
Pubblichiamo le parole programmatiche di Filippo Pirazzi, nuovo Presidente della Sezione, eletto nella seduta del 30 aprile scorso e quelle di saluto di Piero Vallenzasca che ha lasciato la carica in conformità allo Statuto Nazionale.
A seguito del rinnovo delle
cariche sociali per il prossimo triennio 2025-2028, ringrazio il
nuovo Consiglio Direttivo della sezione locale di Italia Nostra VCO
ed il Presidente uscente Piero Vallenzasca per la stima dimostratami
in assemblea. Sarà per me un compito assai arduo riuscire a
misurarmi con le conoscenze giuridiche e le abilità del nostro
past-President,
competenze di cui tutti noi soci gli siamo obbligati. A lui chiediamo
di restare sempre vicino alla nuova dirigenza e di supportarla nei
compiti e nelle battaglie ambientali presenti e future, a motivo
della sua invidiabile esperienza. Nella sua nuova veste di Segretario
di sezione potrà ancora prendere per mano il nostro sodalizio ed
indirizzarlo verso altri traguardi di tutela e di consenso pubblico.
Alla vice Presidenza abbiamo eletto Tiziano Auguadro un veterano
dell’ambientalismo del Verbano, da anni impegnato in prima persona
nella difesa delle bellezze paesaggistiche storiche di questa
provincia.
Ringraziamo
anche Livia Olivelli e Giorgio Scalenghe che si occuperanno
rispettivamente degli aspetti dell’educazione ambientale e dei
rapporti con le altre sezioni del nostro sodalizio. Un augurio per un
buon cammino, proficuo e ricco di soddisfazioni, anche a Giorgio
Ingaramo e Paola Bazzoni, gli altri due membri del nuovo CD.
Un
pensiero affettuoso vada infine a Maria Cerutti che lascia questo
Direttivo dopo tanti anni di militanza in Italia Nostra. Vada a lei
la nostra riconoscenza per l’impegno costante portato avanti con
caparbietà nel territorio di Vignone e per la valorizzazione della
Degagna di San Martino.
Dal
canto mio, ho un’esperienza ambientalista di qualche anno ormai,
sempre in prima linea con il Comitato locale Salviamo il Paesaggio
Valdossola, condotto insieme a Sonia Vella fin dal maggio 2014. La
nostra prima grande battaglia ambientale fu quella contro un
ecomostro gigantesco: Interconnector
Svizzera-Italia 380 kV,
un obbrobrio paesaggistico che ancora pende come una spada di Damocle
sulle teste di questo territorio e che abbiamo contrastato insieme a
nuovi amici, incontrati lungo la via. Uno su tutti, Antonio Di
Pasquale, il perito abruzzese più ostinato e più aggiornato nel
riconoscimento degli interessi collettivi e diffusi, in materia di
tutela del paesaggio e del patrimonio culturale e ambientale dello
Stato, che io abbia mai incontrato in vita mia.
Contemporaneamente,
ci siamo battuti contro il proliferare indiscriminato delle
centraline idroelettriche. Decine e decine di mini impianti che
stanno mortificando la vita e l’identità di fiumi e torrenti
alpini, fino ai più piccoli corsi d’acqua. Prelievi idrici
realizzati in nome di un falso progresso, che senza una pingue
contribuzione statale non starebbero mai in piedi autonomamente.
Spacciate per fonti rinnovabili, sono in realtà solo un business
per un’imprenditoria rampante e sbrigativa, sfruttano con il favore
di norme corsare le acque dolci, un Bene Comune dei cittadini
italiani, ma non risolveranno mai la sostenibilità energetica di
questo Paese.
Attraverso
il forum nazionale di Salviamo il Paesaggio siamo tutt’ora
impegnati nella campagna contro il consumo di suolo, una piaga
“cementificatoria” che non risparmia nemmeno le aree montane e
che sembra non avere mai fine, in una Nazione dai confini limitati.
Con
l’aiuto dei nostri supporter
abbiamo collaborato con le altre associazioni di protezione
ambientale consorelle, sia in ambito locale che nazionale, anche
internazionale: Legambiente, con “La protesta dei pesci di fiume”,
con “La carovana dei ghiacciai” e con “Neve diversa”.
Con
il loro circolo “Il brutto anatroccolo”, con Mountain Wilderness
Italia e con Italia Nostra VCO abbiamo fondato il Comitato Tutela
Devero che si è battuto e continua a battersi contro il nefasto
progetto “Avvicinare
le Montagne”, i
cui danni ambientali passati, presenti e futuri sono talmente
evidenti da aver interessato la Giustizia ordinaria italiana e la
Commissione europea.
Un
gentile pensiero lo voglio dedicare infine a Emilio Delmastro, per il
supporto giuridico e la saggezza di Pro Natura Piemonte e Torino,
sempre disponibile ad aiutarci. Il suo instancabile attivismo è
motivo di grande plauso e sia di esempio per i giovani e i non più
giovani che vogliano impegnarsi in un ambientalismo senza
tentennamenti e senza rinunce.
Entrare
nelle stanze dei bottoni, ad esempio nei Consigli di amministrazione
dei Parchi, fare rete con le altre associazioni di protezione
ambientale, che perseguono finalità simili a quelle nostro Statuto e
che sanno mantenere la barra a dritta, sono gli obiettivi su cui
dobbiamo impegnarci ogni giorno di più. Ma anche verso i piccoli
comitati spontanei di cittadinanza attiva locale che rivendicano il
diritto a vivere in un mondo a misura d’uomo, non sovraordinato
dalla finanza, né dal mercato economico. Le lotte ambientali dei
vari Coordinamenti in Difesa dei Territori sono gli esempi da imitare
e da cui prendere spunto.
Spesso
ci chiamano cittadini inermi e sorpresi dal proliferare improvviso di
antenne per le telecomunicazioni, erette anche nei posti più
impensati, a ridosso delle case, ad interrompere la vista panoramica
di un monte e di una vallata, o nel bel mezzo dell’erba di un
prato. Altri allarmi e richieste d’aiuto arrivano alla nostra
sezione o direttamente ai nostri soci per la difesa degli alberi
dalle motoseghe selvagge, allor quando interi viali vengono
martoriati da orribili capitozzature, che potature non sono. Peggio
ancora quando intere superfici boschive e aree verdi anche urbane
vengono sacrificate per far posto al parcheggio delle macchine.
Tutti
questi temi ambientali e paesaggistici ed altri, già annunciati da
Piero Vallenzasca nella sua lettera di commiato, saranno quelli su
cui vorrò continuare con Italia Nostra l’opera di verifica delle
normative nel pieno rispetto delle leggi, a fronte di qualsiasi
intervento antropico che progetti l’alterazione delle nostre amate
terre. Questo è il solo vero faro che dovrà, ancora e sempre,
guidare la nostra azione negli anni a venire.
Grazie
per l’aiuto ed il sostegno che vorrete ancora darci.
Filippo
Pirazzi
Presidente
della sezione locale
Italia
Nostra VCO
Finisce il mio relativamente non breve periodo durante il quale ho
avuto la responsabilità di condurre la sezione del Verbano Cusio
Ossola della storica Associazione ambientalista Italia Nostra.
Ringrazio tutti per la fiducia e l’appoggio che ho avuto. Passo la
mano a Filippo Pirazzi, persona che sicuramente potrà continuare
quell’opera di presidio e di attenzione con la quale ci siamo
proposti in questi anni nei confronti di un territorio bello ma
fragile. Vorrei dire fragile perché bello, perché attrattivo,
perché di valore, dove quest’ultimo termine contiene tutta la sua
ambiguità. Non dunque una fragilità per cause naturali ( ci sono
anche quelle), ma per altre ragioni e la prima è quella umana non
sempre capace di apprezzare e di conservare ciò che di meglio ha
avuto la fortuna di possedere. Il bene migliore che, chi vivendo qui
ha e ha avuto, sono i luoghi stessi: incontro sapiente di terre
declinanti dai crinali alpini più elevati sino alle “terre”
d’acqua dei suoi laghi. Non a caso anche nei secoli trascorsi la
sua attrattiva non era mancata per farne luoghi del loisir,
valorizzandone le qualità ambientali e lasciando eredità pregevoli,
ma poi nei tempi più recenti lasciate anche all’abbandono.
Ora,
ma non solo da ora la parola: “investimenti” è la parola magica
che apre ogni porta ed è il mantra che risuona dalle vallate più
alte che qualcuno vorrebbe “avvicinare”, alle rive costiere ed ai
suoi versanti collinari dove l’edificabilità diffusa e pervasiva
continua a voler essere oggetto di conquista e, pezzo a pezzo, si è
smontata e ancora si smonta l’identità dei luoghi, del paesaggio
come tratto distintivo di un territorio per assimilarlo ad altro,
all’indistinto che lo banalizza e lo priva, paradossalmente, del
suo valore identitario per sacrificarlo al “valore” immobiliare.
Non c’è freno apparente.
Il Piano paesaggistico regionale è nel
miglior dei casi inattuato, nel peggiore ignorato o” interpretato”
secondo convenienza, le Amministrazioni locali non tengono, seguono
l’onda; i capitali stranieri come non mai sono arrivati e arrivano.
Tutti esultano. Anche le montagne di pietra sono fatte oggetto di
brame: dalla miniera di Baveno alla cava Lorgino di Crevoladossola,
non c’è storia e chi obietta è perso. Macugnaga ha realizzato
l’opera incompiuta più inutile che avrebbe potuto pensarsi, non
contenta ne ha fatta un’altra pure abusiva. Vogogna ha invaso i
propri territori agricoli con montagne, pure loro abusive, di
depositi di scarti di cave e di frantoio. Anche alcuni dei media fanno la
loro parte: Manoni è l’imprenditore turistico ideale con il suo
villaggio vacanze dentro una riserva naturale ed ora ci manca
soltanto il Gardaland del Lago Maggiore: un ossimoro, ma poco
importa. La Colonia Motta, magari verrà recuperata, ma con il prezzo
di averle concesso altra e non poca edificabilità nuova e
aggiuntiva; Stresa ha fatto la monetizzazione del secolo, sì, ma con
i valori di mercato di quello passato ( e pensare che c’erano
strumenti di tutela precisi ed anche un pronunciamento del Consiglio
di Stato), ma non sono serviti a nulla, è il cantiere più grande
del Lago; anche il Monte Rosso, diventa ambito perché, sua
“sventura”, è finito dentro i confini del Parco Nazionale.
Sembrava quindi un luogo protetto, ma ora che è protetto diventa,
paradossalmente, minacciato. Non si capisce più nulla. Non c’é
più un ordine nei Governi, una logica che presieda le “scelte”
di chi decide o anche di chi dovrebbe tutelare.
No, prevale
l’investimento, mentre le nostre proposte giacciono inevase,
rinviate da seduta a seduta, da un Ente all’altro, ma non abbiamo i
capitali da investire e forse questo è il problema.
Potrei
continuare nella rassegna, ma il mio mandato è finito, passo il
testimone a chi saprà destreggiarsi in questo labirinto. Rimango
accanto all’Associazione e alla sua Sezione in un ruolo più
defilato come giusto che sia e faccio gli auguri, moltissimi, a chi segue.
Piero Vallenzasca