domenica 22 agosto 2021

PONTI SULL'ACQUA

Una passerella galleggiante di 700 metri per unire Pettenasco e Orta via  lago - La Stampa 

Una soluzione, una ripetizione, un'ossessione; spuntano ponti un po' ovunque sulle acque del nostri laghi, quasi fosse un progetto risolutivo dei mali che, a sentire i promotori, affliggerebbero il turismo, quasi che la causa prima e ultima della crisi non fosse il Covid e quindi basterebbe gettare questi ponti sull'acqua perché, miracolosamente, si risolverebbe ogni problema. Ci sarebbe da rimanere assai perplessi di fronte a queste soluzioni, ossia alla stranezza delle proposte che si affidano ai pontieri, il cui compito si credeva fosse altro. Il Sindaco di Orta ha avuto il merito di parlare molto chiaro, manifestando la sua decisa opposizione perchè cadrebbe sul suo Comune come una tegola aggiuntiva rispetto ai picchi già elevati dei turisti che si riversano ogni fine settimana. Il Sindaco di Stresa, altro Comune interessato dai ponti, non è stato così esplicito; forse ha preferito il silenzio dopo che la proposta era stata bocciata dagli abitanti di una delle isole coinvolte, ma che vedeva anche soggetti ad essa favorevoli all'interno del suo governo. Comunque il silenzio dovrebbe sin qui, salvo smentite, essere inteso come dissenso. I promotori però non sembrano demordere, incuranti di confondere proposte di pretesa valenza pubblica con interessi particolari, ma tantè. Come andrà a finire questa storia non lo sappiamo, come non lo sa nessuno; probabilmente dopo un po' non se ne parlerà più o se se ne dovesse parlare ancora, inizierà un'epica battaglia tra i fautori del sì e quelli del no con esito ignoto. Quel che è certo però è che buona parte dell'esito dipenderà dall'orientamento del Sindaci del Comuni interessati e per quanto rigurda Orta la decisione è già stata presa. Se però la polemica attuale ha un merito è quello di aver posto l'argomento del turismo sostenibile, cosa che il Covid avrebbe dovuto imporre come tema, ma che pareva già archiviato. Estensione temporale del periodo turistico, nuovo turismo invernale, turismo diffuso nel territorio, eventi e azioni di accompagnamento a questo modello. Però, a contrario di alcune affermazioni, non ci pare che buttare ponti sull'acqua sia la soluzione, probabilmente sarebbe un nuovo problema da gestire e la soluzione di nulla.

domenica 15 agosto 2021

AL LUPO AL LUPO

  

L'episodio accaduto l'altro ieri all'alpe Devero, apre un nuovo fronte del contrasto, per ora di posizioni, tra il lupo che ricolonizza i territori di suo storico insediamento, e gli avversari di questa ricolonizzazione, in primis gli allevatori, che sembrano decisi ad ottenere il contenimento della specie. Il contrasto che, sotto un certo punto di vista, potrebbe anche essere comprensibile, si è però espresso in forme "non convenzionali", ossia attraverso una manifestazione di ostilità verso altri uomini, quasi che alla presentazione di un libro, peraltro dedicato all'infanzia, possa venir attribuita la possibilità di diffondere la presenza del lupo. Certo che non è così, ma evidentemente i fautori della manifestazione hanno colto il pretesto dell'evento per dare risalto alla loro protesta, poco a nulla a loro importando il libro che veniva promosso dal suo autore. Sin qui dunque la cronaca della giornata dedicata al lupo: pro e contro. Probabilmente la questione dovrà essere presa in considerazione in maniera più seria di quanto in genere si fa. Innanzitutto bisognerebbe che venissero messi a disposizione i numeri. Esiste un reale e attendibile censimento della presenza del lupo lungo l'arco delle alpi Lepontine ?  Si conoscono i numeri delle predazione accertate a carico del lupo ? Quante sono state le vittime delle aggressioni distribuite nel tempo ? Con quali modalità le aggressioni si sono consumate ? Qual' è dunque la curva del fenomeno, letta nel corso degli ultimi anni?  Domande semplici, forse meno semplice è la raccolta dei dati, ma se non si conosce la reale portata del fenomeno , come si fa a parlare con cognizione. Si rischia di gridare: " al lupo, al lupo" e magari il lupo manco c'é e poi, quando magari arriverà, sarà inutile gridare. Per ora si grida, persino si manifesta intolleranza, ma qual'è la situazione ? Ecco, anche senza voler parteggiare per gli uni o per gli altri, bisognerebbe sapere qualche cosa di più. Ho l'impressione che essendo la colonizzazione recente, vi siano delle situazioni più serie altrove, cioè dove da più tempo l'insediamento del lupo si è consolidato e forse, dove sono stati affinati sistemi di convivenza più efficaci. Certo che la presenza del lupo richiede nuove pratiche, anche nuovi oneri a carico di coloro che rischiano di essere le uniche vittime, cioé gli allevatori, ma il lupo non è di nessuno, è dello Stato e quindi, se lo vogliamo tenere, come credo lo vogliamo dopo tanta attesa, è giusto che il proprietario se ne faccia carico. Ci saranno nuovi oneri dunque per gli allevatori, ma dovranno essere equamente compensati dal padrone del lupo. Quel che è certo è che, in questa diatriba, poco o nulla c'entrano gli autori e gli editori che qualcuno ora vorrebbe indicare come responsabili della diffusione del predatore: Cappuccetto Rosso è solo una favola per bambini.                      

 

 

CI          

sabato 7 agosto 2021

PARCO VAL GRANDE SENZA GOVERNO




Parrebbe una telenovela, tanto si prolunga nel tempo, ma la vicenda del rinnovo degli organi di governo dell’Ente Parco Nazionale Val Grande, non sembra arrivata ancora al traguardo. Sono un anno e otto mesi che il Consiglio di Amministrazione è decaduto per scadenza dei suoi termini di durata e sono otto mesi che anche la carica del Presidente è scaduta e la gestione del Parco commissariata nelle mani del Presidente decaduto. La lettura più benevola del ritardo con cui il Ministero procedeva al rinnovo del Consiglio, era quella che volesse parificare la sua durata a quella della carica del Presidente, cosa che era venuta meno con le dimissioni, in corso di mandato, di un precedente Presidente, ma la normale intervenuta decadenza dell’ultimo Presidente, avvenuta a fine 2020, e il mancato avvio della proceduta di rinnovo del Consiglio, ha fatto sì che anche questa interpretazione non sia del tutto valida. Successivamente è scoppiata la polemica sulla designazione del Presidente, conteso tra destra e sinistra e tanto ci hanno messo a polemizzare che anche questa carica è tutt’ora vacante e che le candidature, locali, sembrano ora bruciate. L’unico che sembra giovare di questa situazione, bisogna dirlo, è l’ultimo Presidente che, nella veste di indisturbato Commissario, governa da solo il Parco. Verrebbe anche da dire che se le cose vanno bene così, tanto vale continuare e nominare il Commissario, Presidente a vita. Il fatto tuttavia è che le regole non sono queste e una parvenza di loro rispetto richiede che gli Organi di governo dell’Ente Parco, come tutti quelli degli altri Enti pubblici, siano rinnovati entro un tempo ragionevolmente breve, così da garantirne il regolare funzionamento. Tuttavia questo non è e il sospetto, più che fondato, è che dietro questi inspiegabili ritardi si consumi una guerra o, a seconda della lettura, una trattativa infinita per l’occupazione di poltrone e poltroncine. Non è una pagina edificante, neanche per il territorio che, non è verosimile, non sia in qualche modo parte di questa guerra o trattativa che dir si voglia. Che il Ministero sia stato da noi sollecitato a provvedere, ma senza apparente esito, pure questo è vero; così come è vero che quando almeno un Presidente sembrava indicato, si è fatto di tutto, giusto o sbagliato che fosse, per mandare all’aria la decisione Ministeriale. Insomma, non se ne viene a capo, eppure non si tratta di nominare il CDA dell’Eni o di qualche altro ente di interesse strategico, ma di un piccolo Parco Nazionale, nulla più. Vorremmo che, arrivati a questo punto, il territorio, termine abusato e usato a proposito e a sproposito, facesse un passo indietro e anziché indicare nomi per poltrone, pretendesse che a occupare le poltrone fossero indicati i migliori, mettendo un po’ da parte la regola della mediocrazia.