giovedì 19 novembre 2020

VERBANIA: AREA EX ACETATI ALLE PRIME BATTUTE

 

  Riqualificazione area Acetati, 16 i progetti presentati da giovani  architetti


Postiamo qua sotto il testo della nota che la Sezione di Italia Nostra ha proposto al Comune di Verbania nell'ambito della consultazione pubblica avviata sul destino dell'area ex Acetati. E' solo l'avvio di un percorso che comunque sarà molto lungo e con molte incognite. Abbiamo voluto con questo, necessariamente limitato, documento, esprimere delle prime valutazioni riguardo il destino di quell'area e le offriamo alla'attenzioe dei nostri lettori e dei nostri soci.



ITALIA
NOSTRA
ONLUS
Sezione locale del VCO



Preg. mo Sindaco
della città di Verbania
Sede municipale
Verbania-Pallanza

Sig. Assessore Delegato
alla Programmazione territoriale
Via F.lli Cervi 5
VERBANIA

Spett. Dipartimento 4
Via F.lli Cervi 5
VERBANIA

trasmessa via pec

Prot. 26/20
19/11/2020

OGG: Area ex Acetati. Consultazione pubblica- contributi.


In esito alla possibilità di offrire un contributo che possa essere di interesse e che possa venire apprezzato dai soggetti decisori, si inoltra quanto la presente Associazione ha ritenuto poter elaborare.
Giova tuttavia una premessa: il tempo assegnato per presentare un contributo è stato assolutamente incongruo. Abbiamo ricevuto il messaggio di posta elettronica il giorno 13/11, con la indicazione di poter produrre un documento entro e non oltre la data del giorno 20 dello stesso mese.
Il nostro contributo è penalizzato dal risibile tempo che ci è stato concesso; ciò nonostante formuliamo alcune considerazioni, auspicando che l’amministrazione cittadina possa e voglia aprire altri momenti di ascolto via via che il progetto di rigenerazione urbana meglio si definirà nelle sue linee finali.
 

 Quanto premesso, non sfugge all’Associazione l’importanza del progetto che coinvolge un ambito consistente del perimetro della città, ambito travolto dalla crisi industriale e purtroppo non il solo, anche se non ha uguali per consistenza.
Proprio la sua rilevanza, assoluta e relativa, ma la molteplicità di situazioni di “crisi” presenti, pone a nostro avviso un problema di relazione con la città nel suo complesso a cui invece, una pianificazione per comparto, rischia di sfuggire.
La riqualificazione dell’ex Acetati, è certamente un campo privilegiato per il ridisegno urbanistico di un’area e delle funzioni che potrebbe contenere, ma in stretto rapporto con il complesso delle funzioni della città, integrandone nuove e diverse, ricollocandole altre, accentrandone altre ancora o decentrandone talune.
Il procedere per comparto, comporta tuttavia un rischio che è quello di “sbilanciare” la città.
Attratti da soluzioni accattivanti e progettualmente anche innovative, si prospetta di addensare in quell’area un’eccessiva somma di funzioni, sguarnendo la città storicamente sedimentata di destinazioni insediate, socialmente interiorizzate e collettivamente condivise.
C’è dunque il pericolo di un esito dove il raccordo di un ambito ex industriale e la sua rifunzionalizzazione ad una dimensione urbana, impoverisca la città, anziché arricchirla e l’elenco, a nostro avviso, ancora troppo diffuso e lungo delle possibili destinazioni da allocare in quell’area, è un segno che un pericolo, in tal senso, vi sia.

Esemplificando:
 

 a) L’ipotesi dell’aggregazione in tal area delle destinazioni scolastiche per farne un polo unico, è allettante, ma non può essere disgiunta dalla decisione sulle nuove destinazioni da dare alle strutture dismesse che non impoveriscano il tessuto urbano e sociale nel quale ora convivono.

b) L’ipotesi di accentrare in una, le sedi sparse delle associazioni di aggregazione sociale, è pure un’ipotesi accattivante, ma non priva dei medesimi, se non maggiori rischi.

c) i richiami continui a spazi e luoghi di ricerca collegati all’ innovazione, non può non far pensare al fallimento che il territorio ha registrato, allorquando si è cimentato, dell’esperimento del Tecno Parco, con il rischio, forse anche accresciuto, di replicarlo e questo precedente non può non far riflettere.

d) L’evocare una sede di livello universitario o assimilato, non può non far ricordare decisioni alternative già annunciate, vedi Villa S. Remigio.

e) Il richiamo al collegamento stretto con le emergenze naturali, quale può essere considerata la “discesa” del Parco Nazionale nel territorio di Verbania, non può non ricordare e rimarcare che questa ed altre Associazioni hanno indicato il Piano Grande di Fondotoce, quale ambito privilegiato di “accesso” al Parco Nazionale, non certo l’area ex Acetati.

Sono esemplificazioni, ma ci sembrano significative nel porre l’attenzione e l’accento su come decisioni su di una parte della città non possano essere assunte senza considerare il disegno urbano, e non solo, più complessivo e come un percorso semplificato per “ varianti”, contenga in se il pericolo di scollegare la città, non di unirla. .

Vogliamo però, in coerenza con lo scopo primario di questa Associazione, porre al centro della Vostra attenzione il richiamo ai valori culturali che pure il progetto sembra evocare e che non può non considerare con una particolare sensibilità la prossimità all’area di intervento di : “Madonna di Campagna”.
Crediamo che il piano debba su questo punto dimostrare massima cura, individuando un ambito di protezione del complesso monumentale molto più ampio di quello attuale, ridisegnando a tal scopo la stessa viabilità principale e secondaria che lo lambisce, vuoi allontanandola da esso quanto più possibile, vuoi interrandola nella tratta interessata, assicurando comunque un’ampia oasi verde che valorizzi e accentui la presenza di questo bene.
Crediamo che spazi per soluzioni adeguate siano ampiamente presenti e le premesse che lo stesso piano pare contenere, non vadano, nel proseguo, disperse o dimenticate.

Un altro richiamo che vogliamo fare è di attenzione alla eventuale esistenza, nell’area ex Acetati, di edifici industriali meritevoli per qualità architettonica o che altro, di essere conservati e rifunzionalizzati, quali segni di memoria industriale del 900.

Da ultimo non può mancare la richiesta che il piano tenga in massima considerazione la riduzione sostanziale di consumo di suolo rispetto l’esistente con l’applicazione di indici standard per verde pubblico molto elevati.

Tutto quanto esposto ci sembra che in questa fase della consultazione e con i tempi a disposizione non sia per noi possibile aggiungere altro.
Solo in un momento successivo, in presenza di soluzioni più certe e definite, sarà possibile compiere valutazioni di merito che ora potrebbero essere improprie o intempestive; d’altra parte il percorso di costruzione del progetto non sarà breve e neppure certo, con incognite non tutte nella piena disponibilità di Codesto Ente.
Rimane il fatto che l’interesse e l’impegno di un’ amministrazione, qualunque essa sia, non può e non dovrà mancare nell’obiettivo del recupero di un’area che all’indomani della conclusione del suo ciclo industriale, non sempre felice per la città, dovrà trovare la miglior collocazione possibile, tenendo in stretto conto, come abbiamo cercato di richiamare, il rapporto con la città complessa, le funzioni in essa sedimentate, i luoghi interiorizzati delle aggregazioni sociali, il suo territorio più ampio e le articolazioni economiche e culturali che in esso sono presenti.

Distintamente



Il Presidente


Piero Vallenzasca



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