Il progetto Devero/ Ciamporino/ S. Domenico ritorna in evidenza sulla" Stampa" locale che riempie un intero, o quasi, foglio locale di ieri e come un necrologio mette a centro pagina la nostra posizione. Schiacciati così rischiamo di essere triturati, non solo mediaticamente. Grande spazio dunque ai legittimi governatori locali, in primis l'ormai destinato all'immortalità politica Presidente /Sindaco Stefano Costa che si guadagna crediti di fronte al proprio elettorato originario e non solo; meno premiato, almeno in questo momento, l'Ente Regione che avrebbe, il condizionale è ancora d'obbligo ma per poco, espresso una valutazione, marginalmente, critica sul progetto, ma che potrebbe metterne in forse l'intera realizzazione. Vorrei tranquillizzare qui quelli eventualmente preoccupati; nel caso una qualche soluzione, tecnica o giuridica la troveranno certamente e il progetto intero troverà, presto o tardi, ma penso più presto che tardi, la sua piena legittimazione da parte di tutti i soggetti del governo locale cui, alla fine, spetta il quasi insindacabile giudizio. Quindi... quindi, se queste sono le premesse, se lo spirito critico diventa uno scarto della storia; se la capacità di governo si riduce alla capacità di accogliere acriticamente le proposte, o meglio le decisioni fatte da altri; se tutte le procedure diventano soltanto una formalità architettonica dove far scorrere le carte prima di una firma finale; se più si sale nella gerarchia dei governi dei territori e meno poteri reali si contano in nome dei principi teorizzati e difesi di essere padroni a casa propria; se tutto un sistema che ha impiegato 21 anni della nostra vita per manco essere capace di dotarsi di un Piano Territoriale Provinciale dove, magari, una decisione come quella di cui discutiamo avrebbe dovuto/potuto trovare una ponderata risposta; se tutto si traduce in risorse, investimenti, capitali, ritorni economici, occasioni, opportunità; se questo è, credo che poco o nullo spazio rimanga alla discussione, all'esame approfondito di un progetto che avrà anche un qualche aspetto positivo, ma che quel tutto o niente che trapela dalla pagina della Stampa, ha il sapore di un prendere o lasciare e non discutere. I nostri governanti credo siano maestri insuperabili di quest'arte, dove manco devono metterci la fatica di pensare, ma solo quella di metterci una firma; al resto pensano gli altri.
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