sabato 13 gennaio 2024

MACUGNAGA: LA PISTA FUORI LEGGE


Continua la vicenda della pista per bici che avrebbe dovuto scavallare il passo del Monte Moro  e congiungere Staffa con Sas Fee. Un'opera ardita, in ogni senso, sia per il dislivelli da superare, sia per la spregiudicatezza con la quale  gli Enti attuatori hanno operato. Incuranti di leggi e regole, sono andati avanti come se queste non ci fossero. Già ci aveva sorpreso la facilità con cui il tutore del sito Natura 2000, l'Ente Provincia del VCO, aveva dato il suo ok all'opera, incurante forse che una strada di otto chilometri, destinata ad essere scorazzata dai nuovi ciclisti in sella a macchine sempre più sofisticate, avrebbe potuto causare qualche problema, problemi peraltro che L'ARPA aveva segnalato, ma che nessuno aveva ascoltato, problemi poi ingigantiti dalla gestione che dire poco accorta è un eufemismo, l'Ente Comune era riuscito a far nascere, consentendo che il progetto fosse modificato in corso d'opera senza che nessuno si pronunciasse e quindi, fuori da ogni regola. Alla fine, i problemi sono venuti al pettine: l'assenza dell'Ok delle Dogane e le vistose difformità esecutive non autorizzate, tutte questione che hanno originato  indagini penali e procedure amministrative. Per quelle penali non sappiamo come andranno a finire, per le altre è arrivato, forse inaspettato l'alt della Soprintendenza a cui il Comune si è opposto ricorrendo al TAR.  Notizia quindi di oggi è quella, riportata dalla Stampa,  secondo la quale i Tar attenderà un paio di mesi  per vedere se ci sarà un' uscita amministrativa dalla vicenda o se, invece, dovrà pronunciarsi nel merito.   Percorso a ostacoli dunque dove l'ultima a pronunciarsi dovrà essere una nuova valutazione di impatto ambientale, poco male si dirà in quanto verrà gestita dal Comune colpevole, caso strano di conflitto d' interesse, ma ne siamo pieni, e dove però, sarà determinate e vincolante la posizione che la Soprintendenza terrà ( il caso Cossogno, dove ha imposto l'abbattimento dell'edificio costruito dal Comune senza autorizzazione e che il TAR non ne ha sospeso l'esecuzione, costituisce tuttavia un precedente cui dovrà tenersi conto) .Intanto, c'è pure la questione dei soldi e se l'opera non si chiude rischiano di dover essere restituiti. Da chi ? Alla fine dovrebbero rispondere i soggetti pubblici, cioè persone in carne ed ossa che non pare siano stati all'altezza della situazione, ma hanno gestito un po' tutto come se fossero al bar sport. Vedremo


 

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