mercoledì 28 marzo 2018

VIGNONE: UN CASO



Da tempo, con pazienza, costanza, perseveranza e sostenendo i nostri iscritti locali, sin'ora senza troppo rumore, l'Associazione sta svolgendo un' azione nei confronti del Comune di Vignone, colpevole di aver letteralmente dimenticato negli armadi una vecchia questione urbanistica e che se non verrà, ora in fretta, riesumata, provocherà un grave danno, anche economico, a quel piccolo comune la cui amministrazione non si è certamente dimostrata entusiasta dal fatto che per la nostra azione l'avremmo "messa in difficoltà"; sono parole del loro Sindaco. Comunque è una brutta pagina, quella che si potrebbe chiamare di cattivo governo: una convenzione urbanistica che prevedeva la urbanizzazione a verde pubblico e la cessione al Comune di una superficie di circa mq. 6000 nei pressi del complesso monumentale di S. Martino, semplicemente dimenticata nella parte pubblica dunque, ma attuata "regolarmente" nella sua parte privata, per oltre otto anni dalla scadenza decennale di quella originaria convenzione e quindi dopo ben 18 anni dalla sua iniziale sottoscrizione, rischiava di andare tutta in prescrizione, con buona pace dei diritti del Comune. E' dunque da ben di più di un anno che viene esercitata un'azione nei confronti di un Sindaco che si è dimostrato molto restio a recepire le nostre istanze. Alla fine è arrivato il parere legale, richiesto dal Comune, che ci ha dato ragione in tutto. Per vero il parere ha dovuto esprimersi anche su domande poco opportune formulate dall'Amministrazione, domande che più che vertere nel merito della vicenda amministrativa sembrava volessero sincerarsi del diritto che i cittadini elettori o associazioni hanno di ficcare il naso nelle carte del Comune. Ben ha fatto l'avvocato dell'Amministrazione a ricordare che tali diritti esistono e che, in casi estremi, gli elettori potrebbero anche agire quali sostituti dell'amministrazione a tutela degli interessi del Comune non salvaguardati dal Sindaco; la così detta azione popolare. Ora comunque la questione è andata anche davanti al Consiglio Comunale che, avvertito dal pericolo di continuare a rimanere inerte e inadempiente, ha riesumato la faccenda deliberando però per una "monetizzazione" degli obblighi convenzionali in alternativa alla cessione e urbanizzazione delle aree. Una strada che non sappiamo quanto sarà efficace poiché dubitiamo che, dopo tanto tempo, verranno facilmente trovati i soldi con cui gli attuali proprietari di quei terreni dovrebbero pagare il Comune e inoltre non ci sembra la soluzione migliore nell'ottica della salvaguardia vasta del complesso di S. Martino. Ora però attendiamo che il Sindaco ci conceda, bontà sua, udienza.

lunedì 26 marzo 2018

LA PALAZZOLA DIMENTICATA




Il protrarsi, senza esito apparente, di una qualche decisione riguardo le sorti del sito di Villa Palazzola di Stresa, ci ha indotti a rivolgerci nuovamente all'Ente Regione, nella persona dell'Assessore alla cultura e Turismo,manifestando il nostro scetticismo riguardo le reali volontà degli Enti partecipanti e rappresentando altresì come un segno di possibile disimpegno Regionale la ipotizzata modifica degli equilibri all'interno della Fondazione. E' dunque questo un rinnovato appello che all'indomani del più fortunato esito che pare ora abbia il recupero di Villa S. Remigio a Verbania, ci siamo sentiti in dovere di manifestare. Vedremo quale sarà la risposta.




ITALIA NOSTRA
Sezione Verbano Cusio Ossola


26/03/2018 

Prot.1418 


All'Assessore alla cultura e turismo 

della Giunta Regionale del Piemonte 
Antonella Parigi 
Via Bertola 34 
10122 TORINO 
culturaturismo@cert.regione.piemonte.it 

OGG: Stresa - Villa La Palazzola - . 


Cortese Assessore, abbiamo avuto tempo fa modo di leggere il Suo auspicio, unitamente al proprio affermato personale impegno, a che la questione del recupero di Villa Palazzola potesse trovare soluzione. 

E’ passato quasi un anno dal 12 e 13 maggio da quando l’Associazione che rappresento aveva dedicato la giornata dei beni comuni a che la questione di quel sito potesse tornare ad essere iscritta nell’agenda delle Istituzioni a cui il suo destino è affidato. 

Ad oggi tuttavia ci tocca registrare che passi in avanti non ne sono stati compiuti. 

Siamo a conoscenza di interlocuzioni in corso tra gli Enti partecipanti alla Fondazione, ma non Le nascondiamo che le questioni che sono oggetto di confronto non ci appassionano per nulla. Non crediamo che gli equilibri tra le parti partecipanti all’interno di un consiglio di amministrazione siano così fondamentali per la sorte del bene che a noi invece sta a cuore. 

Questo nostro scetticismo lo abbiamo espresso direttamente anche al Comune di Stresa e lo rappresentiamo anche a Lei. Non vorremmo che una minor partecipazione dell’Ente Regione sia da leggersi come un tentativo di disimpegno rispetto la soluzione della questione, al contrario vorremmo che il consolidarsi degli attuali equilibri possa essere intesa come un riconfermato impegno della Regione. 

Leggiamo in questi giorni che importanti risorse sono state acquisite per il recupero di un altro sito di proprietà pubblica e non lontano da quello di cui scriviamo. Ci è difficile capire perché mai tentativi analoghi non siano stati esperiti anche per il sito di Villa Palazzola. Eppure, in questi anni, bandi dotati di risorse Europee per progetti finalizzati a recuperi siffatti ne sono pure passati. 

Ci consenta di esprimere il nostro scetticismo circa l’esistenza di una reale volontà e interesse al recupero del bene. Diffidiamo della capacità dell’Ente più prossimo, il Comune di Stresa, a risolvere, una volta divenuto maggioranza all’intero di un cda, la questione. L’impegno dell’Ente Regione dovrebbe invece essere confermato e riaffermato, dotando però i propri rappresentanti nel cda di forti e precisi indirizzi che pare oggi manchino. 

Non è agevole per un’ Associazione come quella che mi tocca rappresentare, constatare la difficoltà con cui gli obiettivi che si perseguono possono essere raggiunti. Nel caso alcuni decenni segnano ormai il tempo da cui una volontà privata ha voluto che un bene così singolare e prezioso potesse divenire patrimonio comune. Constatare un fallimento sarebbe un risultato molto amaro per noi, ma ben di più per gli attori pubblici cui spetta l’onere di perseguire il risultato e, sotto questo profilo, vogliamo continuare a credere e confidare nel Suo personale impegno. 



Distintamente 

Il Presidente 
Piero Vallenzasca 


martedì 20 marzo 2018

VOGOGNA: CONFLITTO APERTO




Le parti non sembra abbiano voglia di mollare. Continua senza risparmio di colpi la guerra in atto tra l'Associazione, che fa solo il suo mestiere, e il Comune di Vogogna in persona del suo stesso Sindaco che riveste anche la funzione di responsabile degli atti contestati e che stenta a riconoscere i suoi errori, ancorché eclatanti. Gli ultimi atti di questo conflitto sono postati qui sotto; la nota del Comune che ribatte, punto punto, alle contestazioni dell'Associazioni e la replica, immediata, che gli è stata fatta pervenire. Il divario e il contrasto sono pressoché totali. Anche dove le situazioni rilevate diventano non più occultabili fa specie il tentativo del Comune di giustificare l'ingiustificabile. Violazione della destinazione d'uso delle aree, difformità esecutive rilevate, abusi totali rilevati, elusioni di prescrizioni chieste dalla Soprintendenza, un conflitto legale di interessi in atto, un ancora non definita con certezza qualificazione dei materiali stoccati; il quadro complessivo sarebbe sufficiente a far soccombere qualsiasi funzionario avesse mai consentito tutto ciò. Eppure in questo caso il Funzionario è d'eccezione: Sindaco e anche Onorevole, ma la cosa anziché essere una garanzia si sta trasformando in un ostacolo a che la tutela del territorio e il rispetto delle regole sia assicurata. Ora ci tocca un altro passo.























LA REPLICA

ITALIA NOSTRA  

Sezione Verbano Cusio Ossola



Prot. 1218
20/03/2018

Preg.mo Sindaco del Comune di 
Vogogna
Sede Municipale 
VOGOGNA

OGG: Comune di Vogogna- Attività di deposito e di discarica di prodotti di cava in sponda destra fiume Toce-fascia di vincolo paesaggistico. Replica a Vs. 1832 del 19/03.

Innanzitutto ringraziamo il Sindaco che ha tenuto fede allo spontaneo impegno nei nostri confronti circa il dar conto degli esiti degli approfondimenti e degli accertamenti che aveva preannunciato.

Quanto premesso, temiamo tuttavia che nel merito di quello che abbiamo avuto modo di leggere, ben poco o quasi nulla si possa condividere. Ce ne rammarichiamo, ma la lettura di questa replica se non potrà convincere il Sindaco, dovrà tuttavia indurlo a riconoscere che il contrasto che stiamo conducendo nei confronti di quanto così devastante in atto nel territorio di Vogogna, è attinente, più che mai, alla funzione statutaria che questa Associazione deve svolgere.

Prendiamo atto del riconoscimento dell’esistenza di una difformità esecutiva. Non ne condividiamo, in nulla, le conclusioni rassicuranti, non essendo una variazione da poco ma sostanziale, tanto da aver generato la formazione di una nuova imprevista collina di cui se ne ne fa soltanto un debole cenno. Registriamo l’indifferenza, quasi la supponenza, con la quale la questione è valutata, tanto da non far riferimento né ad ipotesi sanzionatorie, né a per noi improponibili soluzioni sananti.

Quanto alla indisponibilità delle aree, pur problema per noi abbastanza marginale, lo avevamo segnalato come una delle numerose “incoerenze” di quella pratica.

Prendiamo atto che viene posto in agenda il problema della scadenza temporale della prima autorizzazione paesaggistica, così come prendiamo atto che manco si è posto il problema se la durata temporale della prima SCIA sia ancora attiva o invece sia già estinta. Che le preoccupazioni circa la prossima scadenza siano premature, questo lo potremo giudicare solo alla scadenza.

Si contesta la nostra lettura della SCIA come strumento non idoneo, nella fattispecie, ad autorizzare. Il riscontro che viene dato alla nostra contestazione è perlomeno singolare. Da un lato, a leggere la lettera del Sindaco, sembra che il tutto possa essere ricondotto addirittura ad attività libera. Si dovrebbe però spiegare dove stiano le esigenze obiettive, contingenti e temporanee che la norma richiama e i 90 giorni che non sono, come sembrerebbe credere l’estensore della lettera, i termini per rimuovere le opere, ma quelli di una loro, eventuale, permanenza massima. Rimane poi il fatto che la norma è stata introdotta nel corso del 2016 e quindi riguardo alla SCIA depositata nel 2013 comunque non rileva.

Quanto alla successiva ipotesi, cioè di un’attività soggetta a SCIA, non rinveniamo nell’elenco degli interventi fattibili con tale istituto, nessuno che possa ricondursi alla fattispecie realizzata ed anche in questo caso occorre tener conto della normativa mutata nel corso del tempo successivo alla prima SCIA. Abbiamo l’impressione che gli sforzi compiuti nella nota del Sindaco siano un vano tentativo di auto convincimento più che un corretto esercizio interpretativo.

Riguardo alla questione della temporaneità paesaggistica occorre distinguere. La Soprintendenza parrebbe intervenuta soltanto sulla seconda, cioè quella del 2017, verosimilmente la prima diventata efficacie nel decorso del tempo senza rilievi. 

Ebbene se fosse fondata la lettura che il Sindaco fa che senso avrebbe avuto la condizione posta dalla Sovrintendenza ? Nessuno; i termini ordinari massimi di validità di un’autorizzazione paesaggistica sono tipici e ben noti. La richiesta formula dalla Soprintendenza significava qualche cosa di più, ossia la fissazione di termini effettivamente temporanei,che non lo sono, con tanto di garanzie sottoscritte dall’utilizzatore. Tutto ciò non esiste e quindi la prescrizione è stata semplicemente ignorata. Ribadiamo che ritenere temporanea una occupazione devastante che si protrarrà per un tempo complessivo quasi decennale è un’offesa alla ragione oltre che una violazione al diritto. 

Le mendaci dichiarazioni, come correttamente inteso, erano da noi riferite al fatto che nelle SCIA veniva menzionata una conformità urbanistica che non sussiste affatto. Tuttavia leggiamo che tale conformità viene ancor oggi sposata dal Comune. Se come viene affermato non si è a conoscenza dell’esistenza di norme che consentano quanto realizzato, è perché tali norme non esistono, ma esistono invece le norme che regolano l’uso del suolo a destinazione agricola e ciò che può essere fatto è quello che lì viene indicato, non altro. Sostenere che l’assenza di norme equivalga perciò alla esistenza di norme permissive è soltanto un non senso logico. Il diritto urbanistico è fatto di norme positive, non di regole naturali o che altro. 

Da ultimo ci viene contestato di aver ipotizzato l’esistenza di un conflitto di interessi. Siamo stati intesi male. Noi non abbiamo voluto ipotizzare, noi abbiamo invece affermato l’esistenza di un conflitto di interessi perché è questo che la legge stessa prevede sussista oggettivamente al verificarsi di certe situazioni. Il conflitto è quindi una previsione di legge che la legge stessa ha indicato come evitarlo. Su quest’ultimo punto, oltre che una replica stizzita, non leggiamo nulla circa le azioni positive svolte per rimuoverlo e ciò indebolisce assai il successivo riferimento a procedure legittime e cristalline, dove l’uso del termine ci pare assai improprio, considerata la fragilità del materiale. 

Avendo poi noi ampiamente svolto un esame critico, puntuale e pervasivo circa le illegittimità, e non solo, che il caso riveste, il rivendicare l’assoluta legittimità e trasparenza ci pare fuori luogo.

In conclusione l’Associazione perseguirà ogni ulteriore azione affinché, nel caso che ha investito Codesto Comune, i principi del rispetto del territorio siano garantiti e vengano ripristinati.

Si ringrazia per l'attenzione 

Il Presidente
Piero Vallenzasca











lunedì 19 marzo 2018

FONDOTOCE- IL SILENZIO.




Sparisce dall'agenda " la Cascina"? Ne avevamo parlato tempo fa in relazione ai progetti che l'imprenditore Tranquillo Manoni aveva prodotto per trasformare gli ultimi lembi delle terre agricole di Fondotoce e l'esistente residuo esempio di un' archeologia rurale, in qualche cosa molto più simile ad un luna parck che ad altro. Insomma, un altro progetto di turismo industriale, funzionale agli insediamenti ricettivi para alberghieri di massa presenti, ma non certo finalizzato a realizzare gli obiettivi di conservazione che i tanti strumenti normativi pubblici, ora vigenti, vorrebbero fossero perseguiti. Il punto di domanda comunque è d'obbligo in quanto l'accesso agli atti presso il Comune di Verbania non ha dissipato completamente le intenzioni che muovono i soggetti attori di tale progetto. Di una conferenza di Servizi, già indetta per la metà del mese di settembre dello scorso anno, ora non c'è più alcuna traccia. Rimangono ignote le ragioni per le quali la convocata conferenza sia saltata e comunque le informazioni sin qui acquisite non convincono o almeno non convincono completamente. Diciamola tutta: anche solo ipotizzare che il progetto presentato possa avere una qualche speranza di approvazione sembra un azzardo, ma l'azzardo era già evidente al momento della sua presentazione, eppure ci hanno provato. Ora questo prolungato silenzio senza che la Conferenza abbia un esito, ancorché negativo, e venga tenuta "aperta" in attesa di non si sa che cosa, non è del tutto tranquillizzante. Il silenzio dell'Amministrazione della Città di Verbania è ugualmente un po' oscuro. La città di Verbania avrebbe l'onere e il dovere di mettere mano al suo piano regolatore che, proprio nella zona del piano di Fondotoce, presenta elementi fortemente in contrasto con la normativa sovraordinata cui, invece, dovrebbe conformarsi. Cosa sta invece facendo ? Nessuno lo sa e forse sarà bene che qualcuno glielo chieda e ne ottenga una risposta.

lunedì 12 marzo 2018

GIORNATA DEI BENI COMUNI 2018


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Ritorna per il secondo anno la giornata nazionale dei beni comuni. L'anno scorso questa Sezione aveva indicato Villa Palazzola, dedicando ad essa un convegno ed una piccola mostra. Aveva fatto poi seguito un' intesa attività di sollecitazione nei confronti delle Istituzioni e tale attività continua ancora oggi per spronare i soggetti pubblici a cui compete finanziare il recupero del bene. Quest'anno si vorrebbe fare di più, indicando un oggetto anche più importante e stimolante, ossia la ripresa del perseguire l'obiettivo di ottenere il riconoscimento del golfo delle Isole quale sito Unesco. Con la lettera che sotto postiamo abbiamo rappresentato i nostri intenti all'attenzione dell'Amministrazione Provinciale che aveva curato l'iniziale candidatura. Se la risposta sarà positiva, la giornata o anche più giornate del prossimo mese di maggio, verranno dedicate a riportare il problema non solo all'attenzione, ma anche nell'agenda delle Amministrazioni pubbliche che sono le sole che hanno il compito di perseguirlo.



mercoledì 7 marzo 2018

AVVICINARE LE MONTAGNE


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Quello di questo post è l'accattivante titolo del documento programmatico che il Consiglio Provinciale del VCO ha pochi giorni fa approvato, facendo proprio il progetto per il grande investimento turistico/industriale che, nelle intenzioni, dovrà interessare gli ambiti montani compresi tra la valle Cairasca e l'Alpe Devero. Attratto da una promessa di investimenti senza eguali, l'Organo di un Ente che fatica anche soltanto a levare la neve dalla strade, incurante di ogni obiezioni sin qui mossa, non pare affatto voler lasciar cader quel progetto che inizia così il suo percorso. Neppure l'impedimento al collegamento completo tra i due ambiti sciistici ha quindi cambiato le intenzioni degli investitori. Chi lo contrasta da qui in poi dovrà quindi misurarsi con questa fase di valutazione strategica che si apre e lì far calare le proprie osservazioni. L'ambizione dei proponenti non sembra però mettere limiti se pensano persino di cambiare la geografia alpina, collocando altrove le montagne. Questo almeno a leggere il titolo con cui hanno voluto chiamare il progetto. Curioso che l'Assemblea Provinciale abbia approvato tutto senza fiatare; infatti non c'è ombra di dibattito, di discussione di esame o che altro, prova è che le decisioni spesso sono prese prima e altrove e la parvenza democratica di quel voto diventa solo un atto formale e burocratico. Non ci saremmo aspettati nulla di diverso. Qui sotto vi posto il verbale integrale della seduta con cui il Consiglio ha incominciato ad approvare. 



Deliberazioni del Consiglio Provinciale VERBALE DI DELIBERAZIONE DEL CONSIGLIO SEDUTA DEL 26/02/2018 
Oggetto:ACCORDO TERRITORIALE "AVVICINARE LE MONTAGNE" PER LA RIQUALIFICAZIONE E RAZIONALIZZAZIONE DEL SISTEMA DELLE VALLI DIVEDRO E ANTIGORIO 
L’anno 2018 addì 26 del mese di 02 alle ore 17:00 in Verbania presso la sede della Provincia si è riunito, in sessione straordinaria ed in seduta pubblica di prima convocazione, il Consiglio Provinciale appositamente convocato.
All’appello risultano: COSTA STEFANO Presente BREZZA RICCARDO Presente ALBERTELLA GIANDOMENICO Assente BASTA FABIO Presente FILIPPI FLAVIA Presente GERACI MARIO Assente MORANDI GIOVANNI Presente PIZZICOLI FABIO Presente PORINI RINO Assente SPADONE LUIGI Presente TIPALDI SILVIA Presente Assenti: 3 , Albertella Giandomenico, Geraci Mario, Porini Rino. Partecipa il Segretario MAROCCO PIERLUIGI.
Accertata la validità dell’adunanza, avendo raggiunto il numero legale richiesto, il Sig. COSTA STEFANO in qualità di Presidente dichiara aperta la seduta ed invita il Consiglio a deliberare in merito all’oggetto sopra indicato. Si accerta, in via preliminare, l’esistenza dei pareri espressi ai sensi dell’art. 49 D.Lgs. 18.8.2000, n° 267. copia informatica per consultazione Proposta n. 239 -AFFARI GENERALI ED ISTITUZIONALI OGGETTO:ACCORDO TERRITORIALE "AVVICINARE LE MONTAGNE" PER LA RIQUALIFICAZIONE E RAZIONALIZZAZIONE DEL SISTEMA DELLE VALLI DIVEDRO E ANTIGORIO presenti n. 8, assenti n. 3 Il Presidente, Costa invita i presenti ad assistere ad una breve proiezione del materiale illustrativo dell’Accordo di programma in oggetto, presentata dai tecnici incaricati. Chiede poi al Consiglio di dar corso all’Accordo di Programma, condiviso con gli Enti citati in delibera. Ricorda che alcune parti del progetto originale sono state stralciate perché in contrasto con il Piano Territoriale Regionale. Il Cons. Spadone dichiara il voto favorevole del proprio gruppo. IL CONSIGLIO PROVINCIALE Premesso che: I Comuni di Varzo, Trasquera, Crodo e Baceno, nell’intento di pianificare azioni per la valorizzazione turistica estiva ed invernale, finalizzate a sostenere l’economia locale, a contrastare lo spopolamento del territorio e migliorare la fruibilità del sistema territoriale compreso tra l’Alpe Devero, l’Alpe Veglia e il monte Teggiolo, hanno avviato da tempo alcune proposte di studio per la riqualificazione del sistema turistico attuale compreso tra San Domenico e Devero, valutandone le opportunità offerte da una possibile integrazione e razionalizzazione. Queste azioni si sono concretizzate nell’avvio di proposte di procedure di variante ai PRGC vigenti, alcune delle quali con procedimento concluso ed approvato, altre in itinere o quiescenti. La società San Domenico Ski srl, subentrata dal 2009 alla precedente gestione della stazione sciistica e attuale proprietaria delle strutture e degli impianti del comprensorio “San Domenico” e di due sciovie nel comprensorio dell’Alpe Devero, ha avviato un importante programma di investimenti privati in infrastrutture di trasporto (impianti), infrastrutture ricettive (alberghi, ristoranti, bar) ed infrastrutture di servizio (posteggi, centri polifunzionali, ...) con l'obiettivo di rilanciare la località di "San Domenico" non solo meramente come stazione sciistica ma come località turistica integrata, estiva ed invernale. A seguito degli incontri intercorsi tra l’Amministrazione provinciale del Verbano Cusio Ossola e le Amministrazioni comunali di Baceno, Crodo, Varzo e Trasquera è stato avviato un processo condiviso finalizzato alla riqualificazione, alla razionalizzazione e al rilancio turistico del sistema montano delle valli Divedro ed Antigorio, confinante con il limite sudest dell’area del Parco naturale dell’Alpe Veglia e Alpe Devero. La conformazione morfologica dell’ambito territoriale con la dislocazione dei punti di accesso ai nuclei abitati, centri delle principali attività economico turistico ricettive residenziali e delle attrezzature di servizio, richiede una pianificazione degli interventi coordinata a scala territoriale che, mediante la razionalizzazione della situazione esistente, copia informatica per consultazione possa valorizzare le specificità dei luoghi. In questa realtà territoriale, l’incremento del sistema turistico presenta una duplice valenza: da un lato contrasta lo spopolamento del territorio e favorisce l’economia locale, dall’altro migliora la fruibilità delle aree ambientali prossime al Parco naturale Veglia e Devero. La valorizzazione dell’offerta turistica può, inoltre, incrementare un “turismo di sistema” con ricadute positive su tutto il territorio provinciale. Con queste finalità in data 24 marzo 2017 è stato sottoscritto il Protocollo di Intesa tra la Provincia del Verbano Cusio Ossola, i Comuni di Trasquera, Varzo, Crodo, Baceno, e la società San Domenico Ski s.r.l., con il quale i Comuni e gli Enti interessati hanno condiviso e promosso il programma di sviluppo e rilancio turistico dei Comuni di Trasquera, Varzo, Crodo, Baceno. Il Protocollo di Intesa è stato inviato anche alla Regione Piemonte, la quale ha mostrato interesse all’iniziativa avviando un tavolo di lavoro per le valutazioni preliminari alla proposta progettuale intesa come “un’opportunità concreta ed importante di sviluppo locale”. Si richiamano nel merito i provvedimenti di supporto all’iniziativa e condivisione degli obiettivi di intervento, espressi dalle istituzioni locali con i seguenti atti: - Provincia del Verbano Cusio Ossola: Delibera Consiglio Provinciale n. 45/2017 del 27/10/2017. - Comunità delle aree protette dell’Ossola: Delibera n. 3 del 25 luglio 2017 e nota Prot. 0001915 del 18/09/17 - Comune di Trasquera: Delibera C.C. n.20 del 29/09/2017 - Comune di Varzo: Delibera G. C. n. 83 del 03/10/2017 - Comune di Crodo: Delibera G.C. n. 76 del 03/10/2017 - Comune di Baceno: Delibera C.C. n. 24 del 26/09/2017 Per dare attuazione all’iniziativa, le Amministrazioni proponenti, al fine di coordinare il livello di pianificazione territoriale con l’attuazione degli interventi, intendono promuovere un Accordo Territoriale, formato ai sensi dell’art. 19 ter della l.r.56/77 e s.m.i., supportato da un Piano Strategico, che preveda la partecipazione in forma congiunta di più soggetti istituzionali. Il Piano Strategico si configura come strumento di programmazione e attuazione, che rientra nel processo decisionale relativo all’assetto territoriale e, pertanto, deve essere sottoposto alla procedura di VAS, come previsto all’art. 6 del d.lgs. 152/2006. Il Piano Strategico, che rappresenta lo scenario di riferimento con la sintesi delle valutazioni preliminari e definisce le priorità di intervento, è stato predisposto, a cura della San Domenico Ski srl sulla base degli impegni sottoscritti con il Protocollo di Intesa sopra citato (soggetto attuatore del Protocollo di Intesa). La bozza della documentazione progettuale è stata consegnata alle Amministrazioni della Provincia e dei Comuni proponenti, le quali ne hanno esaminato i contenuti, comunicando al soggetto attuatore le proprie considerazioni e richieste di integrazione. La documentazione che è pervenuta in bozza. stata quindi rielaborata ed aggiornata sulla base delle indicazioni espresse dalle Amministrazioni interessate. Vista la documentazione finale aggiornata, redatta da tecnici abilitati incaricati a cura dalla stessa San Domenico Ski srl (soggetto attuatore del Protocollo di Intesa), pervenuta con copia informatica per consultazione protocollo n. 3843 del 21 febbraio 2018 comprensiva del Piano Strategico, della comunicazione sui primi adempimenti in materia di Valutazione ambientale strategica (VAS) e del Documento Tecnico preliminare per l’avvio della fase di specificazione di Valutazione Ambientale Strategica (VAS); Udita la relazione del Presidente della Provincia e preso atto degli interventi , registrati su nastro magnetico Visto il parere favorevole in merito alla presente deliberazione espresso dal Segretario Generale ai sensi dell’art. 49 del D.Lgs. n. 267/2000 
Si dà atto che gli interventi sono stati registrati sul nastro magnetico Con voti unanimi espressi in forma palese per alzata di mano dai n. 8 Consiglieri presenti e votanti DELIBERA 1. Di dare atto che le premesse formano parte integrante e sostanziale del presente atto; 2. Di condividere ed aderire alla proposta di Accordo Territoriale “Avvicinare le Montagne” per la riqualificazione e la razionalizzazione e l’integrazione del sistema delle valli Divedro e Antigorio, come individuata nella seguente documentazione: · AT 1Primi adempimenti verso la proposta di Accordo Territoriale. · Piano Strategico “Avvicinare le montagne” da allegarsi alla proposta di “Accordo Territoriale” e costituito dai seguenti elaborati: -PS 1.1Relazione illustrativa - Temi generali - PS 1.2. Relazione Illustrativa - Contributi e approfondimenti specialistici - PS 1.3 Relazione Illustrativa - Documentazione Fotografica - PS 2.1 Masterplan generale - Quadrante Nord, scala 1:10.000 - PS 2.2 Masterplan generale - Quadrante Sud, scala 1:10.000 - PS 2.3 Masterplan generale su foro aerea, scala 1:10.000 - PS 3.1 Quadro degli interventi - schede -PS 3. Quadro degli interventi - stima dei costi - PS 4.1 Cronoprogramma degli interventi - PS 4.2 Programma procedurale · Documentazione di VAS per l’avvio della fase di specificazione, costituita dei seguenti elaborati: VAS 01 Documento Tecnico Preliminare VAS 2.1 Documento Tecnico Preliminare: allegati grafici - Carta morfologica, scala 1:10.000 - VAS 2.2 Documento Tecnico Preliminare: allegati grafici - Carta degli usi del suolo, scala 1:10.000 copia informatica per consultazione -VAS 2.3 Documento Tecnico Preliminare: allegati grafici - Carta dei vincoli, scala 1.:10.000 - VAS 2.4 Documento Tecnico Preliminare: allegati grafici - Carta degli habitat, scala 1.:10.000 3. Di promuovere ai sensi dell’art. 19 ter della L.R. 56/77 e s.m.i. la formazione dell’Accordo Territoriale “Avvicinare le Montagne”, in qualità di soggetto proponente, tra i Comuni di Trasquera, Varzo, Crodo, Baceno e la Provincia del Verbano Cusio Ossola 4. Di procedere, in forma congiunta con i soggetti proponenti dell’Accordo Territoriale, alla trasmissione della documentazione all’Ente procedente ed Ente competente in materia di Valutazione Ambientale Strategica (VAS), individuato nella Provincia del Verbano Cusio Ossola, al fine di richiedere l’attivazione della procedura di VAS e di procedere all’iter approvativo dell’Accordo Territoriale. Inoltre, IL CONSIGLIO PROVINCIALE Stante la necessità e l’urgenza, con voti unanimi espressi in forma palese per alzata di mano dai n. 8 Consiglieri presenti e votanti dichiara il presente provvedimento immediatamente eseguibile ai sensi dell’art. 134, comma 4, del D.Lgs. 267/2000

venerdì 2 marzo 2018

DEVERO/CIAMPORINO


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Ritorna, almeno sulla " Stampa", la questione del grande investimento turistico industriale nelle valli Divedro e Antigorio. Dopo un qualche tempo di silenzio, ma sicuramente non di inazione, il giornale ci dice quello che già si sapeva, cioè che il progetto ha un ostacolo proprio in uno dei suoi nodi cruciali: il punto di collegamento tra le due valli. Causa di tutto ciò il PPR, lo strumento di panificazione paesaggistica che approvato dal Consiglio Regionale, ora piace meno a chi , forse per distrazione, lo aveva approvato. C'é dunque un tempo di riflessione, cosa peraltro non sempre negativa, che obbliga il soggetto proponente a valutare se comunque andare avanti senza collegamento o fermarsi. Le Amministrazioni locali interessate, cioè i governanti eletti, spingono per andare avanti lo stesso e in questo non è che non si veda una qualche riserva mentale sperando che il futuro trovi la soluzione che ora manca. Facile a dire di andare avanti con i soldi degli altri, ma il progetto industriale ha una sua logica, magari perversa, comunque deve poi reggersi e il modello è pensato a misura di massa. E' un investimento di non pochi milioni di euro e se si spendono poi devono rendere, altrimenti meglio lasciar stare. Questo particolare interessa senz'altro meno alle Amministrazioni pubbliche che lo sottovalutano, ma esiste. Questo fatto dimostra però una cosa; lo sforzo mediatico profuso per presentare il progetto come innovativo, green fors'anche, ambientalmente sostenibile e tutte le definizioni che vanno un po' di moda, non può nascondere una verità e cioè che esso sta in piedi se trasforma l'ambito Devero/Ciamporino in una stazione sciistica come tutte le altre che già esistono, cioè di massa. Il resto è solo propaganda. La battuta di arresto dovrebbe quindi essere meglio utilizzata; anziché farsi paladini di un progetto ancorché monco, provarsi a pensarne un altro che metta in campo la specificità del territorio, quella di cui i governanti si riempiono sempre la bocca, la valorizzazione della cultura locale, le nuove economie del turismo ambientale, la mobilità diversa, la rivitalizzazione dei borghi e del patrimonio inutilizzato. Tanti meno soldi, forse, ma da usarsi con più coerenza, facendo crescere un'economia diffusa, equa di cui gli attori principali siano la gente che lì vive e che possa crescere senza che il futuro dei figli sia un destino soltanto da skiliffista a tempo determinato.