Sulla montagna, sempre più povera di neve, piovono milioni. E' quello che sta succedendo dopo l'avvenuto ritrovamento, da parte di un qualificato Assessore della Giunta Regionale Piemontese, di un gruzzolo di milioni, 23 per la precisione, frutto di "risparmi" avvenuti durante gli ormai passati giochi olimpici invernali e che ancora giacevano in qualche fondo del disastrato bilancio Regionale. A quei 23 milioni, il parsimonioso Assessore ne avrebbe aggiunti altri 3; non proprio dei suoi, meglio dire dei nostri, anche questi trovati da una qualche parte; totale 26. Che farne dunque se non investirli nella neve che, se non c'è, bisogna pur farla. Per fare la neve ci vuole l'acqua, ma anche quella manca e quindi bisogna fare, o meglio raccoglierla . Ecco quindi che i 26 milioni sembrano giusto quelli che mancavano per risolvere il problema che ormai interessa un po' tutte le stazioni del circo bianco, fare la neve con l'acqua e spostare sempre più su l'impiantistica sembra l'uovo di Colombo, almeno per ora. C'è anche da dire che una parte degli impianti sono passati, per sopravvivere, dalla mano privata a quella pubblica e comunque stentano a far tornare i bilanci. Grandi impianti, forse troppo grandi, realizzati con il ricorso a risorse pubbliche, penso alla vicina Valle D'Aosta, stentano poi a far tornare i conti e, a volte la soluzione è costruirne degli altri, cioè aumentare la capacità di trasporto, mi riferisco ad esempio alla nuova programmata seggiovia di salita al passo Salati, nella valle di Alagna, che affiancherà la " nuova " funivia, con buona pace del vallon D'Olen che diverrà un luna park. Per il resto si pomperà acqua che diverrà neve, come se non costasse nulla il farlo, e così forse si protrarrà di qualche anno la vita delle stazioni di sci poste a quote inferiori. Per il resto si esploreranno nuove vie, ecco che ritorna il VE- DE -FOR, la mitica stazione sciistica che da anni e anni deve stare nel cuore di alcuni ed ecco che altri ambiti, pressoché incontaminati, verranno assimilati , né più, né meno, a tante indistinte zone alpine. Tutto questo avviene, apparentemente entro una logica economica che lo giustificherebbe, in realtà è probabilmente una rincorsa a ritardare o rallentare la fine prossima ventura di quell'altro modello di cui questo sarebbe il figlio e che il clima ha messo e metterà sempre è più in crisi. La politica, quella di governo ,non sembra orientarsi diversamente e si appresta dunque a tenere in vita il modello con una bella dose di respirazione artificiale. E' un pensiero corto, ma le elezioni avvengono ogni 5 anni e non una volta ogni secolo, quindi non possiamo pretendere che guardino un po' più lontano, vanno a 200 chilometri ora contro un muro. A noi non rimane che aspettare il botto.
IL BLOG DELLA SEZIONE PROVINCIALE DELLA ASSOCIAZIONE ITALIA NOSTRA ONLUS italianostravco@gmail.com cell 349 133 7533 Presidente: Piero Vallenzasca Vice Presidente: Filippo Pirazzi Consiglieri: Cerutti Maria Giorgio Ingaramo Giorgio Scalenghe Tiziano Auguadro Susanna Diverio
sabato 30 settembre 2017
giovedì 28 settembre 2017
BAVENO-LA MINIERA INFINITA
Sezione Verbano Cusio Ossola
Prot. n. 3017
28/09/2017
Spett. Comune di Baveno
All'attenzione del Sindaco
S E D E
Spett. Regione Piemonte
Direzione Ambiente Governo e Tutela del Territorio
Settore Territorio e paesaggio
C.so Bolzano 44
10121 T O R I N O
Spett. Ministero dei Beni e delle
attività culturali e del turismo
Soprintendenza Archeologica, belle arti e
paesaggio per le Province di Biella,
Novara, Verbano Cusio Ossola e Vercelli
P.zo Chiablese P. za S.Giovanni 2
10122 TORINO
Spett. Regione Piemonte
Settore Polizia Mineraria, Cave e Miniere
Via Pisano, 6 – 10152 Torino
OGG: Monte Camoscio: Concessione mineraria "Seula"- Recupero ambientale .
Si fa seguito alla nota già inoltrata al Comune di Baveno datata 01/03/2017, che si allega per conoscenza ai nuovi soggetti in indirizzo, con la quale si formulavano ampie e diverse considerazioni in ordine all'attività conseguente alla concessione mineraria ubicata sul monte Camoscio e denominata Seula, auspicando che la scadenza ormai prossima della concessione ( febbraio 2018) fosse motivo per un serio ripensamento in ordine alle modalità e convenienze del suo rinnovo.
Non conosciamo ancora quali siano gli orientamenti che il Comune di Baveno, proprietario di consistenti parti delle aree di concessione, assumerà in ordine alle problematiche da noi esposte, sotto tale profilo ne sollecitiamo comunque una definizione cui vorremmo conoscerne gli esiti.
Con la presente si torna invece in argomento sotto il particolare profilo del vincolo paesaggistico che, stante l'esistenza dei diritti di uso civico, grava sul gran parte dell'area ed in particolare sui contenuti delle autorizzazioni sino ad oggi rilasciate.
Si osserva che l'ultima autorizzazione, a noi nota, è relativamente recente, essendo datata 15/02/2016, e quindi rilasciata a fronte di una conoscenza dello stato della miniera rispetto l'andamento della coltivazione e del recupero ambientale assai attuale.
Orbene la lettura della relazione paesaggistica, redatta dal tecnico incaricato Geol. Gagliardi, che accompagnava l'istanza avrebbe indotto alcune perplessità. Ad ogni buon fine se ne riportano qui alcuni stralci:
"5. VOLUMI E SUPERFICI
L’area in Concessione Mineraria.................... si estende dalla cima del Monte Camoscio fino al fondo valle sul versante orientale del rilievo montuoso stesso. La superficie complessiva dell’area in Concessione Mineraria alla Graniti e Marmi di Baveno è pari a: 54 ha circa (544.785 mq circa).
All’interno della concessione è individuata l’effettiva area di miniera....................... L’area oggetto di autorizzazione alla coltivazione mineraria, che insiste su terreni di proprietà della ditta stessa e su terreni di proprietà comunale, si estende su una superficie pari a: 29 ha circa (287.470 mq circa). L’area di effettivo intervento............................................................ risulta pari a: 16 ha circa (158.225 mq circa)
Il piano dei lavori prevede, nella configurazione finale, un ampio settore, costituito dal cantiere nord superiore, in cui si esegue la completa scopertura del substrato roccioso su cui non erano previsti interventi di recupero ambientale. Tale area allo stato attuale corrisponde per altro alla zona ora destinata a coltivazione di cava per pietra ornamentale, all’interno del perimetro della stessa miniera. L’area di effettivo intervento di rinaturalizzazione finale per quanto concerne in senso stretto l’attività di miniera per feldspato si riduce pertanto a: 14 ha circa (139.410 mq circa) Si precisa infine che l’area già oggetto di interventi di recupero ambientale eseguiti contestualmente allo sviluppo della coltivazione copre ormai una superficie pari a 2 ha circa (20.530 mq circa), pertanto l’area residua al termine della coltivazione di miniera su cui sono previsti interventi di recupero ambientale risulta pari a: 12 ha circa (118.880 mq circa) Sulla base del reale andamento del mercato e dell’effettiva produzione dell’impianto si sono rivisti in questa sede i quantitativi di materiale estraibile che potranno prevedibilmente essere utilizzati. Per quanto concerne i volumi di materiale ancora disponibili per deduzione dalle precedenti misure, in relazione ai quantitativi annuali dichiarati nei programmi dei lavori si ottiene un quantitativo residuo di materiale di discarica coltivabile pari a: 900.000 mc circa . Si tratta tuttavia di un ordine di grandezza corretto che rappresenta in ogni caso un riferimento certo in funzione al proseguimento dell’attività attualmente in corso che difficilmente potrà sfruttare un quantitativo simile. Infatti tale dato, in riferimento all’attuale andamento della coltivazione, supera l’effettiva potenzialità estrattiva della ditta che nel corso degli ultimi anni è scesa ad un quantitativo pari a 40.000 mc circa, come riportato negli programmi annuali dei lavori di miniera relativi agli ultimi 4 anni."..................................................................................................................................................................................... ........................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................
"........... infine, con l’ultima fotografia si propone una fotosimulazione una visione globale dell’area oggetto di intervento al termine dell’attività della miniera (e della cava, autorizzata nel 2009, compresa nel perimetro della Concessione mineraria) rappresentando entrambe le aree secondo la configurazione di recupero ambientale autorizzata di cui si richiede il rinnovo"
FOTO PRESENTE IN ORIGINALE
Anche ad una lettura distratta la contraddizione tra quanto dichiarato in relazione e quanto richiesto ed autorizzato in termini di recupero ambientale, è palese. Lo stato attuale di avanzamento della coltivazione lo conferma.
In altri termini era evidente, per espressa affermazione contenuta in relazione che alla scadenza della concessione in corso il recupero ambientale, di fatto, non avrebbe potuto essere realizzato secondo la previsione di progetto, in quanto l'attività di coltivazione non sarebbe andata ad esaurimento.
Pur tuttavia si è in presenza di una autorizzazione paesaggistica i cui contenuti e le cui previsioni non si scostano da quel progetto che, alla imminente scadenza, non potrà essere realizzato; in termini più espliciti l'autorizzazione data si configura come una scatola vuota priva di alcun riferimento fattuale e concreto.
Lo spostamento delle previsioni di altri due decenni è la conseguenza deprecabile, tanto più deprecabile in quanto il progetto assentito non pare preveda interventi di recupero ambientale contestuali all'avanzamento della coltivazione, ma raffigurava soltanto una situazione finale che a breve non si realizzerà.
Allo stato dunque questa Associazione non può esimersi dal rilevare una situazione ben diversa da quella che le previsioni progettuali definivano, ma che una lettura anche non particolarmente attenta dell'insieme degli atti avrebbe consentito, da subito, mettere in luce e diversamente gestire.
Non si richiamano qui le considerazioni, di più ampio spettro, già espresse nella nostra prima nota che riteniamo mantengano tutta la loro valenza e attualità, ma qui si aggiunge che occorrerebbe un intervento urgente che, prima della scadenza delle autorizzazioni in corso, ridefinisca il contenuto del recupero ambientale in funzione di quella che sarà l'effettivo avanzamento della coltivazione.
Non sta a noi stabilire i modi e i termini di tale intervento, ma ci pare che la rilevanza e consistenza del caso lo giustifichi, pena anche la credibilità dei soggetti istituzionali che hanno avuto sin qui parte.
Lasciamo pertanto alla valutazione di Codesti Enti e Organi in indirizzo i contenuti della presente nota in attesa di leggerVi in merito.
Distintamente
Il Presidente della Sezione vco
martedì 26 settembre 2017
RICEVIAMO E PUBBLICHIAMO
L'interessamento della Associazione nei confronti della questione di Villa La Palazzola, ha avuto perlomeno una prima risposta, con tanto di scuse per il ritardo, da parte dell'Assessore Regionale alla cultura Antonella Parigi. Siamo grati all'Assessore per la manifestazione di attenzione che ha voluto dare alla questione e per l'impegno che si è assunta. Vedremo dunque se il tavolo di discussione sarà l'adeguato luogo perché venga individuata la migliore soluzione in tempi " accettabili", come auspicato dalla stessa Assessore. Da parte nostra non cesserà l'impegno a monitorare la questione e seguirne gli esiti non mancando mai la dovuta sollecitazione alle parti in causa. Vedremo.
sabato 16 settembre 2017
INSISTERE INSISTERE INSISTERE
16/09/2017
prot.2817
Pre.mo Sindaco della città di
VERBANIA
e p.c.
Soprintendenza ai beni archeologici, belle arti e paesaggio
per le Province di Novara Biella Alessandria Verbano Cusio Ossola
piazza San Giovanni, 2
Torino
Spett. Regione Piemonte
Settore Territorio e paesaggio
C.so Bolzano 44
TORINO
OGG: Riserva naturale di Fondotoce-modifica della destinazione d'uso dei suoli. Iniziative imprenditoriali.
La Stampa, nella pagina locale di Novara e VCO, ha dato recente risalto ad una notizia riguardo le intenzioni imprenditoriali avviate per "recuperare" i terreni di Fondotoce ad un utilizzo turistico/sportivo. Sempre la " Stampa" afferma che l'iniziativa avrebbe il sostegno del Sindaco di Verbania, mentre l'unico ostacolo deriverebbe dalla morfologia dei terreni, soggetti a esondazione.
Non voglio dilungarmi oltre sui contenuti riportati in quell'articolo che avrebbero meritato un ben diverso taglio critico rispetto a quello che la "Stampa" ha dato.
Il Sindaco di Verbania non può però ignorare le diverse problematiche ed anche il quadro normativo, articolato e complesso, che regola l'ambito di cui si parla: il Piano dell'assetto Idrogeologico, quello della Riserva Naturale, il Piano Paesaggistico Regionale, quest'ultimo proprio in questi giorni calanderizzato nell'aula del Consiglio Regionale per la sua definita approvazione.
Come Ella può vedere quell'ambito si trova al centro di una maglia regolatrice assai articolata; siano prescrizioni, piuttosto che direttive, se non indirizzi o norme già compiute e vigenti, tanto che ridurre il tutto, come fa l'articolista, non smentito, ad una "semplice" questione di esondazioni mi pare riduttivo e semplificativo, per non usare altri termini.
Avremmo quindi voluto leggere una parola più consapevole da parte del Sindaco di una città cui compete presidiare quelle norme, non ignorarle. Così non è stato o comunque non è apparso nell'articolo di Stampa che, forse, meriterebbe una qualche precisazione anche da parte Sua.
Ma anche oltre un anno fa questa Associazione aveva posto alla Sua attenzione, senza risposta, la questione ex Eden, che era stata oggetto di un convegno dove il vero quadro normativo era stato taciuto; ora la situazione, in parte, sembra ripetersi e ciò non premia la Sua azione che in altri ambiti è parsa più convincente.
Questa Associazione, per sua finalità statutaria, ha l'obbligo di concorrere alla tutela e valorizzazione dei beni comuni di paesaggio e di cultura che, peraltro, in un territorio la cui economia è "ridotta" a turismo o poco d'altro, costituiscono gli elementi identitari che lo rendono appetibile e competitivo sul piano del mercato turistico internazionale.
Se questo è vero, come non potrà non convenire, occorrerebbe che i governi locali fossero conseguenti, ma palazzi stile Dubai o parco divertimenti stile disneyland non pare proprio che vadano in questa direzione.
La ringrazio per l'attenzione che vorrà porre e le precisazioni che, nel caso, vorrà fornire.
Italia Nostra Onlus VCO
Il Segretario
Piero Vallenzasca
venerdì 15 settembre 2017
"STAMPA" LOCALE
15/09/2017
prot.2717
Gentil Direttore,
La Stampa, nella pagina locale di Novara e VCO, ha dato recente risalto ad una notizia riguardo le intenzioni imprenditoriali avviate per "recuperare i terreni di Fondotoce" ad un utilizzo turistico/sportivo. Si afferma che l'iniziativa avrebbe il sostegno del Sindaco di Verbania e che l'unico ostacolo deriverebbe dalla configurazione dei terreni, soggetti a esondazione. L'articolo riporta le dichiarazioni dello stesso imprenditore che "vanta" un successo senza uguali, cioè quello di contabilizzare nelle proprie strutture ricettive ben il 60% delle 866.000 presenze registrate da Verbania e, a fronte di questo risultato, assicura 120 posti di lavoro. Non mancano altre osservazioni, ma quanto qui ho riportato già tradisce l'orientamento che l'articolo ha dato alla notizia. Parlare di "recuperare" terreni che oggi hanno una destinazione e un uso agricolo non sembra proprio il termine migliore, semmai si sarebbe dovuto parlate di sacrificare, questo sì, terreni ad un uso che non pare proprio compatibile con l'ambito a riserva naturale entro la quale oggi, almeno formalmente, ricadono. Ma di quest'ultimo aspetto l'articolo manco fa alcun cenno, semplicemente ignora l'esistenza della riserva di Fondotoce; un ostacolo inesistente. Vengono invece enfatizzate le performance che, nel campo della ricettività turistica, l'imprenditore interessato avrebbe conseguito. Un vero record in campo regionale e provinciale, ma aggiungiamo noi, un doppio record se è vero che dando lavoro a "soli" 120 addetti sarebbe riuscito a conteggiare ben 519.000 pernottamenti. Se così fosse, come non abbiamo alcun motivo per dubitarne, il turismo del "villaggio vacanze" dell'Isolino di Fondotoce mostrerebbe tutta la sua inconsistenza sotto il profilo occupazionale diretto; insomma un affare imprenditoriale, ma che poco o nulla alla fine offrirebbe alla domanda di lavoro, parola intorno alla quale tutti si riempiono la bocca e giustificano a sproposito, come in questo caso, scelte scriteriate.
Grazie per l'ospitalità
Italia Nostra Onlus VCO
Il Segretario
Piero Vallenzasca
mercoledì 13 settembre 2017
IL PARCO DEI DIVERTIMENTI
Già qualche notizia era nell'aria, ma oggi la pagina locale de La Stampa ci conferma che sul piano del Toce qualche cosa si sta muovendo. Non è una novità, ma una conferma sì. Chi possiede un po' tutte le aree in sponda sinistra della foce del fiume, non pago di averne fatto sin qui tutto ciò che, probabilmente, ha desiderato, ora travestito da improbabile benefattore ottuagenario sembra sostenere che bisogna fare ancora e di più, trasformando i residui ambiti agricoli di una provincia che ambiti agricoli ne ha ben pochi, in una specie di parco divertimenti. Non importa se l'ambito è esondabile, in fascia PAI inedificabile, si può sempre costruire alzando il suolo, non importa se l'agognato parco divertimenti si troverebbe nel bel mezzo di un parco naturale regionale, non importa se a due passi da lì un investimento pubblico fatto con fondi europei quale il Tecno parco è già un rottame; in fondo tra capannoni nuovi o abbandonati, campeggi trasformati in villaggi vacanze, miniere e cave incombenti ovunque si alzino gli occhi verso l'alto, non pare che del Parco, quello vero, sia rimasto molto e dunque... tanto vale darle l'ultima spallata. Da quel che leggiamo la politica locale sembra, naturalmente, guardare con favore, persino con qualche piacere a questi progetti di parco dei divertimenti. Da quanto riferisce sempre La Stampa la Sindaco di Verbania, che già si era spesa, per fortuna per ora inutilmente, per trasformare la punta della Castagnola in un qualche avveneristico progetto stile Dubai, avrebbe già manifestato il suo disinteressato interesse; turismo e lavoro sarebbero i motivi guida che spronerebbero i governanti, penso con pochissimi eccezioni, a sostenere ogni progetto che, anche solo in lontananza faccia balenare queste prospettive; non importa quale siano i contenuti e le possibili valutazioni di merito, contagiati da una fregola compulsiva che vede ogni e qualsiasi investimento come un fatto positivo tout court. Dunque ? Dunque attendiamo sviluppi interessanti, concitati colloqui tra tavoli di concertazione, più o meno formali; ineffabili e interminabili conferenze di servizio che dovrebbero decidere lasciando i veri responsabili, cioè i governanti di turno, per quanto possibile, al di fuori di qualsiasi responsabilità, trincerati dietro neutre valutazioni di tecnici da loro nominati. Vedremo dunque e credo che dovremo parlarne ancora e presto.
martedì 5 settembre 2017
San Filiberto a Pella (Novara): segnalazione per la Lista Rossa
Indirizzo/Località: Via Lungo Lago, 21 Pella (Novara)
Tipologia generale: edificio di culto
Tipologia specifica: chiesa
Configurazione strutturale: chiesa in origine romanica
Epoca di costruzione: sec. XI
Comprende: edificio a due corpi, campanile romanico, quattordici cappelle settecentesche della Via Crucis affrescate e rampa di accesso, anch’essa settecentesca
Uso attuale:.stato di estremo degrado con gravi problemi strutturali
Uso storico: sito sulle rive del Lago d’Orta risalente tra il 1075 e il 1110
Condizione giuridica: bene pubblico
Segnalazione: del luglio 2017 – segnalazione firmata da una cittadina e validata dalla Sezione di Novara di Italia Nostra – novara@italianostra.org
Motivazione della scelta: La chiesa di San Filiberto si erge accanto al cimitero di Prorio di Pella, in provincia di Novara. È un sito molto antico, risalente all’XI secolo, con cappelle della via Crucis affrescate esternamente e risalenti al 1794. La chiesa di San Filiberto è unica in Italia dedicata a questo santo, ed è un edificio a più corpi, di cui il più antico risale al secolo XI, come il campanile di bella fattura romanica, posto di fronte alla facciata e datato da Paolo Verzone tra il 1075 e il 1110.
Chiesa e campanile sono circondati da uno spazio prativo in declivio verso il lago d’Orta, cinto da 14 cappelle della Via Crucis e raccordato con la strada litoranea da una rampa pure settecentesca. Il sito è accessibile in maniera parziale. La parte prossima all’abside è pericolante dal 2016 e chiusa con cartello segnalatore del pericolo di caduta di materiale dall’alto. È interamente puntellata sul lato sinistro (guardando la facciata).
Sono presenti evidenti crepe dovute a un cedimento della struttura, così come enormi macchie di umidità sui muri interni e in facciata che stanno, evidentemente, compromettendo la stabilità della chiesa.
sabato 2 settembre 2017
UN SOLLECITO
02/09/2017
Prot.2917
Al Presidente della Giunta Regionale
del Piemonte
P.za Castello TORINO
gabinettopresidenza-giunta@cert.regione.piemonte.it
Al Vice Presidente
della Giunta Regionale
Assessore al bilancio, finanze, patrimonio
vicepresidenza@cert.regione.piemonte.it
All'Assessore alla cultura e turismo
della Giunta Regionale del Piemonte
culturaturismo@cert.regione.piemonte.it
All'Assessore all'ambiente, urbanistica,
programmazione territoriale e
paesaggistica della Giunta Regionale Piemontese
assessorato.valmaggia@cert.regione.piemonte.it
Al Sindaco della città di Stresa
P.za Matteotti STRESA
Al Presidente della Fondazione
Villa Palazzola
SEDE
OGG: Stresa - Villa La Palazzola - un bene pubblico dimenticato che reclama attenzione. I sollecito.
Questa sezione dell'associazione Italia Nostra, dopo aver dato vita nel maggio scorso alle giornate del 13 e 14 dedicate a porre l'attenzione del pubblico e delle Istituzioni sullo stato di conservazione e sulle prospettive di rinascita di un bene pubblico, quale quello di Villa La Palazzola di Stresa, indirizzava a tutti gi autorevoli soggetti in indirizzo, la nota del 01/06 u.s. , ns. prot. 2217, con la quale si ricordava l'attuale assoluta impossibilità della Fondazione a provvedere, in assenza di alcun finanziamento, alle benché minime attività di ordinaria manutenzione, mentre d'altro lato si registrava pure la carenza di alcun finanziamento o di altre iniziative conosciute e capaci di affrontare il tema del recupero della Villa e del Parco che, forse è il caso di ricordarlo, giace da oltre trent'anni in condizione di degrado e di abbandono.
Non è il caso qui di ripercorrere nuovamente le considerazioni svolte nella nostra precedente nota, tuttavia spiace dover prendere atto che, pur a distanza di tre mesi, nessuna risposta è stata possibile registrare da parte degli Enti e Istituzioni cui avevamo rivolto la richiesta di attenzione.
Non possiamo che, nuovamente, tornare sul tema lamentando il silenzio ottenuto che parrebbe l'ulteriore segnale di una soluzione che né ci sarebbe, né neppure si profilerebbe, almeno nel prossimo orizzonte.
Giustamente ci si potrebbe obiettare che, nella scala delle priorità e dei valori, la questione di Villa Palazzola potrebbe non meritare uno dei primi posti, tuttavia la questione non è nuova, è annosa, è ultradecennale e la soluzione già individuata e certa, per ritardi o responsabilità non sappiano, è sfumata già una volta.
Se gli Enti e i soggetti istituzionali cui compete dare una risposta si defilano, che sia il Comune di Stresa, piuttosto che la stessa Regione Piemonte, se non la medesima Fondazione allo scopo istituita, ci chiediamo che cosa rimanga, quale sia il livello istituzionale cui debba essere rivolta l'istanza per dare al problema una soluzione.
Pensiamo che non ve ne siano degli altri, ma che la risposta la debbano i soggetti, anche autorevoli, cui ci siamo rivolti una prima volta e a cui, nuovamente, ci appelliamo con questa ulteriore nota di sollecito.
Attendiamo pertanto di ricevere un qualche segnale positivo sulla questione qui e ancora una volta sollevata.
Distintamente
Il Presidente
Iscriviti a:
Post (Atom)