martedì 14 febbraio 2017

STRESA: BIG HOTEL-LA REPLICA


Non si fa attendere la replica che l'Associazione indirizza alla Regione. Non è piaciuta una risposta che solo parzialmente sembra aver accolto le osservazioni che erano state fatte sulla mancata chiusura del procedimento, mentre ha eluso diversi interrogativi che, sulla vicenda, hanno messo in discussione l'operato regionale. La replica la riportiamo qui sotto. Certo non possiamo sapere se vi sarà un seguito. Non a breve visti i tempi biblici con i quali l'Ente Regionale è solito rispondere, sicuramente impegnato in questione più urgenti. 






14/02/2017
Prot. 1017

Spett. Regione Piemonte 
Direzione Ambiente Governo e Tutela del Territorio 
Settore Territorio e paesaggio 
C.so Bolzano 44 
10121 T O R I N O 

e p.c. Spett. Ministero dei Beni e delle 
attività culturali e del turismo 
Soprintendenza Archeologica, belle arti e 
paesaggio per le Province di Biella, 
Novara, Verbano Cusio Ossola e Vercelli 
P.zo Chiablese P. za S.Giovanni 2 
10122 TORINO 


OGG: Codice dei beni culturali e del paesaggio. 
Comune di Stresa VB Fg. 13 mapp. 46-66-67-68-71-72-73-74-99-100-166-625 
Realizzazione di nuovo impianto a destinazione turistico ricettiva alberghiera " Hotel Le Ville" Istanza SIAV srl. 
Mancata chiusura del procedimento. 


Codesta Direzione, con nota ricevuta in data 13/02, senza protocollo e data, ha dato riscontro alla richiesta di chiarimenti che l'Associazione che rappresento aveva formulato. Di questo ringraziamo. 
L'attenta lettura della nota, se dissipa alcune perplessità che erano state sollevate, non ci pare tuttavia esaustiva rispetto alle questione da noi poste. 
Prendiamo atto della giusta precisazione riguardo la valenza e la portata del parere preventivo formulato dalla Soprintendenza competente, così come osserviamo che la questione dell'intervenuto ricorso straordinario al Capo dello Stato non trova più menzione quale causa ostativa alla chiusura del procedimento. 
Quanto premesso, su cui si concorda, permangono però pregnanti perplessità circa il non concluso iter procedurale legato alla istanza della SIAV srl. 
Osserviamo infatti che il preventivo parere reso dalla Soprintendenza, è stato assunto, ben quattro mesi e ventidue giorni dalla sua conoscenza, quale motivazione a sostegno del provvedimento sospensivo del procedimento, di cui peraltro non c'è traccia che segua a una qualche formale istanza di parte, e ciò palesemente in contrasto con le stesse affermazioni contenute nel medesimo provvedimento di sospensione che, ripercorrendo l'iter svolto, richiamava la necessaria conoscenza del preventivo parere quale condizione per la formulazione della proposta in esito all'istruttoria paesaggistica. 
Ora si sostiene che le integrazioni richieste non siano state ancora prodotte, o meglio non lo siano state rispetto alle indicazioni formulate in sede istruttoria. 
Ci chiediamo se per le richieste integrazioni siano state indicate delle date entro cui provvedere e se sì come risulterebbe da una remota ( 29/10/2014) richiesta di proroga formulata dalla SIAV srl, alla inevasa scadenza perché mai il giusto procedimento non sia stato ripreso. 
Aggiungiamo che la lettura del preventivo parere della Soprintendenza, peraltro formulato sulla base di un progetto che si ha modo di ritenere fosse quello oggetto delle "inevase" modifiche e integrazioni, da solo avrebbe dovuto giustificare un diverso orientamento istruttorio, considerata la valenza e la portata delle valutazioni critiche poste a sostegno del contrario parere. 
Sono tutte domande che richiederebbero una spiegazione e che sottopongono l'attività istruttoria svolta ad una critica puntuale. 
Aggiungiamo ancora, se mai ve ne fosse bisogno, che sempre la stessa Soprintendenza, nel corpo della formulazione del proprio preventivo parere, sottoponeva ad una implicita dura critica la variante urbanistica ad hoc approvata dal Comune di Stresa e ciò in quanto, aggiungiamo noi, l'adeguamento alle prescrizioni del vincolo indiretto cui l'area interessata è sottoposto, veniva apertamente violato con l'introduzione di indici edilizi "fuori scala".  
Aggiungiamo che anche alcuni Servizi Regionali erano stati coinvolti nel procedimento di variante ma senza che mai sollevassero alcuna riserva di questo tipo, seppur più volte sollecitati a farlo. 
Da quanto delineato sussistono, a nostro avviso, elementi di forte opacità del procedimento che se letti nella loro continuità aggiungono e non dissolvono nessuno dei dubbi e delle preoccupazioni gravi che l'Associazione ha sollevato. 
Ribadiamo dunque che, a nostro giudizio, esistono da tempo tutte le condizioni perché l'istruttoria sia chiusa; considerato il lungo tempo trascorso dal suo inizio e la mancata produzione delle integrazioni richieste, integrazioni che, peraltro, oggi, alla luce del parere della Soprintendenza, dovrebbero configurarsi in ben altro, ossia in un nuovo progetto e quindi in una nuova istanza. 
Alla luce anche delle considerazioni richiamate circa la legittimità della normativa di variante che ancor oggi regola l'intervento edilizio, ci pare che senza più incertezze e ritardi, il Settore Regionale competente dovrebbe chiudere la vicenda, ripristinando quelle garanzie di trasparenza e di legalità di cui l'intera vicenda ci pare abbia, sin dal suo esordio, sofferto e non poco. 
Confidiamo che le considerazioni svolte abbiano ad essere prese in attento e debito esame. 




Si ringrazia 
Il Presidente 
Vallenzasca Piero

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