mercoledì 3 gennaio 2024

LA CARICA DEI 100 MILA: LA CONQUISTA DELL' ACQUA E DELLE PIETRE





L'Ente Provincia, quasi ignorato da gran parte dei cittadini che infatti manco sono chiamati ad eleggere direttamente il suo Governo, è invece un Ente al centro di grande interesse da parte di alcuni settori economici: quelli che debbono passare da lì per ottenere assensi ai loro progetti, tra questi alcuni incidono anche pesantemente sulla qualità ambientale: utilizzo idroelettrico e estrazione lapidea in primis. Basta scorrere la pagina del sito Provinciale alla voce: V.I.A., per rendersi conto di quanto sia affollata l'agenda di lavoro che, sicuramente, chiama ad un'intensa e continua attività una struttura non certo molto robusta, ma strategica. Dal nostro punto di vista dovremmo sperare che, a dispetto della sua consistenza, il Settore riesca a destreggiarsi egregiamente tra le infinite insidie normative che la materia offre, tra le oggettive esigenze di rispettare i termini dei procedimenti che l'economia richiede, tra le molteplici espressioni di pareri e autorizzazioni che, alla fine, debbono convergere in un unico punto decisionale. Delicatissima quindi quella posizione a cui noi chiediamo e abbiamo chiesto massima trasparenza, ma che non abbiamo ottenuto. Andremo avanti lo stesso, agiremo presso altre autorità che siano di garanzia o che abbiano solo poteri di moral suasion, non sappiamo. Alla fine un giudice a Berlino lo troveremo, basterà cercarlo. Il giudice che avevamo cercato dentro l'Ente Provincia, alla fine abbiamo scoperto che non era un giudice, ma che rivestiva e riveste due funzioni in una: garante da un lato e dirigente delle cose che dovrebbe garantire dall'altro. Ma l'Ente è piccolo e questa è una delle cose che succedono proprio perché è troppo piccolo. Se poi quelli che stanno fuori, ma che bussano perché hanno comunque diritto di avere risposte alle loro richieste (quelle economiche) , ma sono tanti e, relativamente, forti... il rischio c'é. Prossimamente ritorneranno su quei tavoli delle Conferenze di valutazione ambientale progetti di rilevante importanza economica e altrettanto di imbatto. L'uno è l'assalto all'acqua che sta anche nel titolo, un investimento di una quindicina di milioni di euro che vede in "concorrenza" tra loro due aziende del settore energetico e che vorrebbero trasformare il ponte Napoleonico sul fiume Toce, all'altezza di Migiandone, in una centrale di produzione idroelettrica. In teoria le salvaguardie ci sarebbero tutte: vincolo paesaggistico, vincolo architettonico, divieti di alterare il regime idrico entro il confine del Parco Nazionale... chi più ne ha, più ne metta, ma nonostante questo, ad esempio, il Parco Nazionale stenta ad esprimersi, dovrebbe dire no, e invece chiede lumi al Ministero, (che non glieli può dare) se mai conosca il modo per dire si. Il progetto dovrebbe essere rimesso in pubblicazione, riaperte le osservazioni, ma leggiamo che, forse, l'Ente Provincia vuole decidere alla prossima imminente conferenza. Insomma adesso ha fretta... e come non capirlo. L'altro, o meglio l'altra, è la Lorgino, la cava dai quattro milioni di cubi ( una piccola tav) al centro di una disputa quadriangolare forse pentangolare: Provincia/Azienda/Comune/Associazione/Comitato. Anche questa destinata a ritrovarsi, tra non molto al tavolo della Conferenza. Molte delle carte sono tenute gelosamente segrete, o quasi, con motivazioni incongrue, ma l'Ente è piccolo e non possiamo pretendere che accontenti tutti. Nell'attesa invece un po' tutti hanno detto la loro: il Comune, per bocca del suo Sindaco, rilascia dichiarazioni non richieste ( segno di debolezza o di forza ?? Chi lo sa.); L'Ente, lo abbiamo già detto, fa come i bambini a scuola, copre le carte perché il vicino non copi; il deputato, pardon il Consigliere in Regione, fotografato alla fiera in posa con i padroni della Lorgino, scrive missive perché tolgano di mezzo il Piano paesaggistico; i Sindaci copiano e incollano e firmano altre lettere perché non approvino il PRAE, anche la Presidente Moro, quello dell'Assograniti, si abbandona a infiniti ringraziamenti nei confronti dell'ecumenico Alberto Cirio (ci mancavano soltanto le lacrime, tanta era la commozione), perchè questo le ha promesso che, per in tanto, congela il PRAE perché impedirebbe di demolire le montagne, in realtà perché così come fatto non passerebbe. Beh, vedete un po' come questa Provincia , piccola piccola, possa reggere davanti a questa carica dei cento mila. Il rischio è che venga travolta. Vedremo .

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