sabato 11 febbraio 2023

PRAE: UN ACRONIMO PERICOLOSO




Dietro l'acronimo: " PRAE", si cela un'altra insidia all'integrità dei territori Piemontesi. E' il Piano Regionale delle attività estrattive che chiamato dalla legge la 23/2016, in teoria, a pianificare e regolare il settore estrattivo, ove venisse approvato nella versione attualmente in esame presso l'autorità di VAS, rischia di fare più danni di quelli che dice di voler evitare. E' un documento complesso, fatto da centinaia di pagine, apparentemente tecniche, e di numerose cartografie che hanno il compito di definire e disegnare la geografia dei siti estrattivi per almeno il prossimo decennio: individuando i bacini e i poli estrattivi, questi ultimi, in particolare, localizzano le cave attive e non solo e i limiti dimensionali di loro possibile espansione, peccato che il dimensionamento assegnato sia, nella maggioranza dei casi, estremamente generoso, ben oltre le attuali capacità produttive decennali, tanto da consentirci di pensar male. I guai però non si fermano lì, perchè questo PRAE si cala con la sua autorità, che in alcuni casi ci sembra prepotenza, entro la pianificazione urbanistica dei singoli Comuni, imponendo ad essi le sue scelte. Di più ancora, proprio perché il PRAE incide sui piani regolatori dei Comuni, esso dovrebbe essere rispettoso del Piano Regionale del Paesaggio, verificando la sua coerenza con esso e attuandolo per la parte che gli compete. Per amor di patria tralasciamo di tediarvi su come abbiano cercato di verificare questa coerenza, lo contesteremo puntualmente in sede di presentazione delle osservazioni entro il prossimo 20 di questo mese. Tuttavia, poichè il caso è di attualità ed è già stato trattato anche su queste pagine, vogliano illustravi come il PRAE intende intervenire nel polo estrattivo della cava Lorgino di Crevoladossola. La mappa che postiamo è rilevatrice. Un cerchio perimetra stretto i confini del piccolo nucleo storico che ancora lì sopravvive, tutt'intorno: sopra/sotto/a destra e a sinistra si prevede la possibilità di espansione della cava che, quindi, potrà divorare tutto quanto il residuo integro versante, estraendo in un solo decennio sino a sei milioni di metri cubi: una piccola TAV. Il povero nucleo, messo sotto assedio dal PRAE dovrà arrendersi, i suoi ultimi abitanti saranno costretti ad abbandonare per evitare di vivere come si vive in guerra. E' solo un esempio, ma crediamo basti a capire.




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