venerdì 30 agosto 2019

VOGOGNA/CREVOLADOSSOLA













La Stampa di stamani informa sullo stato dell'arte del deposito illegale di materiali in quel di Vogogna. Tutte informazioni a noi ben note che non abbiamo mai mancato di rinnovare le nostre richieste a che quella situazione venisse normalizzata. L'esito è infausto e, nonostante le incredibili accuse che il precedente Sindaco ci aveva rivolto, la situazione è quella che avevamo prefigurato. Nessuno vuole quel materiale che, evidentemente, non ha mercato, sia per qualità che per quantità. Sempre la Stampa ci ricorda quale sia l'origine di quel deposito, ossia la scriteriata, è il caso di dirlo, autorizzazione alla coltivazione, rilasciata dalla Provincia per l'estrazione del marmo di Palissandro nella cava Lorgino di Crevoladossola. Una cava storica, in forza di quella autorizzazione ha subito un' accelerazione del processo di produzione, senza precedenti. La cosa che ci ha sempre lasciato molto perplessi è quella che ha visto la Provincia accettare, senza crediamo obiezioni, l'affermazione, contenuta nel progetto di coltivazione, secondo la quale tutto il materiale estratto avrebbe avuto una destinazione commerciale, quindi neanche un metro cubo di rifiuto minerario sarebbe stato prodotto. Mi fermo qui; le cose sono davanti agli occhi di tutti e non necessitano commenti. Il prossimo passo sarà chiedere al nuovo Sindaco, per ora più educato del precedente, cosa intenda fare in tempo utile perima che anche la seconda collina faccia la fine della prima.

domenica 18 agosto 2019

APPUNTAMENTI D'AUTUNNO






La stasi estiva non ci tragga in inganno, il prossimo autunno non sarà una stagione di tutta tranquillità per le associazioni che sono impegnate sul fronte ambientalista "allargato". Il riferimento è naturalmente rivolto al territorio che "presidiamo" e che più o meno coincide con quello che sta dentro i confini ammnistrativi della Provincia del VCO. Se dobbiamo dunque aggiornare la nostra agenda in vista del fine estate e inizio autunno, difficile elencare le cose con un ordine di priorità, ma stando alle notizie ufficiali che sono state diramate, forse al primo punto dobbiamo mettere il Piano Grande di Fondotoce. L'annuncio dato dalla Sindaco di Verbania riguardo la presentazione del progetto Manoni per la realizzazione di una specie di parco divertimenti nell'area della cascina, appena al margine del confine dell'area protetta, sarà forse quello che più di ogni altro focalizzerà l'attenzione e l'impegno di tutti noi. Un progetto che già un paio di anni fa aveva fatto una sua prima apparizzione, ma che poi era stato prudentemente ritirato in attesa anche di tempi migliori. Che i tempi siano migliorati, questo è certo. Di fatto un progetto che dovesse sovvertire le funzioni dell'area entro il quale si dovrebbe collocare, non avrebbe, probabilmente, alcuna opposizione o ostacolo da parte di chi oggi governa e di chi oggi non governa. Tutti d'accordo dunque ? Sembra, ma non dobbiamo fasciarci la testa prima di romperla, dobbiamo sempre confidare in un qualche individuale ripensamento o ravvedimento. Vedremo dunque come andrà a finire. Certo è che il tema del Piano Grande e non solo, pure quello del progetto "Devero avvicinare le montagne", si incrociano pericolosamente con le richieste che da più parti vengono sollevate perché il Piano Pesaggistico Regionale venga rivisto. Lo ha fatto il Presidente Lincio, lo ha fatto non certo usando parole di fuoco, in maniera molto più soft, ma il senso è chiaro e lo scopo pure. Dietro di lui c'é probabilmente la maggioranza degli amministratori locali, desiderosi di vedersi liberati da vincoli, convinti di vivere ancora negli anni 60 cioè agli inizi dello crescita edilizia turistica, ma ignorando tutto il resto e quello che è venuto dopo quella stagione edilizia. Abbiamo fatto cenno al progetto " Devero avvicinare le montagne" ; sembra sparito dai radar, ma non è così, stanno lavorando alla redazione del rapporto ambientale che, pare, prenda più tempo del previsto. Nel frattempo il Parco delle aree protette dell'Ossola sta adottando il piano di gestione che riguarda tutta l'area compresa nei confini natura 2000, quindi anche quella che dovrebbe interessare l'avvicinare le montagne. Un buon lavoro svolto sul piano essenzialmente naturalistico, ma che comporta anche alcune collaterali conseguenze che dovrebbero essere seriamente considerate dagli estensori del progetto di avvicinare le montagne . Insomma un piccolo passo che sembra positivo e che potrebbe avere conseguenze non ancora tutte valutate. Sempre che però l'Ente Regione Piemonte lo approvi. Il che non è scontato. Quanto al resto, per quel che riguarda la nostra associazione rimangono aperti i dossier riferiti alla miniera di Baveno e ai depositi, ora illegali, di Vogogna. Riguardo al primo, ogni volta che lo apriamo scopriamo qualche cosa di inquietante, quindi non molleremo, ma staremo sul pezzo. Abbiamo coinvolto il servizio legale centrale della nostra Associazione e alla ripertura dei lavori dopo il fermo di agosto, vedremo quale strategia adottate. Per quanto invece riguarda il deposito di Vogogna, dobbiamo dare atto che il nuovo Sindaco, seppur già Vice Sindaco nel precedente mandato amministrativo, ha risposto prontamente e puntualmente alla nostra ultima richiesta di aggiornamento e, di fatto, riconosce che lo stato dell'arte attuale è quello che noi avevamo da sempre prefigurato avvenisse. Così è stato. Come vedete il lavoro, per questo e altro, non mancherà.

domenica 4 agosto 2019

STRESA: UNA LEZIONE PER TUTTI

 



Con una recente decisione, il massimo organo di giustizia amministrativa, ha sentenziato che il provvedimento assunto dalla Soprintendenza, con il quale veniva espresso un preventivo parere contrario alla realizzazione di un nuovo grande albergo sul lungo lago di Stresa e in un ambito soggetto a vincolo quale bene culturale, è assolutamente legittimo. La proprietà aveva impugnato il parere della Soprintendenza, ma la decisione inapellabile gli dà definitivamente torto. Da questa vicenda ne esce molto male anche il Comune di Stresa che con un' ostinazione davvero incredibile aveva modificato il piano regolatore proprio per consentire la realizzazione del nuovo grande albergo di circa 40.000 metri cubi, incurante delle prescrizioni, molto chiare, contenute nel Decreto di vincolo. Ne esce molto bene invece questa Associazione che, non solo, aveva a suo tempo promosso e ottenuto l'istituzione di un vincolo su alcune delle ville minacciate dalla costruzione dell'albergo, ma che si era opposta con fermezza durante tutto il percorso di adozione e approvazione della variante urbanistica. L'esito della vicenda sana anche l'incidendente di percorso in cui l'Associazione era caduta quando, per un imperdonabile errore procedurale, il ricorso che aveva prodotto al TAR contro la variante urbanistica e che, anche alla luce della recente decisione del Consiglio di Stato, avrebbe potuto avere un esito assai favorevole, non aveva potuto essere discusso nel merito. Una dura lezione dunque per il Comune che aveva consumato risorse ed energie per approvarsi uno strumento urbanistico assolutamente in contrasto con i disposti del Decreto di vincolo. Ancora oggi ci chiediamo come ciò sia stato possibile e quella variante non bloccata prima della sua approvazine. Ne avrebbero giovato tutti, anche la proprietà che non avrebbe dovuto buttare soldi sia a comprare cubi urbanistici, in un singolare esperimento di urbanistica negoziata, sia poi a far redigere un progetto che non aveva la minima rispondenza con i requisiti di legge. Tutto è inspiegabile in questa vicenda e ogni domanda a riguardo dovrebbe essere rivolta al Sindaco di quel tempo e ai suoi egregi eredi legittimi. Comunque, per ora, segniamo un punto a nostro favore, sperando che sia di monito non solo nella capitale del turismo del lago, ma anche rispetto a nuovi inquietanti scenari che sono preannunciati per la fine dell'estate, vedi le mire sul Piano Grande, ma non solo.