venerdì 18 dicembre 2020

ALBERI ADDIO






Continua lo stilicidio di piante di alto fusto per i quali i Sindaci emettono ordinanze equivalenti a pena di morte. E' successo nei giorni scorsi per una bella quercia cresciuta sul lungo lago di Baveno e , sempre a Baveno due bellissimi olmi, invecchiati per loro colpa vicino alla casa di riposo comunale, non hanno avuto pace, ma sono stati condannati a morte. In genere, bisogna dirlo, il boia, permettetemi l'espressione, è un tecnico forestale che ne certifica l'imminente pericolo. In gran parte dei casi, sarebbe probabilmente possibile trovare qualche altro tecnico disposto a modificare il verdetto e a prescrivere una qualche cura dendrochirurgica che riesca a far sopravvive lo sventurato esemplare. Tuttavia così non è, ma lo stilicidio continua. Possiamo capire il timore dei Sindaci messi di fronte a possibili responsabilità per danni a cose o persone che potrebbero derivare da non imprevedibili schianti, ma meno capiamo il fervore dei soliti tecnici che anziché prescrive abbattimenti indiscriminati, dovrebbero trovare anche soluzioni alternative. Rimane il fatto che il patrimonio arboreo dei parchi comunali sul lago è lasciato pressochè senza manutenzione e quindi è facile che le situazioni degenerino perché quando si interviene è troppo tardi. Al proposito Baveno, visto che si parla di questo Comune, non eccelle affatto in tema di conservazione e manutenzione dei giardini, tanto che questa sera Legambiente ha organizzato una cerimonia funebre accanto ai caduti, stigmatizzando  l'operato del Comune rivierasco. Questa Associazione condivide pienamente la posizione e tampo fa ha inviato una nota a Soprintendenza e Regione sulla questione, tenuto conto che le piante sono di solito radicate in zone sottoposte a vincoli paesaggistici che i Sindaco credono di superare con il ricorso all'ordinanza d'urgenza, che dell' urgenza non ha quasi mai nulla, ma solo della voglia di levarsi ogni responsabilità senza fatica. E così il paesaggio peggiora.

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