lunedì 29 agosto 2022

MACUGNAGA: UNA CICLOVIA ESTREMA








Sul versante vallivo che da Macugnaga- Staffa sale sino al passo del Monte Moro, superando un dislivello di circa 1500 metri, sono iniziati e sono in corsi i lavori relativi alla costruzione di una pista ciclabile che, nelle intenzioni, dovrebbe collegarsi con il versante Svizzero e raggiungere l'abitato di Sas Fee. E' un progetto inter-frontaliero, finanziato con fondi Interreg per oltre un milione di euro per il solo versante Italiano. Le opere in corso hanno suscitato in alcuni fondate preoccupazioni per il forte impatto del cantiere che, considerate le condizioni di alta quota, le forti pendenze del suolo e in generale le condizioni ambientali in cui opera, potrebbe, proprio in fase di realizzazione dell'opera, generare situazioni critiche. Anche ad opera finita gli interrogativi circa la sua corretta manutenzione nel tempo non mancano. La stessa Arpa, l'Agenzia Regionale di protezione ambientale, era intervenuta in sede di valutazione dell'inserimento del progetto nello strumento urbanistico del Comune e aveva formulato molti rilievi critici, tanto che, al termine, aveva escluso la possibilità di concedere il proprio contributo in termini positivi. Nonostante ciò l'opera era stata approvata ed ora risulta in fase di realizzazione. A sua ultimazione interesserà una superficie di circa 60.000 mq. e comporterà scavi per circa 51.000 mc. La documentazione video/fotografica che circola da conto di come stanno procedendo i lavori; certo che un'opera, per certi versi anche ardita, avrebbe dovuto richiedere un' estrema attenzione progettuale, specie nella fase esecutiva e richiederebbe una massima attenzione nella fase attuativa, tutte condizioni precauzionali che vogliamo credere siano state assunte, ma ci pare d'obbligo crederlo con riserva di inventario. Qui nel seguito vi riportiamo alcuni brani della relazione Arpa che dava conto delle criticità dell'opera e che si sembra di poter condividere. Altra questione critica sarà poi la manutenzione, sia in termini economici che tecnici di un'opera che sarà comunque soggetta alle severe condizioni dell'ambiente alpino di alta quota. A cose ormai fatte, non è possibile per noi fare altro se non vigilare e invitare le persone sensibili e che frequentano quei luoghi a farlo perché un'opera fatta per consentire di praticare la mobilità con mezzi sostenibili, non si risolva in un disastro ambientale magari anche annunciato e inascoltato. Se così fosse, tutte le finalità e le ragioni sostenute per giustificare quest'opera perderebbero ogni validità e si dimostrerebbero fallaci e effimere.


          

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