martedì 30 gennaio 2024

CREVOLADOSSOLA: LORGINO- LE RICHIESTE DELL' ARPA

 


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Dopo la Soprintendenza, anche ARPA, l’agenzia regionale per la protezione dell’ambiente ci ha fornito la documentazione che avevamo richiesto e che , invece, la Provincia ci aveva negato. Siamo quindi ora a conoscenza dei contenuti del contributo tecnico che l’ARPA ha fornito alla Conferenza di Valutazione di Impatto Ambientale che ha in corso l’esame del progetto di espansione della coltivazione di cava Lorgino. E’ un documento articolato e corposo che prende in esame tutti gli aspetti, di competenza Arpa, e che possono incidere sul territorio nel quale il progetto si colloca. Esso si sostanzia in una richiesta di integrazioni e approfondimenti che si chiede al proponente di fornire, senza i quali non potrà essere redatto il definitivo contributo.Tutto è quindi “sospeso” in attesa delle integrazioni, ma la lettura del documento ci consente di già da ora osservare quali siano, a giudizio dell’ARPA, gli aspetti critici del progetto e che qui possiamo riassumere. Intanto apprendiamo che la coltivazione ora sta proseguendo in regime di proroga sino al 2025, così come apprendiamo che le quantità di materiali da estrarre che vengono richieste, superano i 4 milioni di cubi, avvicinandosi a 5 milioni in un arco temporale di 15 anni, così come di tutta questa montagna, esattamente solo la metà l’azienda dichiara di essere materiali di pregio, mentre l’altra metà è oggetto di una valutazione critica dell’ARPA, chiedendo un approfondimento della loro qualità e della possibilità concreta che possano trovare, come l’azienda dichiara ma non dimostra, una collocazione di mercato, ricordando che, diversamente, essi sono rifiuti e come tali devono essere trattati. Evidentemente in questa occasione il precedente dei depositi di Vogogna devono avere pesato e non passati inosservati se l’ARPA non solo formula riserve su questo punto del progetto, ma chiede un approfondimento anche circa lo stato dei materiali sino ad ora non commercializzati e che risultano stoccati un po’ dappertutto, rilevando come non sia possibile prevedere attività così impattanti senza la collocazione dei materiali estratti, anche a livello di semplice stoccaggio, se avviene al di fuori del sito di estrattivo, sia indicato e previsto. Emergono rilievi anche sulle previsioni urbanistiche formulate dal Comune di Crevoladossola che, così formulate, legittimerebbero, a giudizio dell’ARPA, l’accerchiamento o l’eccessivo avvicinamento a nuclei abitativi, dalla espansione dell’attività di coltivazione, così come giudica criticamente il consumo di suolo boscato e agricolo laddove la proposta di compensare con una loro “monetizzazione” parrebbe inadeguata. Rilievi vengono sollevati sulle modalità di rilevazione dei dati circa l’emissione di polveri e di emissioni sonore, chiedendo un supplemento di rilevamenti. Manifesta valutazioni critiche sulle modalità di smaltimento delle acque di pioggia e sulle tecniche di ricircolo delle acque utilizzate per le operazioni di taglio e di perforazioni delle bancate.Pone una domanda circa la fine che siano andate a fare alcune delle precedenti previsioni di recupero ambientale che nel nuovo progetto diventano localizzazioni di un nuovo impianto fotovoltaico. Rileva puntualmente la mancata osservanza da parte dell'Azienda di tutta una serie di prescrizioni che il precedente progetto indicava. Il documento è molto lungo, sono una ventina di cartelle ( vi esentiamo dalla lettura del testo di cui omettiamo la pubblicazione). La sintesi che qui facciamo si limita a quegli aspetti meno tecnici, ma che più di altri possono aiutare a capire come questo progetto non sia una cosetta da niente e dove il bilanciamento tra esigenze ambientali e economiche sia forse ancora da raggiungere, con buona pace del Sindaco del Comune che, in primis, avrebbe dovuto perseguire quell'obiettivo lontano.


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