La "Perla" del Rosa da un po' di tempo conquista l'onore delle cronache per vicende che intercettano e interrogono questioni ambientali. La salita al passo Moro con una temeraria pista ciclabile già poteva essere oggetto di una valutazione critica di merito, ma i fatti intervenuti hanno rapidamente superato non tanto la fantasia, ma la la realtà stessa, almeno quella progettuale, volendo affrontare gli ultimi chilometri della salita deviando dal solco tracciato sulle carte senza riguardo alcuno a norme e regole. Il valico confinario avrebbe poi voluto essere superato come se manco ci fosse. Parlare di pressapochismo o leggerezza è poco. Si parla di opere pubbliche, finanziate da risorse pubbliche, e nessuno degli addetti che sia un amministratore eletto o un funzionario nominato può ignorare certe regole, persino elementari. Ma mentre tutto ciò emergeva, diventava di pubblico dominio e oggetto di indagini anche di natura penale e di valutazioni amministrative, difficile crederlo, quasi impossibile pensarlo, sul versante del Belvedere si avviava un'altra opera analoga risultata poi totalmente abusiva. La responsabilità di questo nuovo fatto veniva comunque ricondotta sempre allo stesso soggetto, cioé al Comune che, in teoria, avrebbe dovuto essere il primo degli Enti a vigilare il rispetto delle regole e delle norme. Sembra una storia persino incredibile, ma tanto vera che in questi giorni ha visto la persona del Sindaco di quell'Ente essere "costretto" agli arresti domiciliari ( per la cronaca non è la prima volta che succede, ma in altra veste). Si pone quindi una questione di credibilità di istituzioni che non rispondono ai loro doveri, che di fatto scavalcono ogni limite, quelli che valgono per ognuno di noi, con l'aggravante che buttano soldi pubblici in avventure rischiose e temerarie. In questi casi stanno funzionando i poteri di controllo e di sanzione, ma il fatto stesso che sia necessario intervengano i poteri repressivi significa che la prima linea della tutela non esiste, che la tentazione di scavalcare e superare regole è sempre molto attraente per certi poteri pubblici che si sentono liberi di agire quasi coperti da una immunità permanente . Nel caso di Macugnaga si sommano contestabili scelte di merito con la loro gestione illegittima, il peggio forse che si sarebbe potuto credere. La vicenda mostra quali e quante sono le insidie che l'ambiente può subire e quanta difficile sia l'opera di associazioni come la nostra, impegnate su un fronte( per noi) troppo esteso e dove la prima linea della tutela e l'affidabilità dei relativi poteri pubblici sembra caduta.
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