giovedì 14 giugno 2018

TEMPO SCADUTO



La questione Vogogna ritorna in agenda dopo che il 28 maggio scorso è scaduta la prima delle due autorizzazioni pasaggistiche che hanno legittimato l'occupazione delle terre agricole poste lungo l'asse della superstrada e nella fascia di vincolo del fiume Toce. Bisogna dire che le azioni messe in campo, pur avendo interessato tutti i soggetti che avrebbero dovuto aver voce nella vicenda, non hanno, apparentemente, sortito un qualche effetto sostanziale. Evidentemente la politica conta. Ora però c'é un fatto nuovo, anche se previsto; l'occupazione di circa la metà di quell'area invasa dalla mantagna di prodotti di cava e altro sarebbe priva di titolo. Trascorsi 5 anni dal rilascio, la validità dell'autorizzazione è cessata e quindi, a quella stessa data, non avrebbe dovuto esserci presente più nessun materiale di quelli stoccati prima, con l'effetto che, se ce ne fossero ancora, sarebbero privi di titolo, con le conseguenze penali e ammnistrative che ne deriverebbero. Usiamo il condizionale perché non abbiamo voluto, sino ad oggi, constatare di persona lo stato dei luoghi. L'abbiamo invece chiesto direttamete all'interessato, il Comune di Vogogna, con la lettera che postiamo qui sottto e alla quale attendiamo, non certo all'infinito, una risposta. Non appena arriverà, la pubblicheremo anche quella e poi vedremo cosa fare.







mercoledì 6 giugno 2018

INTERCONNECTOR





La Stampa, con prontezza, ci ha dato la notizia; l'Interconnector Italia/Svizzera, il progetto del grande impianto di trasporto dell'energia da e oltre confini, segna un altro passo. Terna, il soggetto autore dell'opera ha prodotto alla fine del mese scorso una poderosa nuova documentazione integrativa. Sono quasi 80 documenti, alcuni dei quali costituti da decine e decine di pagine che, nelle intenzioni di Terna, dovrebbero essere un' esauriente risposta alla altrettanto corposa documentazione controdeduttiva prodotta, oltre un anno fa, dai tanti soggetti: singoli, enti, associazioni che si erano impegnati in tal senso. Che quanto prodotto da Terna sia esauriente o meno, questo al momenmto non è dato saperlo, ci vorrà tempo e pazienza per leggere tutto quanto. Per ora vi anticipiamo nell'immagine una delle soluzioni, più o meno alternative, che Terna ha prodotto per la centrale di conversione; quella di Piedimulera per l'appunto. Al momento la procedura di VIA è ancora sospesa, ma crediamo sia solo questioni di giorni, poi potremo vedere che cosa il Ministero Ambiente deciderà, ossia entro quanto tempo esaminerà la nuova documentazione e se poi deciderà di chiudere o di aprire nuove consultazioni pubbliche. Tempo non breve comunque. Per ora ci consoli di aver contribuito un pochino a far sudare Terna che tempo e denaro ne avrà pur consumato per poter cercare di fronteggiare un fronte contrario che forse manco si aspettava.

martedì 5 giugno 2018








Come un mantra si torna a insistere sull'argomento eterno che non sembra trovare soluzione. E' una speranza inutile ? Non lo sappiamo, ma per saperlo c'è un unico modo che è quello di provarci ed è quello che facciamo.



05/06/2018
Prot. 2018

All'Assessore alla cultura e turismo
della Giunta Regionale del Piemonte
Antonella Parigi
Via Bertola 34
10122 TORINO

culturaturismo@cert.regione.piemonte.it
e p.c.

Preg.mo Sig. Sindaco del Comune di
Stresa
S E D E

OGG: Stresa - Villa La Palazzola - .

Cortese Assessore, ci riferiamo alla nostra ultima del 26/03/2018 prot. 1418 con la quale tornavamo sul tema, a noi sensibile, delle sorti della proprietà pubblica di Villa La Palazzola in Comune di Stresa.
Il non aver sino ad oggi registrato un riscontro non è certo un buon auspicio; d’altra parte nessun nuovo segnale sembra registrasi anche in sede locale e ciò non indica essere imminente una qualche iniziativa o decisione riguardo il recupero del bene.
Già nella nostra precedente nota rimarcavamo la scarsa passione con cui seguivamo l’evoluzione di una dialettica tra partner pubblici finalizzata a una ristrutturazione dell’assetto gestionale il cui fine ci sfuggiva e ci sfugge.
Rimaniamo convinti che un parziale disimpegno regionale non possa essere un buon segnale, né che un rafforzamento decisionale dell’Ente locale possa essere un elemento risolutivo.
Se così fosse o se così bastasse sarebbe troppo facile e non si comprenderebbe neppure il tempo che trascorre in assenza di una tale decisione.
Evidentemente il problema è altro; quello di un finanziamento che non c’é o che non si cerca e così le dichiarazioni di intenti rimangono tali, ma poi nulla più.
Il prolungarsi senza esito, e oltre ogni ragionevole termine, di questa situazione di stallo, non solo è avvilente, ma rende gli Enti pubblici coinvolti, oggettivamente gli unici responsabili.
Comprendiamo tutto, giustifichiamo tutto; siamo ben consapevoli della scarsità di risorse, ma non comprendiamo quella che si percepisce come una inattività o un disinteresse pubblico per la cosa pubblica.
Questo è ciò che appare visto da fuori; le diatribe tra Enti sui numeri nel Cda sono materie d’altri tempi, interessano poco o nulla e se ne faccia una ragione anche il Comune di Stresa che questa volta ci legge in copia.
La sinergia tra Enti dovrebbe essere un valore, non materia sulla quale competere o farne oggetto di uno scambio tra posti in Cda da un lato e finanziamenti dall’altro. Se infatti questo è l’oggetto attuale della discussione, ci pare che non vi sia prospettiva.
L’Assessore ci perdonerà per questa nostra insistenza e franchezza, ma sono passati più di trenta anni da quando questa vicenda ha preso avvio e ancora non vede un esito positivo.
Il problema delle risorse sarà pure reale, ma il non aver mai, ripetiamo mai, perseguito la loro ricerca attraverso l’accesso ai bandi coperti da risorse comunitarie, pur essendone stati banditi in questi anni, è inspiegabile; non aver programmato l’utilizzo di risorse proprie, agevolmente dilazionabili in diversi esercizi finanziari, tanti sarebbero gli anni necessari ad un restauro, è altrettanto poco giustificabile. Tutto ciò non aiuta a dissipare l’interrogativo circa la reale volontà che gli Enti hanno a che la soluzione si trovi, preferendo, forse, abbandonare ogni concreto progetto di recupero per più appassionate diatribe o discussioni sulla spartizione di un Cda oggi, sostanzialmente, inoperante.
Anche questa volta chiudiamo questa ennesima perorazione con le medesime espressioni che abbiamo già usato in altra occasione, sperando in miglior esito. “Constatare un fallimento sarebbe un risultato molto amaro per noi, ma ben di più per gli attori pubblici cui spetta l’onere di perseguire il risultato e, sotto questo profilo, vogliamo continuare a credere e confidare nel Suo personale impegno.”


Distintamente
Il Presidente
Piero Vallenzasca