venerdì 29 maggio 2020

LA CAMPAGNA DELLA ASSOCIAZIONE CONTINUA ANCHE A LIVELLO NAZIONALE

I
IN EVIDENZA

28-05-2020
CAMPAGNA VIRTUALE BENI IN PERICOLO: LA LISTA ROSSA PARCO NAZIONALE DELLA VAL GRANDE – CASCINA DEL PIANO GRANDE DI FONDOTOCE – Verbania –
DI: REDAZIONE

CAMPAGNA VIRTUALE BENI IN PERICOLO: LA LISTA ROSSA

PARCO NAZIONALE DELLA VAL GRANDE – CASCINA DEL PIANO GRANDE DI FONDOTOCE – Verbania – VCO

Il Parco Nazionale della Val Grande, a due passi dal Lago Maggiore, è l’area selvaggia più vasta d’Italia. All’entrata di Verbania ai confini del Parco, c’è lo storico edificio della “Cascina” del Piano Grande, Sito di archeologia rurale composto da residenze agricole, magazzini, corte interna, stalla per ricovero bovini e strutture pertinenziali quali silos per alimentazione ed aree prative contigue. Grazie alla sua ottimale posizione territoriale, potrebbe essere un’ideale centro di visita, di promozione, di informazione, didattico, logistico e dei servizi turistici, sin’ anco amministrativi e direzionali a servizio del Parco. Pur avendo il Piano Paesaggistico Regionale posto prescrizioni, misure, linee guida e indirizzi che ne dovrebbero preservare l’integrità, non cessano le pressioni perché tali vincoli siano rimossi e il progetto, che prevede servizi ricettivi e ludico/sportivi, già presentato, venga comunque approvato. Da qui la scelta della Sezione di Italia Nostra Verbano-Cusio-Ossola di intervenire in maniera attiva per la salvaguardia di questo ambiente, chiedendo l’ampliamento dei confini del Parco, perimetrando al suo interno la storica cascina del Piano Grande di Fondotoce. Siamo convinti che l’economia turistica possa e debba cercare anche in altri modelli meno invasivi, ed anche meno vulnerabili, ma più diffusi, più equi e partecipati, una validissima alternativa capace di offrire redditi e benefici per nulla inferiori a quelli garantiti dal modello turistico industriale.

mercoledì 27 maggio 2020

LA PROPOSTA





Questa sera postiamo il documento integrale che, condiviso dalle associazioni ambientaliste, è stato portato all'attenzione di tutti i soggetti istituzionalmente interessati al tema che abbiamo voluto proporre. Il documento vuole essere un momento di riflessione sulla questione dell'economia del turismo e come tale economia non debba banalizzare i beni che le hanno permesso di crescere, ma debba coniugarsi secondo modelli che li preservino, in un corretto e positivo equilibrio tra risorse e il loro utilizzo economico. La proposta di recupero e riuso funzionale della Cascina del Piano Grande perchè diventi il principale portale del Parco Nazionale Val Grande, rappresenterebbe dunque un progetto emblematico indirizzato verso una economia di un turismo sostenibile e virtuoso.

 
                                    IL PIANO GRANDE DI FONDOTOCE
  Un’area di grande valore ambientale e paesaggistico da preservare e valorizzare

Il “Piano Grande” è tornato di attualità nell’agenda del Governo della città di Verbania.
Esiste un progetto della società Malù, che prevede la  trasformazione dell’ambito della “cascina “ di Fondo Toce, e non solo,  con destinazione a luogo di sport e divertimento, di nuova ricettività turistica, di  ampliamento delle strutture a servizio del gioco del golf e ad estensione della superficie dell’impianto sportivo esistente.
Tale progetto è alquanto discutibile in quanto la proposta invece che preservare il quadro paesaggistico di quei luoghi, fortemente identitari, rispettarne i valori naturalistici, riconosciuti dalla presenza della riserva naturale, e valorizzarne la residua funzione agricola, storicamente esercitata, conduca ad un pesante depauperamento ambientale dell’area.
Il progetto, pur non conosciuto nei suoi aspetti di dettaglio, è indirizzato verso obiettivi non condivisibili, che comportano un accrescimento ulteriore di uno degli elementi di maggior criticità di cui oggi la riserva di Fondo Toce, ma non solo, soffre, ossia l’eccesso di pressione antropica.
E’ un progetto coerente con una politica della concentrazione dell’offerta turistica nel polo dell’“Isolino”, che verrebbe ulteriormente caratterizzato da  nuovi e aggiuntivi servizi da integrarsi con quelli ricettivi extra alberghieri esistenti.
 Pare dunque che poco importi al progetto di preservare i valori identitari, naturalistici e storici di cui abbiano fatto cenno e che dovrebbero, invece, costituire le linee guida della pianificazione della città di Verbania rispetto a quell’area.
Tali linee guida trovano conferma in strumenti di pianificazione sovraordinata come il Piano Paesaggistico Regionale, e non sono solo patrimonio delle istanze di cui sono portatrici le Associazioni scriventi.
Giova ricordare che una delle tematiche che il Comune di Verbania sarà chiamato a sviluppare, sarà  proprio  l’adeguamento del proprio strumento urbanistico alle direttive,  indicazioni e  prescrizioni che il PPR fissa all’interno di tutta la strumentazione normativa di cui è dotato.
E’ un’operazione complessa che dovrebbe essere il risultato di una revisione generale dello strumento e che proprio nella zona del Piano Grande trova forse uno dei nodi più impegnativi da risolvere, ma anche un suo campo di stimolante e attenta attuazione.
 Un’operazione che dovrebbe dunque vedere il Consiglio Comunale di Verbania,  attraverso un percorso partecipato, essere l’attore protagonista di scelte programmatiche coerenti con gli strumenti della pianificazione sovraordinata.
Sotto questo profilo ci pare che la proposta “ Malù” ora in corso, male si coniughi con scelte di pianificazione che debbono essere oggetto di valutazione complesse e articolate, che andranno esaminate dalla Commissione competente e dal Consiglio Comunale in ogni fase del procedimento e non solo affrontate alla fase terminale di un percorso.
Significativo, al fine di coglierne la complessità, il contrasto di posizioni, in apparenza non ricomposte, tra gli stessi attori pubblici della Conferenza dei servizi e che emerge dalla lettura del verbale della seconda riunione svolta nell’ambito della procedura: “ Malù”.
Qualunque sarà comunque l’esito di quella procedura essa comunque non potrà non verificare la coerenza della variante proposta, non solo con le prescrizioni del PPR, cosa in fondo di immediato riscontro, ma anche con gli “indirizzi”, le “direttive”, gli “obiettivi” e le” linee di azione”dello stesso PPR, cioè con tutto l’aspetto previsionale e normativo  che lo strumento sovraordinato assegna alla pianificazione.

Sotto questo profilo chiediamo come possano essere esplicati all’interno della variante “ Malù” i seguenti indirizzi:

1)      La possibilità dell’ampliamento della Riserva Speciale, auspicato all’interno degli indirizzi e orientamenti strategici fissati per l’ambito di paesaggio 12, che non dovrà essere compromesso da previsioni con esso contrastanti.

2)      La valorizzazione del rapporto lago-montagna, anche nell’ottica di un alleggerimento della pressione turistica sulla sponda lacuale.

3)      La sottoposizione a maggior tutela dell’area del lago di Mergozzo.

Le “ linee di azione” sempre previste all’interno del quadro normativo del PPR quali:

1)      La riduzione del traffico lungo la strada litoranea.

2)      “La tutela e l’incentivazione delle attività agricole attraverso la conservazione del suolo (vedi parcheggio a raso citato) e dei caratteri paesaggistici rurali ..” ?

Contrastano con la previsione di un nuovo polo di concentrazione e di attrazione di ben 750 posti auto e col previsto parcheggio a raso e quindi coi caratteri paesaggistici rurali dell’area.


E ancora e da ultimo:

1)      Ci chiediamo come siano declinati gli indirizzi e le direttive dell’articolo 32 delle  NTA del PPR con riferimento all’unità di paesaggio SV4 di Verbania, laddove dovrebbe essere privilegiata le leggibilità del paesaggio agrario e dei contesti rurali, non certo la loro cancellazione.

2) Come, in relazione all’articolo 17 delle NTA, sempre del PPR, vengano declinati e applicati indirizzi e direttive legate alla presenza della riserva speciale

In questa rassegna .di criticità evidenti non abbiamo peraltro richiamato le ulteriori griglie normative che sono di ostacolo al procedere del progetto, vedi le norme del Piano di Assetto idrogeologico.

Tutte osservazioni che, a nostro giudizio, non possono trovare  risposte nel piano “Malù”.

LA VALENZA ECONOMICA DEL PIANO GRANDE.
DUE MODELLI A CONFRONTO

Con riferimento al progetto Malù, da più parti, si direbbe bipartisan, si sono ascoltate argomentazioni di ordine economico, occupazionale e di sviluppo; quest’ultimo genericamente inteso, per giustificarlo e valutarlo con estremo favore e interesse.

Da più parti vengono e verranno snocciolati, senza problemi, dati e numeri importanti riguardo la valenza che l’economia dell’ “Isolino” rispetto ai numeri complessivi del turismo sul lago.
E’ tutto vero sin tanto che non si contrappongono alla filosofia del turismo di massa altri valori che si ritengono strategici e di grande  importanza tenuto conto della delicatezza paesaggistica e ambientale dell’area.

La ricettività diffusa rappresenta, già oggi, un aspetto  importante e in forte emersione ed espansione nell’ambito del territorio provinciale. Esso riguarda centri turistici primari e non solo, ma anche  località minori: di lago, collinare e alpine; centri storici e no, contribuendo a rivitalizzarli e dando una nuova funzione ad un surplus di patrimonio immobiliare che presenta anche aspetti di forte sofferenza, vuoi per il crollo demografico e residenziale in atto nei centri minori, vuoi per lo  stato di degrado che consegue all’abbandono abitativo, vuoi anche per il modificato modello di turismo residenziale che si è venuto ad affermare rispetto a quello in voga nei periodi più “dinamici” dell’investimento immobiliare, con una conseguente immissione sul mercato dell’affitto breve di tale patrimonio immobiliare, diventato diversamente un surplus.  
 Questo per molti aspetti nuovo modello legato alla ricettività turistica, si esprime già ora in migliaia di posti letto, peraltro in crescita esponenziale, che vengono offerti ogni giorno sui portali presenti sulla rete internet. Esso si rivolge ad un targhet di turisti, quasi totalmente stranieri, che difficilmente sceglierebbero la ricettività alberghiera e che sono orientati verso l’utilizzo della ricettività residenziale, probabilmente alternativa e competitiva rispetto non solo a quella alberghiera, ma anche a quella dei più tradizionali “villaggi vacanze”. 
E’ un’importante opportunità di crescita ordinata dell’economia turistica perché permette di accogliere grandi numeri, ma in maniera diffusa, evitando le concentrazioni e le criticità che in genere le grandi quantità comportano, diffondendo invece i benefici anche a località minori che ne erano prima escluse.
Sotto questo profilo, le caratteristiche del territorio della Provincia, con la varietà di offerta di paesaggio e di ambienti costituiscono un elemento insediativo ideale per tale tipo di ricettività. La presenza poi e la qualità del sistema delle aree e dei territori protetti sono un ulteriore importante elemento che ben si coniuga con un modello economico/turistico più lento e meno invasivo.  

Sono comunque evidenti  l’incompatibilità tra il progetto “Malù”  con le criticità rilevate nel confronto con il PPR, ma anche con il quadro dell’offerta e della domanda turistica nonché della fruizione del territorio che abbiamo delineato.

Sono modelli inconciliabili:

a)       Da un lato un uso del territorio, da modificarsi nel suo assetto per farne un contenitore concentrato di economia turistica di massa.
Dall’altro lato una conservazione del territorio in quanto valore primario di offerta turistica, distribuendone la domanda in maniera ampia e diffusa.

b)       Da un lato un modello economico imprenditoriale classico fondato sull’investimento di capitali anche molto importanti, ma con una conseguente successiva concentrazione degli utili societari, altrove poi probabilmente destinati.
Dall’altro lato un modello  fatto di una miriade di micro investimenti capaci di generare reddito o integrazione di reddito, spalmato in maniera diffusa, equa, democratica e plurale;

c)       Da ultimo un modello turistico generatore a sua volta di criticità importanti, vedi i problemi di eccesso di viabilità privata e di conseguente  difficoltà di mobilità proprio nell’ambito degli assi stradali tangenti al Piano Grande.
Dall’altro lato un modello che non comporta criticità particolari,  ma semmai ne risolve di presenti, vedi lo spopolamento dei borghi e la loro  desertificazione commerciale e di servizi. 

Alla luce delle considerazioni fin qui svolte, l’economia dell’”Isolino” deve essere letta con occhio più attento e più critico; ne esce comunque ridimensionata, i suoi numeri devono essere interpretati in maniera più relativa e certamente, anche in una prospettiva di medio o lungo termine, essa non appare più strategica rispetto alle valenze altre e competitive che modelli turistici diversi e più coerenti con la sostenibilità territoriale possono offrire, rappresentando questi ultimi  una validissima alternativa. 



UNA PROPOSTA ALTERNATIVA PER IL RUOLO DELLA CITTA’ DI VERBANIA

CENTRO VISITA E DI SERVIZI PER IL PARCO NAZIONALE DELLA VALGRANDE E PER TUTTE LE AREE PROTETTE DELLA PROVINCIA DEL VCO.


Le argomentazioni che abbiamo sin qui svolto hanno cercato di illustrare come le ragioni di cura e conservazione di un territorio, si possono coniugare molto efficacemente con quelle della crescita dell’economia turistica, anzi ne sono la premessa in un ribaltamento della logica che vede esclusivamente la massificazione degli investimenti, il consumo di suolo libero e la concentrazione delle iniziative imprenditoriali come l’unico obiettivo da favorire.
Da qui e da questa lunga premessa critica nasce però anche una proposta che veda Verbania e nella specie la pianificazione  del Piano Grande, quale occasione di una rinnovata centralità e di un nuovo protagonismo pubblico nelle scelte di politica non solo urbanistica, ma anche turistica.
E’ data come ormai prossima la fine positiva del percorso che vedrà i confini del Parco Nazionale Val Grande estendersi anche entro una parte del territorio del Comune di Verbania.
E’ un fatto molto positivo e che non solo premia le buone intenzioni di tutti gli amministratori che si sono impegnati per raggiungere questo obiettivo, ma che chiama altresì l’amministrazione stessa ad una prova di coerenza e di responsabilità  verso obiettivi di qualità territoriale e di sensibilità accresciuta verso i temi della conservazione  dell’ambiente.

Tali obiettivi non possono ritenersi raggiunti ed esauriti con il conseguimento dell’allargamento dei confini del Parco, ma quest’ultimo perché non rimanga soltanto motivo di soddisfazione e di vanto da esibire, deve essere la premessa per nuove buone azioni e buone pratiche su un territorio di grande pregio ambientale e paesaggistico.

Coniugare l’occasione dell’allargamento dei confini della Val Grande sin dentro Verbania, ( questo sì, avvicina i territori interni montani al piano) con un ambizioso progetto pubblico di promozione, di diffusione della conoscenza e di divulgazione del Parco Nazionale, potrebbe essere momento perché le buone azioni e le buone pratiche  si possano realizzare.
Entro questo obiettivo, il Piano Grande e in particolare l’ambito costituito dagli edifici storici, dalla corte e dalle pertinenze della vecchia struttura rurale, leggasi silos, dovrebbero diventare il luogo di quella promozione, diffusione di conoscenza e divulgazione, ma non solo, di cui è fatto cenno.
Una felice e privilegiata localizzazione logistica rispetto all’oggetto da promuovere, ma anche rispetto all’utenza cui rivolgersi, ne farebbe il contenitore perfetto.
Centro di visita, ma anche di servizi che il Parco, con la sua istituzione ha, in questi anni, fatto nascere; centro di informazioni; stazione di organizzazione e di  partenze per escursioni guidate, per trasferimenti su mezzi pubblici verso i paesi delle aree interne; laboratorio didattico e di educazione ambientale, stazione di recupero della fauna selvatica.
Tutto questo è il ventaglio di un possibile riuso funzionale della struttura rurale in abbandono, recuperandola nei suoi caratteri architettonici, nel contorno di un ambito vasto che deve rimanere a destinazione esclusivamente agricola, sottratta così, da un lato all’abbandono e al degrado conseguente, ma anche ad un riuso funzionale non coerente con i valori di paesaggio che esprime.
In tutto questo ci pare che gli indirizzi, le direttive e l’intera struttura normativa con cui il PPR ridisegna l’ambito e le unità di paesaggio interessate, siano pienamente rispettati.
Aggiungiamo che la valenza del sito è tale che meriterebbe senza dubbio  anche il coinvolgimento delle altre aree protette presenti a livello provinciale e fors’anche dell’altra realtà di parco nazionale presente a livello regionale,  aprendosi così nel sito della Cascina di Fondotoce  una vetrina unica e privilegiata rispetto a tutti questi territori protetti.
A fronte di questo nuovo utilizzo funzionale della struttura, ogni miglior professionalità creativa dovrebbe essere cercata per la realizzazione di un progetto che possa esso stesso diventare modello ed eccellenza del territorio

LE CONDIZIONI DI SOSTENIBILITA’ DELLA PROPOSTA

La condizione prima della realizzabilità dell’idea sta però tutta nella volontà decisoria del Comune di Verbania e nei programmi dell’Ente Parco.
Alla finale determinazione del Consiglio Comunale sta il destino dell’attuale progetto “Malù”.
I vincoli e gli ostacoli che questo progetto imprenditoriale dovrebbe superare sono innumerevoli e forse invalicabili.  Noi ne abbiamo indicati alcuni che ci paiono, peraltro, bloccanti. Prova forse ne è la difficoltà e la lentezza del percorso procedurale in corso che pure, salvo ritiro volontario, vi è il dovere per l’amministrazione pubblica di concludere, non quello di tenere aperto o sospeso all’infinito.
Dall’altro lato vi sta un altro dovere per il governo di Verbania, cioè quello di dare attuazione allo strumento di pianificazione sovraordinata che è il PPR, attuandolo, peraltro, non in contrasto con altri strumenti di piano di livello sovraordinato, vedi PAI.
Noi abbiamo provato ad indicare come il progetto “ Malù” non sia coerente  con l’attuazione compiuta del PPR entro l’ambito territoriale del “Piano Grande”. Sappiamo che il suo accoglimento richiederebbe anche una modifica della classificazione dei gradi di rischio idrogeologico e ciò costituisce ulteriore motivo ostativo all’accoglimento.    
La proposta che presentiamo non crediamo sia soltanto accattivante nel suo aspetto, ma possa rappresentare invece un’alternativa sostenibile per un riutilizzo di un bene che, conservato nella sua integrità paesaggistica, possa svolgere una funzione utile rispetto l’offerta di beni comuni tutelati che il territorio ha.
Verrebbe fornito un servizio anche e proprio a favore delle aree interne più svantaggiate che troverebbero nel luogo della “Cascina” una visibilità accresciuta a livello esponenziale con effetti positivi sulla loro economia turistica.
Un’idea ambiziosa la cui attuazione dovrebbe fare capo all’Ente Parco Val Grande in auspicabile accordo con le altre realtà protette che abbiamo già richiamato.
Alla base, un’intesa di programma dovrebbe vedere il Comune di Verbania e l’Ente Parco quali principali attori. Un’ intesa che definisca le volontà dei due Enti rispetto al progetto, la indicazione delle rispettive competenze, i tempi di possibile attuazione di un percorso politico/amministrativo e tecnico/attuativo non breve, ma che una volta imboccato non abbia ad avere ripensamenti o smentite.
Premessa di tutto rimane però la conclusione, con rigetto o con ritiro, del progetto ”Malù” e il successivo avvio di un processo di adeguamento dello strumento urbanistico che, insieme al recepimento del PPR, abbia a individuare la “Cascina” di Fondotoce quale area per servizi pubblici di interesse collettivo, con la indicazione specifica che in questa proposta abbiamo voluto dare.
 Se verranno osservate in maniera corretta e scrupolosa procedure e formalità, i tentativi ostativi, che pure potranno essere messi in campo sul piano giuridico/legale, non prevarranno.
 Ritorna allora però e in primo piano la funzione decisoria del Comune di Verbania, il ruolo del proprio Consiglio Comune, così come il Programma del Sindaco che, rivisitato e corretto, dovrebbe assumere e far propria l’idea che abbiamo prospettato, condividendo le motivazioni di ordine più generale che abbiamo  esposto.
In conclusione poi, il primo degli ostacoli che potrebbe venir contrapposto sono le risorse, sicuramente non poche, che dovrebbero essere messe in campo per  l’attuazione del progetto.
Il prossimo bilancio Europeo 2021/2027 destinerà risorse importantissime a favore della Regione Piemonte ed è molto probabile che misure o azioni si indirizzeranno anche verso obiettivi di qualità ambientale;  d’altra parte e a comprova,  Verbania sta ancora beneficiando degli effetti positivi del precedente bilancio Europeo che si sta chiudendo: vedi il recupero del parco di Villa S. Remigio.    

Quali Associazioni di tutela ambientale ci siamo permesse perciò di intervenire sulla questione che abbiamo diffusamente trattato e ciò in quanto vogliamo offrire il nostro contributo. 
  In conclusione vogliamo e chiediamo che la questione del Piano Grande  diventi occasione di un dibattito aperto e trasparente sulle linee guida lungo le quali si vuole indirizzare un’economia e un territorio, confidando che le ragioni che qui abbiamo espresso possano trovare un eco ed una voce capace di rappresentarle in maniera persuasiva e convincente. Sarebbe un bene per tutti.



Condividono la proposta:



Italia Nostra Piemonte

Italia Nostra Sezione VCO

Legambiente Piemonte e Valle D’Aosta

Salviamo il Paesaggio Valdossola

Legambiente Circolo il brutto anatroccolo

Comitato Terre San. Giovanni

Commissione Ambiente Arci Verbania

Comitato per la Salvaguardia e la Valorizzazione del San Bernardino

Mountainwilderness Italia  



martedì 26 maggio 2020

UNA PROPOSTA PER IL PIANO GRANDE









COMUNICATO STAMPA


Da parte delle associazioni, nazionali e locali in calce indicate e che operano per la tutela dell’ambiente, è stata condivisa e sottoscritta una proposta che viene portata formalmente all’attenzione degli Enti e dei soggetti pubblici, in primis del Comune di Verbania e dell’Ente Parco Nazionale Val Grande perché ne facciano oggetto di discussione e di serio approfondimento, valutandola nel suoi contenuti di merito e nella sua attuabilità sotto il profilo sia tecnico/amministrativo che economico.
La proposta trova la sua premessa nella prevista prossima conclusione del processo di allargamento dei confini meridionali del Parco Nazionale Val Grande, con l’estensione del territorio protetto sin entro il Comune di Verbania, giungendo a lambire il Piano Grande di Fondotoce.
Le Associazioni firmatarie sono consapevoli della valenza paesaggistica e naturalistica del Piano Grande.
Sono altresì consapevoli dei progetti che tuttavia su di esso si concentrano perché si rafforzi ulteriormente il polo lì presente del turismo ricettivo non alberghiero di massa.
Sono convinte che l’economia turistica possa e debba cercare anche in altri modelli meno invasivi, ed anche meno vulnerabili, ma più diffusi, più equi e partecipati, una validissima alternativa capace di offrire redditi e benefici per nulla inferiori a quelli garantiti dal modello turistico industriale.
Ritengono che i progetti di ulteriori insediamenti ricettivi e ludico/sportivi che sono stati oggetto di valutazione preliminare in ambito di conferenza di Servizi presso il SUAP del Verbano, ed altri comunque già in corso di realizzazione, si pongano in antitesi rispetto all’assetto normativo che il Piano Paesaggistico Regionale disegna per l’ambito del Piano Grande.
Sono fortemente intenzionate a salvaguardare in primis la valenza di luoghi fortemente identitari e a voler ricondurre il Piano Grande, il suo uso e la sua conservazione entro le linee indicate dal Piano Paesaggistico.
Vogliono dare un contributo alla crescita e alla diffusione di un modello turistico alternativo, meno vulnerabile e, peraltro ovunque in forte espansione.
Ritengono che la città di Verbania debba svolgere un ruolo da protagonista nell’ambito della progettualità pubblica con la quale, in coerenza con le indicazioni già ricordate del Piano Paesaggistico, deve conformare il proprio strumento urbanistico, rifiutando ulteriori espansioni del modello turistico industriale già insediato in quei luoghi.
Ravvisano l’opportunità, collegata all’entrata di Verbania nei confini del Parco, perché venga individuato il sito storico della “Cascina” del Piano Grande, grazie alla sua ottimale posizione territoriale, quale centro di visita, di promozione, di informazione, didattico, logistico e dei servizi turistici, sin’ anco amministrativi e direzionali del Parco Nazionale Val Grande, attraverso l’acquisizione e il successivo recupero architettonico e funzionale delle superstiti strutture testimoni delle attività rurali già un tempo insediate.
Ritengono che in tale sede possano trovare un loro spazio “espositivo” anche tutte le altre aree protette presenti entro i confini della Provincia: le aree protette dell’Ossola, la stessa limitrofa riserva di Fondotoce, i Sacri Monti e perché no l’altro grande Parco Nazionale presente in ambito regionale e giunto alla vigilia del suo primo secolo di vita.
Considerano questo progetto strategico rispetto al modello di economia turistica che indicano venga privilegiato e lo ritengono coerente con la salvaguardia dei caratteri paesaggistici, storici e naturalistici del Piano Grande e quindi dei contenuti per esso declinati nel Piano Paesaggistico Regionale, compresa la salvaguardia ed estensione della riserva protetta; lo valutano propulsivo per l’economia del Parco Val Grande che aprirebbe con tale portale una vetrina di grande visibilità per tutti i territori per i quali è chiamato a svolgere tutela, conservazione e sorveglianza, ma anche promozione e sostegno alle attività economiche ad esso in qualche modo collegate e attorno ad esso nate e oggi gravitanti.
Ritengono che ne gioverebbero tutti, in primis i territori interni più svan


taggiati. Si allegano i documenti oggetto di inoltro agli Enti e ai soggetti pubblici interessati.
Aderiscono all’iniziativa e sottoscrivono la proposta le seguenti associazioni:


Italia Nostra – Consiglio Regionale del Piemonte
Italia Nostra Sezione VCO
Salviamo il Paesaggio Valdossola
Legambiente Piemonte e Val D’Aosta
Legambiente- Circolo Il brutto anatroccolo Verbania
Mountain Wilderness Italia
Commissione ambiente ARCI Verbania
Comitato terre S. Giovanni
Comitato per la salvaguardia e la valorizzazione del rio S. Bernardino




sabato 23 maggio 2020

CINQUE * MILLE E NON SOLO


















ITALIA NOSTRA
Viale Liegi, 33 00198 Roma tel. 068537271 fax. 068535059
UNA STORIA LUNGA 65 ANNI
I beni culturali i centri storici i parchi nazionali l'ambiente
la questione energetica la viabilità e i trasporti l'agricoltura
il mare e le coste i musei, le biblioteche sono alcuni dei capitoli più importanti dell’attività di ITALIA NOSTRA rappresentata a livello locala da:
ITALIA NOSTRA VCO
LA SEZIONE PROVINCIALE DELLA ORGANIZZAZIONE NAZIONALE ITALIA NOSTRA ONLUS
italianostravco@gmail.com cell 349 133 7533 Presidente Onorario: Italo Orsi- Presidente: Piero Vallenzasca- Vice Presidente: Maria Cerutti- Consiglieri: Mauro Bisattini /Giorgio Ingaramo/ Giorgio Scalenghe.
Consulta il Blog della sezione locale alla pagina: https://piervalleit.blogspot.com
ISCRIVITI PRESSO LA SEZIONE LOCALE VERSANDO LA TUA QUOTA ANNUA DI 35,00 EURO SULL’IBAN IT 79 L 01030 45360 000000217470 Montei Paschi filiale di Domodossola

CON LA PROSSIMA DICHIARAZIONE DEI REDDITI DONA IL 5x1000 A ITALIA NOSTRA ONLUS - C.F. 80078410588
A TE NON COSTA NULLA, INSIEME SI PUO' FARE MOLTO!