venerdì 14 maggio 2021

VERBANIA: IL FATTORE M


 malù | Verbania Milleventi



Potremmo chiamarlo il fattore M, quello che sembra condizionare ogni soluzione possibile allo spazio residuo di terre libere che il Piano Grande racchiude. Declinandolo interamente il fattore M è Tranquillo Manoni, alias la sua società Malù srl che in quella terra sembra fare e disfare ciò che vuole. Non è un caso che quando è stata chiesta l’adesione alla Associazione Cai rispetto alla proposta di riutilizzo come portale del Parco Val Grande della cascina, l’iniziale pre-adesione, espressa da pur autorevoli rappresentanti di quella Associazione, si sia poi spenta quando ha dovuto raccogliere il consenso delle sezioni Verbanesi; non è un caso che non si sia mai risusciti a coinvolgere in quel progetto la Delegazione Fai di Verbania; non è un caso che chiunque frequenti la club house del campo golf di Fondotoce, non possa non ascoltare le entusiastiche espressioni di consenso dei soci nei confronti del fattore M e della sua politica turistico/espansiva; non è un caso che, in una recente dichiarazione, l’Assessore Margaroli, a proposito, del fattore M, si sia espresso dicendo che mai si metterà di traverso rispetto a proposte di investimento e non è un caso che l’organo assembleare di governo della città di Verbania fatichi solo a pronunciare quel nome e farne oggetto di una discussione aperta e trasparente. Se questa è la condizione di sottomissione culturale e politica che dobbiamo registrare , è difficile immaginare che da lì possa nascere una svolta capace di offrire una soluzione che non sia quella condizionata dal marchio M, imperante e dominante. Sarebbe persino imbarazzante per chi formalmente eletto a capo del governo cittadino, giustificare una tale situazione che sembra condannare gli eletti a comparse e i non eletti ad attori, ma la cosa non sembra turbare, tanto deve apparire, nel panorama generale, assolutamente normale, semmai apparirebbe molto strano, addirittura stravagante, il rovescio. Che poi questa non sia la sensazione di chi scrive, ma un qualche cosa percepito anche ad altri e più alti livelli, lo testimonia un recente colloquio avuto con soggetti di alcune istituzioni che hanno espresso lo stesso preoccupato sentimento, ossia il fatto che in questa Provincia vi sia troppa affinità e collateralismo di fatto, tra chi governa e chi “produce”, ossia tra chi deve pianificare e chi deve investire, con i risultati che, soltanto si sbirciasse dentro e dietro le carte, non è difficile immaginare. Rimangono altre vie; una l’abbiamo tentata e l’undici di questo mese è stata decisa. Non sappiamo ancora il suo esito, ci vorranno ancora dei giorni. Se sarà a noi positiva, e noi ce lo auguriamo, uno dei meriti sarà quello di aver aperto le carte e fatto vedere a tutti come le cose funzionano, o meglio non funzionano. Dobbiamo solo sperare e , specialmente, crederci.

Nessun commento: