lunedì 6 marzo 2017

STRESA: L'INVASIONE DELLE PALANCOLE

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  Sezione Verbano Cusio Ossola
Prot. 1517

06/03/2017 

Al Sindaco della città di
STRESA 
P.za Matteotti
STRESA

Spett. Comune di Stresa
Servizio opere pubbliche
SEDE

e p.c.

Spett. Regione Piemonte 
Direzione Ambiente Governo e Tutela del Territorio
Settore Territorio e paesaggio
C.so Bolzano 44
10121 T O R I N O

Spett. Ministero dei Beni e delle 
attività culturali e del turismo
Soprintendenza Archeologica, belle arti e
paesaggio per le Province di Biella, 
Novara, Verbano Cusio Ossola e Vercelli
P.zo Chiablese P. za S.Giovanni 2
10122 TORINO


Ogg: Opere di sistemazione del demanio lacuale. Piano Paesaggistico Regionale- non conformità.


Codesto Comune ha recentemente eseguito alcune opere di consolidamento e rifacimento di mura esistenti lungo la passeggiata del lago, danneggiati per effetto di piene.
Le opere sono state, anche in questa occasione, eseguite con la tecnica delle "palancole", ossia con la formazione di barriere di acciaio a contenimento delle fondazioni e che, unite tra loro, costituiscono una sequenza continua, ossia una palancolata.
La quota di imposta di queste palancolate viene fissata ad un'altezza ben superiore a quella del livello della minima magra di lago con l'effetto che durante le numerose escursioni lacustri, esse rimangono, in tutto o in parte, allo scoperto, deturpando irrimediabilmente le antiche murature d'argine costruite con pietre a vista di granito.
Si aggiunge che neppure si comprende quale esigenza tecnica vi sia di impostare le palancole ad un 'altezza tanto elevata se è vero che esse dovrebbero consolidare le fondazioni e non le parti in elevazione dei muri, il cui deterioramento dipende peraltro, per lo più, da scarsa o nulla manutenzione e non dall'assenza di palancolate di acciaio.
Sin qui dunque il dato tecnico ed estetico, ma il problema assume anche un rilievo giuridico in quanto alla luce delle prescrizioni, già vigenti, dell'adottato PPR, le opere siffatte contrastano con norme e quindi non rispondono da un lato alla normativa tecnico/paesaggistico e dall'altro se autorizzate sotto il profilo paesaggistico, le autorizzazioni sarebbero pure illegittime. 
Riportiamo qui l'estratto delle prescrizioni contenute nel PPR e riferite alla scheda A173 interessata dalle opere i argomento: 

"Eventuali interventi di consolidamento spondale devono privilegiare l’utilizzo di tecniche di ingegneria naturalistica e conformarsi alla morfologia naturale del terreno, ponendo attenzione all’eventuale presenza di muri a secco esistenti......."

Ora si obietterà invocando "insuperabili" ragioni tecniche; peccato che palancolate simili sono già rovinate clamorosamente dopo solo un qualche lustro dallo loro edificazione; peccato che le antiche palancolate originarie in legno, e quindi realizzate sin dai primi decenni dell'altro secolo, ben impostate a quote corrette, ancora resistono al passare del tempo, e potremmo continuare.
Con la presente si vuole perciò richiamare la responsabilità di Codesto Comune che non può ignorare regole, ma non deve ignorare il valore della conservazione dei suoi beni secondi canoni che non ne alterino la qualità.
Purtroppo dobbiamo constatare che la direzione di marcia sembra un'altra e neppure le norme paiono costituire un argine ad una deriva. Non è la prima volta e non solo su di un argomento come questo che può sembrare di minor peso.


Distintamente 

Il Presidente
Piero Vallenzasca

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