Nella mattinata di oggi - lunedì 29 - laguardia di finanza ha sequestra la pistacicloturistica in corso di realizzazione in valle Anzasca e che collega Macugnaga - attraverso il passo del Monte Moro – alla Saastal: un progetto che coinvolge Italia e Svizzera da 1,5 milioni di euro. I sigilli sono stati messi nell’ambito dell’inchiesta coordinata dalla procuratrice di Verbania Olimpia Bossi.

L’indagine è partita dopo i controlli della guardia di finanza del comando provinciale del Vco in merito ad appalti pubblici. E per il progetto che sta prendendo forma in valle Anzasca, è emerso che il procedimento amministrativo per realizzare il percorso cicloturistico era viziato dall’assenza dell’autorizzazione del direttore provinciale dell’Agenzia delle dogane e dei monopoli. Senza questo via libera non è possibile per le varie autorità chiamate a esprimersi, rilasciare ulteriori permessi e autorizzazioni necessarie per avviare qualsiasi intervento. Il via libera dell’Agenzia delle dogane è infatti obbligatorio quando si tratta di percorsi che interessano confini.

Macugnaga, i sigili della guardia di finanza alla pista cicloturistica

E così verificato che l’Ufficio doganale di Domodossola non aveva rilasciato alcuna autorizzazione, i militari del del Soccorso alpino della guardia di finanza di Domodossola hanno effettuato alcuni accertamenti preliminari per verificare se i lavori fossero già in corso e a che punto erano. E qui è emerso un’altra parte di irregolarità.

E’ infatti venuto alla luce che i lavori, oltre a essere in uno stato avanzato, erano in sostanziale difformità rispetto al progetto presentato dal Comune di Macugnaga, (stazione appaltante) ed erroneamente autorizzato dai vari enti come Regione, Provincia e Sovrintendenza.

Inoltre dai documenti alla base del progetto analizzati dai finanzieri della compagnia di Domodossola è risultato che le modifiche apportate al tracciato approvato non erano stata neanche avanzate alle varie autorità, sospendendo i lavori in attesa di una loro decisione sulla richiesta di variante. Da rilevare che l’area interessata dai lavori ha stringenti vincoli paesistici, naturalistici, idrogeologici e di usi civici.

Inoltre la parte di intervento realizzato si discosta totalmente dal progetto approvato, sia dal punto di vista planimetrico che morfologico. In alcuni tratti, infatti, il tracciato è risultato essere stato realizzato con pendenze tra il 30% e il 44%, mentre il massimo progettualmente concepito e approvato era tra il 10 e 20% con un solo picco del 26%. E quindi, in sostanziale difformità anche con lo scopo che l’opera si prefiggeva, ossia creare un percorso cicloturistico per tutti, come previsto nell’oggetto del finanziamento, oltre che per sole trail bike.

Infine, secondo gli inquirenti, è emersa una gestione irrispettosa delle regole e delle risorse pubbliche assegnate al Comune di Macugnaga anche a causa del mancato assolvimento dei compiti normativamente previsti da parte degli attori istituzionali e tecnici incaricati della realizzazione dell’opera.