lunedì 2 settembre 2019

LA STORIA INFINITA



Sezione Verbano Cusio Ossola

Prot. 0819

02/09/2019

Preg.mo Sindaco del Comune di
Vogogna
Sede Municipale
VOGOGNA

Spett. Ministero dei Beni e delle
attività culturali e del turismo
Soprintendenza Archeologica, belle arti e
paesaggio per le Province di Biella,
Novara, Verbano Cusio Ossola e Vercelli
P.zo Chiablese P. za S.Giovanni 2
10122 TORINO

Spett. Regione Piemonte
Direzione Ambiente Governo e Tutela del Territorio
Settore Territorio e paesaggio
C.so Bolzano 44
10121 T O R I N O

Spett. Ente Provincia VCO
Area Ambiente
Servizio Rifiuti
Vle Industria 2
VERBANIA FONDO TOCE

Spett. Nucleo Operativo Ecologico
Arma dei Carabinieri
Via PiI, 9 - 10135
10135 TORINO

 

OGG: Comune di Vogogna- Attività di deposito materiali inerti di cava in sponda destra fiume Toce-fascia di vincolo paesaggistico. Ordinanza di rimessa in pristino. Mancata esecuzione.


Il Sindaco del Comune di Vogogna, che ringraziamo per la tempestività e precisione, con la sua ultima nota a noi diretta ci ha aggiornato circa lo stato dell’arte del deposito di materiali giacente su aree agricole del Comune stesso e non rimosso nei termini assegnati dalla originaria autorizzazione e neppure da quelli posti nelle successive ordinanze di sgombero e rimessa in pristino.
Dobbiamo prendere atto che una situazione dichiarata all’inizio, con un termine che potremmo benevolmente definire: “temporaneo”, si è trasformata in qualche cosa diversa, forse non prevista, ma forse anche prevedibile. Ipotizziamo che tale deposito, considerato lo stato in cui si trova, potrebbe configurasi quale “rifiuto”, con le conseguenze che il caso richiederebbe e che rimettiamo alla valutazione degli organi di vigilanza cui anche ci rivolgiamo.
Valutiamo che, considerati i costi di allontanamento, le quantità di materiale da rimuovere e le forse insormontabili difficoltà di trovare per esso una destinazione finale, anche un intervento sostitutivo, pur dovuto, si rileverà pressoché di impossibile attuazione.
Verrà perciò differita sine die la persistenza sull’area del deposito divenuto, a tutti gli effetti, illegale, con un’alterazione paesaggistica ben oltre la durata di tempo prevista.
Ce ne duole, ma più di ogni altro se ne dovrebbe dolere il Sindaco per l’immagine che il territorio presenta proprio in fregio ad un asse stradale primario.
Le considerazioni qui svolte sono però le premesse per porre attenzione al problema del secondo deposito esistente, formalmente assentito da un’autorizzazione a valenza quinquennale pur esso, ma per il quale non sussiste alcuna garanzia che entro i termini assentiti verrà rimosso.
A giudizio della scrivente Associazione sussistono le condizioni per cercare di evitare che l’infausto esito del primo deposito si riproponga anche nel caso del secondo, rimettendo mani alla originaria autorizzazione, integrandone i dispositivi affinché quella condizione di “temporaneità” che anche la Soprintendenza aveva indicato quale condizione per concedere il suo assenso, si traduca in prescrizioni sostanziali.
Qui si suggerisce di pretendere la presentazione di un crono programma di smaltimento, così da verificare in tempo utile la sua esecuzione senza attendere la scadenza ultima dei termini e di ugualmente pretendere la presentazione di garanzie finanziarie che possano consentire, nell’infausto caso di mancato smaltimento, la possibilità di intervenire in via sostitutiva. Indubbia poi sarebbe la funzione deterrente che le due misure avrebbero nei confronti dell’obbligato.
Ci rimettiamo alla dovuta sensibilità del Sindaco perché queste misure ultime, da noi suggerite, siano valutate e, nel caso, assunte, rimanendo in attesa di conoscere l’esito di questa nostra richiesta.
Quanto agli Organi di vigilanza cui pure ci rivolgiamo, chiediamo di svolgere opportuni approfondimenti in ordine all’origine dei materiali stoccati, materiali che, probabilmente in modo non adeguatamente approfondito in sede istruttoria da parte degli organi autorizzativi, erano stati assimilati, in sede di piano di smaltimento dei rifiuti minerari contenuto nel progetto, in beni commerciabili, cosa che ad oggi non risuta vera.
Il progetto cui facciamo riferimento è quello di coltivazione di marmo di Palissandro in cava denominata “ Lorgino” in Comune di Crevoladossola, la cui autorizzazione risulta rilasciata da Ente Provincia.

Si ringrazia per l'attenzione .

Il Presidente

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