domenica 9 ottobre 2022

CREVOLADOSSOLA: ECONOMIA e AMBIENTE




La prossima presentazione del nuovo progetto di ampliamento ulteriore dell'area di coltivazione della cava Lorgino di Crevoladossola, da dove si estrae il "prezioso" marmo palissandro, pone ulteriori e nuovi problemi di sostenibilità ambientale, sin qui forse sottovalutati a favore dell'interesse economico, a prescindere. Un filone di marmo che attraversa solo la zona dove è insediata la coltivazione, un bene quindi scarso se si vuole fare un paragone con altri materiali di pietre ornamentali, quali il serizzo, ma proprio perché scarso verrebbe da pensare che il suo sfruttamento non debba essere intensivo, ma limitato e semmai spalmato su un periodo di tempo molto lungo, così da preservarne la durata estrattiva e esaltarne il valore economico. Al contrario, in questi ultimi anni, la coltivazione è stata intensiva se è vero che l'ultimo progetto approvato misurava circa due milioni di mc. da estrarre e il risultato è stata una pesante "erosione" del crinale montano posto in sponda sinistra dell'imboccatura della valle del Diveria, spingendosi molto a ridosso dei nuclei abitativi esistenti. La nuova convenzione approvata dal Consiglio Comunale di Crevoladossola, fa ragionevolmente ritenere che l'avanzamento dei fronti di cava potrà massicciamente proseguire anche nel futuro prossimo, o almeno queste sono le intenzioni che dovranno andare al vaglio della conferenza dei servizi. Al momento ostano a tale progetto alcune irrisolte questioni che riguardano la rete di viabilità storica e minore, di natura pubblica, che interessa la zona, questioni che, anche, o forse meglio dire soltanto per effetto dei ripetuti interventi di questa Associazione, sono ora al vaglio della Soprintendenza che dovrà esprimersi. Intanto il progetto di allargamento ulteriore ha suscitato una certa preoccupazione tra residenti e proprietari dei nuclei abitati " minacciati" dall'avanzamento programmato dei fronti, tanto da valutare la possibilità di costituirsi in comitato a difesa dei beni comuni. Accanto a questo aspetto c'è però anche una vecchia questione sulla quale da anni l'Associazione conduce una tenace campagna di contrasto. Una buona parte dei materiali di scarto, provenienti dal processo di coltivazione, giacciono sui terreni agricoli in Comune di Vogogna, illegittimamente autorizzati in via temporanea e poi mai rimossi, ancorché le relative autorizzazione sono ampiamente scadute. La verità è che, nonostante le ordinanze di rimozione, nessuno sa dove portali e nessuno, anche lo sapesse, ha i soldi per rimuoverli, salvo chi li ha portati. L'Associazione ha chiesto e chiederà che le due questioni non siano scisse: nuovo progetto e rimozione dei materiali di scarto debbono trovare insieme la soluzione. Vedremo.



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