La"Stampa" nella sua pagina locale, rilancia con forza il tema dell'uso del Piano Grande per l'incremento di un turismo che sarebbe destinato ad invasioni di massa: un parco divertimenti, una specie di Gardeland del Lago Maggiore, una vecchia aspirazione di Tranquillo Manoni, ora presentata come un'idea innovativa suggerita da addetti ai lavori. Non nascondiamo una certa irritazione per il rilancio di un progetto che in realtà stride non solo con i valori di tutela del territorio che questa Associazione professa, ma con il rispetto che dovrebbe essere da tutti dovuto all'ambiente entro il quale la natura ci aveva dato la fortuna di nascere e che invece deve faticare e molto a essere conservato e migliorato, insidiato da interessi, affari e idee bizzarre. Eppure una chiave di lettura per un processo di conservazione e crescita del territorio, con particolare riferimento proprio a quell'ambito dove il fiume diventa Lago e la montagna terra d'acqua, ben ci sarebbe, anzi c'é ed è il rispetto della coerenza che bisognerebbe osservare rispetto ad alcune scelte di fondo che sono state fatte nel passato perché vedessero i loro positivi risultati anche nel lungo periodo. L'istituzione del Parco Nazionale Val Grande è stata una di quelle; i suoi confini lambiscono l'area fatta oggetto di tanta "interessata" attenzione mediatica, mentre nessuno finora ha raccolto seriamente il progetto che questa e altre associazioni hanno ripetutamente avanzato perché la Cascina De Antonis possa diventare la porta di accesso al Parco Nazionale, il luogo di servizi informativi, logistici, promozionali, divulgativi, educativi... l'elenco si potrebbe allungare. Un luogo che darebbe visibilità ad una istituzione che non ha ancora espresso tutto il suo potenziale non solo in termini di conservazione, ma anche di valorizzazione. Già nel precedente post facevano accenno a che la presenza del Parco potesse essere volano per un nuovo futuro dei borghi al suo interno ( modelli di una rinascita potenzialmente contagiosa anche rispetto a territori sinora autoesclusi dai suoi confini ) e ciò in contrapposizione ai nuovi insediamenti turistico ricettivi al suo interno, (villaggi vacanze di alta gamma), sirene accattivanti nei confronti di opinioni poco attente e facilmente orientabili, mentre meno giustificabili al proposito, ci sembrano, certi orientamenti istituzionali. Ci pare che quanto, seppur qui da noi sommariamente tratteggiato, possa essere l'indicazione di una strada coerente rispetto a quelle scelte di fondo e lungimiranti che nel passato, amministratori pubblici non dimenticati hanno saputo/voluto fare. Vorremmo i loro eredi fossero all'altezza di quel progetto, ne raccogliessero il testimone, ne dessero seguito. Forse un momento di riflessione comune è venuta l'ora di farlo: smetterla di raccogliere opinioni estemporanee e bizzarre,fare gli stati generali del territorio per capire se si vuole il parco dei divertimenti o se la ricreazione è finita ed meglio parlare seriamente e coerentemente.