domenica 18 febbraio 2024

LORGINO: MITIGARE E COMPENSARE

 

Nuovo capitolo della vicenda cava Lorgino. L'Azienda ha presentato davanti al Comitato Locale di Crevoladossola, alcuni dei risultati a cui è giunta la rielaborazione del progetto di coltivazione. In particolare  sono stati illustrate alcune ipotesi di mitigazione degli impatti, altre soluzioni di conservazione e valorizzazione della rete sentieristica inizialmente interessata dall'espansione estrattiva, altre ipotesi di studio e recupero urbanistico di un nucleo insediativo presente sui confini esterni dell'ambito di progetto di cava, tenuto conto di alcune riduzioni del perimetro e delle quantità complessivamente estraibili nel quindicennio. Non  si  è avuto modo di vedere e conoscere tutta la nuova cartografia tematica che riguarderebbe la modifica e l'integrazione progettuale che a giorni dovrebbe essere presentata presso la V.I.A. Provinciale per rispondere alle richieste di modifiche ed integrazioni richieste dagli Enti partecipanti. Ad un primo sommario e parziale esame, ci viene da dire che quanto prodotto può rappresentare il minimo necessario perché l'Azienda possa venir incontro alle richieste avanzate e quindi, salvo andare incontro ad una bocciatura completa del progetto, era necessario lo facesse. E' vero che, per quanto sin qui visto, l'operazione  ci sembra più di cosmesi che di sostanza, ma è pur vero che ci sembra si sia aperta anche una breccia meritevole di possibile allargamento  e sia stata indicata una strada che se, nelle intenzioni dell'Azienda potrebbe essere quella di un percorso già completato, in realtà a noi sembra l'inizio di un cammino da compiere. In concreto ci pare poter osservare che il sacrificio che, comunque, verrà chiesto ad un territorio ed ad una popolazione insediata, da un'attività che per quanto possa essere mitigata da una serie di attenzioni, è e sarà comunque elevato, probabilmente troppo elevato, debbano e non soltanto possano essere individuati sul medesimo territorio compromesso, dei forti elementi di compensazione a cui l'Azienda non potrà sottrarsi. E' questa richiesta implicita nel processo stesso di valutazione di impatto ambientale. Stupisce che sino ad oggi nessun Ente, in primis il Comune, l'abbia fatta, sino ad arrivare al paradosso che sembra la stessa Azienda suggerirne in qualche modo la possibilità. E' un punto fermo irrinunciabile, a nostra avviso, per il Comitato che invitiamo a perseguirlo, tanto più per noi. L'espansione estrattiva è un fatto invasivo, dovrà limitarsi quanto più possibile, dovranno ridursi tutte le incidenze negative che l'esperienza passata e presente hanno già avuto modo di mostrare: la movimentazione stradale dei materiali, le polveri generate nel processo  produttivo, così come l'inquinamento idrico, la sottrazione di ambiti di paesaggio lobotomizzato dall'erosione estrattiva, la ricaduta a valle del processo estrattivo delle problematiche legate all'utilizzo dei sottoprodotti e/o dei rifiuti di scavo. E se la riduzione di queste incidenze attengono la mitigazione di un'attività, il loro impossibile azzeramento e l'incidenza pregressa non sanabile già patita, richiedono necessariamente la contemporanea approvazione di tutta una serie di misure compensative che poste a carico dell'Azienda, restituiscono al territorio  o risarciscano il territorio di quanto ad esso ha già sottratto e di quanto, inevitabilmente, ancora sottrarrà. In questo, l'ipotesi di un  programma quindicennale di progettazione attuativa del recupero dei nuclei abitativi storici delle frazione alte di Crevola, ci sembra possa essere un percorso possibile: progettazione/acquisizione per quanto possibile/ristrutturazione prima  e restituzione del patrimonio immobiliare recuperato, al di fuori di ogni logica  speculativa di mercato, attraverso l'attenta regia di un Comune, oggi il grande assente, ci pare un'ipotesi seria e allettante, servirebbe anche a mettere paletti certi su un'ulteriore futuribile espansione. E' un percorso tutto da costruire, ma ci pare una strada percorribile, diversamente crediamo che senza mitigazioni e compensazioni non si possa andare da nessuna parte.                      

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