domenica 4 dicembre 2022

LEVO di STRESA: UNA TUTELA ATTIVA PER LA PANORAMICA

 



Sono passati diversi mesi da quando il problema dei faggi di Levo era stato sollevato. Avevamo chiesto, motivando caso per caso, che gli abbattimenti dei 14 esemplari venissero limitati, ma non abbiamo avuto soddisfazione. A fronte di 1000 quintali di legna abbattuta e oggi , probabilmente, sul mercato ad un prezzo ben superiore a quello stimato allora, erano stati messi a dimora una serie di pianticelle di faggio che, ahinoi, per il maggior numero, non hanno resistito alle siccità della successiva stagione e alla poca attenzione di chi doveva. Ora, avvalendoci della facoltà che ci è concessa presentiamo alla Commissione Regionale per la tutela del paesaggio, la proposta di vincolo paesaggistico che riguarda la panoramica di Levo, faggi inclusi, e una fascia a valle di almeno mt. 100. Trovate l'integrale proposta, per la parte grafica,  nel seguito di questo post e lì potete leggere le motivazioni e le indicazioni prescrizionali che abbiamo formulato. Una tutela che vorremmo chiamare "attiva" , in quanto si prefigge non solo il congelamento dello stato dei luoghi così come ora si trovano, ma il loro miglioramento, sia arboreo che viario, per una fruizione comune e collettiva di circa un chilometro di strada che merita di essere conservata e valorizzata. Non saremmo certo noi a trarne beneficio, ma tutti coloro che potranno fruirne. Confidiamo dunque nel buon esito.



ASSOCIAZIONE ITALIA NOSTRA
SEZIONE LOCALE DEL VERBANO CUSIO OSSOLA
RELAZIONE INFORMATIVA
Comune di STRESA VB
– Strada Provinciale SP n.40
Località “ Levo” F. 19 CT
Proposta di vincolo paesaggistico: Codice dei beni culturali Capo II
art. 136 comma 1 lett. a/d e artt . seguenti

La proposta si riferisce ad una limitata tratta della strada Provinciale SP n. 40, denominata: Baveno
– Levo – Panorama, della lunghezza complessiva di KM. 7,757, indicata in toponomastica del
Comune di Stresa: Via per Levo, delimitata, nella proposta, in direzione est, da poco oltre l’abitato
della frazione omonima, per una estensione di poco più di km. 1, sino al confine territoriale del
Comune di Stresa con quello del Comune di Gignese.
La strada si sviluppa mantenendosi alla medesima quota altimetrica, seguendo nel suo percorso la
naturale giacitura del versante che percorre, in Comune di Stresa, ad un’ altezza di circa 600 metri
s.l.m., la medesima della frazione, sino al limite del foglio mappale 19 del CT, che segna il confine
territoriale comunale, per poi proseguire in direzione del Comune di Gignese.
Trattasi di una strada con una sezione media di metri 6, contrassegnata in buona parte della sua
lunghezza dalla presenza di muri di ripa, a sostegno del versante di monte, realizzati in pietra a
vista, di altezze variabili, massime poco maggiori di mt. 2.
La tratta attraversa, con opere d’arte, costituite da ponticelli, due “fossi” denominati: Roddo e
Selva Spessa, corsi d’acqua a prevalente portata torrentizia, ampiamente celati dalla vegetazione.
Per il resto non si segnala la presenza di altre opere d’arte di un qualche rilievo, salvo alcuni muri,
abbastanza elevati, di controripa, nella tratta iniziale in uscita dalla frazione.
Dal punto di vista della destinazione d’uso dei terreni che interseca, rappresentata nel piano
regolatore comunale, essa varia tra: “ l’agricolo, il boscato, il verde pubblico per servizi e la tutela
ambientale”. Al proposito si produce l’estratto della documentazione di piano: azzonamento e
relativa legenda.
Due sono le caratteristiche in evidenza che giustificano la presente proposta di istituzione di un
vincolo puntuale:
a) il valore panoramico dell’affaccio sull’intero principale ramo italiano del Lago Maggiore,
il che riconduce l’ambito proposto alla definizione dell’articolo 136 comma 1 lettera d) del
Codice dei beni culturali .
b) La presenza, lungo buona parte del percorso, di numerosi (48) esemplari di faggi silvestri,
alcuni dei quali ultra secolari, (per inciso seguirà una proposta di classificazione di alberi
monumentali per alcuni esemplari) di dimensioni anche imponenti, che delimitato, verso
valle, il sedime stradale, radicati, per lo più, all’interno della banchina o nelle immediate
vicinanze. Il che riconduce sempre l’ambito oggetto di proposta, anche alla definizione
dell’articolo 136 comma 1 lett. a) del codice dei beni culturali, ricorrendo così ben due delle
definizioni che qualificano i beni per essere meritevoli di tutela.
La concomitante presenza di questi due elementi giustifica pienamente l’interesse che
l’Associazione manifesta riguardo la necessità di una tutela attiva dell’ambito fatto oggetto di
proposta, sia in quanto l’attuale stato della banchina stradale, sedime delle alberature, non valorizza
e non garantisce, ma sacrifica l’esigenza di conservazione di esemplari arborei tanto importanti, sia
perché la fruizione pedonale è resa difficile dalla presenza vincoli quali guard rail metallici, non
coerenti al contesto, posti anche immediatamente a ridosso e a contatto dei fusti arborei, tanto da
impedire l’agevole transito pedonale e anche il corretto sviluppo vegetazionale, infine e sopratutto
perché il grado di maturità raggiunto dagli esemplari arborei, li espone ad una serie di criticità che
devono essere fronteggiate in maniera costante e professionale, al fine di eliminare il rischio che,
nell’arco di alcuni anni, l’intero patrimonio possa subire una degradazione e una perdita tale da
comprometterne la stessa esistenza.
Al proposito si segnala che le alberature son state oggetto di un recente intervento che ha portato
all’abbattimento di 14 grandi esemplari, non tutti a nostro giudizio sacrificabili, e ad opere di messa
in sicurezza di un’altra serie di esemplari, residuandone ora nel numero di 54.
Il percorso è comunque intervallato da due aree di sosta, sommariamente attrezzate con alcune
panchine in pietra, aree da cui è possibile traguardare in direzione dello specchio lacustre posto più
in basso, con un dislivello di oltre 300 mt. rispetto alla sua superficie.
Da una di queste aree si stacca un prolungamento laterale del viale alberato, costituto sempre da
faggi, ma di più recente impianto che si estende, nella direzione di valle, verso un punto, un tempo
panoramico, ora coperto da vegetazione, distanziato un centinaio di metri dalla strada.
Sotto il profilo dell’inquadramento dell’area nell’ambito degli strumenti di pianificazione
sovraordinata, rileva il PPR .
L’area si individua nell’ambito di paesaggio 12: fascia costiera nord del Lago Maggiore.
In particolare, nell’elencazione dei fattori qualificanti contenuti nel documento del Piano
Paesaggistico Regionale, essa viene menzionata in relazione alla presenza di punti panoramici di
rilevante interesse e di filari arborei importanti.
Essa è rappresentata nella Tavola P2, nel Catalogo parte prima, nella Tavola P4/3 , laddove vengono
individuato i siti e i contesti di valore scenico ed estetico, meritevoli di specifica tutela e
valorizzazione.
Sotto questo profilo la proposta si inserisce con coerenza nel disegno programmatore dettato dal
PPR, cercando di indicare la traccia per una sua concreta attuazione.
Infatti non si rinviene ancora, nell’ambito proposto, l’ esistenza di un vincolo puntuale e specifico,
anche se la presenza della strada SP 40, bene immobile ultra settantenne, dovrebbe garantire che
le eventuali trasformazioni del sito, relativamente a questa tratta stradale e le sue pertinenze,
siano subordinate ad una preventiva verifica dell’interesse culturale del bene, mentre in assenza di
tale verifica se ne presuma la sussistenza.
La proposta di tutela vuole dunque estendersi all’intero sedime stradale, nella tratta indicata nelle
premesse, secondo la definizione più estesa e completa che del sedime stradale si deve dare, ossia
da intendersi la carreggiata, le opere d’arte, la banchina, le aree di sosta e l’intero corpo stradale
sino al piede della massicciata, ma essa va oltre, per la parte a valle, ritenendosi che debba
estendersi, ai fini di una organica e coerente tutela, per un’ampia estensione di fascia, non inferiore
a mt. 100 catastali, interamente boscata, riconducibile per la proprietà, per lo più, al Comune di
Stresa e per l’intera estensione dell’appendice alberata a faggeta di cui si è fatto cenno nella
descrizione del bene.
Il tutto come indicato nella rappresentazione di massima che qui sotto si accompagna
D elimitazione dell’area oggetto di proposta di tutela, compresa tra il limite a monte
del tracciato stradale e la linea di confine tracciata a valle
INDICAZIONI E PROPOSTE PRESCRIZIONALI
Per quanto riguarda le proposte prescrizionali che si intendono evidenziare, esse, per buona parte,
traggono la loro fonte nelle medesime che il PPR indica, avuto riguardo alle componenti che, nel
contesto preso in esame, hanno rilievo :
a) naturalistico ambientali
b) scenico percettive
c) morfologiche insediative
Le proposte vengono, nel seguito, declinate tenuto conto della specificità del sito, integrandole e/o
rafforzandole così che il quadro prescrizionale delineato sia coerente e adeguato, non solo al
contesto, ma anche alle finalità che si intendono perseguire che si sintetizzano nella rigorosa tutela
del bene individuato e nella riqualificazione per una sua fruizione comune e collettiva .
a) I singoli esemplari arborei di faggio silvestre, posti a bordo strada o comunque nel corpo
strada, lato valle, a cura del proprietario della strada devono essere conservati nella loro
integrità, garantendo un costante periodico controllo della loro stabilità e dello stato
fitosanitario, intervenendo prontamente e preventivamente per mantenere le loro condizioni di
benessere così da evitare tagli che compromettano il quadro paesaggistico che la loro presenza
caratterizza.
Le attuali fallanze devono essere ripristinate con il medesimo criterio indicato per le
sostituzioni, provvedendo entro il congruo termine di anni uno dalla data di entrata in vigore
del provvedimento di tutela proposta.
Eventuali inderogabili singoli abbattimenti devono obbligatoriamente prevedere le sostituzioni,
utilizzando le stesse specie vegetali, provvedendo mediante esemplari già formati e aventi un’
altezza non inferiore ai mt. 4 e mantenendo il medesimo sesto d’impianto o rettificandolo ove
non fosse regolare.
Le medesime prescrizioni hanno da valere nell’area oggetto di proposta di tutela e non
immediatamente adiacente all’asse stradale, costituita da appendice arborata come in mappa
proposta individuata.
La fascia boscata, oggetto di proposta di tutela, posta a valle dell’asse stradale deve essere
mantenuta a bosco, da gestirsi, periodicamente, secondo le migliori tecniche forestali, come
indicato nel regolamento forestale regionale.
b) L’elevato valore paesaggistico e panoramico della tratta stradale deve essere conservato
nella sua integrità, ricreando altresì i fulcri visivi in direzione dello specchio d’acqua del
Maggiore, se risultassero ostruiti dalla vegetazione boscata sottostante non adeguatamente
governata. E’ esclusa la possibilità di edificare qualsiasi tipo di edificio nella fascia proposta di
tutela.
c) La tratta viaria può essere assoggetta ad esclusivi interventi di manutenzione ordinaria e
straordinaria, salvo quanto nel seguito prescritto.
In particolare le attuali protezioni laterali dovranno essere sostituite, entro tempi congrui, con
altre a miglior inserimento paesaggistico, esclusa la posa di qualsiasi cartellonistica
pubblicitaria, rimossa se esistente.
A seguito di un progetto generale, realizzabile anche per lotti da programmarsi su un arco di
tempo quinquennale a far data dalla di entrata in vigore del provvedimento di tutela proposto,
sull’intera tratta stradale, dovrà essere migliorata ove esistente, completata ove carente,
realizzata ove assente, una fascia pedonale in banchina stradale, nel rilevato o
immediatamente a valle dell’asse stradale.
Gli attuali ambiti di sosta dovranno essere adeguatamente attrezzati e qualificati.
Si confida nell’esaustività della presente relazione propositiva.
05/12/2022
L’Associazione
Italia Nostra Onlus
Sezione del VCO
Il Presidente
.

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