sabato 24 settembre 2022

ZSC/ZPS - ALPI VEGLIA E DEVERO - MONTE GIOVE. DANNO IN CORSO D'OPERA

 




La rete natura 2000 è quel sistema di aree, estese a livello Europeo, che godono di una particolare protezione, generalmente a motivo della presenza di habitat delicati e che debbono essere preservati. Le direttive europee, recepite dalle normative nazionali, dettano le regole per la conservazione di quei siti e, a seconda delle loro collocazioni, le regioni hanno individuato quali sono gli Enti che debbono presiedere alla loro gestione. In particolare, il Piemonte ha individuato gli Enti che debbono svolgere tali funzioni. Il sito di importanza comunitaria denominato ZSC/ZPS - ALPI VEGLIA E DEVERO - MONTE GIOVE è affidato in gestione all'Ente Parco delle aree protette dell'Ossola. Se questo è il quadro di riferimento, proprio in questi giorni, all'interno di questo sito, nella zona prossima alla valle del Bondolero in località Dosso, tutte aree interessate al programma Avvicinare le Montagne, sono stati eseguiti, e forse lo sono ancora, estesi lavori di movimentazioni di terre e di rocce finalizzati, si crede, a " migliorare " la qualità tecnica delle piste da sci da discesa che, in quella zona, sono servite da due impianti di arroccamento, nell'ambito della stazione "Ciamporino". Orbene tutto ciò dovrebbe essere non consentito in quanto in contrasto con le direttive per la protezione dei siti e crediamo anche con il piano di gestione dell'area. La serie fotografica da conto dei lavori eseguiti e in corso, documentando i danni che vengono arrecati al suolo e le manomissioni delle condizioni naturali che si sono determinate. Non sappiamo ancora se quanto in corso è stato oggetto di una qualche autorizzazione, ne dubitiamo. Comunque sono state fatte le segnalazioni agli Enti competenti a vigilare ed agire e vedremo quali saranno gli esiti.

mercoledì 14 settembre 2022

GHIFFA. LA LITORANEA: PRIMA E IL DOPO




Il Comune di Ghiffa si può qualificare un Comune virtuoso perché, caso quasi raro nel panorama dei Comuni del Piemonte, ha provveduto ad adeguare, attraverso una variante strutturale, buona parte del proprio strumento urbanistico, alla pianificazione sovraordinata rappresentata dal Piano Paesaggistico Regionale. I risultati non sono tardati e la documentazione fotografica che postiamo qui sopra, da conto, mostrandone gli effetti. Una costruzione, a margine della strada costiera, costituita da darsena e sovrastanti locali accessori, viene trasformata, nella parte accessoria, in residenza e qui non sembra vi siano motivi ostativi, mentre il problema, a nostra giudizio da osservatori, nasce dall'ampliamento dell'edificio che, fatta salva la sua coerenza e incoerenza con l'esistente, ora costituisce una quinta che interrompe "la visuale percepibile dalla strada costiera verso il lago". Non a caso abbiamo messo tra virgole l'ultima parte della frase perché essa ripropone, pari pari, la prescrizione obbligatoria che il Piano Paesaggistico Regionale contiene riferita a questo ambito. Siamo andati pure a spulciare all'interno delle pagine della variante urbanistica e dobbiamo dire che, in punto, ci è sembrato che, quanto meno, essa è un poco sfuggente. Non riproponiamo le parti dello strumento urbanistico a cui ci riferiamo, ma comunque nella versione definitiva ed approvata, il Comune aveva dovuto introdurre tutta una serie di modifiche alla normativa che, evidentemente, erano state dettate dal tavolo di Co-pianificazione. Orbene, l'articolo 27 delle norme dello strumento urbanistico ora recita che: "hanno ugualmente carattere immediatamente cogente e prevalente le disposizioni contenute nel catalogo dei beni paesaggistici del Piemonte, prima parte, all’interno della sezione prescrizioni specifiche presente nelle relative schede." Il testo che avevamo, più sopra, messo tra virgole, si riferisce proprio a quanto qui è stato richiamato. Ci si chiede perchè dunque le norme non vengono osservate. Si ritiene che esse siano liquidite, fluide, non cogenti ? O peggio. Tutte queste domande e altre ancora le rivolgeremo presto agli enti competenti, Comune in primis, e vedremo le loro risposte. Per ora possiamo solo dire che il Comune di Ghiffa non sembra essere l'unico su questa strada.
















martedì 6 settembre 2022

AMBIENTALISMO - SINDACO di VERBANIA: L'INCONTRO

 


Annunciato da un po' di tempo, poi rinviato per ragioni sanitarie,  oggi si è svolto l'incontro, da tempo richiesto,  tra una rappresentanza delle sigle ambientaliste firmatarie della proposta di tutela del Piano Grande e del riuso funzionale della cascina per servizi a favore del Parco Nazionale e il Sindaco di Verbania Silvia Marchionini.  Non è stato affatto uno scontro, forse non proprio un incontro come lo abbiamo messo nel titolo del post, ma un confronto positivo questo sì e, sotto questo profilo ringraziamo il Sindaco e il Suo Assessore presente, della disponibilità e del tempo che ci hanno offerto per illustrare, ampiamente, le nostre convinzioni, consentendo così un reciproco scambio di idee e opinioni su di un tema che a noi sta a cuore, ma che crediamo anche la città di Verbania avrebbe desiderio di poter "chiudere" in maniera condivisa, senza che si trasformi in una battaglia senza tregua. Se dunque queste sono state un po' le premesse oggi messe in campo, l'esposizione delle posizioni delle parti a confronto ha seguito un po' questo percorso di reciproco ascolto, unico metodo crediamo produttivo di un qualche risultato. Questo non ha impedito a nessuno di affermare il proprio pensiero, anzi siamo grati al Sindaco che ci ha consentito di esporre ampiamente e liberamente tutto ciò che avevamo nella nostra agenda, così come non ha impedito al Sindaco di illustrarci il Suo pensiero. Detto questo, l'idea di progetto che da tempo coltiviamo, piace anche al Sindaco che però, in esordio di riunione, ha messo davanti alcuni paletti che ancora ponevano in forse il processo di conclusione dell'allargamento dei confini del Parco entro il perimetro della città di Verbania, la cui negativa eventualità, ove si verificasse,  metterebbe in discussione il nostro stesso progetto. Le informazioni a riguardo in nostro possesso sarebbero però più rassicuranti, era presente nella nostra delegazione un Consigliere dell'Ente Parco che, sotto questo profilo, si è assunto l'onere di monitorare l'andamento del percorso approvativo. Sgombrato quindi il campo da questa ipotesi, che per noi non esisterebbe, nel merito dell'idea di progetto, la questione Manoni, ossia la proprietà della Cascina, non poteva non entrare nella discussione, come in effetti è entrata. Più fiduciosa la Sindaco circa la possibilità di coinvolgere la proprietà in questo stesso progetto, in una sorta di alleanza tra pubblico e privato, meno gli ambientalisti, forti in questo del modello turistico privilegiato da Manoni che, sono sue dichiarazioni rese a suo tempo pubbliche dalla Stampa, mai avrebbe rinunciato a completare il disegno di annessione dell'intero Piano Grande all'interno delle sue attività imprenditoriali/turistiche. Sotto questo aspetto è stata ribadita la posizione ferma delle sigle ambientaliste che vedono nella difesa del Piano Grande il punto fondamentale della loro azione, dove il riuso della Cascina diventa un elemento importante per servizi plurifunzionali a beneficio del Parco Nazionale e delle comunità che vivono al suo interno, escludendo ogni e qualsiasi ulteriore utilizzo ludico sportivo o ricreativo dell'area, incoerente con il profilo paesaggistico e naturalistico entro cui il Piano Grande si colloca. Il confronto non è stato conclusivo; la Sindaco comunque incontrerà Manoni per conoscerne le intenzioni rispetto al progetto ambientalista e incontrerà altresì il Presidente del Parco Nazionale  per discutere sempre sullo stesso tema. Parimenti le Associazioni non esauriscono qui la loro azione: attraverso il proprio rappresentante nel Consiglio di Amministrazione, proseguiranno il percorso avviato in quella sede, mentre, a breve, cercheranno di intraprendere un momento di confronto anche con la Comunità del Parco.