giovedì 23 dicembre 2021

AUGURI

IL PRESIDENTE E I CONSIGLIERI DELLA SEZIONE
ITALIA NOSTRA VCO
P O R G O N O

alla Presidente nazionale, ai componenti degli organi centrali, alla Presidente e ai componenti del Consiglio Regionale e della Giunta, ai Presidenti e ai soci delle Sezioni del Piemonte, agli iscritti della propria sezione, agli amici tutti, i migliori auguri per queste giornate di feste, con la speranza che il 2022 possa ritrovarci uniti e più forti nella difesa dei valori fondanti della nostra Associazione.
Auguri moltissimi
23/12/2021

23/

12/2021




martedì 21 dicembre 2021

FAGGI DI LEVO: ULTIMO ATTO

Verbano 24 - Stresa, no all'abbattimento dei faggi di Levo: proteste di  Italia Nostra e Legambiente 

Il tentativo di " correggere" la decisione di procedere al taglio di 14 piante di alto fusto radicate lungo la panoramica di Levo, non ha avuto effetto. Nonostante che le nostre controproposte fossero dettate da un giudizio di buon senso e che comunque convenivano sulla necessità di provvedere al taglio di un numero più limitato di esemplari rispetto a quello previsto, l'unico effetto è stato quello di ritardarne l'attuazione., se così è stato, ma nulla più. Neppure la proposta di procedere con un progetto più ampio che prevedesse la riqualificazione di tutta l'area, con la formazione di un percorso pedonale che ne valorizzasse la valenza, anche sotto il profilo della fruizione e non solo di quello paesaggistico, al momento, sembra non abbia trovato accoglienza. La determina del Servizio Tecnico del Comune di Stresa , datata 13/12, assegna l'esecuzione dei lavori così come previsti nella perizia Cavagliotti . Vero è che il Comune aveva "girato" le nostre richieste al medesimo Cavagliotti, ma questi aveva ribadito la bontà della sua perizia ( che altro poteva fare d'altronde ? Smentirsi?) e la cosa era finita lì, trincerandosi il Comune dietro lo schermo della competenza tecnica e non volendo assumere alcuna altra responsabilità . Ora vediamo quale sarà il risultato, comunque parziale e inadeguato rispetto alle nostre richieste e, se non si coglierà l'occasione per riqualificare veramente quella passeggiata, bisognerà aspettarsi altro degrado e altri tagli. basterà aspettare qualche anno. In fondo i prossimi imminenti tagli non sono solo il risultato del tempo e della lunghissima vita di quegli esemplari unici di piante di faggio, ma il frutto di una mal e cattiva gestione del patrimonio arboreo e del verde pubblico che gli enti pubblici, disinteressandosi al problema, conducono. da sempre.

venerdì 17 dicembre 2021

INTERCONNECTOR ITALIA/SVIZZERA

 Razionalizzazione rete Alta Tensione nella Val Formazza e Interconnector  Italia-Svizzera - Info - Valutazioni e Autorizzazioni Ambientali - VAS -  VIA - AIA 

La Stampa di ieri ci informa che Terna, la società pubblica che gestisce la rete della distribuzione elettrica nazionale, ha rinunciato al progetto dell'elettrodotto Svizzera/Italia che avrebbe dovuto attraversare buona parte del territorio di questa Provincia, scendendo dal passo S. Giacomo, in alta val Formazza, realizzando un grande impianto di conversione di potenza nella zona della media Ossola, per poi dirigersi verso la cintura di Milano e li connetersi alla rete nazionale. Per vero, è ormai da qualche anno che il progetto era parcheggiato sul sito del Ministero dell'Ambiente senza che vi fossero sviluppi, dopo che l'ultima versione dello stesso progetto era stata pubblicata e fatta oggetto di molteplici osservazioni da parte di tanti soggetti che lo contrastavano, non ultima la nostra Sezione e quella di Milano ovest, contrasto che non verteva sul fatto che la rete nazionale potesse essere connessa a quella di altri paesi, quanto piuttosto sulle modalità, giudicate estremanete invasive, delle soluzioni progettate: le linee aeree e non interrate, la grande stazione di conversione e quella di arrivo. Ora la vicenda sembra chiudersi e viene spontanea la domanda se poi fosse vero che quel progetto aveva una tale valenza strategica, da poi poter essere abbandonato senza apparente sforzo ? Dovremmo chiederlo a Terna, per conoscere se mai, nel frattempo abbia trovato un'altra soluzione o invece proprio non serviva. Rimane il fatto che la procedura, ora archivita, si era fermata nel momento in cui aveva raccolto tutte le osservazioni pubbliche, osservazioni a cui nessuno ha poi mai dato risposta. La domanda che ci poniamo comunque non sembri peregrina, perchè suona singolare che un progetto di tale valenza, prima sia presentato come strategico e irrinunciabile e poi archiviato senza neppure combattere. Forse è bene che venga fatta una riflessione sulle strategie che i grandi gruppi sviluppono per spendere soldi pubblici: una volta dichiarate irrinunciabili e un'altra no. Intanto noi dobbiamo incassare la soddisfazione perchè il contributo che abbiamo a suo tempo dato, insieme a tutto l'arco degli oppositori, non è stato inutile. Rimane ancora in piedi la questione, precedente al progetto Interconnector: quella della ristrutturazione della rete aerea dell' alta val Formazza. Era un impegno che Terna si era presa quale compensazione per la costruzione della linea Trino/Lacchiarella. Un impegno che non dovrà essere disatteso e che dovrà portare solo benefici all'ambiente ora attraversato da linee elettriche invasive. Su questo occorre che non si cambi idea.

domenica 5 dicembre 2021

VERBANIA: IL PIANO EUROSPIN SOTTO OSSERVAZIONE

 RELEX fornitore di Eurospin per l'espansione della supply chain | RELEX  Solutions

 

La nostra Sezione non ho ritenuto di astenersi dal presentare le proprie osservazioni in merito al piano esecutivo dell'area ex Hillebrand e lo ha fatto rispondendo all'invito pubblico emesso dal Comune. Qui nel seguito le potrete leggere integralmente. Esse intendono dare un contributo positivo al miglioramento sostanziale del piano, valorizzando al massimo la parte pubblica, diversamente poco significativa. Un apporto positivo che propone diverse alternative possibili, proprio per cercare di togliere ogni alibi al loro respingimento. Un intervento, quello della Sezione, che prende atto con rammarico della parziale perdita per la città di un'area di pregio che avrebbe meritato ben diversa destinazione, ma che non ha trovato nessuno pronto, sin tanto che vi era il tempo, ad invertire una scelta non adeguatamente valutata. Con queste nostre osservazioni, che ci auguriamo possano essere, almeno parzialmente accolte, offriamo una prospettiva più ampia nel segno di una proposta di riqualificazione che possa andare anche oltre i confini dell'area in esame. Il nostro sforzo si unisce a quello di altre associazioni, del comitato spontaneo e di singoli cittadini che hanno preso a cuore le sorti di quest'area e che stanno producendo osservazioni per esercitare una forte pressione sull'amministrazione e indurre il Sindaco ad un riesame attento del Piano prima di passare alla sua approvazione. Vedremo nel prossimo futuro quale sarà l'esito dei nostri tentativi.


ITALIA NOSTRA ONLUS 

Sezione del Verbano/Cusio/Ossola

Prot. 32/2021

05/12/2021



Preg.mo Sig. Sindaco

della città di

Verbania

Sede Municipale

Sig. Assessore con delega

alla Pianificazione urbana

della città di

Verbania

Sede Municipale


Spett. Comune di Verbania

IV Dipartimento

Settore Ambiente

Verbania

Sede

e p.c.

Ai Signori

Presidenti dei gruppi Consiliari

Loro Sedi

a mezzo posta certificata


OGG: Piano esecutivo convenzionato – Proponente TeQ s.r.l.- Osservazioni.


Con la presente l’Associazione Italia Nostra Onlus, Sezione locale del Verbano/Cusio e Ossola, in esito all’avviso di pubblicazione del 05/11/2021 con il quale è stato reso noto, agli effetti della possibilità di presentare osservazioni, il Piano esecutivo convenzionato relativo all’area della scheda 96 soggetta a SEU del PRGC, presentato da TeQ s.r.l., produce le proprie valutazioni come nel seguito esposte.

Premessa generale.

Si premette una valutazione a contenuto generale: la Pianificazione per varianti, di cui anche il piano in osservazione è un risultato, è una prassi ampiamente diffusa, sino a essere diventata una costante nell’operato delle amministrazioni.

Questa prassi, quasi sempre promossa da istanze, espressioni di interessi economici,che difficilmente non vengono poi riconosciute, nell’arco di pochi anni, può modificare il quadro della pianificazione generale che, di norma, dovrebbe essere il frutto di un’analisi attenta e complessiva delle dinamiche. demografiche, economiche, sociali e anche normative in atto e in divenire.

In altre parole, mentre lo strumento generale dovrebbe rappresentare il risultato dell’analisi di quelle dinamiche, frutto di una sintesi ed espressione di un indirizzo di governo di medio/lungo periodo, la successiva prassi delle varianti, laddove non finalizzate a migliorare lo strumento, correggendone errori, distorsioni o valutazioni errate, in realtà diventa, o rischia di diventare, l’unico modo di attuazione del PRGC, in brevissimo tempo obsoleto e accantonato nel suo impianto complessivo a favore di soluzioni estemporanee, parcellizzate e non presenti nello strumento al momento della sua approvazione.

La Variante di cui il Piano attuativo in osservazione è il legittimo figlio, risponde alla logica che abbiamo poco sopra evidenziato, consegnando un’area libera e pregiata, sostanzialmente non consumata e posta nel cuore cittadino, alla distribuzione commerciale che, insaziabile nella ricerca di nuovi spazi di offerta, a fronte di una domanda che certamente trova già oggi piena soddisfazione nei suoi bisogni, si risolverà in una competizione concorrenziale tra i nuovi soggetti e quelli già in campo, a scapito ulteriore dell’offerta di prossimità, ormai indirizzata verso la completa desertificazione, trascinando nel degrado gli ambiti urbani e non solo quelli locali, ma anche quelli del territorio di riferimento, di vecchio insediamento.

Nella fattispecie, la Variante si è andata a collocare in un’ area che nei prossimi anni, con la riconversione della ex Acetati, avrà necessità di una completa ridefinizione del suo disegno, dove anche l’ambito qui in osservazione non sarebbe stato estraneo, risultando quindi la destinazione d’uso attribuita un elemento estraneo ad una futura riprogrammazione organica dell’area più vasta.

Il rimedio sarebbe stato l’avvio, sì di un’ulteriore variante, correttiva e che mettesse quantomeno l’area in salvaguardia, evitandone compromissioni definitive.

Prendiamo atto che i tempi per intervenire in tal senso sono passati, ma ci preme anche sottolineare come sono stati disponibili senza che nessuno sia intervenuto, salvo recriminare, in un gioco delle parti che ci pare un po’ irriguardoso verso la cittadinanza consapevole.

Confidiamo che il piano attuativo, ora in osservazione, non sia già il frutto di una concertazione istruttoria definitiva, perché ove così fosse, il momento partecipativo e pubblico potrebbe risolversi in un mero esercizio formale, senza possibilità di incidere sulle soluzioni progettuali presentate, mentre invece auspichiamo possa essere momento di reale possibilità di dialogo tra cittadinanza e amministrazione pubblica, perché entro la cornice della destinazione d’uso, ormai data, si possa sviluppare una forte capacità negoziale da parte degli attori pubblici chiamati alla approvazione, al fine di spostare l’asse progettuale verso soluzioni rivolte al miglioramento di quella parte pubblica della città che, dentro il piano in osservazione, deve trovare spazio e soluzione.

Se dunque questa è la premessa di ordine generale che ci è parso richiamare quale posizione di principio di questa Associazione, le osservazioni di carattere più puntuale che seguono sono finalizzate a dare comunque un contributo nel segno indicato del rafforzamento della qualità complessiva del piano e della parte pubblica in particolare, confidando nel loro attento esame e auspicandone l’ accoglimento ove rilevassero.

Osservazione n. 1

Si chiede la verifica dell’intervenuta ottemperanza, in sede di approvazione della variante urbanistica di cui il piano ne è attuazione, della deliberazione della Giunta Regionale 29 febbraio 2016, n. 25-2977: “ Disposizioni per l'integrazione della procedura di valutazione ambientale strategica nei procedimenti di pianificazione territoriale e urbanistica, ai sensi della legge regionale 5 dicembre 1977, n. 56 (Tutela ed uso del suolo) “, laddove individua la esclusione dalla procedura di verifica di assoggettabilità alla VAS solo per:

strumenti urbanistici esecutivi che non comportano variante al piano regolatore comunale che li ha determinati, per i quali sia stato già svolto un precedente esame degli effetti ambientali in sede di analisi di compatibilità ambientale o valutazione del PRG che in base all’individuazione dell’assetto localizzativo delle nuove previsioni e delle dotazioni territoriali, degli indici di edificabilità, degli usi ammessi e dei contenuti planovolumetrici, tipologici e costruttivi degli interventi, abbia individuato i limiti e le condizioni di sostenibilità ambientale delle trasformazioni previste (ai sensi dell’art. 40 comma 7 della l.r. 56/1977)”.

Qualora quanto previsto per escludere la verifica di assoggettabilità, non fosse intervenuto, si chiede che la relativa procedura sia ora attuata.

Osservazione n. 2

L’articolo 22, comma 6, della deliberazione del Consiglio Regionale 29/10/1999 n. 563-13414 e s.m. stabilisce che:

contestualmente alla formazione di nuovi piani regolatori generali o nel loro adeguamento ai sensi dell'articolo 6, comma 5 del d.lgs. n. 114/1998 e comunque entro centottanta giorni dall'entrata in vigore della presente normativa, devono integrare i regolamenti edilizi ed i regolamenti di polizia locale con specifiche disposizioni relative al decoro e all'arredo urbano degli addensamenti commerciali urbani A.1., A.2., A.3……………..., con particolare riferimento alla sistemazione dei fronti commerciali, all'organizzazione edilizia degli spazi espositivi sul fronte strada, all'utilizzo di materiali di finitura, alla definizione delle tipologie delle insegne pubblicitarie e all'analisi degli elementi da evitare ai fini del decoro urbano……..”

Il successivo comma 6 bis così prosegue:

Ai fini della valutazione di compatibilità ambientale di cui all’articolo 27, lo strumento urbanistico generale del comune contiene l’analisi di compatibilità ambientale e i criteri di valutazione che devono essere adottati dagli strumenti urbanistici esecutivi in applicazione dell’articolo 20, comma 5 della legge regionale 14 dicembre 1998, n. 40”.

Alla luce della normativa richiamata, si rappresenta l’esigenza che venga chiarito, se i processi di adeguamento normativo previsti siano intervenuti, sia con riferimento a quelli regolamentari, sia ai fini della introduzione dei criteri di valutazione da adottarsi dagli strumenti esecutivi, quale quello in esame.

In caso di mancato intervenuto adeguamento, si chiede che la conclusione del procedimento di approvazione del piano esecutivo venga sospesa in attesa che l’adeguamento normativo sia, celermente, approvato.

Osservazione n. 3

Il testo coordinato della deliberazione del Consiglio Regionale 29/10/1999 n. 536-13414, fissa il termine di centottanta giorni entro il quale i comuni sono tenuti ad adeguare gli strumenti urbanistici generali ed attuativi alle disposizioni dettate.

Sempre il medesimo testo prevede che in caso di inerzia da parte dei comuni o di adeguamenti difformi dalla normativa, nel rispetto dell’articolo 6, comma 6 del decreto legislativo n. 114/1998 e dell’articolo 4, comma 4 della legge regionale sul commercio, si applicano le norme di cui all’articolo 30.

Le varianti urbanistiche necessarie ad adeguare gli strumenti urbanistici, ai sensi dell'articolo 6, comma 5 del d.lgs. n. 114/1998 e dell'articolo 4 della legge regionale sul commercio, sono formate e approvate secondo le procedure stabilite dall'articolo 17 della l.r. 56/1977, come modificato dalla legge regionale sul commercio……

Quanto premesso, l’osservazione riguarda l’avvenuta o meno intervenuta ottemperanza da parte del Comune dell’obbligo di adeguamento dello strumento urbanistico e, se ciò non fosse, considerata la durata del tempo di inottemperanza: (234 mesi a fronte di mesi 6 assegnati), ci chiediamo se il ricorso alle norme sostitutive, che dovrebbero avere una funzione comunque transitoria, sarebbe ancora consentito o non obbligherebbe il Comune a provvedere preventivamente, allineando ora la sua pianificazione a quella urbanistico/commerciale ?

Osservazione 4. Rilievi puntuali

La soluzione progettuale che viene presentata presenta un difetto di fondo, solo in parte riconducibile alle indicazioni della scheda 96: utilizza alcuni, non tutti per verità, i diritti edificatori nella misura massima possibile, mentre applica, a livello minimo, i parametri riferiti agli standard pubblici.

Il rapporto di copertura viene utilizzato nella misura del 49,81 %, contro il 50% ammissibile e così pure l’altezza è poco inferiore a quella massima .

La cosa è assolutamente lecita, ma se dall’Organo decisorio del Comune non venissero introdotti alcuni correttivi, il risultato finale manterrebbe questa asimmetria tra i due attori: il proponente realizzerebbe il risultato che si prefigge, mentre il soggetto pubblico beneficerebbe della cessione a suo favore di diritti nella misura che la norma stessa definisce “minimi”, cioè estensibili.

Il compito di questa fase di osservazioni consiste nella raccolta di contributi che, espressi con finalità di pubblico interesse, possano indirizzare il soggetto amministrazione pubblica a elaborare soluzioni anche diverse dal progetto presentato e che, entro la cornice normativa dettata dal PRGC, migliorino il prodotto progettuale finale, sempre in direzione dell’interesse pubblico collettivo.

Se così non fosse, le norme di Piano dovrebbero risultare fisse e invariabili, meccaniche e ragioneristiche, mentre esse sono poste come misure limite, ossia massime per i diritti edificatori e minime per le cessioni di standard.

Entro questa forbice si deve inserire la capacità concertativa dell’Amministrazione decisoria che, recependo i contributi positivi che saranno il risultato del momento partecipativo ed elaborando proprie autonome e aggiuntive valutazioni, abbia la capacità di portare il proponente verso l’accettazione di significative migliorie di progetto, contenendo, se possibile, i diritti massimi concedibili ed espandendo quelli minimi acquisibili, oltre che migliorando comunque le soluzioni progettuali, indirizzandolo nella direzione della sintesi più elevata possibile tra gli interessi privati e quelli pubblici che si confrontano.

Quanto premesso formuliamo una serie di puntuali osservazioni conseguenti la premessa che abbiamo espresso

a) Errore materiale: I dati quantitativi di piano, indicati nell’allegato 2.a, ci pare contengano un marginale errore di calcolo. Il 30% della ST, dovrebbe essere pari a mq. 2.142,00, anziché come indicato in mq. 2.042,00. Di conseguenza anche l’articolazione della SS dovrebbe essere rimodulata in eccesso.

Si chiede la correzione

b) Dimensionamento dell’edificio.

L’edificio è dal forte impatto dimensionale, impatto che appare ancora più significativo se si ha riguardo al contesto limitrofo, non ultima la villa Hillebrand, generando un’ asimmetria di scala rispetto agli edifici vicini.

Scopo del Sue dovrebbe essere quello di minimizzare l’asimmetria, operando una serie di correttivi progettuali che possano contenere il dimensionamento ora previsto.

Si aprono diverse ipotesi risolutive che, pur non possedendo qui tutti gli elementi tecnici per sostenerne la fattibilità, crediamo utile indicare perché possano essere vagliate.

Altezza

1) Si osserva la presenza di un rilevante vano sottotetto, dichiarato volume tecnico. Si chiede che sia verificata la inderogabilità della presenza di tale vano e se non lo fosse, che possa essere progettualmente rimosso, riducendosi l’altezza massima dell’edificio.

2) Si rileva la soluzione di collocare al piano terra dell’edificio una parte degli spazi di parcheggio. Tale soluzione non incide sulla superficie utile, ma sull’altezza dell’edificio.

Si chiede che la superficie a parcheggio sia prevista in un piano interrato, da realizzarsi e esclusivamente entro l’impronta della superficie coperta dell’edificio. Non dovrebbe esistere alcun impedimento tecnico dal perseguire tale soluzione che, ove attuata, diminuirebbe in maniera consistente l’altezza dell’edificio e quindi, limiterebbe le disarmonie di scala ora presenti.

In alternativa a questa soluzione si chiede che la quota parcheggio ad uso commerciale sia prevista sulla copertura dell’edificio.

In tale ultimo caso la soluzione progettuale dovrebbe prevedere soluzioni mitigative, quali schermature a verde poste lungo la perimetrazione esterna, contribuendo ad una miglior integrazione dell’edificio con il contesto limitrofo e a ridurne comunque l’impatto.

Superficie coperta/superfici a parcheggio esterno e accessorie.

Il contenimento dell’altezza dell’edificio è un obiettivo realistico, rimane il fatto che la superficie coperta è molto rilevante, esaurendo pressochè totalmente la capacità prevista dal piano.

L’ampiezza dell’area libera ora disponibile, la sostanziale permeabilità del suolo, l’assenza di elementi inquinanti, la prossimità ad ambiti residenziali mediamente addensati, la connettività potenziale con la non lontana emergenza culturale dell’ambito di Madonna di Campagna, la stessa vicinanza alle aree più densamente abitate del centro di Pallanza, tutto ciò milita perché si abbia cura che una parte consistente della superficie territoriale rimanga, o meglio venga assegnata alla fruibilità pubblica in termini di superfici da adibire allo svago, alla ricreazione e alla socialità, privilegiando l’attrezzatura a verde urbano che, vuoi la tradizione culturale della città, vuoi la memoria del luogo richiede e richiama.

Se ciò è vero, è vero altresì che l’attuale soluzione progettuale non risponde a queste esigenze, tanto che la previsione a verde pubblico è estremamente limitata, specie se rapportata all’entità dimensionale dell’edificio previsto. Per inciso, la realizzazione recente di altra struttura commerciale della catena Lidl, con una superficie coperta di circa mq. 2500, ha realizzato un’area verde quasi doppia di quanto prevede il SUE in esame, pur in presenza di una analoga superficie coperta.

1

Quanto premesso, pur ferma restando la superficie destinata all’utilizzo commerciale, si chiede che sia verificata la possibilità di una riduzione dimensionale delle superfici accessorie o una loro diversa distribuzione che possa contribuire al contenimento dell’ingombro dell’edificio, con riduzione della SC.

2

Si chiede inoltre che sia verificata la possibilità, alla luce della normativa urbanistica commerciale e in relazione alla natura dell’addensamento entro il quale si classifica la media distribuzione, anche ai sensi della previsione contenuta nell’articolo 22/bis comma 4 lett. b delle NTA, di un’ individuazione, della quota di parcheggio pubblico, in area esterna a quella di intervento, nello specifico collocandoli tutti in interrato sotto l’ esistente area a parcheggio camper immediatamente limitrofa, connettendola all’area commerciale o, in alternativa, monetizzandone l’onere, da utilizzarsi direttamente dal Comune per realizzare tale soluzione .

In tali casi, si chiede che la superficie corrispondente a quella liberata dalla previsione parcheggi, venga destinata ad incremento, all’interno del lotto di intervento, dell’area destinata a verde pubblico, ciò rientrando nella competenza e possibilità dell’Organo Giunta, visto il disposto dell’articolo 22/bis, ultimo comma della NTA e considerata la valenza “debole” della previsione della scheda tecnica 96, così definita in sede di decisione giurisdizionale di altra fattispecie in cui il Comune di Verbania e la presente Associazione sono state parti in contrasto.

3

In difetto della soluzione precedente si chiede che la medesima quota parcheggi pubblici sia realizzata comunque in interrato, come peraltro consentito da norma, riposizionando l’edificio in maniera più arretrata rispetto l’asse di V.le Azari, implementando significativamente la dimensione dell’area verde prevista in fregio.

Per le stesse ragioni si chiede che tutte le previsioni di utilizzo viario dell’area in funzione dell’accesso commerciale e la superficie riferita ai parcheggi di pertinenza, siano oggetto di attento riesame, finalizzato, se possibile, alla riduzione del loro ingombro.

In particolare si chiede che venga evitata la connessione automobilistica con via Crocetta che trasformerebbe tale via, sostanzialmente residenziale, in una a più inteso traffico, con evidente degrado della qualità urbana.

4

Per tutte le aree di superficie che dovessero rimanere destinate all’utilizzo a parcheggio o a viabilità interna, si chiede che vengano individuate soluzioni che prevedano l’utilizzo di materiali drenanti, mantenendo la permeabilità del suolo, sempre che ciò non contrasti con normative specifiche riguardo la raccolta e il trattamento delle acque meteoriche di dilavamento.

5

Per tutte le aree di superficie si chiede che siano fatte oggetto di piantumazione con adeguate alberature di medio fusto al fine di ridurre gli eccessi di calore che le aree a parcheggio e a viabilità provocano, mitigando altresì l’impatto visivo dell’edificio rispetto al suo intorno, integrando in maniera armoniosa le soluzioni, con quelle previste per l’area a verde pubblico, adeguatamente migliorata, attrezzata e ampliata.

Osservazione 5: Opere di contorno e di compensazione.

La posizione pregiata dell’area, di cui già si è fatto cenno, pur in assenza di una pianificazione generale coerente che ne valorizzi la forte potenzialità, non esclude che, specie con riguardo alle opere di contorno e a quelle di compensazione, si possano prefigurare scenari futuri entro i quali il progetto dell’area ora in esame possa integrarsi.

L’utilizzo, in interrato, della limitrofa area camper è già una soluzione suggerita che può costituire un elemento di connessione tra quanto in progetto e le aree esterne esistenti, evitando ulteriore consumo di suolo.

Tuttavia, pur in assenza di un piano che prefiguri il futuro della vicina area ex Acetati, la presenza dell’emergenza culturale di Madonna di Campagna è già ora un elemento di cui, a parere dell’Associazione, si deve tener conto nella progettazione di aree, come quella in esame, da essa non distante.

A giudizio della scrivente occorrerebbe valutare, con estrema attenzione, la possibilità di una futura riqualificazione dell’intero v.le Azzari al fine di trasformare questo asse di penetrazione urbana in un elemento importante di valorizzazione della qualità e anche della bellezza cittadina.

La intervenuta perdita della funzione industriale lungo buona parte del suo asse, la presenza in posizione dominante della già ricordata emergenza di Madonna di Campagna, potrebbero prefigurare la realizzazione di una forte connessione materiale e visiva tra le varie aree, dove la riqualificazione da semplice arteria automobilistica di scorrimento in vero e proprio viale di penetrazione urbana, trasformerebbe v.le Azari in un percorso anche ciclo/pedonale connettivo, dove l’elemento del verde urbano sarebbe l’elemento visivo dominante e qualificante. In questa prospettiva anche la perdita di anche solo poche decine di centimetri del calibro stradale, a vantaggio delle pertinenze pedonali e ciclabili, avrebbero il risultato di migliorare la qualità urbana, provocando una riduzione della velocità di scorrimento a tutto beneficio della sicurezza stradale e del clima acustico.

Se dunque questo, come crediamo, può essere uno scenario realistico, la presente osservazione chiede che vengano incrementate sostanzialmente le opere di contorno da richiedersi al proponente e che il segmento di v.le Azari posto in fregio all’area di attuazione venga fatto oggetto di una riqualificazione secondo le indicazioni prospettate.

Si confida nell’attento esame e nell’accoglimento dei contributi che abbiamo voluto proporre.


Distintamente

Il Presidente

Piero Vallenzasca




giovedì 2 dicembre 2021

ITALIA NOSTRA: LA NUOVA PRESIDENTE

 
Antonella Caroli


La professoressa triestina Antonella Caroli è la nuova Presidente Italia Nostra. Dopo aver militato a lungo nell’associazione, come presidente della sezione triestina, e aver rivestito ruoli di tutela nei beni culturali, è la 15esima presidente a guidare la storica Associazione, ormai giunta al suo 66esimo anno di attività.

Direttore dell’Istituto di Cultura Marittimo Portuale di Trieste (fino ad aprile 2015), Segretario Generale dell’Autorità Portuale di Trieste (2000-2004), si è laureata in architettura al Politecnico di Torino (città dove ha vissuto fino al 1982). Già Ispettore onorario MiBACT, da molti anni è impegnata nel salvataggio di archivi inediti e inesplorati. Insieme a Italia Nostra e al Comitato scientifico internazionale per il Porto Vecchio di Trieste, è impegnata nello sviluppo, la tutela e il restauro delle strutture storiche portuali e per la costituzione del Polo museale. Con studiosi di porti storici internazionali ha pubblicato numerosi testi sul Porto di Trieste, sugli stabilimenti Balneari storici, sulle Kunstgewerbeschules, sulle società nautiche e sulla città storica. Membro con incarico ministeriale alla Riserva marina di Miramare (2001/2005), del TICCIH (The International Comitee for Conservation the Industrial  Heritage), dell’AIPAI (Associazione Italiana per il Patrimonio Archeologico Industriale) e fondatrice dell’Associazione Biennale internazionale Donna. Già docente di ruolo negli istituti tecnici e nautici, collaboratrice alla didattica per l’area del Restauro all’IUAV di Venezia (1997-99), docente a contratto (Geografia economica-sistemi portuali) presso Scienze Internazionali Diplomatiche di Gorizia – Università di Trieste (2002-2004) e docente di Tecnologia meccanica e macchine marine per gli operatori del mare all’Istituto Nautico di Trieste “A. Volta”.

Succede alla storica dell’arte Ebe Giacometti, cui vanno i ringraziamenti della nuova presidente per l’indefesso impegno profuso in questi anni per sostenere le iniziative nazionali e le attività delle numerose sezioni locali dell’Associazione.


“Il futuro difficile, – dichiara la neoeletta presidente – ci vede tutti coinvolti per la sostenibilità ambientale e la tutela del beni culturali del Paese. Una sfida cui Italia Nostra non si sottrarrà, garantendo il proprio contributo al dibattito in corso sul futuro del pianeta.”

mercoledì 24 novembre 2021

VERBANIA : EUROSPIN ALLA PROVA

 RELEX fornitore di Eurospin per l'espansione della supply chain | RELEX  Solutions

 

 Questione Eurospin, con queste due parole, credo si abbia già messo a fuoco il problema, ossia dove, da alcuni anni, sia finita, non solo la capacità, ma anche il diritto dei governi locali a pianificare il territorio dei loro cittadini ? Abbiamo l’impressione che questo diritto sia retrocesso assai e da valore primario sia diventato un qualche cosa di accessorio. La prova provata di tutto questo sta nella pianificazione per varianti, o variantine come meglio si dovrebbe qualificarle che sono diventate il modo quasi normale con il quale, in apparente trasparenza, i governi locali “ rispondono” alle richieste di quello che potremmo chiamare il sistema produttivo. In nome della crescita del pil si è disposti a concedere tutto. Purché investa e non come e perchè investa, sembra diventata la parola d’ordine dietro la quale nessuno deve più fare obiezioni. In questo modo si è iniziato ad andare avanti nel modo più disordinato possibile. Ben inteso, non è che prima la pianificazione fosse un modello, tutt’altro, peccava ad esempio di sovradimensionamento e di altri e molti guai, ma proprio perché già prima era il frutto di una visione della crescita senza limiti, continuare a rigirare lo stesso strumento, farcendolo, un po’ a caso con tutte le richieste possibili, il rischio concreto è che il risultato che ne uscirà sarà sempre peggiore del male. Qui però viene spontanea anche una domanda e cioé: come mai tra la miriade di varianti e variantine, poche volte o quasi mai i vari governi che si succedono ogni lustro, non abbiano mai pensato che qualcuna a favore e beneficio generale della cittadinanza l’avrebbero ben potuta infilare ? Insomma, questa grande propensione al cambiamento che nel caso di Verbania, nel tempo non lungo di tre lustri, si è manifestata una quarantina di volte, ha mai prodotto un qualche progetto pubblico, forte e innovativo, sul piano della pianificazione. Tre lustri sono, in apparenza brevi, ma sono anche il tempo durante il quale si sono verificate quasi due rivoluzioni: la crisi economica iniziata nel 2008 che, proseguita negli anni, ha stremato l’apparato industriale, trasformando moltissime aree e fabbricati, in depositi di rottami a cielo aperto e poi il Covid che a molti ha dato la spallata decisiva e finale. Aggiungiamo che in mezzo a tutto questo, una delle poche regioni italiane, quale la nostra, si è data uno strumento di pianificazione sovraordinata: il PPR, che nella ottimistica visione del legislatore avrebbe visto, nel giro del biennio successivo, i Comuni aggiornare tutta la loro pianificazione territoriale. Dati in nostro possesso ci dicono che su quasi 1200 lo hanno fatto in 8 e i due anni sono passati da un bel pezzo. La questione Eurosopin, noi crediamo si possa leggere anche sotto la lente che abbiamo offerto: pianificazione pubblica scarsa o nulla, propensione massima ad accogliere ogni richiesta del sistema produttivo e non solo. Questo a prescindere quale parte fosse al governo cittadino. Se dunque questa è stata la linea di fondo che ha unito la dirigenza di governo locale, Eurospin è il solo risultato possibile e oggi solo l’ipocrisia può piangere. Cosa rimane in mano pubblica ? Non molto, ma qualche cosa sì: una capacità forte di “negoziare” il progetto presentato, sapendo che gli spazi sono ristretti, ma che comunque esistono e tanto potranno essere allargati, quanto più sarà messa in campo quella forte capacità negoziale. I precedenti non sono di buon auspicio, ma qualche volta succede.


2022-PROGRAMMA ATTIVITA'

 

Sezione Verbano Cusio Ossola
Via Sempione n. 91 28838 Stresa tel 0323/33499/ 3491337593
PROGRAMMA DI ATTIVITÀ PER L’ANNO 2022


1. RAPPORTI CON IL CONSIGLIO DIRETTIVO REGIONALE E DELLE SEZIONI TRA LORO.
Si deve rafforzare l’impegno della Sezione a mantenere e incrementare i rapporti tra le sezioni tra loro e tra queste e gli organi regionali, in primis il Consiglio. Le difficoltà riscontrate nel corso del 2020 e, in parte nel 2021, sono state superate con il ricorso agli incontri in remoto che si non dimostrati efficaci e tali da sopperire bene alle difficoltà di incontri in presenza, tanto da poter diventare una modalità consueta e normale, capace di rafforzare le relazioni che la dimensione regionale non sempre aveva reso possibile. In tal senso deve andare l’impegno della Sezione e del suo Presidente per una intensificazione sempre più stretta dei rapporti intersezionali in funzione di un più efficace coordinamento generale.

2. CAMPAGNA DI TESSERAMENTO
Le parziali difficoltà di mobilità subite ancora nel 2021 non hanno permesso di sviluppare appieno la propria attività sul territorio che, si auspica possa nel 2022 ritornare a condizioni di normalità, così che la più stretta relazione con i soci possa aiutare a diffondere la conoscenza dell’azione della Sezione con effetti positivi anche sul tesseramento che deve mirare ad un reclutamento in fasce di età più giovani in funzione di un possibile rinnovamento generazionale .

3. ASSOCIAZIONE IN RETE
Durante il 2021 si è mantenuta la presenza in rete della sezione attraverso la propria pagina blog: “ITALIA NOSTRA VCO”, assumendosi altresì l’onere di creazione e di gestione della nuova pagina blog del nostro Consiglio Regionale: “ ITALIA NOSTRA PIEMONTE”. Diventa fondamentale mantenere queste pagine social, perché solo nel tempo la loro diffusione e conoscenza può consolidarsi e diventare uno strumento importante di divulgazione e diffusione dell’azione dell’Associazione sul territorio.

4. LE AZIONI
 
Verifica del PPR
Il processo di adeguamento della strumentazione urbanistica al Piano Paesaggistico Regionale, segna pesantemente il passo, tanto da essere, di fatto,instradato su di un binario morto. Lo stato di inattività e talmente evidente che su iniziativa di questa Sezione, il Consiglio Regionale di I.N. ha approvato di avviare un percorso di approdo ad un convegno sul tema che, realisticamente potrà svolgersi a fine inverno, inizio primavera 2022, coinvolgendo appieno tutte le singole sezioni regionale, le altre associazioni ambientaliste, i soggetti pubblici responsabili e le loro articolazioni associative.

La Sezione dovrà quindi essere e svolgere una parte attiva di questo momento collettivo e partecipativo che dovrà avere adeguata risonanza e pubblicità.

Richieste di nuove tutele
Mentre le tre precedenti richieste sono in attesa della ricostituzione della Commissione Regionale che le deve valutare per proporre o meno alla approvazione del Governo della Regione, la previsione per il 2022 è quella di presentare due nuove proposte: l’una riferita ad un’ area in Comune di Madonna del Sasso, particolarmente caratterizzata dalla presenza di alcune architetture tipiche delle attività agricole tradizionali, entro un contesto prativo e boschivo, sostanzialmente integro, la seconda riferita ad alcuni esemplari arborei storici, radicati lungo la strada panoramica della frazione Levo di Stresa, esemplari che per la loro età e dimensione possono avere le caratteristiche per il riconoscimento di alberi monumentali.
Infine per la procedura in corso di vincolo indiretto per l’area pertinente il complesso monumentale di Vignone, l’impegno è quello di seguire l’iter che dovrebbe portare entro il 2022 al riconoscimento della tutela dell’area di S . Martino.
Sito unesco : Isole dei laghi
Si conferma l’impegno a perseguire in sinergia con la sezione di Novara e in coordinamento con altre associazioni, l’obiettivo, di mantenere le sollecitazioni nei confronti delle amministrazioni locali interessate perché avviano, in concreto, il processo di formazione del dossier di candidatura finalizzato al raggiungimento del riconoscimento Unesco per le maggiori Isole del Lago Maggiore e per l’Isola di S. Giulio del Lago d’Orta.


5. AZIONI CON LE ALTRE ASSOCIAZIONI AMBIENTALISTE

Si conferma che la tutela del Piano Grande di FondoToce da un lato, dell’Alpe Devero in valle Ossola dall’altro, sono i campi nei quali l’Associazione deve misurare, al massimo livello, la sua capacita di collaborazione con le altre associazioni ambientaliste presenti sul territorio.
Sotto questo profilo è in corso l’esame dell’obiettivo e la possibilità di partecipare, in qualità di socio, al costituendo comitato per la difesa attiva dell’Alpe Devero. In ogni caso, anche nel 2022, continuerà l’attività della Sezione in coordinamento con gli altri soggetti che si oppongono al progetto: Devero avvicinare le montagne.
Per quanto riguarda il Piano Grande di Fondo Toce, la Sezione continuerà la sua intensa attività di proposta e di controllo riguardo i processi di trasformazione del territorio che sono ancora aperti: ( Variante 37/ variante strutturale idrogeologica/ variante strutturale generale di Verbania ).
Sul piano della proposta, rimane aperta la questione dalla destinazione della Cascina De Antonis e verrà monitorato con attenzione l’esito che la proposta di questa Sezione aveva formulato in sede di piano di ripresa e resilienza, sviluppando, ove fosse accolta, tutte le azioni, in sinergia con le altre associazioni, per il coinvolgimento attivo degli Enti territoriali che ne sarebbero coinvolti, cercando in tale ipotesi e a supporto, la mobilitazione della cittadinanza attiva e disponibile ad esercitare un’adeguata pressione sugli Enti per l’accoglimento.

6. Altre azioni

La Sezione seguirà altresì l’esito della proposta che aveva presentato nell’ambito dei progetti del piano di ripresa e resilienza, e riferita al recupero, valorizzazione e gestione dei parchi storici di proprietà pubblica presenti sulle coste e sui versanti collinari del laghi Maggiore e Orta e in valle Ossola.
Si ha ragione di ritenere che la proposta possa aver un positivo esito e, in tal caso, la Sezione si farà parte attiva presso tutti i soggetti pubblici proprietari perché i finanziamenti concessi vengano utilizzati con la massima celerità e serietà.

Programma 2022 italianostravco

Il Presidente

Piero Vallenzasca

venerdì 19 novembre 2021

LA RUSTICA


 Traversata di Mergozzo, tutto perfetto



Non certo con un attacco a testa bassa come forse avrebbe voluto la ormai nota cronista della Stampa, ma con un'argomentazione fondata su ragioni di diritto urbanistico e ambientale, la Sezione locale di I.N. interviene ufficialmente sulla questione del residence in costruzione accanto alla spiaggia della Rustica. Conoscendo la propensione all'auto referenza della pubblica amministrazione non ci facciamo illusioni che gli Enti coinvolti cambino le loro decisioni, ma ci pare giusto fissare alcuni paletti che ci sembra siano stati valicati con troppa facilità e richiamare, anche con questa azione, che probabilmente non sarà l'unica e la sola, la questione di una tutela più seria delle coste dei laghi, proprio su quella sponda tanto bistrattata dall'esuberanza propensione agli investimenti comunque del noto imprenditore unico. Rimettiamo dunque alla lettura dei lettori e per la successiva cronaca della Stampa, il testo della nota inviata agli Enti " competenti".



ITALIA NOSTRA
Sezione del Verbano Cusio Ossola




Prot. 31 /21
18/11/2021

Al Comune di Mergozzo
Spett. Settore Tecnico edilizia/urbanistica
SEDE

Al Comune di Verbania
Spett. Dipartimento 4 programmazione territoriale
SEDE

Spett. Suap Sportello Unico per le attività produttive
Domodossola
SEDE

All’Ente Provincia VCO
Spett. Settore Assetto del territorio
Verbania- Fondotoce
SEDE

Spett. Soprintendenza ai beni paesaggistici
culturali e archeologici per le Provincie di
Novara/Vercelli/Biella/Verbano Cusio Ossola
Novara
SEDE


OGG: Comuni di Mergozzo/Verbania- Demolizione e ricostruzione di edifcio in località: La Rustica. Richiesta di riesame in autotutela.


Con atto Suap: Sportello unico delle attività produttive di Domodossola n. 1064 del 1805/2021 è stata approvata determinazione di conclusione positiva della conferenza dei servizi decisoria per demolizione e ricostruzione di edificio esistente per la realizzazione di residence turistico, riferita alla pratica n. 374/2020 Malù srl ricadente in Comun di Mergozzo e Verbania .
Il piano regolatore del Comune di Mergozzo, sul cui territorio ricade gran parte dell’intervento, individua l’ambito a destinazione turistica T1, ammettendo interventi di ricostruzione dell’esistente con incremento volumetrico massimo del 25%.
I parametri edilizi vigenti fanno riferimento al regolamento edilizio tipo regionale approvato, senza modifiche, dal medesimo Comune di Mergozzo.
Dall’esame degli atti progettuali si ricavano questo dati:
Volumetria urbanistica esistente : mc. 1.251
Volumetria urbanistica di progetto : mc.1.500
L’ambito di intervento è posto sull’immediato confine esterno del sito appartenente alla rete Natura 2000 di protezione speciale denominato: “ Mont’ Orfano- lago di Mergozzo, IT1140013 .
Non risulta che, né il Comune di Mergozzo, né quello di Verbania abbiano adottato o approvato atti di pianificazione urbanistica per l’adeguamento dei loro strumenti al PPR.
L’area, identificata alla tavola P4/3 del PPR risulterebbe:
“a dispersione insediativa specialistica”, sebbene il livello di definizione cartografico non sia tale da garantire la esatta identificazione del sito, posta com’é immediatamente a ridosso di: “ area rurale di pianura…”
L’area è collocata nella fascia di mt. 200 dal limite di costa del lago di Mergozzo e quindi è soggetta alle limitazioni di edificabilità di cui Art. 29. lett. D della Legge Regionale n. 56/77 e s.m..
Il progetto autorizzato prevede la totale demolizione dell’edificato e la costruzione di un nuovo manufatto edilizio.
Con la presente si chiede agli Enti in indirizzo il riesame in autotutela.

Primo motivo :

Si osserva, a giudizio della scrivente, che l’intervento assentito esula dalla tipologia edilizia della demolizione con ricostruzione in ambiti di tutela .
Le ragioni di tale giudizio si rinvengono nella definizione di intervento edilizio contenuta nell’articolo 3 lett. d) del DPR 380/2004 e s.m. .
Si osserva infatti che l’intervento di demolizione e ricostruzione con modifica di sagoma, prospetti, sedime e caratteristiche planivolumetriche, trova una limitazione con riferimento agli immobili sottoposti a tutela ai sensi del Codice dei beni culturali e del paesaggio di cui al decreto legislativo 22 gennaio 2004, n. 42, laddove, fatte salve le previsioni legislative e degli strumenti urbanistici, devono mantenersi sagoma, prospetti, sedime e caratteristiche planivolumetriche e tipologiche dell’edificio pre-esistente e non prevedersi incrementi di volumetria.
L’ambito nel quale l’intervento edilizio si colloca è all’interno dell’area sottoposta a tutela ai sensi del D.M. 25/02/1974: dichiarazione di notevole interesse pubblico del centro abitato e dei d’intorni del comune di Mergozzo, nonchè ancora risulta sottoposta a vincolo ex lege per effetto dell’articolo 142 del Codice dei beni culturali e del paesaggio.
In base alla sua ubicazione ricorre pertanto la previsione normativa sopra citata che sottopone a limitazioni gli interventi di demolizione con ricostruzione che, diversamente, si qualificherebbero come: “nuova costruzione”.
L’esame degli atti progettuali rileva che la previsione di “ricostruzione”, modifica, radicalmente, la sagoma dell’edificio, non più articolata come il pre-esistente, ma sostanzialmente lineare e aperta, modifica inoltre e conseguentemente i prospetti, mentre le dimensioni plani/volumetriche geometrico/effettive subiscono un aumento ben superiore al 25% dell’incremento volumetrico urbanistico ammesso.
In concreto e sotto il profilo sostanziale, l’edificio pre-esistente formato da due piani fuori terra, viene trasformato in un nuovo prodotto edilizio costituito da due piani abitabili e da un terzo piano accessorio, semi interrato su due lati e aperto sui restanti. L’aggiunta poi di “non volumi” costituiti dalle serre captanti, modifica ulteriormente l’aspetto dell’edificio rispetto a quello originario di cui prenderà il posto.
Non sembra aversi necessità di rilevare altro, ai fini della qualificazione del nuovo edificio come prodotto diverso rispetto ad una demolizione con ricostruzione in zona tutelata.
Il fatto che la quota di calpestio del primo piano abitabile debba essere fissata a mt. 198,50 s.l.m. ,motivata da ragioni di sicurezza idrogeologica, non giustifica la soluzione di progetto, potendo ottenere il medesimo risultato con altra soluzione, così come il fatto che le serre captanti non modificano il calcolo del volume urbanistico, non evita che le stesse vadano a modificare sagoma e prospetti dell’edificio.
Rimane infatti il fatto che tutte le modifiche introdotte nel progetto rispetto all’edificio pre-esistente, hanno comportato una sostanziale alterazione della sagoma, dei prospetti e delle dimensioni geometrico/effettive originarie, venendo a violare la previsione normativa contenuta nell’articolo 3 lett. d del DPR n. 380/2004, mentre l’unica modifica che avrebbe potuto essere introdotta era quella dell’incremento volumetrico del 25%, perché prevista dalla norma di piano locale.
Per le ragioni esposte il permesso rilasciato dovrebbe essere sottoposto a riesame in autotutela.

Secondo motivo

Si osserva che l’intervento avrebbe dovuto essere sottoposto a Valutazione di Incidenza Ambientale VIncA
L’ambito di intervento è immediatamente a confine con la zona di protezione speciale ZPS denominata : “ Mont’ Orfano- lago di Mergozzo, IT1140013 .
A giudizio di chi osserva, la estrema prossimità a tale confine avrebbe dovuto comportare l’obbligo di attivare il processo di: VIncA, così come definito dalla Direttiva92/43/CEE“Habitat”
Infatti qualsiasi piano o progetto anche non direttamente connesso e necessario alla gestione del sito, ma che possa avere incidenze significative su tale sito, singolarmente o congiuntamente ad altri piani e progetti, forma oggetto di una opportuna valutazione dell'incidenza che ha sul sito, tenendo conto degli obiettivi di conservazione del medesimo.
L’art. 6 della Direttiva 92/43/CEE è il riferimento che dispone previsioni in merito al rapporto tra conservazione e attività socio economiche all’interno dei siti della Rete Natura 2000, e riveste un ruolo chiave per la conservazione degli habitat e delle specie ed il raggiungimento degli obiettivi previsti all'interno della rete Natura 2000. In particolare, i paragrafi 3 e 4 relativi alla Valutazione di Incidenza (VIncA), dispongono misure preventive e procedure progressive volte alla valutazione dei possibili effetti negativi, "incidenze negative significative", determinati da piani e progetti non direttamente connessi o necessari alla gestione di un Sito Natura 2000, definendo altresì gli obblighi degli Stati membri in materia di Valutazione di Incidenza e di Misure di Compensazione.
Per quanto riguarda l'ambito geografico, le disposizioni dell'articolo 6, paragrafo 3 non si limitano ai piani e ai progetti che si verificano esclusivamente all'interno di un sito Natura 2000; essi hanno come obiettivo anche piani e progetti situati al di fuori del sito ma che potrebbero avere un effetto significativo su di esso,
indipendentemente dalla loro distanza dal sito in questione (cause C-98/03, paragrafo 51, C-418/04, paragrafi 232, 233)
Anche il piano di gestione del sito, approvato dalla Regione Piemonte e affidato per la sua attuazione all’Ente Provincia del VCO , fa riferimento a questa esigenza, laddove così recita:
“Una volta approvato il PdG può essere attuato senza ulteriori valutazioni di incidenza salvo quando subentrino nuove condizioni non previste nel Piano stesso; in ogni caso gli interventi difformi o non previsti dal Piano devono essere sottoposti a procedura di valutazione”.
Se è vero che l’intervento edilizio riguarda un immobile pre-esistente, è vero altresì che detto immobile da decenni era in condizione di non utilizzo, con una incidenza pari a 0 rispetto la vicinissima presenza della ZPS e alle sue esigenze di tutela.
Poiché il progetto prevede e intende attivare un’attività ricettiva, in forme e modi anche diversi da quella prima insediata quando la zona ZPS non era neppure stata ancora istituita, si ha ragione di sostenere che l’attività prevista sia, a tutti gli effetti, un’attività nuova e la cui incidenza rispetto alle esigenze di tutela della ZPS, debba essere fatta oggetto di valutazione.
Per quest’altro motivo, si chiede il riesame in autotutela degli atti rilasciati e l’apertura di una procedura di regolarizzazione amministrativa attraverso l’avvio di un procedimento di VincA.


Il Presidente
Piero Vallenzasca