ITALIA NOSTRA VCO
IL BLOG DELLA SEZIONE PROVINCIALE DELLA ASSOCIAZIONE ITALIA NOSTRA ONLUS Contatti: italianostravco@gmail.com posta certificata: italianostra_vco@pec.it cell Presidente: 338 6132825 Segreteria: 349 1337533 conto bancario BMP filiale di Domodossola IT79L0103045360000000217470 Presidente:Filippo Pirazzi. Vice Presidente: Auguadro Tiziano. Segretario: Piero Vallenzasca. Consiglieri: Livia Olivelli Susanna Diverio Giorgio Ingaramo Giorgio Scalenghe
venerdì 12 dicembre 2025
domenica 7 dicembre 2025
RIGENERAZIONE URBANA E PNRR- CONVEGNO 28/11- SECONDA PARTE
Il caso del nuovo ospedale unico del Verbano-Cusio-Ossola
ITALIA NOSTRA –Sezione del VCO
Torino, 28 Novembre 2025
Un sentito ringraziamento agli organizzatori di questo convegno-dibattito per aver accettato la nostra proposta di intervento, oggi qui a Torino.
slide 1 – PRESENTAZIONE / TITOLO
Al convegno sulla “Rigenerazione urbana e le ricadute del PNRR” si porta all’attenzione del pubblico presente in sala un esempio discutibile di rigenerazione urbana, verso la quale la popolazione del VCO sta assistendo impassibile in questi giorni, come fosse disarmata. Si tratta dell’argomento principale delle cronache locali di questo autunno, un fatto che interessa praticamente tutta la provincia. C’è un dibattito acceso sui social, tutt’ora aperto.
La questione è relativa alla realizzazione di un nuovo ospedale che sarà unico per tutto il VCO, un problema molto sentito tra gli abitanti, di cui si ipotizza la costruzione da almeno venticinque anni. Si può dire che il tema della Sanità in questa provincia ha interessato tutte le amministrazioni regionali che si sono succedute dal 2000 ai giorni nostri.
Ma il vero motivo del dibattito pubblico è l’ubicazione dell’opera che ogni comunità vorrebbe sotto il proprio campanile. Questo è anche il motivo irrisolto dell’interminabile proroga. A livello politico, decidere in merito è sempre stato un grosso rischio elettorale. Chissà se questa sarà la volta buona?
Tuttavia, alla maggioranza delle persone sta un po’ meno a cuore (ahinoi) il problema del consumo di suolo del sito scelto per il nuovo edificio che, trattandosi di un ospedale di eccellenza, necessiterà di una superficie libera di almeno 8 / 9 ettari. Ad essere sinceri, il problema del consumo di suolo ed il suo arresto incomincia ad interessare un numero sempre maggiore di opinione pubblica che ne riconosce sia l’importanza, sia le preoccupazioni, a causa di un vuoto normativo aggiornato a livello statale. Ma siamo ancora ben lontani dal vedere un cambio di rotta, ormai urgente e inderogabile, almeno fino a quando una fetta consistente di italiani non se ne farà carico con maggiore consapevolezza.
C’è da chiedersi a questo punto, quanti siano i connazionali informati sul tema della rigenerazione urbana.
slide 2 – COMUNICATO STAMPA
La sezione del Verbano-Cusio-Ossola di Italia Nostra ha emesso all’inizio di questo mese un comunicato per la stampa in merito a questa questione di carattere sanitario, per fare le proprie considerazioni, chiaramente nello spirito dei principi statutari della nostra associazione ambientale. Nel contempo, ha ipotizzato una proposta alternativa alle candidature dei siti individuati dai Comuni.
L’argomento, come sopra anticipato nel titolo, è prendere finalmente una decisione per un nuovo ospedale unico che sostituisca quelli esistenti, diciamo un po’ datati e sempre più costosi per le casse regionali piemontesi. Quest’anno la Giunta Cirio aveva preventivato una spesa di 200 milioni di euro per gli adeguamenti dei due nosocomi in servizio. Evidentemente, le due strutture aperte presso ASL VCO a Verbania e a Domodossola non sono più in grado di garantire le migliori cure per il cittadino. Questo almeno parrebbe, a detta di alcuni esperti del settore.
In breve, la situazione è così riassumibile: la Regione non ha ancora scelto dove costruire questo nuovo ospedale, ma ha chiesto ai Sindaci dei Comuni del VCO di candidarsi con delle proposte di fattibilità, ovvero sia ha fatto capire questa antifona: “Se proprio non ce la fate a mettervi d’accordo per un unico sito che vada bene per tutta la provincia, proponete un’area all’interno del vostro territorio comunale, valuteremo in seguito noi qui a Torino, tra tutte le candidature pervenuteci, quella migliore per tutti”.
Nello specifico, Italia Nostra VCO ha obiettato in merito alle scelte dei Sindaci sul tipo di superficie individuata per l’opera, e ha dunque proposto in alternativa un sito dove il suolo è già stato consumato in precedenza. La proposta è stata subito oggetto di critiche, ma anche di replica da parte della stessa associazione.
Non è dato di sapere al momento se l’opera sarà finanziata con fondi PNRR, o con altre risorse dello Stato, l’Assessore Riboldi non si è ancora pronunciato pubblicamente, ma la questione rientra perfettamente nel tema del convegno: “La rigenerazione urbana”.
slide 3 - PREMESSA
E’ doverosa una premessa a giustificazione del titolo di questa relazione della sezione del VCO di Italia Nostra: Consumo di suolo “in deroga”.
Proprio in questi giorni è uscito un documento di ITALIA NOSTRA aps, realizzato a Roma durante l’ultima assemblea dei soci del 2025.
Leggendo attentamente le 6-7 pagine del capitolo Rigenerazione Urbana, alla fine si deve constatare che l’argomento, pur risultando di importanza strategica nazionale, è declinato su basi concettuali piuttosto astratte, per i più di non facile comprensione. Inoltre, l’espressione “Consumo di suolo” che si è cercata disperatamente tra le righe, compare solamente 3 volte, en passant, insieme ad altri contesti, quasi fosse doveroso ricordarlo, ma senza darci troppo peso.
Inoltre, della proposta di modifica della LR 56/1977 “Tutela ed uso del suolo” la platea dei presenti ha potuto ascoltare le premesse al dibattito della vice-Presidente Roli, che ha illustrato con chiarezza e puntualità le preoccupazioni delle associazioni di protezione ambientale piemontesi, per quella che potrebbe rivelarsi una manomissione sostanziale della vecchia norma, a scavalcare le tutele paesaggistiche, culturali e ambientali del PPR e dei PRGC locali.
Le stesse Osservazioni di Italia Nostra Piemonte al “ritocco” della 56/1977, che le sezioni hanno testé ricevuto, sono molto critiche e circostanziate, anche in merito al rischio che il CONSUMO di SUOLO sparisca dalle tutele e dall’importanza previste dalla vecchia legge regionale, almeno nel titolo.
L’impressione è che si voglia abbandonare l’obiettivo della riduzione del consumo di suolo per sostituirlo con una fantomatica rigenerazione urbana dai contenuti piuttosto vaghi, ma indirizzati a traguardi ben più speculativi e liberisti. Il partito del cemento non si arrende mai, nemmeno stavolta, anzi tornerebbe deregolato con meno prescrizioni e senza troppi limiti del poter fare.
Slide 4 – L.R. 21 maggio 2025 n°7
Modifiche alla legge regionale 56/1977
slide 5 – SALVIAMO IL SUOLO
Il consumo di suolo e lo STOP al suo consumo sconsiderato invece non può e non deve essere un concetto astratto.
Chi relaziona questa presentazione, è socio di Italia Nostra da alcuni anni, ma alle spalle ha una più lunga militanza in Salviamo il Paesaggio – Difendiamo i Territori forum nazionale, di cui Italia Nostra è fondatore insieme ad altri mille soggetti, associazioni e persone fisiche. Con Sonia Vella ha formato il comitato locale SiP Valdossola nel 2014 e si riconosce ambientalista free lance da molti più anni.
Il forum nazionale Salviamo il Paesaggio ha depositato in Parlamento il 31 Gennaio 2018 una proposta di legge di iniziativa popolare dal titolo: “Norme per l’arresto del consumo di suolo e per il riuso dei suoli urbanizzati” curata da un gruppo di lavoro tecnico-scientifico multidisciplinare, composto da 75 esperti di caratura nazionale e convalidata da alcuni giuristi, che purtroppo non ha avuto seguito nell’organo legislatore.
Federico Sandrone, qui presente in sala, ha realizzato per SiP un dossier aggiornato al 20 Dicembre 2023 in cui sono elencati tutte le oltre 50 proposte e i disegni di legge sul contrasto al consumo di suolo delle ultime 4 Legislature, compreso un sunto della proposta del forum.
Si ha l’impressione che il Consumo di suolo non voglia essere normato da nessuna coalizione politica raggiunga il governo della Nazione, nonostante l’urgenza e nonostante la necessità di salvare i suoli agricoli e quelli naturali ancora sopravvissuti al cemento.
slide 6 – SCHEMA SOSTENIBILITA’
Il succo di questa relazione in tema di rigenerazione urbana è tutto qua, racchiuso nello schema un po’ scolastico di questa diapositiva:
“Esiste un rapporto stretto tra la Rigenerazione urbana ed il Consumo di suolo?”
“O non esiste e i due concetti vanno avanti separati, ognuno per la propria strada senza invece voler rientrare in un unico problema di natura “post-cementificatoria?”
“E se invece esiste un rapporto stretto tra i due concetti, quale ruolo si vuole assegnare al Consumo di suolo?”
Se il consumo di suolo non lo si mette alla base del problema e dei buoni propositi della Rigenerazione urbana, ne va della SOSTENIBILITA’ di quest’ultima.
La sostenibilità ambientale della Rigenerazione urbana si può ottenere solamente pensando al riuso e alla riqualificazione dell’esistente edificato.
slide 7 – Immagine satellitare di Gravellona Toce
Il territorio della provincia del VCO è prevalentemente montuoso, per oltre il 90%. Per la restante parte è fondovalle del corso finale del fiume Toce che lo attraversa per il lungo. Sono brevissimi i lembi pianeggianti naturali lungo le coste dei laghi Maggiore, Mergozzo e Orta, praticamente inesistenti quelli lungo il versante sud alpino, salvo il Piano Grande di Fondotoce. Lungo le valli laterali minori e in collina il territorio è occupato dagli abitati e dai terrazzamenti rurali, retaggio di un’epoca passata. I centri urbani più grandi, le zone industriali, artigianali e commerciali, le arterie di comunicazione maggiori, come le strade e le autostrade, le ferrovie, gli elettrodotti, i torrenti e i canali occupano queste poche aree di pianura, lasciando con l’avanzare disordinato del “progresso” sempre meno spazio alle terre coltivabili.
Negli ultimi 40 anni, anche meno, l’occupazione urbana del territorio è letteralmente esplosa: centri commerciali e capannoni ovunque, nonostante i ripetuti cicli di crisi economica. Chissà se non ci fossero state le crisi come sarebbe oggi la vista dall’alto del territorio provinciale? Da notare che quel poco colore verde che ancora si intravede tra l’edificato è proprio il verde della vegetazione residua.
Slide 8 – La Provincia del VCO
La Provincia del VCO (Verbano-Cusio-Ossola) si trova nella parte nord-orientale del Piemonte; è stata istituita nel 1992 per separazione dalla Provincia di Novara, di cui costituiva il vecchio “alto novarese”. Il capoluogo è Verbania che si affaccia sul Lago Maggiore. E’ un territorio prettamente montuoso per oltre il 90% della sua superficie. Confina con i Cantoni elvetici Vallese e Ticino.
silde 9 – I numeri del VCO
Il Verbano-Cusio-Ossola è una provincia ripartita in tre aree distinte per morfologia del territorio e per caratteri storico-culturali piuttosto differenti tra di loro: il Verbano è la zona che risente l’influenza diretta del Lago Maggiore, il Cusio si estende nel bacino lacustre del Lago d’Orta, mentre l’Ossola è la parte prettamente alpina, percorsa dal Fiume Toce e dai suoi affluenti che ne delineano le valli laterali, come le nervature di una foglia d’acero.
slide 10 – I primi 10 Comuni più popolosi
Il VCO è una delle province più piccole d’Italia con una bassissima densità abitativa, circa 68 residenti per kmq. La maggior parte della popolazione vive concentrata nel fondovalle e lungo le coste dei laghi. Solo 6 Comuni possono contare più di 5.000 abitanti.
slide 11 – Tre ospedali per tre territori differenti
La prima foto in basso a sinistra mostra il vecchio Ospedale San Biagio di Domodossola, già documentato attivo nel Ottocento. Le altre due fotografie sono relative all’Ospedale Castelli di Verbania (in basso a destra), aperto nei primi del Novecento, e quello di Omegna, a gestione pubblico-privata ma convenzionato con ALS VCO per le cure ortopediche (ex Ospedale Madonna del Popolo).
Per i lavori di ammodernamento degli ospedali di Verbania e di Domodossola, la Regione Piemonte aveva preventivato una spesa di 200 milioni di euro (190 da Roma), congelati in attesa di decisioni sul progetto di un nuovo ospedale unico per tutta la Provincia.
slide 12 – Rendering di progetto
E’ apparso nel mese di novembre di quest’anno sui media locali questo disegno che da l’idea di un ospedale grande e moderno. In realtà è una proposta architettonica del 2004 per il VCO, presentata ad un concorso internazionale di progettazione.
slide 13 – Primo progetto
Per volere dell’Agenzia Regionale per la Sanità (ARESS), nel 2002 venne incaricato uno studio di fattibilità per un nuovo ospedale unico da collocarsi in Comune di Piedimulera. L’anno seguente si tenne un referendum consultivo a Verbania per sondare l’opinione pubblica sulla scelta della localizzazione: il 97% dei verbanesi votarono per il NO.
Le cronache locali riportano questa proposta grafica che pare derivi da un modello proposto dall’arch. Renzo Piano: 400 posti letto per un costo di 100 milioni di euro. Tempi di realizzazione: 6 anni.
A governare la Regione Piemonte c’era Enzo Ghigo, ma dopo di lui altri governatori riproposero alla popolazione del VCO l’idea di un ospedale nuovo e unico per tutta la Provincia, al posto di quelli esistenti. Tutte i progetti naufragarono però, ogni qual volta veniva proposta una localizzazione decentrata rispetto al capoluogo.
slide 14 – Ornavasso, l’ospedale in collina
Un altro progetto di ospedale unico per il VCO, naufragato per il mancato accordo tra i Sindaci, venne presentato nel 2015 per un sito inaspettato: Ornavasso, non in pianura ma sulle sue alture al di sopra del paese, dove insiste un bosco di castagni e querce. Una struttura di circa 50.000 mq per 131 milioni di costo dell’opera, escluse le modifiche stradali per l’accesso. Posti letto previsti: 330. Se ne continuerà a parlare fino al 2018, poi arriva la proposta del Sindaco di Domodossola: l’ospedale unico si faccia nel capoluogo ossolano. La Lega appoggia la proposta e l’anno dopo fa man bassa di voti alle amministrative in tutta l’Ossola.
slide 15 - Caratteristiche
Sono elencate nella diapositiva le caratteristiche che dovrà avere il nuovo ospedale unico del VCO.
slide 16 – Le candidature
A Torino vengono inviate dai Sindaci del VCO sei candidature per altrettanti siti, ritenuti disponibili piuttosto che idonei. Ora la palla passa alla Giunta regionale che si è data sei mesi di tempo (più altri eventuali 6) per indicare l’area in cui il nuovo nosocomio dovrà essere realizzato. Secondo l’Assessore Riboldi alla Sanità regionale, nel caso in cui non si arrivasse, nemmeno stavolta, alla definizione del luogo, i 200 milioni tornerebbero alla destinazione precedente.
slide 17 – le proposte: VERBANIA
Nella zona industriale tra il Fiume Toce e le pendici meridionali del Montorfano, sopravvive un lembo di suolo verde, con tipica vegetazione di pianura alluvionale e ripariale, libero da infrastrutture di una certa consistenza, lungo la strada statale 34, tra i capannoni di una fonderia di metalli (RoMetal) ed un centro commerciale (ex GranCasa). La vicinanza con il fiume e la mancanza di un’arginatura adeguata all’occorrenza delineano una candidatura in apparenza poco felice. Inoltre, l’arteria stradale è la più trafficata dell’intera provincia e le cave dirimpetto sono tutt’ora attive (Minerali Industriali).
slide 18 – le proposte: GRAVELLONA TOCE
Nella zona industriale di Gravellona Toce, che ha visto la maggiore espansione di capannoni in questi ultimi anni, è rimasto isolato un fazzoletto verde, così come appare visto dal satellite.
slide 19 – le proposte: DOMODOSSOLA
Entrando a Domodossola per il lato Sud, dallo svincolo della superstrada, lungo il rettilineo del vecchio tracciato della statale 33, sono ancora presenti, scampati alla cementificazione post bellica, alcuni prati e terreni agricoli, coltivati a fieno e mais che caratterizzano il paesaggio agreste della piana ossolana attorno al suo capoluogo. E’ su questi prati che il Sindaco Pizzi di Domodossola ha ricandidato il sito per la costruzione del nuovo ospedale unico del VCO. L’area è interessata dalla presenza nel sottosuolo di un gasdotto internazionale di grande portata.
slide 20 – le proposte: VILLADOSSOLA
In alleanza con la proposta di Domodossola, il Comune di Villadossola ha messo a disposizione un’altra area completamente verde, a parte la strada Domo-Villa da spostare per far posto all’ospedale. Valgono le considerazioni agronomiche espresse sopra in quando questi ultimi due siti si trovano a meno di 1 km di distanza uno dall’altro.
slide 21 – le proposte: PIEDIMULERA
Il Sindaco del Comune ha riproposto l’area che aveva già messo a disposizione nel 2002 per l’ospedale unico del VCO. La foto satellitare mostra bene che si tratta di terreni agricoli coltivati per lo più a foraggio e pascolo, sopravvissuti all’avanzare minaccioso dei capannoni delle zone industriali di Piedimulera e di Vogogna d’Ossola. L’area è interessata dall’attraversamento o dalla vicinanza con un elettrodotto in alta tensione.
slide 22 – le proposte: ORNAVASSO
La foto satellitare, tratta da Google Earth, mostra il paese di Ornavasso in bassa Val d’Ossola che beneficia dal punto di vista strategico della vicinanza di due uscite stradali a quattro corsie. Il sito collinare, già proposto nel 2015, è stato ricandidato dallo stesso Sindaco per questa occasione. Si tratta, come si vede bene nell’immagine, di un bosco di latifoglie coltivato a ceduo, che cresce in altura ai piedi del monte sovrastante un’area periferica del paese. Sembra che oltre a questa candidatura, Ornavasso abbia in serbo anche una proposta alternativa per un terreno sufficientemente grande nella pianura inedificata del Comune. Le aree verdi, come si può notare, non mancano nemmeno qui.
slide 23 – La posizione di Italia Nostra VCO
Tutte le 6 aree candidate alla localizzazione del nuovo ospedale del VCO sono aree verdi, a parte il bosco sulla collina di Ornavasso, cioè sono prati, terreni agricoli ancora coltivati.
I Sindaci hanno candidato dei terreni, privati o in parte demaniali, con una superficie complessiva per ogni sito che va da 7 a 9 ettari (70.000 – 90.000 mq) di suolo libero, vergine, naturale, non cementificato. Quel che è peggio è che nessuno ha obiettato nulla, come se il consumo di suolo non interessi a nessuno.
Le aree individuate equivalgono ciascuna a circa 10-12 campi da calcio di quelli grandi, omologati per le partite di campionato.
Lo sfruttamento del suolo per l’opera comporterà degli effetti negativi sull'ambiente, intesi in tutte le loro dimensioni: incidenza sugli ecosistemi e sulla biodiversità, riduzione della permeabilità dei suoli e delle aree coltivabili, nonché un'accresciuta pressione antropica nell'ambito dell'area ospedaliera con problemi di viabilità, di aumento degli inquinanti dell'aria e dei livelli delle emissioni sonore. Non ultimo la qualità del paesaggio potrebbe essere, a seconda della scelta di localizzazione, compromessa irreversibilmente. Danni comunque non reversibili anche ai fragili equilibri delle falde acquifere e un contributo non indifferente al riscaldamento climatico. Queste alterazioni ambientali sono innegabili, anche se l’opera è di importanza capitale per le cure sanitarie dei cittadini del VCO.
Singolare è inoltre il fatto che, in un territorio dove le crisi e le delocalizzazioni produttive, hanno prodotto in questi ultimi decenni un campionario variegato di archeologia industriale più o meno moderna, sottoutilizzato o peggio abbandonato, tutti propongano di sacrificare nuovo suolo, invece di ricercare aree già compromesse da cemento, come se non ci fosse un limite, come se non ci fosse un domani.
slide 24 – Il Rapporto ISPRA 2025
L’ultimo rapporto è uscito recentemente (24/10/25), ma esce tutti gli anni dal 2006, ed è pubblicato da ISPRA su internet.
Denuncia che il 2024 è stato un anno record per il consumo di suolo in Italia dall’ultimo decennio. Ben 84 kmq sono risultati coperti dal nuove superfici artificiali con un incremento del 16%, nonostante una manciata di kmq restituiti alla natura per ripristino di suoli cementificati in precedenza.
Ogni ora che passa si perdono circa 10.000 mq di suolo libero.
Insieme al Rapporto, ISPRA pubblica ogni anno anche un EcoAtlante, dove è possibile consultare delle mappe interattive che consentono di osservare le trasformazioni del territorio nazionale, caso per caso, dai dati regionali a quelli dei singoli Comuni.
Il dato più sconcertante è il valore assegnato per ogni ettaro di suolo perduto sotto il cemento che ogni anno le comunità locali (Comuni e Province) dovranno accollarsi per la perdita dei servizi ecosistemici che il suolo naturale offriva gratuitamente al cittadino: 88.000,00 euro (valore medio). Un costo che le Amministrazioni locali dovranno prima o poi mettere a bilancio per fronteggiare la prima malaugurata catastrofe naturale: dissesto idrogeologico, pandemie, estinzioni, ripristini, ecc… Un debito a carico delle generazioni a venire.
slide 25 – file EXCEL
Aprire il file di ISPRA per vedere le tabelle
slide 26 – Estratto excel
L’immagine mostra per ogni provincia del Piemonte il consumo di suolo complessivo alla fine dello scorso anno in ettari e in percentuale, in rapporto alla superficie totale del territorio.
slide 27 – CdS per abitante
Il dato che emerge da questo stralcio di tabella è impressionante! Gli abitanti delle province che hanno una bassa densità abitativa, concentrata nei centri urbani del fondovalle o in alcune aree pianeggianti, come il VCO, si fanno carico di un tasso di consumo di suolo pro-capite elevatissimo, superiore al dato regionale e nazionale. Basta una strada aperta in montagna per pochi privilegiati che la possono percorrere, poiché consortile, e tutta una piccola comunità di piccolo paese sopporta per ciascun abitante un consumo di suolo proporzionalmente grande.
slide 28 – TECNOPARCO
La proposta di Italia Nostra VCO per la localizzazione del nuovo ospedale prende in considerazione la riconversione di un sito logisticamente adeguato, ampio quanto basta alle esigenze dell’opera in argomento, dove il suolo è già stato compromesso tanti anni fa.
Il TECNOPARCO del Lago Maggiore è un esempio emblematico della crisi industriale che il VCO ha subito, fin dalla fine del Novecento e poi ancora nei primi decenni di questo III millennio, e del fallimento del tentativo di dare vita ad un polo della ricerca e dell’innovazione a sostegno dei settori secondario e terziario.
Il TECNOPARCO fu costruito dal 1993 al 1997 su un’area di 180.000 mq con un finanziamento dell’Unione Europea. Gli azionisti che l’ebbero in proprietà per un capitale di 3 miliardi delle vecchie lire furono Finpiemonte SpA al 51% e SAIA SpA al 49%. Oggi è una fila di capannoni posti in liquidazione già 10 anni fa, in parte acquistati da privati, sostanzialmente vuoti e chiusi, o sottoutilizzati, comunque sovrabbondanti per le concrete e reali necessità produttive attuali.
Nella struttura principale del parco tecnologico ha sede la Provincia.
Slide 29 La liquidazione del Tecnoparco
Dall’anno 2015, il Tecnoparco è stato messo in liquidazione a prezzi oltremodo vantaggiosi. La maggior parte dei lotti di vendita è stata acquistata probabilmente come forma di investimento.
slide 30 – Vista satellitare del Tecnoparco
Progettato dell’arch. milanese Aldo Rossi, il primo italiano a vincere otto anni prima di Renzo Piano il prestigioso Premio Pritzker, fu uno dei maggiori progettisti degli anni ‘80, allievo di Piero Portalupi. Ha insegnato architettura al Politecnico Milano e poi Zurigo, quindi negli Stati Uniti. Numerosi i suoi riconoscimenti in campo nazionale e internazionale.
Sono circa 30.000 metri quadri di superfici chiuse all’interno di 22 edifici (per lo più capannoni), suddivisi in spazi industriali, laboratori e uffici. Un campus tecnologico, un luogo dove fare innovazione, una cittadella che avrebbe dovuto mettere in campo una vocazione scientifica, tecnologica d’avanguardia, di ricerca, ideata per promuovere lo sviluppo imprenditoriale, ma che nel tempo si è orientata verso attività artigianali e altre attività a bassa produttività. Sono presenti anche delle serre per un centro di sperimentazione della coltivazione delle acidofile e un incubatoio innovativo.
slide 32
La disposizione degli edifici (capannoni)
slide 35
La suddivisione dei lotti per la liquidazione
slide 36 – Altre proposte sostenibili
VILLADOSSOLA area ex SISMA. Il vecchio stabilimento siderurgico è stato recentemente raso al suolo e non è dato di sapere ufficialmente quale destinazione sia stata prevista per gli oltre 85.000 mq di superficie, al momento tristemente vuota. Si vocifera di un parco fotovoltaico e di un impianto a idrogeno del gruppo Beltrame, gli ultimi proprietari del laminatoio che ha vissuto l’epopea industriale dell’Ossola.
slide 36 – Altre proposte sostenibili
Sempre in tema di alternative al consumo di suolo, si avanza una proposta a DOMODOSSOLA nell’area ex FIASA (INDEL SpA) in via Piave tra la stazione internazionale e il Fiume Toce. Anche questa ampia superficie risulta oggi vuota dopo la demolizione dei vecchi impianti industriali. L’intera area è in liquidazione ed è l’undicesima volta che viene bandita un’asta per la sua vendita. Intanto il prezzo è sceso del 90% a motivo della bonifica del suolo.
slide 36 – Altre proposte sostenibili
Un ulteriore alternativa al consumo di suolo: l’area inutilizzata dello Scalo Domo Due a BEURA CARDEZZA, ma di proprietà delle Ferrovie dello Stato.
slide 39 - Conclusioni
Le candidature proposte dai Sindaci del VCO per il nuovo ospedale unico di questa Provincia non appaiono essere quelle migliori possibili, in particolar modo perché i siti individuati dai Comuni e destinati al giudizio della Regione Piemonte prevedono il consumo di ulteriore suolo libero, al momento ancora idoneo per l’agricoltura. Quindi si tratta di suoli così detti “vergini” che tuttora svolgono le funzioni vitali naturali in modo equilibrato, a tutto beneficio della biodiversità e del genere umano.
Italia Nostra ha posto il problema e indicato delle possibili soluzioni, che non è detto siano praticabili. Ma altre se ne potrebbero ricercare nel segno della sostenibilità economica, sociale e soprattutto ambientale. Il consumo di suolo va fermato urgentemente, perché è un bene comune, fonte di vita non rinnovabile. Stato e politica devono dare il buon esempio per la salvaguardia delle risorse dei territori che occorre lasciare in buono stato alle generazioni future.
Filippo Pirazzi
Presidente di Sezione
Italia Nostra VCO
sabato 6 dicembre 2025
STRESA: VILLA ZOIA A RISCHIO
ITALIA NOSTRA
Sezione del Verbano Cusio Ossola
Spett. Ministero dei Beni e delle
attività culturali e del turismo
Soprintendenza Archeologica, belle arti e
paesaggio per le Province di Biella,
Novara, Verbano Cusio Ossola e Vercelli
C.so Cavallotti, 27
28100 NOVARA
e p.c.
Spett. Regione Piemonte
Settore Urbanistica Piemonte Orientale
Via Mora e Gibin, 4
28100 NOVARA
Spett. Comune di Stresa
All’attenzione del Sig. Sindaco
SEDE MUNICIPALE
28838 STRESA
Prot.22/25
via Pec
Beura Cardezza, 6 Dicembre 2025
OGGETTO: Comune di Stresa - Ambito di tutela paesaggistica. Piano attuativo ristrutturazione con ampliamento Grand Hotel Bristol c.so Umberto I - Richiesta di chiarimenti e di interventi.
Il Comune di Stresa, con recentissima deliberazione (G.M. n. 139 del 27/11/2025) ha definitivamente approvato gli atti relativi alla proposta di piano attuativo in ambito H1 di PRGC presentato da S.A.B. Spa.
Il Piano era stato fatto oggetto di verifica di VAS, positivamente conclusa con prescrizioni.
Risulta rilasciata l'autorizzazione paesaggistica di competenza regionale di cui alla Determinazione Dirigenziale 904/A1607C/2025 A1600A – Ambiente, Energia e territorio - Urbanistica Piemonte Orientale del 24/11/2025.
Codesta Soprintendenza ha peraltro espresso il proprio vincolante parere con nota classificata 34.43.04/776.1 che nella parte narrativa del provvedimento contiene il seguente testo:
"Ritenuto, pertanto, che le osservazioni sopra richiamate possano essere condivise solo parzialmente, in quanto alcune delle criticità evidenziate nel Preavviso di diniego non risultano integralmente superate e presuppongono ulteriori revisioni progettuali da sviluppare in fase esecutiva ovvero nelle successive fasi di elaborazione progettuale del PEC H1, con particolare riferimento alla viabilità storica e all’area residenziale di “loisir” situata a monte di via Omarini, escluse dal presente procedimento di autorizzazione paesaggistica, ma che dovranno essere valutate nelle sedi opportune. Resta fermo che, al fine di garantire l’effettiva attuazione degli interventi compensativi, il progetto definitivo del PEC H1 dovrà contenere precise indicazioni in merito alla loro localizzazione, oltre che ai costi e ai tempi esecutivi;"
Il documento citato è allegato all'autorizzazione regionale a contenuto paesaggistico.
Quanto premesso, si osserva che gli atti del piano attuativo, approvati dalla Giunta del Comune di Stresa, non contengono alcuna modifica, approfondimento e/o integrazione riguardo la previsione di area standard a parcheggio pubblico localizzata in ambito esterno al PEC H1 e a destinazione residenziale, pertinenziale a villa storica denominata Zoia o Pierina, posta tra via Omarini e Via Principe di Piemonte.
Osservato pure che tale previsione include l'abbattimento dell'esistente edificio di servizio alla villa con trasferimento di cubatura in ambito del PEC, ma che negli atti approvati risultano confermate tutte le previsioni di piano, ciò contraddicendo il contenuto del parere vincolante espresso da Codesta Soprintendenza, si chiede, quale Associazione di tutela, un urgente chiarimento in merito.
L'urgenza sopravviene altresì alla luce di nuovi elementi che si sono determinati in corso di esame dl piano attuativo e poi a seguito della sua tempestiva approvazione.
Ci riferiamo alle attività di allestimento e ora utilizzo operativo di cantiere che ha interessato gran parte dell'area di villa Zoia, cantiere funzionale alle opere di realizzazione del piano attuativo, ma che, salvo nostra svista, non era stato contemplato e fatto oggetto di esame nell'ambito della verifica di VAS, tanto che risulta autorizzato con semplice SCIA.
Non si hanno invece riferimenti di autorizzazione paesaggistica, rimasta ad oggi inevasa, da parte del Comune, la nostra richiesta di acceso agli atti.
Osserviamo comunque che per conseguenzialità degli atti e non frammentazione del progetto, l'autorizzazione paesaggistica (ove ammissibile) avrebbe dovuto essere inclusa in quella generale, dove non si rinviene traccia.
Aggiungiamo che sul sito oggetto di allestimento di cantiere, sono altresì stati eseguiti ancora in data 04/12, tagli di grandi esemplari di piante di alto fusto (almeno 2) evitando di lasciar traccia degli interventi, documentabili solo con un confronto tra immagini fotografiche precedenti e successive.
Tutto quanto esposto e narrato, si rimane in attesa di conoscere quanto richiesto e, qualora vi siano fondate evidenze che gli atti autorizzati o in corso di rilascio non corrispondano al parere vincolante espresso, voglia Codesta Soprintendenza compiere gli accertamenti necessari e operare conseguentemente.
Confidiamo dunque nella massima attenzione vorrà essere prestata alla presente.
Il Presidente
f.to Filippo Pirazzi


