giovedì 26 ottobre 2023

LORGINO: LE PAROLE E LA REALTA'


La vicenda della cava Lorgino si è arricchita,  qualche recente tempo fa della dichiarazione del Sindaco del Comune interessato che, tra l'altro aveva puntato il dito nei confronti del Comitato che contrasta il progetto e credo anche della nostra Associazione, colpevole quest'ultima, se abbiamo bene inteso, di fare il suo mestiere. Nulla di male dunque. Più recentemente la vicenda si arricchisce anche della dichiarazione, non a caso provocata dallo stesso Sindaco, di un new entry nell'area consiliare di opposizione, dichiarazione che, ai più, deve essere parsa più realista del re, dove il re, in questo caso, non ci pare sia il Sindaco, ma qualcun'altro. Sin qui dunque gli aggiornamenti mediatici, aggiornamenti che, per vero, non avrebbero bisogno di essere fatti se le cose stessero procedendo come Governo e Anti governo sembra, unitariamente,  auspicano, ossia verso il consenso alla ripresa massiva dell'attività di coltivazione, attività che a leggere le dichiarazioni sarebbe una manna per l'economia locale, (difficile in effetti trovare aziende con quei tassi di profitto, così come difficile trovare aziende così avanzate in tema di economia circolare) e quindi ogni diverso esito lo si vorrebbe addebitare agli indicati oppositori, salvo manifestare ogni fiducia nei confronti della Conferenza dei Servizi, organo decisorio, e quindi perché indicare preventivamente dei colpevoli diversi da quello nei cui confronti si esprime fiducia ? A questa  domanda solo Il Sindaco e qualcun'altro potrà fornire risposta, ma non lo farà. Questo attivismo mediatico, in realtà, potrebbe celare altro, ossia la fondata preoccupazione che quel progetto, così come inizialmente impostato, non potrà andare da nessuna parte, tanté che risulta in corso di revisione, almeno parziale, tantè che autorevoli soggetti si stanno adoperando, con scarso crediamo successo, di far modificare le norme del Piano Paesaggistico Regionale e proprio in relazione a quello di cui stiamo parlando, sostenendo, diversamente, l'improcedibilità del progetto. Altro dunque che essere preoccupati, persino ci sarebbe da allarmarsi, incominciando già da ora a cercare qualche capo espiatorio da indicare come colpevole di un possibile fallimento della Conferenza. Ma questa ricerca non avrebbe bisogno di andare lontano. Il Sindaco, quale garante della sua comunità tutta, dovrebbe cercare in casa propria gli eventuali responsabili, anzi puntare il dito accusatorio contro se stesso, proprio lui che, con il suo Consiglio, ha venduto strade e demani, certificando la conformità della variante urbanistica votata per consentire l'espansione massiva della cava, mentre immaginiamo sapesse che la conformità forse non c'era, nascondendo nelle carte gli imbarazzi dietro una formula che ricorre e che risuona con un "per quanto possibile", ossia impossibile. Crediamo che di questa vicenda, iniziata male: senza mediazione, senza confronto, senza che i diversi interessi (privati e pubblici) venissero con attenzione soppesati e vagliati, accogliendo invece ogni richiesta aziendale, se ne parlerà ancora a lungo. Per ora, al di là delle dichiarazioni mediatiche, la vicenda è a un punto morto in attesa di nuove soluzioni più accettabili. Sarebbe quindi meglio usare il tempo per trovarle e non per parlare un po' a vuoto come sembra che si stia facendo dalla parte di chi dovrebbe governare.     
     

sabato 21 ottobre 2023

20 OTTOBRE 2023: IL CONVEGNO

 

 




Ritenuto fosse importante dare un segnale, rivolto in primis alle istituzioni sulla situazione di sostanziale stallo in cui giace il Piano Paesaggistico Regionale, ieri, venti ottobre, presso la sede dell'archivio di Stato di Torino, è arrivato il giorno promesso e la riuscita dell'incontro, non certo scontata visti i temi, non facili, in locandina, è andata forse anche oltre le previsioni, sia per il numeroso pubblico presente, sia per l'interesse degli argomenti trattati. Un impegno durato il tempo di un'intera giornata, con un breve intervallo ristoratore. E' toccato alla nostra Presidente Regionale, Prof.sa Adriana My, fare gli onori di casa, introducendo con i saluti ai presenti e con la relazione di apertura. Alla tenace Teresa Roli, figura storica dell'ambientalismo Torinese legata, da sempre, a Italia Nostra e Consigliera Nazionale dell'Associazione , è toccato svolgere il ruolo di conduttore e moderatore del convegno, presentando, via via, i singoli interventi e interfacciandosi con i relatori. Quanto allo svolgimento, "l'onore" di aprire le relazioni è spettato all'Architetto Giovanni Paludi, Responsabile del Settore Paesaggio, in rappresentanza della Regione Piemonte, il quale ha disegnato. a tinte chiaro/scure, il momento di attuazione del Piano, evidenziandone i nodi critici, ma esprimendo anche un giudizio moderatamente ottimista circa il suo stato. Non poteva essere diverso, considerato il ruolo rivestito dal relatore che certamente non aveva delegata ad esprimersi per conto della parte politica dell'Ente, verso la quale si è impegnato a riportare le sollecitazioni che il Convegno voleva esprime affinché un nuovo impulso e stimolo sia data all'attuazione di quel Piano. L' Architetto Cristina Lucca, della Soprintendenza di Torino, ha centrato la Sua relazione sulle vicende storiche del sistema delle tutele che, da inizio del secolo passato, sino ad oggi, si non succedute, con particolare riferimento al contesto della città di Torino e del suo intorno. Una rivisitazione del passato per arrivare all'attualità di oggi ed al tema del Convegno. Il Dott. Giovanni Lovasio già Presidente Nazionale di Italia Nostra e magistrato a riposo, ha svolto il tema, già criticamente sottolineato nel titolo del suo intervento, della novazione Costituzionale che ha introdotto la nuova formulazione dell'articolo 9. E stato un intervento che, attraverso una lettura critica del testo riformulato di quell'articolo, ne ha messo in evidenza non gli aspetti in apparenza positivi, ma quelli fortemente negativi che rischiano di minare la tutela del paesaggio, subordinandola, sempre e ovunque alla preminenza di una tutela ambientale, contenitrice di altre spinte e esigenze. Fiorenzo Ferlaino, già dirigente dell'IRES, ha svolto il tema del consumo del suolo, colpevole dell'avvenuto spopolamento e abbandono dei borghi d'Italia, non solo di quelli montani, invocando l'esigenza di porre fine a questa distruzione antropica e di valore, anche patrimoniale, fissando da oggi e subito il consumo 0 non come obiettivo lontano, ma come norma urgente e cogente. E' toccato poi ai rappresentanti delle istituzioni locali prendere la parola. Il Dott. Eugenio Gambretta nel ruolo di Vice Presidente Regionale della Associazione Nazionale dei Comuni d'Italia, è entrato nel vivo dei problemi che "affliggono" quegli Enti, specie nelle loro realtà più frammentate e marginali, ricordando le difficoltà oggettive che possono incontrare nell'affrontare una revisione dei loro strumenti urbanistici, non fosse per l'impegno di risorse finanziarie che richiede e di cui non dispongono. Un intervento franco e aperto dove il tema della tutela dei territori è stato però apertamente condiviso. Più sofferto l'intervento del Dott. Roberto Colombero, Vice Presidente Regionale dell'UNCEM, testimone dell'abbandono alpino, delle realtà che, giorno dopo giorno si spegnano e dove il tema della tutela sembra quindi dover essere messo in subordine rispetto a quello della sopravvivenza. Alla Prof. sa Angioletta Voghera dell'Università di Torino l'onere di un intervento legato alla pianificazione, o meglio ai tanti livelli della pianificazione che stanno alla base di una corretta tutela. Il Dott. Gabriele Bovo, della città Metropolitana, anticipando il suo intervento inizialmente previsto per il pomeriggio, ha illustrato, in concreto, gli esempi, con tutte le difficoltà incontrate e superate, in corso di realizzazione di interventi di tutela e di rinaturalizzazione di territori demaniali, legati anche all'utilizzo dei fondi europei del PNRR.
Dopo brevi interventi del pubblico, una meritata sosta ha aggiornato i lavori del Convegno per le ore 14:30. Puntuale la ripresa nel pomeriggio con l'avvio dei lavori affidati al Dott. Roberto Saini, Presidente dell'Ente di gestione dell'area protetta del Po e Ticino. A lui l'onere di illustrare la vita operativa di un Ente impegnato nella protezione di un'area vasta quale l'intera asta fluviale del Pò, dall'origine sino ai confini Lombardi. Il tema della pianficazione torna anche in questo intervento, unitamente agli esempi concreti di gestione operativa quali sono stati quelli che hanno visto l'Ente proporre e ottenere i recuperi ambientali dei siti di estrazione di sabbie fluviali. Il Prof. Marco Devecchi, Presidente dell'Accademia dell'Agricoltura di Torino, ha accompagnato i presenti lungo i paesaggi agrari Piemontesi, con le loro particolarità e tipicità, valori infungibili e, auspicabilmente, intoccabili. Il Dott. Pier Giorgio Terzuolo, responsabile d'area dell'IPLA, ha disegnato lo stato dell'arte del patrimonio arboreo regionale, l'entità boschiva, le sue diversità; un patrimonio quantitativamente molto importante, niente affatto ridimensionato, sempre in crescita assoluta con luci e ombre circa la sua gestione e il suo stato. Un ulteriore intervento sul tema costituzionale è stato affidato alla Professoressa Alessandra Algostino. Una difesa dei valori originari della Costituzione, un inscindibile nesso tra tutele del paesaggio e democrazia. Il paesaggio è di tutti, non ha classi o ceti, non vuole essere patrimonio solo di alcuni e con questa difesa " Costituzionale " dei principi intangibili di essa, non senza un voluto richiamo critico alle introdotte modifiche dell'articolo 9, il Convegno è andato verso le sue conclusioni, affidate ad un intervento più "leggero". La Sezione locale del Verbano/Cusio/Ossola ha illustrato con un video un esempio concreto di applicazione o forse distorta applicazione delle regole del PPR. Un richiamo perché via sia vigilanza e attenzione nella applicazione delle sue normative, specie quando sono cogenti e non fungibili. Comunque un segno di allarme che non deve essere sottovalutato e taciuto. Le conclusione finali sono state affidate alla nostra moderatrice, Architetto Roli, che ha interloquito con gli ultimi interventi del pubblico. La Presidente My, ha poi chiuso definitivamente il convegno con un ringraziamento esteso a tutti e manifestando la propria soddisfazione per la sua buona riuscita. La registra audio/video del convegno sarà a giorni disponibile sui social.

giovedì 19 ottobre 2023

ENTE PROVINCIA VCO: UNA RICHIESTA DI TRASPARENZA


 La nostra Sezione ha rilevato che l'Ente Provincia, nei procedimenti di valutazione di impatto ambientale da essa condotti, omette la pubblicazione integrale degli atti acquisiti durante i lavori delle stesse conferenze. Questo fatto contrasta con un preciso dettato normativo che, invece, chiede la tempestiva pubblicità di quegli atti. Non avendo ottenuto, sino ad ora, una soddisfacente risposta da parte della Struttura deputata, ha ritenuto rivolgersi direttamente al Presidente dell'Ente, chiedendo che si attivi per adeguare l'Ente a quel livello di trasparenza richiesto. Nel caso non si ottenesse soddisfazione, si adiranno altre autorità. Pubblichiamo il testo della nota inviata.


    ITALIA NOSTRA

SEZIONE LOCALE del VERBANO/CUSIO/OSSOLA

18/13/2023

Prot. 36/23

Preg.mo Presidente della Provincia del VCO

V.le Industria 25

VERBANIA FONDOTOCE

SEDE

OGG: Conferenze di valutazione di impatto ambientale. Trasparenza e pubblicazione degli atti.

Gentilissimo Presidente,

questa Associazione, portatrice di interessi diffusi, tra i propri scopi statutari, ha quello di contribuire alla salvaguardia del paesaggio inteso quale bene collettivo.

Alcune trasformazioni del paesaggio sono il risultato di progetti che vengono vagliati da Codesto Ente attraverso le Conferenze di Valutazione di Impatto Ambientale ed è quindi interesse dell’Associazione poterne seguire le vicende attraverso l’accesso a quella pagina del sito, dedicata alle VAS e alle V.I.A.

Questa pagina, ai sensi di un chiaro e preciso disposto della normativa nazionale che regola lo svolgimento delle Conferenze: D. Lgs 152/2006, dovrebbe consentire il tempestivo accesso a tutti gli atti di conferenza, via via, che si svolgono.

L’Ente da Lei Presieduto, nonostante affermazioni contrarie, sino ad oggi è venuto meno a quest’obbligo di pubblicazione e di trasparenza, omettendo la pubblicazione degli atti acquisiti in corso di conferenza e prodotti dai partecipanti.

Più recentemente, come le sarà noto, una nostra richiesta di partecipazione ai lavori di una conferenza, è stata positivamente accolta, ma senza la conoscenza piena degli atti in corso, ora anche formalmente richiesti, la nostra partecipazione non potrà essere piena e paritaria rispetto agli altri partecipanti. Confidiamo quindi che la richiesta venga accolta, tempestivamente.

Rimane tuttavia il vulnus della mancata pubblicazione degli atti di tutte le conferenze in corso, vulnus che non ci pare la Struttura deputata allo svolgimento intenda sanare sin tanto che non disporrà nel portale regionale.

La cosa non è giustificabile, tanto che vi sono Province, citiamo ad esempio Alessandria, che pubblicano sul sito tutti gli atti, conformandosi così ai disposti di legge.

E’ nostra richiesta che tale vulnus venga colmato tempestivamente, allineando Codesto Ente ai disposti normativi in tema di trasparenza.

Ci rivolgiamo quindi a Lei, Signor Presidente, perché eserciti quella funzione attiva di supervisione sullo svolgimento dell’attività delle Strutture dell’Ente affinché abbiano ad allineare le loro azioni agli obblighi di trasparenza a cui non possono sottrarsi.

Diversamente sarà cura di questa Associazione adire le autorità di garanzia e di controllo: vedi: ANAC- Difensore Civico Regionale- Ufficio Territoriale di Governo, al fine di ottenere un normale adempimento ad obbligo di legge .

Consapevoli della Sua sensibilità a riguardo, in attesa di leggerLa a riguardo, cordialmente salutiamo.

Il Presidente

Piero Vallenzasca

Il Vice Presidente

Filippo Pirazzi

mercoledì 18 ottobre 2023

STRESA: UNA SEGNALAZIONE

 


Sezione Verbano Cusio Ossola


Spett. Comune di Stresa

Servizio edilizia privata

SEDE

Spett. Comune di Stresa

Servizio vigilanza urbana

SEDE

Spett. Ministero dei Beni e delle

attività culturali e del turismo

Soprintendenza Archeologica, belle arti e

paesaggio per le Province di Biella,

Novara, Verbano Cusio Ossola e Vercelli

Cso Cavallotti 27

28110 NOVARA

inoltrate via PEC

Prot.33/23

17/10/2023

OGG. Comune di Stresa – impianto Eni carburanti. Segnalazione.

L’impianto di distribuzioni carburanti sito Stresa via Sempione Nord, ambito di vincolo di tutela paesaggistica, impianto di competenza ENI, è fatto oggetto, da molti mesi, di interventi di bonifica, sostituzione serbatoi e altro.

Il lavori hanno comportato la rimozione degli impianti di erogazione e lo smantellamento totale della grande pensilina già esistente.

In questi giorni è in corso il montaggio di una nuova grande pensilina a protezione dell’area delle colonnine di erogazione. Si allegata documentazione fotografica per la Soprintendenza in indirizzo.

Per la natura dei lavori eseguiti e in corso di esecuzione, le opere risulterebbero, a giudizio della Associazione scrivente, ricondursi ad interventi di ristrutturazione edilizia, giusto il disposto dell’art. 3 del testo unico dell’edilizia che così recita:

“ Costituiscono inoltre ristrutturazione edilizia gli interventi volti al ripristino di edifici, o parti di essi, eventualmente crollati o demoliti, attraverso la loro ricostruzione, purché sia possibile accertarne la preesistente consistenza. Rimane fermo che, con riferimento agli immobili sottoposti a tutela ai sensi del Codice dei beni culturali e del paesaggio di cui al decreto legislativo 22 gennaio 2004, n. 42, ad eccezione degli edifici situati in aree tutelate ai sensi degli articoli 136, comma 1, lettere c) e d), e 142 del medesimo decreto legislativo, nonché, fatte salve le previsioni legislative e degli strumenti urbanistici, a quelli ubicati nelle zone omogenee A di cui al decreto del Ministro per i lavori pubblici 2 aprile 1968, n. 1444, o in zone a queste assimilabili in base alla normativa regionale e ai piani urbanistici comunali, nei centri e nuclei storici consolidati e negli ulteriori ambiti di particolare pregio storico e architettonico, gli interventi di demolizione e ricostruzione e gli interventi di ripristino di edifici crollati o demoliti costituiscono interventi di ristrutturazione edilizia soltanto ove siano mantenuti sagoma, prospetti, sedime e caratteristiche planivolumetriche e tipologiche dell’edificio preesistente e non siano previsti incrementi di volumetria”

Si ha ragione di ritenere che, giusto il disposto dell’art. 149 del codice dei beni culturali, che si riporta qui nel seguito, le opere eseguite e in corso, in quanto ascrivibili alla ristrutturazione edilizia siano assoggettabili ad autorizzazione paesaggistica.

Art. 149. Interventi non soggetti ad autorizzazione

1. Fatta salva l’applicazione dell’articolo 143, comma 4, lettera b) e dell’articolo 156, comma 4, non è comunque richiesta l’autorizzazione prescritta dall’articolo 146, dall’articolo 147 e dall’articolo 159:

a) per gli interventi di manutenzione ordinaria, straordinaria, di consolidamento statico e di restauro conservativo che non alterino lo stato dei luoghi e l’aspetto esteriore degli edifici;
b) per gli interventi inerenti l’esercizio dell’attività agro-silvo-pastorale che non comportino alterazione permanente dello stato dei luoghi con costruzioni edilizie ed altre opere civili, e sempre che si tratti di attività ed opere che non alterino l’assetto idrogeologico del territorio;
c) per il taglio colturale, la forestazione, la riforestazione, le opere di bonifica, antincendio e di conservazione da eseguirsi nei boschi e nelle foreste indicati dall’
articolo 142, comma 1, lettera g), purché previsti ed autorizzati in base alla normativa in materia.”
Questa Associazione non ha però mai individuato, in albo pretorio informatico del Comune di Stresa, alcun atto autorizzativo riconducibile ai lavori in corso.
Con la presente, sotto il profilo giuridico normativo, si segnala l’eventuale presunzione di abusività delle opere in corso, invitando il Comune di Stresa alle necessarie tempestive verifiche.
Nel merito poi di quanto in corso di esecuzione, si contesta la ricostruzione della grande pensilina, posta nell’ambito di un’ area di tutela del cimitero storico esistente e fortemente impattante la visuale verso e dal lago, in una zona dove la presenza, sullo sfondo visivo, delle isole imporrebbe la massima attenzione e cautela, anche alla luce del vigente PPR.
Crediamo che la ricostruzione imminente della pensilina nulla abbia a vedere con la funzionalità dell’impianto, generalmente frequentato da solo traffico automobilistico per il quale una protezione o anche più protezioni di minor impatto, in termini di altezza, superficie e forma, ne garantirebbero l’eguale utilizzabilità, mentre erogatori esterni ad esse, posti a servizio della residua scarsa utenza, supplirebbero alle necessità.
Tutto quanto premesso, chiediamo che gli Enti e i soggetti in indirizzo, ciascuno per la propria competenza, si attivino in merito, dando a questa Associazione notizia circa l’esito della segnalazione che, vogliamo sottolineare, assume carattere di estrema urgenza.


venerdì 13 ottobre 2023

VAl GRANDE ULTIMO ATTO



Dopo tanta attesa, alla fine è arrivato anche l'ultimo atto di un lungo percorso, il 18 luglio scorso, il Presidente della Repubblica ha firmato il Decreto che allarga i confini del Parco Nazionale Val Grande e con la pubblicazione sulla Gazzetta Ufficiale del 11 scorso è diventato "legge". Guardando la nuova mappa dei confini del Parco non tutti saranno completamente soddisfatti. Spicca infatti  la vistosa carenza del territorio del Comune di Premosello, che pure inizialmente si era espresso in maniera favorevole alla sua inclusione, la frastagliata perimetrazione del confine sud con quello stretto corridoio che lo connette ad una parte del Comune di Verbania, il mancato coraggio ad abbracciare nei suoi confini il lago di Mergozzo e  di lambire il lago Maggiore includendo il Piano Grande. Troppo coraggio si sarebbe dovuto chiedere agli amministratori locali . Coraggio a che ? verrebbe a chiedersi se, questi stessi amministratori sono, un giorno sì e l'altro pure, impegnati ad esaltare la bellezza del "loro" territorio, salvo poi non  avere lo stesso coraggio  di dire al Signor  Manoni Tranquillo che ha già dato, cioè che ha già preso e quindi sarebbe bene che adesso non chieda più nulla. Al di là delle polemiche, della occasione mancata, oggi però è anche il tempo per esprimere soddisfazione per questo risultato che sembrava sempre tanto vicino e che invece tardava sempre ad arrivare. L'importante è che non sia un punto di arrivo, ma di partenza, che l'ente Parco, la Comunità del Parco, ora allargata con la presenza dei nuovi Comuni in essa inclusi, sappiano rimodulare la visione strategica del Parco Nazionale in funzione delle nuove opportunità  offerte dall'allargamento dei suoi confini. Una riflessione che dovrà vedere impegnato in primis il Comune di Verbania affinchè la sua inclusione nel Parco non rimanga un atto formale e burocratico, utile soltanto per accedere a risorse a cui prima era escluso, ma sappia  indicare la via nuova di una tutela e di una economia ad essa connessa. La nuova pianificazione che sta tentando sarebbe occasione per farlo, c'è solo da augurarsi che non la sprechi.           



 IL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA 

OMISSIS
Considerato che l'ampliamento del Parco interessa aree da classificare come zone D «area di promozione economica e sociale», di cui alla legge 6 dicembre 1991, n. 394, e che tale proposta ha la finalita' di: dare continuita' ecologica ed ecotonale a diversi ambienti naturali e seminaturali; inserire in area parco alcune parti di siti Natura 2000 precedentemente esclusi; rafforzare l'unitarieta' della matrice storico-culturale consolidando in un unico contesto le unita' di paesaggio del territorio interessato; Ritenuto quindi di poter valutare positivamente detta proposta di ampliamento in quanto coerente con le finalita' del Parco e finalizzata a garantire un livello di maggior tutela degli ambienti naturali e seminaturali ivi presenti; Acquisita l'intesa della Regione Piemonte espressa con deliberazione della Giunta regionale 4 marzo 2022, n. 2-4719; Acquisito il parere della Conferenza unificata nella seduta del 12 ottobre 2022; Vista la deliberazione del Consiglio dei ministri, adottata nella riunione del 15 giugno 2023; Sulla proposta del Ministro dell'ambiente e della sicurezza energetica; Emana il seguente decreto: Art. 1 1. Il comma 5 dell'art. 1 del decreto del Presidente della Repubblica 23 novembre 1993, pubblicato nella Gazzetta Ufficiale n. 41 del 19 febbraio 1994, e' sostituito dal seguente: «5. La perimetrazione del territorio del Parco nazionale della Val Grande e' riportata nella cartografia di cui all'Allegato l, che costituisce parte integrante del presente decreto. La cartografia ufficiale e' depositata presso il Ministero dell'ambiente e della sicurezza energetica e presso la sede dell'ente Parco nazionale della Val Grande.». 2. L'Allegato 1 del decreto del Presidente della Repubblica 23 novembre 1993, e' sostituto con la cartografia in scala 1:100.000 di cui all'Allegato 1 del presente decreto, che amplia il perimetro del Parco nazionale della Val Grande. 3. A partire dalla data di entrata in vigore del presente decreto, l'ampliamento del Parco nazionale della Val Grande adottato con decreto del Presidente della Repubblica 24 giugno 1998 e pubblicato nella Gazzetta Ufficiale n. 268 del 16 novembre 1998, e' incluso nella nuova perimetrazione complessiva di cui al comma 1. 4. Dall'attuazione del presente provvedimento non devono derivare nuovi o maggiori oneri a carico della finanza pubblica. Il presente decreto sara' trasmesso alla Corte dei conti per la registrazione e pubblicato nella Gazzetta Ufficiale della Repubblica italiana. Dato a Roma, addi' 18 luglio 2023 MATTARELLA Meloni, Presidente del Consiglio dei ministri Pichetto Fratin, Ministro dell'ambiente e della sicurezza energetica




giovedì 12 ottobre 2023

TORINO VENERDI' 20 OTTOBRE: IL PIANO PAESAGGISTICO REGIONALE A CONVEGNO


Il Consiglio Regionale della nostra Associazione organizza nella giornata di venerdì 20 ottobre, a Torino presso la sede dell'Archivio di Stato, un convegno sullo stato di attuazione, o meglio di non attuazione del Piano Paesaggistico Regionale. Un appuntamento importante che vuole accendere l'attenzione su uno strumento di programmazione sovraordinato e quindi prevalente che sembra, invece, sparito dall'agenda degli attori istituzionali che dovrebbero esserne i soggetti attuatori. Sarà l'occasione per un esame a tutto campo della questione che merita di essere riportata in primo piano in coerenza e a confronto con i temi della riduzione del consumo del suolo, dell'efficientamento energetico degli edifici, della rigenerazione urbana, della energia rinnovabile e di una nuova economia edilizia che accanto a finalità condivisibili rischia di aprire le porte ad una progressiva perdita del patrimonio identitario del paesaggio Piemontese. La nostra Sezione sarà presente con un proprio specifico intervento sul tema del paesaggio del lago Maggiore.  



sabato 7 ottobre 2023

DEVERO: LE MOTIVAZIONI DEI GIUDICI

 





Riconosciute le ragioni dell’ambiente





Il Tribunale ordina la sospensione dei lavori al Grande est del Devero. Il Parco, Ente Gestore Aree Protette dell’Ossola, la Regione Piemonte e il Comune di Baceno soccombono in tribunale per i lavori al Grande Est del Devero. Il cantiere è sospeso. Le Associazioni hanno vinto: sono state riconosciute le ragioni dell’ambiente.

L’area del Grande Est, nel Parco Veglia Devero, è all’interno di un Sito di Interesse Comunitario - Zona Speciale di Conservazione e Zona di Protezione Speciale per gli habitat e le specie rari e la risorsa della biodiversità. Nonostante la vocazione dell’area, il Parco, Ente Gestore dell’area protetta, aveva chiesto un finanziamento per modificare un sentiero ai fini di facilitare il passaggio delle mountain bike, identificando “questo territorio (…) come <<Alta Ossola Bike Arena>>”. Costo del progetto € 149.997,54, con finanziamento gestito dal GAL per lo più con fondi europei e una quota di risorse del Parco.

In data 5 ottobre il Tribunale ha disposto la sospensiva cautelativa del cantiere accogliendo pienamente gli argomenti delle Associazioni ricorrenti. Queste le motivazioni della sentenza: “Considerato che l’intervento oggetto di causa incide su aree incluse nel perimetro del Sito di Interesse Comunitario – Zona di Protezione speciale (SIC-ZSC) – Zona di Protezione Speciale (ZPS) - denominato “IT1140016 ''Alpi Veglia Devero e Monte Giove” e che tali aree ricadono all’interno del perimetro del Parco Naturale Alpe Veglia e Alpe Devero nonché all’interno del Sito Natura 2000; Valutato, pertanto, che le relative, rafforzate esigenze di tutela ambientale derivanti da tale classificazione, oggetto di specifica protezione a livello comunitario, richiedono in relazione agli interventi su tali siti la preventiva, rigorosa prova dell’assenza di effetti pregiudizievoli sui medesimi; Considerato che la censurata “Valutazione di Incidenza” ambientale (…) non pare sufficientemente approfondita nell’analizzare l’impatto dell’intervento sull’ambiente e sugli habitat interessati (…); Atteso che non pare altresì valutata l’incidenza cumulativa dell’attività in questione e della conseguente aumentata affluenza di fruitori dell’area in rapporto ad altri progetti destinati ad avere un impatto sul medesimo sito; Ritenuto pertanto, a un sommario esame, che la valutazione di incidenza necessiti di adeguate integrazioni, risultando allo stato attuale un difetto di istruttoria; (…) Ritenuto altresì che sussista il periculum in mora, derivante dalla potenziale compromissione dell’ambiente naturale in conseguenza della prosecuzione dell’intervento (...) sospende l’efficacia dei provvedimenti che autorizzavano i lavori. La trattazione di merito del ricorso l'udienza pubblica è fissata per il 13.11.2024.

Queste obiezioni, insieme ad altre, erano a conoscenza delle Amministrazioni da tempo. A fine maggio il Comitato Tutela Devero, Mountain Wilderness, la Federazione Italiana Pro Natura e il CAI hanno avviato un ricorso al TAR contestando la Valutazione di Incidenza ambientale. Eppure, nonostante la procedura in corso, il primo settembre l’Ente proponente ha aperto il cantiere. I ricorrenti hanno richiesto allora al Tribunale la sospensiva dei lavori per permettere un confronto tra le parti davanti al giudice. Perfino di fronte alla richiesta di sospensiva l’Ente Gestore Aree Protette si è preso la responsabilità di proseguire i lavori.

Ci interroghiamo sulla adeguatezza degli amministratori e dei responsabili delle aree protette che a giugno dichiaravano “Nessuno degli interventi proposti contrasta con alcuno dei disposti normativi, urbanistici e/o ambientali che gravano sull’area (di cui, peraltro, l’Ente promotore è gestore) e il progetto ha acquisito tutte le autorizzazioni e i pareri necessari. Con esito positivo, s’intende”.

Ci interroghiamo anche sul danno economico e culturale per la comunità quando gli amministratori intraprendono opere che esulano dalla destinazione del territorio tutelato.

Tocca così ai cittadini associati per la tutela ambientale sostenere la difesa e gli oneri perché venga rispettata la normativa e la destinazione di aree, come quella del Devero, sempre più preziose.

Unitevi a noi per sostenere le spese relative con il vostro contributo donando qui: comitatotuteladevero.org

Comitato Tutela Devero,

7 ottobre 2023

venerdì 6 ottobre 2023

DEVERO: PRIMO TEMPO


  • La contesa aperta sul piano giuridico tra il Comitato Tutela Devero ed altre Associazioni nei confronti dell'Ente Parco in merito a lavori di trasformazione della sentieristica esistente senza, a giudizio dei ricorrenti, la osservanza delle tutele nei confronti di ecosistemi riconosciuti per la loro valenza e protetti da norme di derivazione comunitaria nell'ambito di aree Natura 2000, ha avuto un primo risultato. Il Tribunale amministrativo ha riconosciuto il sussistere di esigenze cautelari che hanno giustificato l'emissione di un provvedimento di sospensione degli atti autorizzativi impugnati. In concreto ciò significa un fermo ai lavori avviati, in attesa che il Tribunale si pronunci nella udienza fissata per il prossimo 13 novembre. Non siamo ancora in grado di pubblicare il relativo provvedimento e interessante sarà conoscere le motivazioni che hanno sorretto la decisione dei giudici. Per ora un punto a favore dei ricorrenti è stato comunque messo a segno. Il passo successivo sarà ottenere una sentenza che confermi l'orientamento emerso in questa prima fase. Rimane comunque il paradosso di un Ente di protezione che vede i suoi atti sottoposti ad una prima censura da parte di giudici amministrativi ipotizzando quindi che la sua funzione primaria non venga svolta legittimamente, quello stesso rilievo che ha mosso i ricorrenti ad agire nel giudizio. Vedremo il seguito.