martedì 30 maggio 2017



Oreste Rutigliano è il nuovo Presidente nazionale di Italia Nostra 


Roma, 29 maggio 2017 – E’ Oreste Rutigliano il nuovo Presidente nazionale dell’Associazione Italia Nostra. La “crisi di governo” scoppiata nella seduta del Consiglio direttivo del 6 maggio 2017 è stata prontamente risolta in soli 20 giorni con una sola seduta del Consiglio direttivo nazionale che ieri, 28 maggio, ha preso atto delle dimissioni dell’ex Presidente Marco Parini e ha eletto i nuovi organismi statutari. 
Si sono così risolte divergenze di orientamento maturate all’interno del Consiglio direttivo nazionale su questioni amministrative e di mancata trasparenza in molte scelte.
Nominati quindi i Vice Presidenti nelle persone dell’architetto Cesare Crova, la dottoressa Maria Rosaria Iacono e l’avvocato Maria Paola Morittu.
Oreste Rutigliano guiderà l’Associazione fino alla scadenza naturale del Consiglio nazionale nel settembre 2018. Oreste Rutigliano milita in Italia Nostra dal 1971 e per 20 anni è stato Vice Presidente della sezione di Roma accanto all’allora Presidente Antonio Cederna. 
Si ritiene suo allievo e intende, come ha sempre inteso, ispirarsi ai rigorosi principi che Antonio Cederna seppe diffondere a vantaggio della tutela e della conservazione del paesaggio, dei Centri storici e dei beni culturali.
Si è principalmente occupato di questioni urbanistiche, di aree protette metropolitane, del paesaggio delle aree interne e marginali, e in particolare di tutti i fattori di distruzione del paesaggio italiano. 
Il programma per quanto riguarda l’organizzazione interna si ispirerà ai principi di massima trasparenza e austerità mentre intende rafforzare la capacità di comunicazione delle idee di Italia Nostra.
All’ordine del giorno, tra le questioni da affrontare vi è prima fra tutte l’indebolimento progressivo delle funzioni di tutela del Ministero dei Beni culturali e la perdurante noncuranza di tutte le istituzioni verso il nostro paesaggio.







lunedì 29 maggio 2017

NUOVO CORSO

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Come in tutte le buone famiglie qualche volta non si va d'accordo e si litiga pure. E' successo anche alla nostra organizzazione che in questi ultimi tempi ha visto accendersi all'interno del suo Consiglio di amministrazione una vivace polemica. Morale; alla fine il Presidente in carica Avocato Parini, ha rassegnato le proprie dimissioni costatando che era venuta meno la fiducia nei suoi confronti. Morto un papa se ne fa un altro e così è stato e il Consiglio di amministrazione ha provveduto subito ad individuare un nuovo Presidente e nuovi Vice. La nota della nostra Presidente Regionale, Adriana My, che qui sotto riporto ci da conto degli ultimi avvenimenti.  Si conclude dunque la fase la crisi dell'Organizzazione e la speranza di tutti e che questo anno di nuova gestione sia produttivo e capace di sanare le fratture che si erano aperte. Di tutto abbiamo bisogno, meno di litigare tra noi, ma di lavorare per un bene migliore che è quello del nostro paesaggio e dei beni culturali, beni tutti che richiedono un'attenzione sempre maggiore per la loro salvaguardia e conservazione minati come sono da una cultura che avanza e che rischia di non riconoscerli più come segni della propria identità. Non ci resta che sperare.  

Carissimi, rientrata da Roma voglio subito comunicarvi quanto è emerso dalla riunione straordinaria del Consiglio Direttivo Nazionale di ieri 28 maggio a cui ho partecipato. Come sapete già i gravi fatti recentemente avvenuti in sede nazionale e culminati (ma non è l'unico motivo) con il licenziamento del funzionario Mauro Di Bartolomeo, atto deciso in maniera autocratica dal Presidente Parini senza consultare il Consiglio Direttivo né ascoltare i numerosi appelli pervenuti da molti Consigli Regionali, tra cui il nostro, e da molte Sezioni da tutta Italia hanno portato a far sì che molte persone che sino a ieri avevano sostenuto il Presidente si siano resi conto della gravità della situazione a cui il Presidente aveva portato la nostra Associazione ed abbiano fatto marcia indietro. In questo dobbiamo essere grati ai Consiglieri Nazionali di minoranza, M.T. Roli in testa, che hanno lavorato senza risparmiarsi per raggiungere questo obiettivo. Il Presidente Parini ed il suo vice avv. Pietro Petraroia hanno quindi dato le dimissioni. Si è proceduto a nuove elezioni. Sono stati eletti: il Presidente che traghetterà l'Associazione per un anno circa in attesa delle elezioni del nuovo Consiglio Direttivo, Oreste Rutigliano,ed i tre nuovi vice-presidenti: M. Paola Morittu, Enrico Crova e Maria Rosaria Jacono. Sono anche stati eletti i membri della Giunta che sostituiranno i membri dimissionari della precedente Giunta. I fedelissimi del Presidente Parini ed il Presidente stesso non hanno partecipato alle votazioni perché contrari al "ribaltone". Si è poi anche votato per la revoca del provvedimento di licenziamento del funzionario Mauro Di Bartolomeo, procedimento però già inoltrato agli organi competenti dall'ex Presidente e quindi anche se l'esito sarà positivo ci saranno conseguenze, credo anche economiche, a carico dell'Associazione. Questo è quanto. Un caro saluto a tutti. adriana

giovedì 18 maggio 2017

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ITALIA NOSTRA IL TUO 5 X 1000


tutela del patrimonio storico, artistico e naturale 
difesa del paesaggio e dei luoghi di cultura 
restauro e valorizzazione dei beni culturali e delle opere d’arte 
conservazione dei parchi e delle aree marine protette 
educazione e formazione alla conoscenza e alla difesa del patrimonio culturale 




Il codice fiscale di Italia Nostra è: 80078410588

lunedì 15 maggio 2017

STRESA-INTRODUZIONE AL CONVEGNO.





In occasione del convegno tenuto a Stresa il giorno 13 ultimo scorso sul tema dei beni comuni pubblici in degrado, è stato tenuto l'intervento che qui trascriviamo e lasciamo alla vostra attenzione.


Italia Nostra ha voluto dedicare la prima giornata nazionale ai beni comuni di proprietà pubblica che, seppur sottoposti a provvedimenti di tutela, versano in abbandono e degrado.
Ad ogni sezione locale il compito quindi di individuare un bene che nel proprio ambito presentasse quelle caratteristiche, con la speranza che la giornata ad esso dedicata possa riaccendere i riflettori sullo stato in cui versa e sulle prospettive del suo recupero e della sua valorizzazione.
Le Sezioni delle Province di Verbania e di Novara, accomunate da una problematica comune che è quella di Villa La Palazzola qui a Stresa e di Villa Cavallini a Lesa, hanno congiuntamente creduto di anticipare la giornata di domani con questo pomeriggio di incontro e di dibattito sul tema che vede al centro i parchi e le ville storiche, realtà che hanno costituto un insediamento di pregio sulle coste dei grandi laghi, improntandone il paesaggio, tanto da farle diventare un elemento caratterizzante e qualificante del territori.
La ricchezza del passato sembra però essere un problema per l'oggi; le mutate abitudini nella fruizione del tempo libero, il ridursi o l'estinguersi della grandi famiglie proprietarie, le spinte economiche diversamente orientate, il frazionamento delle proprietà stesse o all'opposto la loro concentrazione in poche mani, tutto ciò ha modificato il quadro di un passato che definirei dal paesaggio perfetto e aperto un presente dove una parte di quel passato appare o modificato, non sempre coerentemente, o già scomparso o abbandonato in attesa di una prospettiva che il più delle volte non è quella del recupero.
La linea d'ombra del presente che separa il passato glorioso dal futuro incerto, troppe o molte volte è segnata quindi dall'abbandono, un abbandono a volte incolpevole, ma a volte imputabile alla volontà, o alla necessità, proprietaria. Gli esempi non mancano.
Ma c'è di più; insieme alla decadenza dei beni si accompagna forse un cambio culturale. Più il degrado e l'abbandono avanzano, più si allarga una coscienza diffusa che percepisce il degrado come causa e non come effetto. Si innesca insomma un processo che rischia di vedere i cittadini passare da difensori dei beni comuni a primi accusatori di un sistema di tutela raffigurato come responsabile del grado di incuria raggiunto. Il sistema di tutela viene allora indicato come il freno, l'ostacolo che si frappone alla "valorizzazione" economica di quei beni, anzi alla crescita economica tout court, il nemico da abbattere.
E' la perdita di riconoscimento del valore identitario cui il paesaggio storico assolveva. Coloro che hanno ereditato soltanto "ruderi", non ne riconoscono più il valore e si innesca un' azione collettiva politicamente sostenuta, specie a livello locale, destinata a rimuovere quei beni dalla propria identità, arrivando a chiederne la mutazione, anzi la distruzione, rinforzandosi le tendenze "eversive" rispetto al sistema dei valori dei beni culturali e di paesaggio ancorché costituzionalmente protetti. 
Si salda così il degrado materiale con la mutazione culturale; il primo avvia la seconda, la seconda, una volta innescata, rompe l'argine che poteva frenare il primo. A questo punto i valori identitari sono persi e il processo di trasformazione irreversibile dei beni comuni può aver luogo senza alcun ostacolo, anzi sostenuto attivamente dalla "volontà popolare". 
In questa panoramica, così brevemente descritta, ci si chiede quale sia il ruolo che i soggetti pubblici, diversamente competenti, debbano o possano svolgere. 
Al di là della diffusa narrazione ufficiale o meglio governativa che ci ricorda i punti di eccellenza, i gioielli di famiglia che sono ritornati a splendere, vi è una realtà più diffusa, magari minore, ma non per questo meno meritevole, che soffre, sia per mancanza di progetto, sia per mancanza di risorse, sia per volontà diversamente orientate. 
Di questa realtà, una parte è nella mani della proprietà pubblica, un'altra, pur vincolata, è in mani private e qui si innesca un paradosso.
Le proprietà pubbliche non dovrebbero soffrire per remore o incertezze circa la destinazione e il futuro dei beni in loro possesso; se ben indirizzati, specie entro una economia del turismo, rappresentano un valore aggiunto, un carattere identitario dei luoghi, tanto che hanno contribuito a farne la fortuna economica.
Tuttavia quand'anche esista una progettualità, le risorse finanziarie pubbliche, troppo scarse, frenano recupero e valorizzazione. 
Dall'altro lato, quello delle proprietà private, ancorché tutelate, si oppongono incertezze, freni inibitori, particolarmente efficaci in un contesto locale, a che una pianificazione coerente con il sistema dei vincoli ne disegni un futuro possibile o l'unico futuro possibile e auspicabile, ossia un recupero dello splendore perso, entro un ventaglio di possibili usi funzionali, vuoi di residenza tradizionale, vuoi di ricettività turistica di charme, vuoi quali contenitori di altre funzioni, comunque coerenti. 
La partita è ancora aperta su tutto il fronte, quello delle risorse pubbliche che mancano e ne parleremo anche dopo,e quello di una pianificazione coerente che ancora stenta moltissimo o addirittura cammina in senso opposto.
In questo contesto i beni comuni più esposti ne stanno facendo le spese, degradando comunque per volontà cosciente o per carenze di risorse e nel degrado attuale, il pericolo reale è l'avanzata, inesorabile, di quella mutazione culturale di cui ho fatto cenno e che rischia di cancellare identità e memoria, cambiando inesorabilmente il corso della storia e del paesaggio.

13/05/2017 Il Presidente sezione VCO

                     

giovedì 11 maggio 2017

GIORNATA NAZIONALE DEI BENI COMUNI : STRESA-LESA



ITALIA NOSTRA ONLUS

SEZIONI PROVINCIALI DI NOVARA E DEL VERBANO CUSIO OSSOLA

GIORNATA NAZIONALE DEI BENI COMUNI
VILLA LA PALAZZOLA-STRESA ( VB) 
VILLA CAVALLINI -LESA- (NO)








13 maggio ore 17
Villa Ducale Stresa c.so Umberto 15
Convegno pubblico
Partecipano: Italia Nostra Novara - Verbania -
Renata Lodari paesaggista curatrice dell'atlante dei giardini del Piemonte - Il paesaggio delle ville del lago Maggiore quale futuro?

14 maggio villa Cavallini- visita guidata-
14 maggio Parco di Villa Palazzola - mostra fotografica sullo stato della villa ed esposizione del progetto di recupero 





Con il patrocinio della

venerdì 5 maggio 2017

14 MAGGIO


COMUNICATI
29-03-2017
1ª Giornata Nazionale dei Beni Comuni di Italia Nostra


Il 14 maggio prossimo Italia Nostra lancerà la prima “Giornata nazionale dei Beni Comuni”, dove per beni comuni si intende il patrimonio “condiviso della Nazione”. L’impegno di Italia Nostra nella tutela del patrimonio culturale, storico, paesaggistico e naturale del nostro Paese, continua dunque, dopo oltre 60 anni, e deve essere costantemente messo in atto a causa del grave stato di abbandono, incuria e pericolo in cui numerosissimi Beni Culturali versano ancora oggi.

Dopo il successo della Lista Rossa, che continua a raccogliere le segnalazioni provenienti da tutta Italia, tutte le sezioni di Italia Nostra sono chiamate a individuare un bene comune in degrado e/o in pericolo nel loro territorio, che sia un bene culturale, un paesaggio, un monumento.

Questi “beni” saranno al centro di iniziative di valorizzazione attraverso diverse attività di tutela, pulizia, informazione e recupero, con il coinvolgimento della popolazione locale, la sensibilizzazione dell’opinione pubblica e degli organi di informazione sul ruolo strategico che i beni culturali ricoprono per la crescita sociale, culturale ed economica del nostro Paese.

Il tragico terremoto del Centro Italia, oltre alle vittime che ha causato, ha colpito duramente anche monumenti di grande valore storico e identitario. Una perdita gravissima per il patrimonio nazionale e un dolore immenso per il valore affettivo e il legame delle popolazioni a questi beni che, forse, solo in questi casi, emerge in modo tanto evidente.

La giornata, da ripetersi ogni anno nel mese di maggio (periodo 5×1000), sarà al centro di una campagna di comunicazione che toccherà tutti i livelli di informazione – locale, nazionale e internazionale – con l’obiettivo di raggiungere grande visibilità sia sui media che per il coinvolgimento della popolazione e la sua adesione, attraverso l’iscrizione alle sezioni, a Italia Nostra e le sottoscrizioni del 5×1000.

Vai agli eventi del 13 maggio clicca qui

Vai agli eventi del 14 maggio clicca qui

GIORNATA NAZIONALE BENI COMUNI – elenco dei beni scelti e delle azioni proposte
ALBA MOMBARCARO (CN) – Cappella campestre di S. Pietro
ALESSANDRIA – Cimitero Monumentale di Alessandria
ALTO TIRRENO COSENTINO – Le grotte carsiche di Praia a Mare: dall’abbandono alla valorizzazione
ANCONA – Santa Maria di Portonovo (bene gestito da italia Nostra
ANDRIA – Chiesa rupestre di Santa Croce ai Lagnoni
AUGUSTA – Megara Hyblaea
BOLZANO – Porre al centro le azioni di Italia Nostra a favore del Beni Cumuni
BRA e FOSSANO – Ospedale Neuropsichiatrico Provinciale di Racconigi (Cuneo)
CAMPOBASSO – Colle Ricciuto in Agro di DURONIA
CANOSA – 1. Ipogeo Moutrisi – Rossignoli 2. Terme Lomuscio 3. Tempio Giove Toro
CASABONA – Geosito della Zinga
CASERTA – Chiesa di San Rufo Martire
CHIETI e PESCARA – Palazzo Sirena
CROTONE – Castello-Fortezza di Carlo V con particolare riguardo al Baluardo di San Giacomo con orto botanico (gestito da I.N.) e gli Stemmi imperiale e vicereale nella cortina del Baluardo don Pedro
FAENZA – Galleria d’arte moderna
FIORENZUOLA D’ARDA – Centro Storico di Cortemaggiore
FORLI’ – I luoghi dello spettacolo come bene comune
LATINA – Borgo di Fogliano
MACERATA – Le fonti storiche di Macerata
MANTOVA – Chiesa Monumentale di San Maurizio a Mantova
MEDIO BASSO VICENTINO – Un capolavoro nascosto: il ciclo di affreschi del Fasolo di Villa Negri ad Albettone (Vi)
MELILLI – Chiesa dello Spirito Santo, sita nel centro storico del Comune ibleo
NOVARA – Lesa -Villa Cavallini
PALERMO – Chiesa di San Giovanni dell’Origlione – apertura straordinaria
PENNE – Chiesa di San Giovanni Battista
POTENZA – Inaugurazione orto sociale
PISA – Chiesa e Convento di San Francesco
ROMA – Parco Appia Antica (Appia Day)
ROMA – Villa Borghese – incontro pubblico
ROVIGO – Delta del Po – Un tesoro da Salvare
SALERNO e CAVA DEI TIRRENI – La manifattura tabacchi ospitata nell’ex Convento di Santa Maria del Rifugio di Viale Crispi – Cava dei Tirreni – progetto di recupero
SASSARI – Valorizzazione dei tesori naturalistici e archeologici della vallata di Bega, presso il comune di Bonnanaro
SALENTO OVEST – Area Marina Protetta Porto Cesareo
SIRACUSA – La Chiesa del Collegio dei Gesuiti
SUD SALENTO – Il Castello dei Castriota di Parabita
TIGULLIO – Il Paesaggio del Tigullio
TRENTO – Convegno sui parchi
TORINO – Cavallerizza Reale di Torino
UDINE – Villa Savorgnan nel borgo di Flambro
VASTO – Parco Archeologico del Quadrilatero e Borgo Monteodosio
VERBANO CUSIO OSSOLA – Villa Palazzola ed il suo parco di circa 12.000 mq., proprietà pubblica sin dagli anni ottanta, sita nel Comune di Stresa ( VB)
VERCELLI – La tenuta di Cavour a Leri (Comune di Trino)
VULTURE ALTO BRADANO – Focus Parchi Parco dell’Appennino Lucano
ATTENZIONE! L’elenco è in via di definizione grazie all’adesione di nuove Sezioni

CONSIGLIO














Mercoledì prossimo 10 maggio.alle ore 18,30 è fissata presso il Castagneto la riunione periodica del Direttivo Provinciale o, in alternativa, presso la mia residenza alle ore 17,30, salvo diverse proposte.
L'ordine del giorno è il seguente:.

1) Stato della organizzazione centrale 

2) Tesseramento 2017 

3) Giornata nazionale dei beni culturali assunzione di spesa 

4) Convenzione per accesso agevolato ai beni museali e culturali 

5) Concessione mineraria Seula- Referto. 

Il Presidente

mercoledì 3 maggio 2017

14 MAGGIO



Associazione nazionale per la tutela del patrimonio storico, artistico e naturale della Nazione

Sezioni di Novara e del Verbano Cusio Ossola

Giornata nazionale dei Beni Comuni 14 maggio 2017








14 maggio 2017
Stresa - Villa La Palazzola
Lesa - Villa Cavallini


13 maggio 2017, ore 17
Stresa – Villa Ducale
CONVEGNO PUBBLICO

martedì 2 maggio 2017

ACQUA CORRENTE

Risultati immagini per ACQUA CORRENTE ELETTRICa
La questione che il titolo di oggi richiama non è nuova. Ritorna a proposito di una nuova richiesta di concessione di derivazione d'acqua ad uso di produzione di energia elettrica, attualmente in corso di istruttoria presso l'Ente Provincia e riferita ad un rio in Comune di Craveggia. Si tratta dell’ennesima centralina idraulica con derivazione che toglierà l’acqua del Rio Vasca per convogliarla in un impianto privato di generazione di corrente elettrica. Il progetto prevede una presa d’acqua a monte con sbarramento di calcestruzzo in alveo e griglia di cattura idrica, una tubazione idraulica interrata ed un edificio in muratura di cemento per la turbina e il generatore/alternatore. Insomma c'è tutto quello che occorre per costruire ed avviare questo ennesimo impianto che produrrà energia da fonte rinnovabile. Un energia pulita e che, in teoria, non consuma il carburante che serve a produrla. L'acqua è infatti l'unico bene al mondo di cui non se ne perde manco una goccia, o quasi; il suo ciclo è perfetto; tanta scende dal cielo e altrettanta, o quasi appunto, ritornerà in cielo; dove e quando poi ricadrà questo è un altro problema. Ma il caso che ci viene segnalato mostra anche una realtà meno edificante, ossia la corsa, che evidentemente, non si ferma e che in questi ultimi decenni ha visto inseguire, nelle vallate alpine e nelle zone prealpine, ogni corso d'acqua e ogni salto d'acqua per farne il carburante di produzione di energia. Perché tanta affannosa corsa? Perché è innanzitutto un affare che genera utili altissimi a costi di gestione ridotti e gli investimenti vengono rapidamente ammortizzati. Niente da paragonare a qualsiasi altro investimento industriale, questo è certo. Di più, quasi non bastasse, questi investimenti hanno negli scorsi anni anche beneficiato di incentivazioni e agevolazioni. Ci verrebbe da dire che piove sempre sul bagnato. Comunque la corsa hanno provato anche a fermarla, o comunque regolarla; niente da fare, nessuna programmazione pare che regoli la questione e quindi va avanti in un sistema che chi prima arriva vince. I grandi impianti realizzati, principalmente, negli anni 30 del 900 sono ancora nelle saldi mani dei produttori nazionali di energia, il resto, quello che rimaneva, i piccoli e medi rii sono stati le "vittime" della più recente corsa all'oro bianco. Rilasci minimi, produzioni nominali di energia, rigide valutazioni ambientali, conferenze dei servizi, montagne di carte, tutto perfetto, ma alla fine credo che pochi siano rimasti fuori dal giro e una volta fatto l'impianto chi mai si ricorderà dei rilasci minimi, delle produzioni nominali e di tutte le prescrizioni dettate ? Il prosciugamento del reticolo idrico minore, quello maggiore era già stato fatto, ha desertificato i corsi d'acqua, ridotti in periodi di magra a ben poca cosa, ma tanté, la narrazione delle rinnovabili ha contagiato anche queste produzioni che di rinnovabile e quasi gratis hanno solo il carburante acqua; quel che è certo è che però l'energia prodotta non sarà gratis o quasi, ma verrà ben pagata, incentivando così l'ulteriore corsa all'oro bianco. In tutto questo contesto chi, come spesso accade, appaiono i meno svegli sono i soggetti pubblici, regolatori del sistema, ma abbiamo visto che non regolano quasi niente, mentre i Comuni, se è vero che ricavano buone risorse annue dai grandi produttori, poco, quasi nulla o nulla prendono dai piccoli produttori, dipende dalle potenze degli impianti; qualche volta invece diventano essi stessi produttori, da soli o in partecipazione, ma quasi mai alzano la voce a difesa dell'ambiente. Viene spontaneo domandarsi come mai ?