lunedì 27 gennaio 2020

CACCIA GROSSA

L'immagine può contenere: spazio all'aperto, il seguente testo "Cesare Re"
Parte da Macugnaga la richiesta dei cacciatori: “Si torni a sparare anche agli stambecchi”Arriva in Ossola un progetto nazionale: “Troppi esemplari, ormai è una specie che non rischia più l’estinzione”



La notizia è stata oggi veicolata dalla " Stampa" e ci si può aspettare che abbia presto eco anche altrove. " Sparare agli stambecchi" è la richiesta che arriva dagli stessi cacciatori che avrebbero il merito di aver fatto nascere e crescere l'Oasi del Rosa che ha consentito il radicamento e la crescita numerica di questa colonia dell'animale diventato un simbolo delle Alpi. Colpa grave sarebbe però la sua crescita, non si dice eccessiva, ma tale da non mettere a repentaglio la sopravvivenza della specie e consentire così l'apertura della caccia. Non entro nel merito di queste argomentazioni sollevate da parte dei cacciatori, ma torno con la memoria al mio primo incontro ravvicinato con questo animale. Nel mio anno di " servizio civile" in alta quota avevo tempo e modo di fare più o meno lunghe escursioni. In una di queste, sui sentieri " reali" che intersecano l'alto colle del Nivolet, due giovani maschi di stambecco trottavano affiancati in direzione opposta alla mia e incuranti della mia presenza, mi tagliarono la strada a pochi passi di distanza, proseguendo poi con la medesima andatura verso l'ampia radura prativa che si apriva davanti a loro. Sono passati decenni, molti, ma quella immagine me la tengo ancora. Poi ho imparato che questo così imponente animale, in realtà era mite e persino troppo abituato dalla presenza dell'uomo, tanto da poter avvicinare, senza problemi, i branchi che nell'estate si incontravano ad alta quota o che, a fine inverno scendevano, per qualche settimana, nei fondi valle a rifocillarsi dopo i digiuni invernali. Pensare che questo animale, così mansueto, quasi domestico, possa essere il trofeo ambito di intrepidi cacciatori, fa quasi ridere se la proposta di aprire la caccia non fosse una proposta seria, in realtà mi pare semiseria, anzi ridicola. I lupi sono tornati e evocano facilmente le paure infantili che la storia di Cappucceto Rosso incarna, tanto da giustificare battaglioni di cacciatori pronti a difendere, armi in pugno, gli agnellini indifesi, il cui destino però alla fine non sarà molto diverso, sia che li mangi il lupo o finiscano sulla tavola del pranzo pasquale.

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