giovedì 4 giugno 2020

PAESAGGIO A RISCHIO

 



Continua l'impegno della Associzione sui temi della tutela del paesaggio. La presentazione dell'idea di progetto per il riuso della Cascina del Piano Grande di Fondotoce a favore del Parco Nazionale Val Grande, idea condivisa da un ampio ventaglio di associazioni firmatarie, cui se ne stanno aggiungendo altre,sta registrando il significativo silenzio degli organi d' informazione locale e non solo. Li ringraziamo, ma questo è il segnale della valenza di quel progetto che non si vuole venga conosciuto perchè sarebbe un tema divisivo che aprirebbe una frattura non soltanto tra i tradizionali schieramenti, più o meno avversari nei governi locali e non solo, ma anche all'interno di ogni schieramento. Poco male, oggi le notizie girano comunque sulla rete e ogni tentativo di soffocarle dura il tempo di un mattino; se ne facciano una ragione. Comunque è significativo il fatto che La Stampa di ieri 3 giugno, ospitava un articolo di Teresio Valsesia che, ricordando la cultura ormai sepolta, materiale e umana, della Val Grande, chiedeva la istituzione di un ecomuseo che la rievocase. Nulla di meglio dunque sarebbe stato abbinare quest'ultima proposta con la notizia del nostro progetto. Invece niente. Ma mentre lasciamo che i governanti ci ignorino, noi non ignoriamo loro e stiamo velocemente lavorando per chiudere le ultime battute del ricorso al Tar, così abbiamo deciso di fare, perchè lo intendiamo presentare avverso la costruzione della nuova pista bmx lungo il canale di Fondotoce. La novità, se novità si può dire, è quella che nell'esame delle carte, è emerso che il progetto della pista non solo è in contrasto con le prescrizioni del PPR, ma lo è, a nostro giudizio, anche rispetto allo stesso Piano regolatore di Verbania. Quell'area, dove ora sono in corso i lavori per la costruzione della pista bmx, era infatti destinata a ben altro, cioé ad essere parte del sistema del verde della città di Verbania ed nello specifico doveva diventare un parco fluviale. Chi avrebbe dovuto realizzare in quel sito il parco fluviale ? Lo avrebbe dovuto fare, attraveso un sistema di compensazioni ambientali, il proprietario del vicino parcheggio, sempre lui Malù, all'orquando avesse voluto attuare gli interventi di potenziamento che il Piano regolatore gli consentiva di eseguire nel suo ambito ricettivo. Incollo qui sotto quello che, tra le altre cose, il Piano Regolatore prevedeva e prevede a carico del privato a compensazione ambientale per realizzare il parco fluviale in quel sito:

“la formazione di masse vegetali con successiva evoluzione di tipo naturale …..aventi lo scopo di ampliare il carattere naturalistico della piana” e ancora: “ tali aree dovranno essere trattate con modalità tali da favorire lo sviluppo naturale della vegetazione e della fauna.”

Se così è vero, la domanda che ci poniamo è questa: un parcheggio auto per circa 250 posti, l’alterazione delle caratteristiche morfologiche del sito, la costruzione di una pista in rilevato sino a 5 mt. sulla quota di campagna costruita da una distanza di pochissime decine di metri dal canale naturale, uno sviluppo ad anello della pista di circa 350 mt. di lunghezza per una larghezza variabile dagli 8 ai 10 metri, due nuovi edifici di servizio ed una pista per scuola bici, se tutto ciò, ripetiamo la domanda, sia coerente con il piano regolatore di Verbania che lì aveva previsto un parco fluviale o invece si sia andati ben oltre, consegnando, a mani basse, l'area alla società Malù perchè ci facesse tutto quello che desiderava. Temiamo di sì, ma lasceremo che siano i giudici amministrativi a decidere, mentre quello che possiamo fare qui è lamentare che le istituzioni preposte a presidiare le regole che loro stesse si sono date, poi siano quelle che le disattendono. Il Sindaco di Verbania, a cui va tutta la nostra simpatia, non può tacere in eterno o limitarsi a dire che non vede il problema. Putroppo il problema si vede.



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