martedì 30 gennaio 2024

CREVOLADOSSOLA: LORGINO- LE RICHIESTE DELL' ARPA

 


D

Dopo la Soprintendenza, anche ARPA, l’agenzia regionale per la protezione dell’ambiente ci ha fornito la documentazione che avevamo richiesto e che , invece, la Provincia ci aveva negato. Siamo quindi ora a conoscenza dei contenuti del contributo tecnico che l’ARPA ha fornito alla Conferenza di Valutazione di Impatto Ambientale che ha in corso l’esame del progetto di espansione della coltivazione di cava Lorgino. E’ un documento articolato e corposo che prende in esame tutti gli aspetti, di competenza Arpa, e che possono incidere sul territorio nel quale il progetto si colloca. Esso si sostanzia in una richiesta di integrazioni e approfondimenti che si chiede al proponente di fornire, senza i quali non potrà essere redatto il definitivo contributo.Tutto è quindi “sospeso” in attesa delle integrazioni, ma la lettura del documento ci consente di già da ora osservare quali siano, a giudizio dell’ARPA, gli aspetti critici del progetto e che qui possiamo riassumere. Intanto apprendiamo che la coltivazione ora sta proseguendo in regime di proroga sino al 2025, così come apprendiamo che le quantità di materiali da estrarre che vengono richieste, superano i 4 milioni di cubi, avvicinandosi a 5 milioni in un arco temporale di 15 anni, così come di tutta questa montagna, esattamente solo la metà l’azienda dichiara di essere materiali di pregio, mentre l’altra metà è oggetto di una valutazione critica dell’ARPA, chiedendo un approfondimento della loro qualità e della possibilità concreta che possano trovare, come l’azienda dichiara ma non dimostra, una collocazione di mercato, ricordando che, diversamente, essi sono rifiuti e come tali devono essere trattati. Evidentemente in questa occasione il precedente dei depositi di Vogogna devono avere pesato e non passati inosservati se l’ARPA non solo formula riserve su questo punto del progetto, ma chiede un approfondimento anche circa lo stato dei materiali sino ad ora non commercializzati e che risultano stoccati un po’ dappertutto, rilevando come non sia possibile prevedere attività così impattanti senza la collocazione dei materiali estratti, anche a livello di semplice stoccaggio, se avviene al di fuori del sito di estrattivo, sia indicato e previsto. Emergono rilievi anche sulle previsioni urbanistiche formulate dal Comune di Crevoladossola che, così formulate, legittimerebbero, a giudizio dell’ARPA, l’accerchiamento o l’eccessivo avvicinamento a nuclei abitativi, dalla espansione dell’attività di coltivazione, così come giudica criticamente il consumo di suolo boscato e agricolo laddove la proposta di compensare con una loro “monetizzazione” parrebbe inadeguata. Rilievi vengono sollevati sulle modalità di rilevazione dei dati circa l’emissione di polveri e di emissioni sonore, chiedendo un supplemento di rilevamenti. Manifesta valutazioni critiche sulle modalità di smaltimento delle acque di pioggia e sulle tecniche di ricircolo delle acque utilizzate per le operazioni di taglio e di perforazioni delle bancate.Pone una domanda circa la fine che siano andate a fare alcune delle precedenti previsioni di recupero ambientale che nel nuovo progetto diventano localizzazioni di un nuovo impianto fotovoltaico. Rileva puntualmente la mancata osservanza da parte dell'Azienda di tutta una serie di prescrizioni che il precedente progetto indicava. Il documento è molto lungo, sono una ventina di cartelle ( vi esentiamo dalla lettura del testo di cui omettiamo la pubblicazione). La sintesi che qui facciamo si limita a quegli aspetti meno tecnici, ma che più di altri possono aiutare a capire come questo progetto non sia una cosetta da niente e dove il bilanciamento tra esigenze ambientali e economiche sia forse ancora da raggiungere, con buona pace del Sindaco del Comune che, in primis, avrebbe dovuto perseguire quell'obiettivo lontano.


lunedì 29 gennaio 2024

ITALIA NOSTRA IN RAI

 

RAI TRE 

Oggi, lunedì 29 gennaio, è andata in onda la puntata di SPAZIOLIBERO su RAI 3 con Italia Nostra Campobasso. È possibile rivedere la trasmissione a quanto link.

https://www.rai.it/dl/RaiTV/programmi/media/ContentItem-53aad51c-7647-46b5-b3d1-d5070581d5c3.html

 

Giovedì 25 gennaio, Italia Nostra Firenze ha partecipato alla trasmissione RE START sempre su RAI 3 con la nostra Laura Barlotti a difendere i crinali del Mugello contro le pale eoliche contestate dai comitati e dall’Associazione.

https://www.raiplay.it/video/2024/01/Restart---Puntata-del-25012024-6b472e19-ca2a-43ee-922c-552bf7befc76.html

 

Sabato 13 gennaio, trasmissione L’ARIA CHE RISPIRI su RAI Radio 3, al minuto 12 intervento della Presidente nazionale Antonella Caroli che ricapitola le principali battaglie di inizio anno.

https://www.raiplaysound.it/audio/2024/01/Laria-che-respiri-del-13012024-6474bc0e-6f25-42ad-a067-b180d31e4c41.html

 

sabato 27 gennaio 2024

PONTE MIGIANDONE: NON SI TOCCA

 

Bocciati i due progetti per una nuova centrale idroelettrica sul Toce a Migiandone

BOCCIATO ANCHE IL SECONDO DEI DUE PROGETTI PER LA CENTRALE IDRO ELETTRICA AL PONTE DI MIGIANDONE

martedì 23 gennaio 2024

CAVA LORGINO: LE RICHIESTE IN SINTESI

 


Prima di poter pubblicare gli ulteriori contributi che la Conferenza di Valutazione di Impatto Ambientale ha raccolto da tutti i partecipanti, ci sembra utile fare una sintesi di quanto il Ministero dei Beni Culturali ha richiesto e che si è in attesa che i soggetti a cui è stata richiesta: Azienda proponente e Comune di Crevoladossola, producano. Ecco quindi il documento che abbiamo sintetizzato in questo post.

MINISTERO DELLA CULTURA- SOPRINTENDENZA

CAVA LORGINO: SINTESI DELLE RICHIESTE DI INTEGRAZIONI DOCUMENTALI E PROGETTUALI

Con una nota indirizzata in data 16/06/2023 alla Provincia del VCO-Ufficio V.I.A. e per conoscenza al Segretariato Regionale del Ministero, al Comune di Crevoladossola e alla Regione Piemonte, Direzione Ambiente, la Soprintendenza per le Province di Biella, Novara, Verbano/Cusio/Ossola e Vercelli ha formulato le proprie richieste di integrazioni.

Viene innanzitutto richiamata una precedente propria lettera del 03/01/2023 (non conosciuta nei suoi contenuti), con la quale aveva verificato la completezza della documentazione prodotta e depositata dal proponente: Palissandro Marmi SrL.

La nota premette che l’area oggetto di progetto è tutelata in quanto bene paesaggistico, nonché in essa ricadono beni culturali e immobili vincolati questi ultimi sino a espletamento delle procedure di verifica (strade pubbliche/ percorsi pedonali demaniali), inalienabili, non passibili di demolizione o spostamento sino alla conclusione dell’espletamento delle medesime verifiche.

La nota identifica altresì tali beni: “Cappella “Ad Lurett”- Mulattiera Case Genini-- Enso - Strada Pinone – Enso, tratto strada Lorgino - Villa Dell’Oro, strada Lorgino Km. 0,150”.

La nota descrive nel suo complesso l’area entro la quale il progetto si colloca, evidenziandone le singolarità e specificità che la connota: radure coltivate o abbandonate, piccoli nuclei rurali, tratte della rete escursionistica regionale, la prossimità della borgata di Enso e l’Oratorio di S. Bernardo, la borgata Villa Dell’Oro evidenziandone la previsione di un suo totale accerchiamento da parte del progetto di coltivazione, la prossimità di altre località, la forte visibilità dell’ambito di progetto da diversi punti panoramici.

Prima di procedere all’espressione del proprio definitivo parere formula una serie di richieste:

1) La verifica della corrispondenza degli elaborati con la perimetrazione dell’area di coltivazione e di disponibilità.

2) La documentazione fotografica d’insieme e di dettaglio degli insediamenti, interni e prossimi, dell’area di progetto.

3) Un’analisi approfondita del contesto paesaggistico: naturalistico ambientale e storico culturale.

4) L’integrazione dello Studio di impatto ambientale e degli elaborati di progetto con la indicazione del quadro vincolistico esistente (vedi in particolare i beni culturali) evidenziando l’impatto su di essi dall’esecuzione del progetto.

5) Chiede di approfondire gli aspetti visuali delle opere di estrazione previste, valutandone gli effetti rispetto alle visuali panoramiche presenti nel contesto interessato (luoghi di fruizione, di accessibilità, punti e percorsi panoramici, viabilità storica, beni culturali, principali luoghi pubblici), accompagnando l’approfondimento con la documentazione fotografica attuale e con foto inserimenti dei risultati nella varie fasi estrattive e di recupero ambientale.

6) Chiede di produrre gli elaborati di dettaglio dei recuperi ambientali e della posa dei pannelli fotovoltaici

7) Richiede di presentare l’ integrazione della relazione illustrativa riferita alla variante di Piano Regolatore Comunale, dettagliando con schede le aree oggetto di variante, confrontando previsioni vigenti con quelle in variante, rapportandole alle norme di attuazione del Piano Paesaggistico Regionale riferite a: Insediamenti rurali e aree rurali ad elevata biopermeabilità, anticipando la nota le criticità rispetto a modifiche delle destinazioni d’uso in atto, chiedendo di approfondire gli impatti delle previsioni di variante urbanistica con le norme del Piano Paesaggistico riferite alle componenti paesaggistiche con le quali vengono ad interferire.

8) Chiede la nota di precisare interventi e destinazioni dell’area prossima all’Oratorio di S. Bernardo.

9) Chiede ulteriori approfondimenti degli elementi di valore paesaggistico e/o storico artistico e dei nuclei rurali identificati dal Piano Paesaggistico quali patrimonio rurale storico, manifestando e anticipando criticità rispetto l’utilizzo delle aree in disponibilità dell’Azienda e prossime agli insediamenti di Enso e di Villa Dell’Oro, chiedendo l’inserimento di previsioni di fasce di rispetto e di misure di mitigazione rispetto a tali insediamenti.

10) Chiede la produzione di una planimetria cartografica con l’indicazione di tutti i beni immobili pubblici, compresi quelli di viabilità, risalenti ad oltre 70 anni di vita, specificando le intenzioni di cessione e di demolizione in corso di estrazione.

11) Precisa che riguardo a demolizioni e/ spostamenti di beni culturali, essi dovranno essere oggetto di preventiva autorizzazione, subordinatamente alla presentazione della documentazione degli interventi, e i cui termini di conclusione del procedimento sono fissati in 180 giorni e risultano di competenza della Commissione Regionale per il patrimonio culturale.


giovedì 18 gennaio 2024

MIGIANDONE: IL PONTE RESISTE




Il ponte Napoleonico non cede alle intenzioni di venir trasformato in una centrale idroelettrica, ma resiste. La Valutazione di Impatto che era in corso ha decretato la sua sopravvivenza, recependo gli unanimi pareri contrari degli Enti coinvolti: Parco Val Grande, Provincia Rete Natura 2000,Soprintendenza, Regione e Arpa, tutti si sono espressi in maniera negativa, d'altra parte ostavano le norme del Parco Nazionale che espressamente vietano nuove opere di produzione e trasporto di energia e di modifica del regime idraulico dei corsi d'acqua . Sarà stato anche verde e rinnovabile l'impianto in progetto, ma comunque non tale da giustificare impossibili deroghe. Il procedimento è stato perciò archiviato nei confronti di una delle società interessate, ma crediamo che ugual sorte sarà anche per il secondo progetto in corsa, non molto dissimile dal primo. La valenza storica, architettonica e simbolica del ponte è quindi salva, il corso del Toce è ancora lungo, troveranno altri siti dove progettare impianti verdi senza dover "sfruttare" il salto e il ponte rimarrà integro ancora per secoli a dispetto de moderni e orribili viadotti della superstrada che non hanno superato la resistenza neppure dei loro primi cinquanta anni. Gloria dunque a Napoleone e ai suoi ingegneri. Soddisfatti saranno pure i pescatori che non vedono vanificarsi la funzione della realizzata scala di risalita del pesce che trovava un ostacolo nel salto e quindi soddisfatta anche la fauna ittica e i progetti per la sua corretta gestione, soddisfatti noi che, almeno una volta tanto vediamo rispettare le regole e il buon senso.

mercoledì 17 gennaio 2024

PIANO GRANDE: COMMISSIONE REGIONALE-ITALIA NOSTRA. IL CONFRONTO E' APERTO




Nei giorni scorsi la Commissione Regionale istituita per la individuazione di nuovi beni da assoggettare a tutela paesaggistica, ha esaminato, in via di urgenza come da nostra richiesta, la proposta che la Sezione aveva formulato in relazione alle aree ancora libere e inedificate del Piano Grande di Fondo Toce, inclusa la cascina " De Antonis" . La Commissione si è espressa per l' improcedibilità della proposta sulla scorta delle argomentazioni che si possono leggere nella lettera che pubblichiamo integralmente. Abbiamo ritenuto che questa decisione possa essere rivista e abbiamo, tempestivamente, prodotto e inoltrato le nostre argomentate controdeduzioni, chiedendo quindi la revisione del giudizio che è stato dato. Abbiamo ragione di ritenere che la nostra richiesta potrà essere esaminata il prossimo 25/01, data della prima seduta utile. Crediamo che le argomentazioni che abbiamo prodotto sia sufficienti per giustificare la riapertura dell'esame e ci auspichiamo l'accoglimento o comunque l'apertura di un momento di confronto con la stessa Commissione, confronto che dovrebbe essere esteso anche al Comune, pure quest'ultimo destinatario delle nostre controdeduzioni. Vedremo.



Direzione Ambiente, Energia e Territorio
Il Direttore stefania.crotta@regione.piemonte.it



“[...] La Commissione, preso atto della richiesta dell’Associazione Italia Nostra, pervenuta in data 03/05/2023 (prot. n. 63217) e della successiva richiesta di esame urgente pervenuta in data 21/09/2023 (prot. n. 124176), osserva quanto segue.
La proposta di dichiarazione interessa un ambito di valenza paesaggistico-identitaria denominato “Località Fondo Toce – Piano Grande”, in Comune di Verbania, posto tra la costa nord del lago Maggiore e il lago di Mergozzo, all’imbocco della Valle Ossola, caratterizzato come “terra emersa tra i due laghi”, che conserva ampie porzioni agrarie integre e testimonianze di archeologia rurale, fortemente “appetibile” per la posizione privilegiata e collocazione, da cui scaturisce l’esigenza, da parte dell’Associazione Italia Nostra di proporre un nuovo vincolo paesaggistico.
L’area in questione risulta già interamente tutelata dal DM 21/06/1977: “Dichiarazione di notevole interesse pubblico di una zona nei comuni di Mergozzo, San Bernardino e Verbania”, che interessa un territorio più ampio rispetto all’area proposta, che invece ricomprende il campo da golf esistente, le aree prative/coltivate limitrofe e le aree agricole a sud della strada statale circostanti la cascina De Antonis.
Il Decreto ministeriale del 1977 prevede già delle indicazioni normative puntuali relative nello specifico alle aree interessate dalla proposta, inserite nel Catalogo dei beni paesaggistici del Ppr, così come anche riportato dagli stessi richiedenti, che recitano: “Al fine di salvaguardare le aree libere, agricole e prative, poste tra il campeggio esistente lungo la sponda del lago di Mergozzo e la strada Verbania-Gravellona Toce e il campo da golf, identificate come insediamenti rurali m.i. 10 sulla tav. P4, è consentita la sola realizzazione di eventuali ampliamenti delle limitrofe strutture turistiche e sportive purché poste in adiacenza agli edifici esistenti. Per evitare la formazione di edificazioni a nastro lungo il tratto della SS 34 e per garantire la continuità paesaggistica, deve essere conservato il varco libero identificato nella tav. P4. Eventuali interventi sul patrimonio edilizio rurale esistente o di nuova realizzazione funzionali alle attività agricole non devono alterare gli elementi scenico-percettivi che compongono il paesaggio agrario circostante”.
I proponenti ritengono che le indicazioni di tutela attualmente insistenti sull’area in esame non siano sufficientemente incisive e pertanto individuano un perimetro più ristretto da assoggettare ulteriore protezione.
Ciò premesso, si ritiene di esprimere quanto segue:
• l’ambito in esame è già ampiamente tutelato dalla normativa vigente, in quanto ricade all’interno di una dichiarazione di notevole interesse pubblico già vigente; la richiesta presentata di nuova perimetrazione risulterebbe interamente ricompresa all’interno di essa, creando una sovrapposizione non necessaria ai fini della tutela delle aree in oggetto;
inoltre il Decreto ministeriale del 1977, pur andando ad interessare un ambito molto più esteso, già riconosce le peculiarità dell’area di Fondo Toce - Piano Grande, dettando prescrizioni puntuali;
• l’interpretazione e la corretta applicazione delle sopra richiamate prescrizioni alle
richieste di trasformazione dei luoghi, non sono oggetto delle valutazioni della Commissione scrivente, che ha come mandato la valutazione dell’opportunità di proporre una nuova dichiarazione di notevole interesse pubblico; per l’espressione su tali aspetti si rimanda agli enti preposti e alle opportune sedi;
• la richiesta dell’Associazione è motivata da esigenze molto puntuali di contrasto rispetto soluzioni progettuali che non si condividono, così come dalla volontà di proporre delle nuove progettualità per le aree interessate; a questo proposito si evidenzia che la Commissione non ha il mandato di entrare nel merito di soluzioni progettuali di dettaglio, in quanto la “dichiarazione di notevole interesse pubblico” non si configura in ogni caso come un piano attuativo, ma come strumento di tutela e salvaguardia che detta le linee generali della tutela, che in questo caso sono state già delineate attraverso il Piano paesaggistico regionale. In particolare rispetto alla proposta avanzata di riutilizzo della cascina De Antonis, non pare possibile con un vincolo paesaggistico andare a individuare futuri utilizzi puntuali di immobili che non risultano peraltro in disponibilità pubblica.
In conclusione, per le ragioni sopra esposte, non si ritiene la proposta procedibile.
In spirito di collaborazione, si invita comunque l’Amministrazione comunale a tener conto delle analisi e criticità formulate dall’Associazione proponente, ai fini di una migliore valorizzazione delle aree in esame all’interno della variante al Piano regolatore generale, la cui procedura è in corso di svolgimento [...]”.
Gli uffici del Settore Pianificazione regionale per il governo del territorio sono a
disposizione per fornire ulteriori informazioni e chiarimenti
Con l’occasione, si porgono distinti saluti.
ing. Stefania CROTTA
Referente:
Arch. Giovanni Paludi
pagina 3
Piazza Piemonte, 1
10127 Torino
Tel. 011-432.5389





Sezione Verbano Cusio Ossola


18/01/2024

Prot. 3/24

Spett.le Commissione Regionale per le dichiarazioni

di notevole interesse pubblico del paesaggio ex art.137 D. lgs 42/2004

c/o REGIONE PIEMONTE

Direzione Ambiente, Governo e Tutela del territorio

Settore Territorio e paesaggio

C.so Bolzano, 44

10121 TORINO

territorio-ambiente@cert.regione.piemonte.it

e p. c.

Assessore all’ Urbanistica,

Programmazione territoriale e paesaggistica,

Sviluppo della Montagna, Foreste, Parchi

REGIONE PIEMONTE

C.so Bolzano, 44

10121 TORINO

Segretariato Regionale del Ministero dei Beni e delle Attività Culturali e

del Turismo per il Piemonte

Piazza San Giovanni, 2

10122 TORINO

mbac-sr-pie@mailcert.beniculturali.it

Spett. Ministero dei Beni e delle

attività culturali e del turismo

Soprintendenza Archeologica, belle arti e

paesaggio per le Province di Biella,

Novara, Verbano Cusio Ossola e Vercelli

C.so Felice Cavallotti 27

28100 NOVARA

Egr. Sindaco della Città di

VERBANIA VB

SEDE

OGGETTO: Commissione regionale ( art. 137 D. Lgs. n. 42/2004 e art. 2 L.r. n. 32/2008) . Proposta di dichiarazione di notevole interesse pubblico dell'ambito di valenza paesaggistica identitaria denominato:"Località Fondo Toce- Piano Grande".

Controdeduzioni.

       Con riferimento all'esito, comunicatoci con nota 11.30.10_COMM_REG_ VINCOLI/S/2023A/A16000, dell'esame svolto dalla Commissione in indirizzo relativo alla nostra avanzata proposta di tutela della località Fondo Toce in Comune di Verbania, preso attento esame di quanto pervenuto, formuliamo alcune osservazioni che, a nostro giudizio, dovrebbero indurre a un riesame della decisione assunta.

Innanzitutto vorremmo rettificare alcune imprecisioni che ci paiono essere contenute nella nota pervenuta.

1) L'ambito perimetrato nella nostra proposta non include, come invece la nota afferma, l'ampia superficie già ora utilizzata a campo gioco golf compresa tra il lago di Mergozzo e la SS n. 34.

2) Il Decreto Ministeriale del 21/06/1977, riferito alla Dichiarazione di notevole interesse pubblico di una più estesa area rispetto a quella da noi indicata, non contiene, come invece sempre la nota afferma, indicazioni normative puntuali. In realtà buona parte del provvedimento individua soltanto gli esatti confini dell'area, limitandosi per il resto a ricordare che la sua esistenza comporta l'obbligo per i proprietari/possessori o detentori a qualsiasi titolo dei beni inclusi nell'ambito, di sottoporre ogni trasformazione a preventiva autorizzazione.

Se il punto 1 delle precisazioni costituisce mera dovuta puntualizzazione e non pensiamo abbia inciso sulla decisione assunta, in maniera diversa si dovrebbe valutare la seconda precisazione che, in parte, confuta la motivazione assunta di improcedibilità della proposta, anche alla luce di quanto normato dallo stesso Codice 42/2004, come meglio vorremmo più nel seguito argomentare.

Se è vero infatti che il vigente Piano Paesaggistico Regionale ha pur introdotto alcune "prescrizioni" che dovrebbero operare anche su parte dell'ambito fatto oggetto di nostra proposta, prescrizioni sul cui solco crediamo si siano mosse le nostre richieste, vero è che, anche alla luce delle considerazioni contenute nella nostra relazione, nulla vieterebbe di individuare un' ulteriore più incisiva normazione, in quanto incrementale della tutele in atto, condizione quest'ultima necessaria per sostenerne la legittimità, come ricorda la Sentenza della Corte Costituzionale (n.164/2021) .

Tale nuova normazione avrebbe infatti il compito di "mappare" l'intero ambito fatto oggetto di proposta e elevare il grado di protezione che, ad oggi non pare, ahnoi, essere oggetto di un' univoca e certa lettura circa le destinazioni ammesse e le trasformazioni possibili ( vedi il realizzato impianto per la pratica della bici cross, vedi l'annunciata trasformazione a campo golf della totale residua area a coltivo) .

D'altra parte pur esiste un articolo del Codice ( Art. 141-bis. Integrazione del contenuto delle dichiarazioni di notevole interesse pubblico) che nella sua attuale formulazione sembra chiamare Regioni e Stato, nella loro concorrente competenza, all'onere di dare un compiuto assetto ai provvedimenti di tutela già in atto e ciò in relazione alle risultanze dei Piani Paesaggistici.

Anche sotto questo profilio, la nostra proposta ci pare coerente con il dettato legislativo.

Alla luce delle argomentazioni sin qui svolte, non pare dunque che una proposta incrementale dei livelli di tutela sia di per sè improcedibile, contestandosi sotto questo profilo le motivazioni assunte dalla Commissione a cui si chiede un approfondito riesame della decisione.

Rimane il problema di merito, ossia dei contenuti sui quali la Commissione è intervenuta eccependo da un lato l'eccesso di soluzioni "progettuali di dettaglio" in quanto tali soluzioni sconfinerebbero dai contenuti ammissibili in provvedimenti di tutela. In particolare la Commissione ha poi escluso la possibilità di incidere sulla destinazione di immobili non pubblici, ritenendo evidentemente che in tal caso la sua attività sconfinerebbe in ambito urbanistico, di competenza invece dell'Ente Locale.

Al proposito, questa Associazione manifesta, innanzitutto, la piena disponibilità a confrontarsi e ad interloquire con la Commissione al fine di individuare soluzioni e prescrizioni, anche parzialmente diverse da quelle sin qui suggerite, al fine di modulare al meglio un eventuale provvedimento finale pienamente sostenibile, sia dal punto di vista giuridico che di merito.

Sull'eccesso prescrizionale, potrà sicuramente trovarsi un punto di equilibrio che possa garantire il rispetto delle competenze paesaggistiche da un lato e urbanistiche dall'altro.

I punti che ci paiono più critici e tali da essere, probabilmente, il vero motivo che hanno sin qui ostacolato l'accoglimento della proposta ci sembrano invece quelli che definiscono e fissano le prescrizioni d'uso dei beni coinvolti: l'area ora a coltivo (paradossalamente, stante la chiara formulazione letterale della "prescrizione" già contenuta nel PPR) e quella riferita al recupero/riuso della cascina " De Antonis".

In punto di diritto non dovrebbero però ostare impedimenti all'accoglimento di quanto da noi formulato stante che anche la citata sentenza della Corte Costituzionale afferma che:

«è del tutto connaturato alla finalità di conservazione del paesaggio che la dichiarazione di notevole interesse pubblico non si limiti a rilevare il valore paesaggistico di un bene, ma si accompagni a prescrizioni intese a regolamentarne l’uso....., senza che ciò si traduca in una sovrapposizione della dichiarazione statale alla disciplina urbanistica ed edilizia di competenza regionale e locale, trattandosi, piuttosto, di una necessaria specificazione circa l’an e il quomodo in cui quest’ultima può esercitarsi in forma compatibile con la vocazione alla conservazione del pregio paesaggistico propria dell’area vincolata".

Tuttavia, nell'intento di comunque raggiungere un risultato utile alla conservazione di beni infungibili quali riteniamo siano quelli da noi individuati, potremmo anche considerare che la destinazione d'uso dell'area a coltivo possa ritenersi compatibile con l'estensione dell'attuale campo di golf, ma a precise condizioni.

Non dimentichiamo infatti e vogliamo qui ricordare che proprio il Piano Paesaggistico, nel Catalogo del Beni di paesaggio, aveva individuato la criticità della presenza del campo golf, figuriamoci la sua libera estensione. Così infatti si esprimeva:

"Gli ambienti naturali lungo la foce del fiume Toce e le sponde dei due laghi, nonostante l’istituzione della Riserva Naturale, hanno subito riduzioni significative dovute all’ampliamento delle strutture fisse e degli edifici a servizio dei campeggi e alla realizzazione di un campo da golf, interventi che hanno alterato la percezione delle rive dal lago e modificato la fisionomia della vegetazione originaria.”

E' questo un richiamo che giova farsi proprio per rivendicare la valenza positiva della nostra proposta, anche di fronte a recenti soluzioni che si prospettano diverse da quelle richiamate nel PPR e che se non vedono coinvolgere la responsabilità diretta della Commissione, semmai richiamano l'urgenza di un suo intervento nello svolgimento della funzione primaria che svolge per la individuazione e normazione piena di beni a valenza paesaggistica.

Occorrerebbe quindi mantenere quelle indicazioni scritte nel PPR, "rivestendo" l'eventuale estensione del campo da gioco golf con una serie di prescrizioni d'uso molto particolari, disegnate a misura dell'ambito paesaggistico in cui vorrebbero collocarlo, conservando la connotazione sostanzialmente di ambiente a coltivo e prativo/foraggero quale esso è, limitando le aree green a quei soli percorsi utili per il gioco, rafforzando piuttosto la connotazione di corridoio ecologico tra i due laghi che l'area svolge, prevedendo, ad esempio: siti di nidificazione, ambiti palustri a ridosso dell'area del canale esistente, la intensificazione della fascia arborea di connessione tra i due laghi, la formazione di piantumazioni proprie di un ambito agricolo e non di un parco botanico o esotico, evitando la riproduzione di modelli standar di campi golf.

Dalla sua avrebbe l'originalità e forse l'unicità del progetto, quindi la capacità attrattiva.

Per quanto infine riguarda la questione della cascina "De Antonis", si conviene che l'indicazione d'uso quale ambito di servizi a favore del Parco Nazionale Val Grande, deve valere per il Comune di Verbania che, nella sua autonomia urbanistica, dovrebbe assumerlo tra i suoi obiettivi.

Nella nostra proposta questa prospettazione era stata inserita per rafforzare l'esigenza di tutela di quel bene in funzione di un indicato possibile concreto riutilizzo d'uso pubblico degli immobili.

D'altra parte il Comune se, come sembra avviato, ne vuole concedere il mutamento d'uso per una funzione solo turistico/ricettiva, dovrebbe insieme prospettarsi cosa e come realizzare in sito gli standard pubblici di cui ne dovrebbe essere prevista e obbligata la cessione, sviluppando una capacità di negoziazione urbanistica che potrebbe prevedere la progettazione e realizzazione della struttura di servizio prospettata dalla Associazione.

Va da sè che su questo punto il dialogo/confronto con il Comune dovrebbe essere mantenuto e, probabilmente, condotto anche sul tavolo di coopianificazione attualmente aperto in funzione della avviata variante urbanistica generale.

Quanto alle altre disposizioni di tutela che abbiamo proposto riguardo gli immobili, esse ci sembrano compatibili con il quadro normativo che il PPR ha definito per l'area e, salvo una loro ancor miglior definizione non ci sembrano lesive di alcuna prerogativa urbanistica di spettanza del Comune, ma utili e necessarie per escludere il recupero verso utilizzi non compatibili con i valori dell'area entro cui la cascina si colloca.

Al netto delle considerazioni svolte, rimane a nostro giudizio valida la prospettazione fatta nella proposta e assolutamente in linea con il PPR circa la:

"La centralità della cascina: “De Antonis”, esempio di archeologia novecentesca rurale dismessa, è tale che, la sua presenza, consolidatasi e storicizzatasi, è diventata elemento inscindibile rispetto all’ambito agrario ad essa pertinente, così che la sua conservazione, incluso il suo coerente auspicabile riuso, per quanto si possa riferire agli elementi originari ed al netto di ampliamenti di epoca più recente e parti improprie, è un obiettivo di tutela attiva inserita in questa proposta, ipotizzando il recupero per una destinazione funzionale coerente ".

Ci sembrano queste ultime indicazioni, se riprese in disposizioni vincolistiche, pienamente legittime e opportune laddove capaci anche di escludere riutilizzi impropri e favorire orientamenti coerenti della pianificazione urbanistica locale.

Tutto quanto espresso si confida nel riesame.

Italia Nostra Sezione

Il Presidente


DEVERO: PER ORA STOP AL CANTIERE DEL GRANDE EST


 

martedì 16 gennaio 2024

DEVERO: LE MONTAGNE NON SI AVVICINANO



 Il Consiglio di Stato respinge i ricorsi in appello del Parco e della Regione sul Grande Est del Devero

Accogliamo con soddisfazione la risposta del Consiglio di Stato relativa ai ricorsi in appello avanzati dall’Ente Aree Protette dell’Ossola e dalla Regione Piemonte che chiedevano l’annullamento / riforma della precedente ordinanza di  sospensiva cautelare ordinata dal TAR Piemonte per i lavori sul Grande Est al Devero.

Il Consiglio di Stato, sentite le parti il giorno 11 gennaio 2024, “nei limiti e sensi di cui in motivazione, riuniti gli appelli, li respinge”.

Anche al secondo grado di giudizio è stata confermata la legittimità delle precauzioni da noi richieste rispetto al “rischio di compromissione dell'integrità del sito” Natura 2000 "Alpi Veglia e Devero-Monte Giove", tutelato dalle direttive europee.

Insieme ad altre associazioni di tutela ambientale a maggio del 2023 avevamo avanzato un ricorso al TAR contestando l’approvazione della Valutazione di incidenza ambientale (VIncA), relativa al progetto “Il grande Est di Devero: percorso ciclo - escursionistico tra gli alpeggi di Bettelmatt”: una valutazione che riteniamo “non appropriata” ai sensi della legislazione vigente sui progetti proposti all'interno dei Siti Natura 2000.

All’avvio dei lavori, intrapresi nonostante il ricorso da noi avanzato, abbiamo chiesto una sospensiva cautelare del  cantiere, perché gli interventi non venissero realizzati prima di una discussione nel merito di fronte a un giudice.

Il 5 ottobre 2023 il TAR Piemonte si è espresso ordinando la sospensiva cautelare dei lavori e fissando la discussione nel merito nel novembre 2024.

L’Ente Aree Protette dell’Ossola e la Regione Piemonte si sono allora appellati al Consiglio di Stato chiedendo  l’annullamento/riforma dell’ordinanza del TAR.

Il Consiglio di Stato ha respinto l’appello. 

Contestualmente il Consiglio di Stato chiede al TAR Piemonte di anticipare l’udienza nel merito. Una decisione su cui concordiamo: conferma l’opportunità di “evitare effetti irreversibili a seguito del completamento dei lavori (con rigetto, sul punto, dell’appello cautelare)”, e di poter consentire, eventualmente, la ripresa dei lavori in caso di una futura sentenza nel merito favorevole ai proponenti.

Comitato Tutela Devero, con Mountain Wilderness e Federazione Nazionale Pro Natura, 15 gennaio 2024

sabato 13 gennaio 2024

MACUGNAGA: LA PISTA FUORI LEGGE


Continua la vicenda della pista per bici che avrebbe dovuto scavallare il passo del Monte Moro  e congiungere Staffa con Sas Fee. Un'opera ardita, in ogni senso, sia per il dislivelli da superare, sia per la spregiudicatezza con la quale  gli Enti attuatori hanno operato. Incuranti di leggi e regole, sono andati avanti come se queste non ci fossero. Già ci aveva sorpreso la facilità con cui il tutore del sito Natura 2000, l'Ente Provincia del VCO, aveva dato il suo ok all'opera, incurante forse che una strada di otto chilometri, destinata ad essere scorazzata dai nuovi ciclisti in sella a macchine sempre più sofisticate, avrebbe potuto causare qualche problema, problemi peraltro che L'ARPA aveva segnalato, ma che nessuno aveva ascoltato, problemi poi ingigantiti dalla gestione che dire poco accorta è un eufemismo, l'Ente Comune era riuscito a far nascere, consentendo che il progetto fosse modificato in corso d'opera senza che nessuno si pronunciasse e quindi, fuori da ogni regola. Alla fine, i problemi sono venuti al pettine: l'assenza dell'Ok delle Dogane e le vistose difformità esecutive non autorizzate, tutte questione che hanno originato  indagini penali e procedure amministrative. Per quelle penali non sappiamo come andranno a finire, per le altre è arrivato, forse inaspettato l'alt della Soprintendenza a cui il Comune si è opposto ricorrendo al TAR.  Notizia quindi di oggi è quella, riportata dalla Stampa,  secondo la quale i Tar attenderà un paio di mesi  per vedere se ci sarà un' uscita amministrativa dalla vicenda o se, invece, dovrà pronunciarsi nel merito.   Percorso a ostacoli dunque dove l'ultima a pronunciarsi dovrà essere una nuova valutazione di impatto ambientale, poco male si dirà in quanto verrà gestita dal Comune colpevole, caso strano di conflitto d' interesse, ma ne siamo pieni, e dove però, sarà determinate e vincolante la posizione che la Soprintendenza terrà ( il caso Cossogno, dove ha imposto l'abbattimento dell'edificio costruito dal Comune senza autorizzazione e che il TAR non ne ha sospeso l'esecuzione, costituisce tuttavia un precedente cui dovrà tenersi conto) .Intanto, c'è pure la questione dei soldi e se l'opera non si chiude rischiano di dover essere restituiti. Da chi ? Alla fine dovrebbero rispondere i soggetti pubblici, cioè persone in carne ed ossa che non pare siano stati all'altezza della situazione, ma hanno gestito un po' tutto come se fossero al bar sport. Vedremo


 

mercoledì 10 gennaio 2024

LORGINO: PRIMO TEMPO 1 a 0




Termina con un risultato positivo il primo tempo della partita intorno alla questione cava Lorgino. Nonostante le tante e ingiustificate resistenze, l'Associazione ha avuto accesso alle informazioni che la Provincia ha negato. Sono le richieste integrative al progetto di coltivazione che Soprintendenza ha formulato in sede di Conferenza di V.I.A. e, su nostra richiesta, ha messo a disposizione riconoscendo il nostro pieno diritto a conoscerle. E' un documento ricco e dettagliato che "scansiona" il progetto di coltivazione in tante sue parti, chiedendo una serie molto ampia di analisi, approfondimenti e documentazioni, anticipando, peraltro, alcune valutazioni negative circa gli impatti che, nella formulazione attuale, ha e genera nei confronti dei beni tutelati, riservandosi ancora ogni finale valutazione circa l'alienabilità a favore della società estrattiva dei beni demaniali: sedimi stradali, percorsi pedonali, emergenze votive ecc. . Non ne esce bene, anzi molto male, anche il tentativo di variante urbanistica approntata dal Comune di Crevoladossola per consentire l'ampliamento del sito di cava. Infatti viene richiesta un' integrazione, pressoché completa, della relazione illustrativa che, nelle intenzioni del Comune, avrebbe dovuto dar conto del rispetto della variante stessa riguardo alle norme del Piano Paesaggistico Regionale. Non trattasi di cosa da poco, dovendosi pressoché riesaminare il lavoro già svolto, ma con un approfondimento niente affatto banale senza il quale pare difficile che il giudizio di sostenibilità e di conformità possa essere accettato. La necessità di prevedere fasce di protezione nei confronti della località Villa Dell'Oro viene data come condizione necessaria, così come viene anticipato un giudizio niente affatto positivo riguardo agli interventi ricadenti in "insediamenti rurali e nelle aree rurali di elevata biopermeabilità" . A questo punto sembra proprio che il procedimento avviato debba ritornare ancora in sede di Consiglio del Comune di Crevoladossola che, in prima battuta, aveva approvato una relazione non ritenuta assolutamente congrua da parte della Soprintendenza. Cadono nel vuoto anche le dichiarazioni a suo tempo espresse dal Sindaco del Comune che escludevano di tornare in Consiglio. Dovrà farlo, suo malgrado. Ora dovremo acquisire anche l'ulteriore documentazione che altri Enti hanno prodotto in Conferenza e così attrezzarci al meglio per affrontare poi il passaggio in Conferenza. Ci riserviamo la pubblicazione integrale del documento



a cui la Soprintendenza ha dato il nulla osta alla ostensione.

lunedì 8 gennaio 2024

PROVINCIA - CAVA LORGINO: GLI ATTI RIMANGONO NASCOSTI

 




Anche il ricorso al garante della Trasparenza presso l'Ente Provincia non ha dato la possibilità al Comitato e alla Associazione di conoscere tutti gli atti della Conferenza in corso. C'è però un ma che nella nota di replica che abbiamo oggi inoltrato abbiamo evidenziato all'attenzione anche del Presidente dell'Ente. Vedremo dunque se avremo miglior successo. Intanto abbiamo sollevato la questione anche presso l'Autorità Nazionale per la trasparenza : ANAC.

Nel posto che segue, la nota di oggi della Sezione all'Ente Provincia.




ITALIA NOSTRA VCO

08/01/2024

Prot. 02/24

Spett. Provincia del

Verbano/Cusio /Ossola

Al Responsabile del Servizio Trasparenza

V.LE INDUSTRIA 25

VERBANIA – FONDO TOCE

e p.c.

Al Sig. Presidente dell'Ente

Provincia del Verbano/Cusio/Ossola

SEDE

Tramite Pec



OGG: Procedimenti di V.IA.-Pubblicazione/estensione atti in corso di procedimento. Richiesta di riesame. Conflitto di interesse.


In relazione all’esito della richiesta di intervento del Responsabile della trasparenza ( ns. prot. n.41/23 del 21/11/2023), riferita alla pubblicazione/estensione degli atti di procedimento di V.I.A. , con particolare riguardo al procedimento in corso di autorizzazione per l’attività di coltivazione di cava “Lorgino”, presa visone del riscontro avuto e data lettura attenta della relazione di accompagnamento redatta dalla Responsabile del Procedimento, ne contestiamo contenuti e conclusioni.
In particolare precisiamo ed osserviamo:

1) Non corrisponde a esatta verità fattuale l’affermazione contenuta nella relazione secondo la quale l’Associazione scrivente non avrebbe formulato istanza di accesso agli atti. Nella nostra nota indirizzata all’Ente (prot.26/23 del17/06/2023) è contenuta la richiesta esplicita di accesso agli atti. Probabilmente la richiesta è sfuggita all’attenzione del Responsabile, pur avendo in almeno in due circostanze, a mezzo contatti telefonici con addetti al Servizio, rappresentato e ricordato questa nostra esigenza.

2) L’avvenuta ammissione di questa Associazione ad intervenire nel procedimento, in coerenza con il dettato normativo da cui tale facoltà deriva, (facoltà contemplata anche dalla Legge Regionale n. 23/2016) avrebbe dovuto comportare l’applicazione dell’art. 10 della legge 241/90, ossia il diritto di prendere visione degli atti del procedimento.
Nella relazione, di ciò non c’é traccia, sostenendo invece che gli atti pubblicati sulla pagina V.I.A. sono esaustivi degli obblighi, cosa che qui si contesta.
Gli atti del procedimento richiamati nel citato articolo 10 sono tutti quelli, nessuno escluso, confluiti nel procedimento di valutazione in corso, non solo quelli “definitivi” che sono stati pubblicati sul sito.

3) In punto pubblicazione/estensione delle osservazioni prodotte, ove contenessero elementi rilevanti e tali, come sostenuto, da dar corso a successivi procedimenti amministrativi, la segretazione di limitate loro parti, avrebbe sopperito all’esigenza di riservatezza, senza per questo la necessità di porre un generale veto alla loro pubblicazione.
Sempre in punto mancata pubblicazione delle osservazioni, non rileva e non giustifica l’attesa della predisposizione del “portale” regionale, non comprendendo gli impedimenti tecnici ad un loro inserimento sul sito dell’Ente.
Quanto poi all’esigenza di una liberatoria da parte dei soggetti che le hanno formulate, la giustificazione è surreale perché sono stati proprio quegli stessi soggetti a lamentare la mancata pubblicazione e comunque sarebbe bastato che la liberatoria fosse chiesta. In ogni caso la sostenuta estensibilità, aperta a tutti, cartacea e diretta delle osservazioni contrasterebbe con le ragioni che vogliono giustificare la loro mancata pubblicazione digitale.
Ne consegue un’ evidente intenzione di ridurre o limitare la visibilità degli atti, minando in questo modo l' esigenza di trasparenza che il procedimento di V.IA. chiede che venga osservata.

4) Da ultimo ci sia consentita un’osservazione che pone in dubbio la terzietà che la funzione di garante della trasparenza interna dell’Ente dovrebbe avere.
Sulla base dell’organigramma noto, il medesimo Responsabile svolge pure la funzione di Dirigente del Settore che presiede anche ai procedimenti di V.I.A..
Si pone un problema di conflitto di interesse che potrebbe trovare soluzione solo con la individuazione di un soggetto supplente, a cui dovrebbe essere rimesso l’onere di dare riscontro alla questione che abbiamo posto, pena la non attendibilità delle risposte sin qui avute.

In conclusione si chiede il riesame urgente della questione posta e un nuovo riscontro da parte di soggetto non coinvolto in conflitto di interesse.


Si ringrazia e si rimane in attesa.


Piero Vallenzasca




SOPRINTENDENZA: NUOVO CAMBIO AL VERTICE





L'avvicendamento intervenuto della Dirigente della Soprintendenza per le Province del quadrante Nord/Est della Regione, è l'occasione per fare il punto sulle questione aperte da parte di questa Sezione . Nel posto che segue, la memoria inviata all'attenzione della nuova Soprintendente.

Spett. Ministero dei Beni e delle

attività culturali e del turismo

Soprintendenza Archeologica, belle arti e

paesaggio per le Province di Biella,

Novara, Verbano Cusio Ossola e Vercelli

Cso Cavallotti 27

28110 NOVARA




Alla personale attenzione della Soprintendente

dott.ssa Beatrice Maria Bentivoglio – Ravasio






Prot. 43/2318/12/2023

Gentil Dottoressa,



apprendiamo della Sua recente nomina alla Dirigenza di Codesta Soprintendenza, vogliamo come Associazione Italia Nostra, Sezione della Provincia del Verbano/Cusio/Ossola, salutarLa con l’auspicio che la Sua permanenza presso la sede assegnata possa essere per Lei fonte di promozione e valorizzazione professionale e umana.
Il territorio nel quale rappresentiamo “Italia Nostra”, è insieme pregiato, sensibile e delicato. La qualità e varietà del paesaggio lo espone a interessi non sempre condivisibili e quindi a minacce che, a volte, non sono fronteggiate con sufficiente forza.I beni comuni, il patrimonio pubblico pur in teoria tutelato, non sempre appare adeguatamente conservato, a volte in degrado; le tutele attive su altri beni, ancorchè privati, per ragioni diverse, in alcuni casi non riescono a imporne una valida conservazione.
Le situazioni aperte o apparentemente dormienti sono diverse, esse impongono attenzione, ponderazione attenta dei singoli casi e decisioni coerenti.
Ci permettiamo una veloce rassegna:Il Piano Paesaggistico Regionale se da un lato ha posto basi solide per una rivisitazione profonda degli obiettivi della pianificazione locale, per lo più è lettera morta: sostanzialmente inapplicato, di dubbia corretta applicazione nei soli momenti non eludibili, cioè nelle approvazioni delle diversificate varianti urbanistiche locali e nella gestione della normazione prescrizionale.
Gli stessi strumenti della Pianificazione sovraordinata di livello regionale, ancorché subordinati allo stesso PPR, paiono pure loro non garantire un livello di conformità ad esso adeguato.La stesura in corso del PRAE, che tanto potrà ulteriormente incidere sulla morfologia dei territori vallivi che compongono questa Provincia, è infatti una minaccia più che una tutela.In questo contesto e parallelamente ad esso riveste attualità il progetto di massiva estensione dell’attività estrattiva in località Lorgino del Comune di Crevoladossola legato all’ampliamento della cava di estrazione del marmo, progetto nei cui confronti questa Associazione è ampiamente intervenuta in sede di espressione delle osservazioni e per il quale vorremmo fosse posta massima attenzione.
Ugual e non minor attenzione chiediamo che in sede dei rinnovi quinquennali delle autorizzazioni paesaggistiche, venga posta all’attività estrattiva della miniera “Seula” in Comune di Baveno, monitorando, alle singole scadenze, con attenzione gli avvenuti o meno interventi di recupero previsti nel progetto autorizzato, affinché il proseguo dell’attività non venga più consentito in assenza di tali interventi.
Il progetto territoriale di “Avvicinare le Montagne”, formalmente accantonato, non cessa di essere un obiettivo imprenditoriale ambito, un investimento dotato di capitali cospiqui e per il quale ancor oggi si realizzano investimenti consistenti su obiettivi singoli, ma che da soli non potrebbero giustificarsi se disgiunti dal disegno finale.
Le numerose iniziative propositive di tutela che questa Sezione ha formulato davanti alla Commissione Regionale ex art. 137 del Codice, attendono un loro esame ed esito, in alcuni casi urgente per il rischio che il rapido modificarsi delle situazioni ne vanifichi la portata e l’utilità. Tra queste il tema del Piano Grande di Fondo Toce di Verbania è, per noi, al primo posto per urgenza.
In questo contesto vorremmo pure porre all’attenzione Sua personale il tema della conclusione del procedimento, da tanto tempo avviato e dato per imminente, riferito alla imposizione della tutela indiretta ex art. 45 del Codice, relativo all’area intorno al nucleo religioso/monumentale di S. Martino in Comune di Vignone, affinchè attese e aspettative da anni riposte su quest’esito positivo non abbiano a vanificarsi. Lo raccomandiamo vivamente.
Vogliamo richiamare l’attenzione, vista l’attualità che lo caratterizza e il procedimento ancora in corso presso il Ministero Ambiente, sul progetto riferito ad un nuovo porto turistico di fronte all’abitato di Verbania-Pallanza, progetto per il quale esprimiamo, così come redatto, ampie riserve che ci riserviamo di esporre puntualmente con la imminente riapertura dei termini di osservazione.
Anche il tema prossimo della ventilata ciclo via del Lago Maggiore, quando verrà posto, pensiamo che debba trovare un attento momento di attenzione al fine di evitare che un’opera fors’anche utile, diventi un nuovo elemento di alterazione e compromissione paesaggistica.
Rimangono sempre attuali e problematiche questioni di rilevante impatto legate alle grandi strutture turistico ricettive sulla costa del lago Maggiore, soluzionate in modalità da noi non condivise (vedi albergo Due Ville- Stresa) o ancora alla ricerca di un esito ( vedi albergo Eden- Verbania ).
Vorremmo, per finire, ricordare il tema che la Sezione aveva tentato di avviare con una propria iniziativa nell’ambito delle proposte per la formazione del PNRR, ossia quello del recupero: botanico, architettonico e formale dei parchi delle proprietà pubbliche presenti negli ambiti dei laghi Maggiore e Orta e non solo. L’iniziativa aveva avuto l’apprezzamento dello stesso Ministero ( l’archivio della Soprintendenza dovrebbe conservare il file della proposta) ed era anche sfociato, nell’ambito dello stesso PNRR in un bando dedicato. Le risorse assegnate sul piano nazionale non erano molte e pur avendo alcuni soggetti pubblici partecipato al bando, nessuno dei progetti locali è risultato conseguire risultato.
Il tema rimane tuttavia sempre attuale e aperto e anche su questo ogni utile contributo la Soprintendenza potrà portare, sarà utile e aprezzato..


Ci siamo permessi di compiere questo lungo esame dei temi a noi cari e che sono stati e sono ancora l’oggetto del nostro impegno.
Crediamo di aver fatto una cosa utile, offrendoLe una panoramica delle questioni aperte o che comunque, a nostro giudizio, richiedono la collaborazione, l’impegno e l’iniziativa di tutti i soggetti che su basi istutuzionali o, come la nostra, volontaria, operano nel medesimo campo della tutela e conservazione dei beni comuni.

La ringraziamo per l’attenzione che vorrà offrire alla presente e con i migliori auguri
di buon lavoro, distintamente La salutiamo.

Il Presidente