.
Se sono note le riserve che non solo il Comune di Verbania dichiara ad affrontare il tema, meno comprensibili o assolutamente incomprensibili sono invece le ragioni per le quali lo stesso Comune sfugge dall’obbligo di indicare in maniera certa, comprensibile e coerente con la pianificazione sovraordinata, il proprio orientamento strategico riferito all’intera area del Piano Grande di Fondotoce, nodo assolutamente nevralgico per l’ attuazione della sua politica ambientale in tema di tutela del paesaggio e della promozione di un’ economia coerente con quella tutela.
Luogo e nodo di incontro di un sistema di vincoli di natura diversa che nel tempo lo hanno giuridicamente modellato, il Piano Grande, evocativo di un paesaggio per molti aspetti memoria presente immune dalle trasformazioni del tempo, sembra che ancora stenti ad essere riconosciuto nei suoi valori dai governi che avrebbero il compito di preservarlo.
Terra e confine, attuale e prossimo, di aree tutelate, porta ambientale nord della città di Verbania, posta tra due laghi, confluenza tra acque di fiume e di lago, portale virtuale meridionale di Parco Nazionale, non può il suo destino essere solo quello di ospitare l’accampamento turistico con l’ambizione di essere il più grande d’Europa.

Se questa è la premessa, l’osservazione che ne consegue è che il Comune di Verbania abbandoni una politica della pianificazione per “varianti” e affronti invece la questione in maniera strategica a partire da un nuovo disegno pianificatorio dell’area vasta del Piano Grande e lo faccia senza sfuggire a nessuna delle indicazioni normative contenute nel Ppr, azzerando ora la procedura di variante 37 in corso.


Si ringrazia per la doverosa attenzione

Il Presidente della Sezione
Italia Nostra VCO
Piero Vallenzasca








Mittente: Italia Nostra Onlus Sezione VCO via Sempione nord 91 28838 Stresa VB tel: 0323 33499 –Cel: 349 1337593 e-mail: italianostravco@gmail.com Pec: italianostra_vco@pec.it








venerdì 6 novembre 2020

LA CASCINA DEL PIANO GRANDE ENTRA NELLA LISTA ROSSSA DI I.N.


 


La Lista Rossa in Piemonte
DI: REDAZIONE



La “Lista Rossa” è la campagna nazionale di Italia Nostra attraverso cui vengono raccolte denunce e segnalazioni di beni comuni o paesaggi in abbandono o bisognosi di tutela, siti archeologici meno conosciuti, centri storici, borghi, castelli, singoli monumenti in pericolo. Tutti possono fare una segnalazione, scopri come su https://www.italianostra.org/le-nostre-campagne/la-lista-rossa-dei-beni-culturali-in-pericolo/


CASCINA DEL PIANO GRANDE DI FONDOTOCE

Area protetta della riserva speciale regionale di Fondotoce (Verbania)

La Cascina, composta da residenze agricole, magazzini, corte interna, stalla per ricovero bovini e strutture pertinenziali quali silos per alimentazione ed aree prative contigue, è in stato di abbandono da alcuni decenni. Più volte sono stati presentati progetti per la sua trasformazione in un centro turistico/residenziale e ludico/sportivo. > Più dettagli

domenica 1 novembre 2020

VERBANIA: MARGAROLI RISPONDA


C'é l'evidenza che fotografa, è proprio il caso di dirlo, l'illogicità, per non chiamarla illegittimità con la quale si muove il governo della città di Verbania con riferimento alle ultime terre libere del Piano Grande. L'illogicità è resa evidente dalla documentazione fotografica che postiamo qui sotto: da un lato le strutture fatiscenti e a dir poco precarie che sono presenti nell'ambito dell'area del gioco del golf e che la delibera di variante 37 ritiene qualifichino quell'area come edificata, così da giustificare un cambio di classe di rischio geologico: da inedificabile ad edificabilem; dall'altro lato possiamo vedere la nuova costruzione, ormai in stato avanzato di realizzazione, che dovrebbe costituire la struttura di servizio della costrutenda pista per le biciclette bmx, con un unico difetto, quella di venir realizzata su di un'area che la classe di rischio geologico definisce: inedificabile. Il delegato Ing. Giovanni Margaroli si ostina a rifiutare il confronto con le associzioni ambientali che hanno avanzato proposte sul futuro del Piano Grande, ma di fronte a queste evidentissime contraddizioni nelle quali impatta l'assessorato che presiede pro tempore, che cosa risponde ? Che tutto è ok .




Foto T. Auguadro 01/11/2020