Un anno chiaro/scuro è quello che si chiude, un'anno chiaro/scuro è quello che si apre. Sarà una sintesi un po' semplice per raccontare lo stato dell'ambiente in questa Provincia del nord/ovest, ma non chiedetemi di più perché molto di più non c'é.
Passando il testimone dall'anno che si chiude a quello che si apre rimangono sospese tante cose. La lista la sapete; l'impianto Interconnector, il S. Domenico/ Devero, il sito minerario, lo stato dei prelievi dai rii per l'energia, il colle in sassi di Vogogna; vi sono anche altre cose, ma da ultimo segnalo una notizia, o meglio aggiorno una notizia. Si muove pare, anzi è certo, la storia che ormai è avviata e che prevede di cambiare il volto di un luogo del paesaggio che storicamente caratterizza, in maniera significativa, la nostra percezione consolida: l'area della piana di Fondo Toce. Un simbolo di archeologia agricola che forse, ma anche senza il forse, meriterebbe di essere restituito alla sua funzione originaria , rischia ormai di saltare. La procedura, avvalendosi di un percorso semplificato, avanza e sta per giungere alla sua fase di pubblicazione. Sin'ora tutto è rimasto ben coperto; gli Enti interessati si sono espressi, ma non sappiamo come; ora sappiano che è in dirittura di arrivo questo progetto definitivo che parrebbe contemplare anche una variante urbanistica e che trasformerebbe l'ambito,connotandolo come una "riqualificazione per l'insediamento di un'attività ricettiva e impianti per attività sportive e tempo libero." Di più e d'altro non si conosce; certamente il sito cambierà volto o almeno queste sono le intenzioni; l'ultima parola spetterà poi al Consiglio Comunale di Verbania; nel mezzo, ma ci staranno solo pochi giorni, il tempo per formulare le osservazioni da parte del pubblico. Vedremo dunque; qualcuno si chiederà che ci sono già le regole che disciplinano quell'ambito, che quindi si può stare tranquilli. Si è vero ci sono le regole; quelle del PAI per esempio; lo zona è esondanbile, non dovrebbe essere edificabile, almeno per nuove edificazioni; c'é il PPR che pure disciplina, è vero; no, la riserva di Fondo Toce non c'é, perché il confine è posto un centinaio di metri più a valle. Eppure se andiamo a leggere le regole vediamo che sono scritte sfumate, in chiaro/scuro, quello dell'inizio del post di oggi e quando sono scritte così vale il detto che le regole si applicano ai nemici e si interpretano per gli amici. Non voglio pensare male, non sbaglierei; eppure la domanda che cosa ci stiano a fare e cosa veramente pensino, o meglio da che parte stiano i nostri governanti di turno vorrei farla. Questi non devono fare finta; dovrebbero essere più trasparenti, non nel senso che non si vedano, ma che abbiano il coraggio di dire come la pensano. Se per quelli di sinistra diventa importante promuovere i desiderata imprenditoriali, comunque essi siano, lo dicano senza tanti giri di parole. E' un segno dei tempi nuovi, non vedo dove vi sia lo scandalo. Se non sono in grado di sostenere e reggere una progetto diverso e per me più avanzato, è un loro limite, non è un limite di chi poi li critica, purtroppo pochi. Quanto agli altri , quelli che una volta si chiamavano conservatori o altro, non devono neppure muovere un dito, altri hanno raggiunto il loro scopo e, insieme, possono pensare di organizzare migrazioni di massa dai territori verso altre regioni; paradosso nel tempo delle polemiche sugli emigranti. Quindi...: se l'Interconnector avrebbe portato due posti di lavoro aggiuntivi e manco dunque c'era la solita motivazione occupazionale qual'era l'interesse dei Governanti, locali e regionali di turno, a sbattersi per promuovere il mega progetto? Ragioni strategiche nazionali si dirà; si ma gli interessi locali non dovrebbero essere tutelati dai governanti che se non proprio locali sono comunque stati localmente eletti ?
Dovrebbe, ma non pare lo sia, tanto che l'Onorevole di Vogogna ha persino pensato di mettere le mani avanti nel caso, sfortunato, che l'interconnector dovesse essere insabbiato, ponendo accanto ad uno dei posti prescelti, una bella montagna, questa volta di sassi, facendo una prova di quello che avrebbe potuto succedere. Più sfortunato il Vice di Chiamparino che, vi assicuriamo, ci ha messo molto di suo nel tentativo di far cambiare, fuori tempo massimo purtroppo, le regole del PPR sulla collina della Castagnola. Gli è andata male, avendo trovato sulla sua strada una Soprintendete abbastanza tosta. Se avesse saputo che poi sarebbero arrivati i Russi a cui pare vada bene così, avrebbe potuto rimediarci la figura.
Sulle terre alte il gioco è ancora aperto; il solito Onorevole di Vogogna ha fatto gli onori di casa, favorendo l'incontro con l'imprenditore Malagoni e il fu premier Renzi al quale non è parso vero che ci fosse qualcuno disposto a metterci soldi in quel progetto, tanto da suggerire il ricorso a finanziamenti pubblici. Non si sa mai; se poi dovesse andare male, almeno quelli che vanno alla malora sono quei soldi lì.
Tornando al piano, quello di Fondo Toce, la nebbia si infittisce e vedremo mai se si chiarirà; non sono ottimista.
In tutto questo che ho scritto e che riconosco non essere molto serio, ciò che stupisce è la scomparsa della politica, cioè del pensiero che sappia autonomamente determinarsi rispetto a scelte strategiche di progetto del territorio che sarebbe chiamata a governare. Vi è in atto un' inversione; i governanti avrebbero dismesso l'arte di governare e si limiterebbero a recepire richieste di altri, non importa quali, andrebbe bene tutto.
Se così è; va bene trasformare una Provincia la cui ultima e unica speranza è il turismo, in un laboratorio per ogni sorta di sperimento, tenere le miniere in vista sul golfo candidato, senza speranza, Unesco; metterci tralicci, cavi di alta tensione e stazioni di conversioni per ammodernare di infrastrutture elettriche le praterie alpine e i crinali di alta quota; alzare colline artificiali sui campi ad alta produttività agricolo; cercare di cambiare i tratti consolidati del paesaggio lungo le coste dei laghi, retaggio di un turismo d'altri tempi, in uno più attuale e globalizzato; riproporre la conquista industriale delle Alpi con innovativi sistemi di trasporto ogni tempo; banalizzare una riserva naturale, confondendola in un parco divertimenti.
Buon 2018.
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