lunedì 21 dicembre 2020

 



ITALIA NOSTRA VCO , IL SUO PRESIDENTE E IL CONSIGLIO TUTTO DELLA SEZIONE, CONFERMANDO L’IMPEGNO PER LA CONSERVAZIONE DEL PAESAGGIO DEI LAGHI, DELLE VALLATE ALPINE, DEI BORGHI MINORI, DEI BENI CULTURALI e ARCHITETTONICI CHE LA PROVINCIA RACCHIUDE, MA PURTROPPO INSIDIATI DA TROPPE INSIDIE, AUGURA A TUTTI I PROPRI ASSOCIATI E A TUTTI COLORO CHE NE CONDIVIDONO LE AZIONI E GLI INTENTI, BUONE FESTE CON L’AUGURIO E LA SPERANZA DI UN MIGLIORE NUOVO ANNO.

 


 SANTUARIO DELAL MADONNA DEL SASSO

venerdì 18 dicembre 2020

ALBERI ADDIO






Continua lo stilicidio di piante di alto fusto per i quali i Sindaci emettono ordinanze equivalenti a pena di morte. E' successo nei giorni scorsi per una bella quercia cresciuta sul lungo lago di Baveno e , sempre a Baveno due bellissimi olmi, invecchiati per loro colpa vicino alla casa di riposo comunale, non hanno avuto pace, ma sono stati condannati a morte. In genere, bisogna dirlo, il boia, permettetemi l'espressione, è un tecnico forestale che ne certifica l'imminente pericolo. In gran parte dei casi, sarebbe probabilmente possibile trovare qualche altro tecnico disposto a modificare il verdetto e a prescrivere una qualche cura dendrochirurgica che riesca a far sopravvive lo sventurato esemplare. Tuttavia così non è, ma lo stilicidio continua. Possiamo capire il timore dei Sindaci messi di fronte a possibili responsabilità per danni a cose o persone che potrebbero derivare da non imprevedibili schianti, ma meno capiamo il fervore dei soliti tecnici che anziché prescrive abbattimenti indiscriminati, dovrebbero trovare anche soluzioni alternative. Rimane il fatto che il patrimonio arboreo dei parchi comunali sul lago è lasciato pressochè senza manutenzione e quindi è facile che le situazioni degenerino perché quando si interviene è troppo tardi. Al proposito Baveno, visto che si parla di questo Comune, non eccelle affatto in tema di conservazione e manutenzione dei giardini, tanto che questa sera Legambiente ha organizzato una cerimonia funebre accanto ai caduti, stigmatizzando  l'operato del Comune rivierasco. Questa Associazione condivide pienamente la posizione e tampo fa ha inviato una nota a Soprintendenza e Regione sulla questione, tenuto conto che le piante sono di solito radicate in zone sottoposte a vincoli paesaggistici che i Sindaco credono di superare con il ricorso all'ordinanza d'urgenza, che dell' urgenza non ha quasi mai nulla, ma solo della voglia di levarsi ogni responsabilità senza fatica. E così il paesaggio peggiora.

sabato 12 dicembre 2020

VOGOGNA: A PROCESSO

 




Non senza esito sono state le ripetute segnalazioni che questa Sezione aveva inoltrato in relazione al deposito di inerti di cava autorizzati su aree agricole. L'indagine avviata dai Carabinieri del Noe e da quelli forestali è giunta in aula di giudizio, chiamando a rispondere di diversi capi di imputazione la titolare della ditta, un amministratore e il progettista del deposito, allora assessore nello stesso Comune. Registriamo questa notizia di cronaca che premia, per ora, l'azione svolta da questa Associazione a tutela del paesaggio e non solo. Non poche sono state le critiche che l'allora Sindaco ci aveva mosso, anche sul piano personale, ma davanti a questa notizia, esse appiono essere state improvvide e inopportune. In fondo la responsabilità amministrativa di questa vicenda si dive ricondurre tutta al suo operato.

Da: Vco 24:

Deposito di sassi a lato della superstrada: in tre a giudizio dopo la denuncia ambientalista


VERBANIA - 12-12-2020 -- Su quell’alto e lungo cumulo di sassi, una pila di scarti di cava collocati a ridosso della superstrada, s’era acceso il faro degli ambientalisti e dei difensori del paesaggio. Allo svincolo di Piedimulera della statale 33, in territorio del comune di Vogogna, era stato autorizzato il deposito temporaneo di inerti della società Agifin che, alla fine del 2017, era stato oggetto d’un esposto di “Italia Nostra”. Destinato a ministero dei Beni culturali, Arpa, carabinieri forestali, Asl, Regione, Provincia e Comune, segnalava anomalie edilizie, urbanistiche e ambientali.
Da quelle segnalazioni sono scaturiti gli accertamenti dei carabinieri forestali che hanno portato a indagare, e a trarre a giudizio, tre persone. S’è aperto in settimana al Tribunale di Verbania il processo a carico di Pierina Barboglio, socia e amministratrice della società Agifin, titolare dell'autorizzazione; di suo figlio Dario Marchetti, procuratore legale e amministratore della stessa; e del geometra Fausto Dotta, progettista incaricato di quella pratica e, all’epoca dei fatti, anche assessore a Vogogna nella giunta di Enrico Borghi.
La Procura contesta a tutti e tre la violazione delle norme urbanistico-edilizie per aver, nella Scia (Segnalazione certificata di inizio attività) del 4 luglio 2017, attestato che il progetto fosse conforme alle norme urbanistiche quando non lo era. L’accusa ritiene che, non solo il deposito temporaneo non fosse possibile su aree agricole, ma anche che per quel terreno, di classe geologica IIIa, servisse quantomeno una relazione idrogeologica.
Un altro capo d’imputazione riguarda la violazione delle norme edilizie. L’accumulo di sassi, infatti, alto 11,30 metri (più, si stima, 3 scavati sotto il piano di campagna) e vicino 5,5 alla superstrada, violava i progetti secondo cui poteva raggiungere i 10 metri d’altezza (senza scavo) e doveva essere distante 10 metri dall’arteria internazionale.
Ai soli Barboglio e Marchetti, inoltre, sono contestati altri due capi di imputazione per violazioni delle norme sui rifiuti: perché, tra le pietre, i carabinieri riscontrarono la presenza di scarti di ferro e acciaio equiparati a rifiuti speciali in un deposito non autorizzato come discarica; e per inquinamento da emissioni in atmosfera.

mercoledì 9 dicembre 2020

VOGOGNA CI RIPENSA

 



Dopo una lunga diatriba intrapresa tra questa sezione e il Comune di Vogogna a proposito dei depositi di inerti in zone agricole, il Sindaco attuale risponde all'ultima lettera che avevamo formulato al suo indirizzo, rappresentadoci che le nostre preoccupazioni sono le sue. I contenuti e i modi sono dunque cambiati, archiviando, speriamo sinceramente, le dure e inadeguate risposte che avevamo sempre ricevuto dal suo Onorevole predecessore, con il quale, peraltro, occupava la carica di Vice. Se la risposta è sincera, ce ne rallegriamo moltissimo, lo ringraziamo e gli auguriamo di riuscire in una operazione ora niente affatto facile: quella di rimuovere la montagna illegale di detriti di inerti di cava depositati in fregio alla supestrada presso lo svincolo di Piedimulera e di evitare che anche la seconda montagna autorizzata da Borghi diventi oltre che illegittima, come lo è già, pure illegale. Pubblichiamo qui sotto il testo della lettera che abbiamo ricevuto








domenica 6 dicembre 2020

VERBANIA: LA STAMPA

L’ex cascina De Antonis, dove si vorrebbe fare un centro sportivo 



Quello che non dice il governo di Verbania, lo dice la Stampa che sulla sua pagina web, il 5 dicembre, ci racconta, con evidente soddisfazione della cronista, l'esito del primo capitolo consiliare del percorso per modificare le classi di rischio idrogeologico sul Piano Grande di Fondo Toce. Il titolo non poteva essere più esplicito e, salva rettifica dell'Assessore Margaroli che aveva minimizzato la portata di questa decisione, lo scopo della variante in cammino sarebbe, anzi per la Stampa è, quello di aprire le porte allo sviluppo turistico e quindi ai progetti di Manoni, alias Malù srl. Non conosciamo ancora il verbale dell'assemblea e non siamo in grado di confermare la veridicità assoluta del resoconto fatto dalla Stampa, ma non abbiamo ragioni per dubitare della sua serietà quindi ? Quindi, passo dopo passo, tenendo coperte le carte e svelandole solo una alla volta, Verbania conferma di aver meritato pienamente il titolo di bandiera nera assegnatogli lo scorso estate da Legambiente e la contrarietà che lo stesso Margaroli aveva manifestato per questo riconoscimento, a suo giudizio assolutamente immeritato, risulta infondata. Anzi, se va avanti così, anche per il prossimo anno si potrebbe proporre la conferma del premio.Sarebbe un bel risultato per una città che si picca anche di candidarsi a città della cultura. Effettivamente qualche divergenza tra i due concorsi ci sarà pure, ma pare che sfugga al Governo che intanto va avanti imperterrito, opposizione permettendo, sin tanto che, prima o poi si prenderà una botta di sano realismo. Vedremo allora cosa scriverà la cronaca della Stampa.



LA STAMPA :


Piana del Toce, ok di Verbania alla variante al Piano regolatore: solo così potranno avanzare i progetti di sviluppo turistico. Il via libero è arrivato dal Consiglio comunale


CRISTINA PASTORE

PUBBLICATO IL 05 Dicembre 2020 

Un processo tecnico-burocratico lungo e complesso, ma non se ne può fare a meno. E’ la variante strutturale al Piano regolatore di Verbania per ridefinire le classi di rischio idrogeologico della piana di Fondotoce. Il Consiglio comunale lunedì ha dato il via libera anche con il voto dell’opposizione.
Giandomenico Albertella, alle elezioni 2019 antagonista del sindaco....................................