domenica 18 febbraio 2018

L'ACQUA CHE CORRE






Ieri pomeriggio a Toceno, organizzato dalla Associazione Valdossola Salviamo il Paesaggio, si è svolto il preannunciato convegno sul mini idroelettrico; un nuovo affare industriale che, agevolato in ogni modo dalla normativa vigente, contrabbandando per energia verde e sostenibile, causa la forsennata corsa che è in atto in questa Provincia ad accaparrarsi le residue risorse idriche disponibili e rischia, se non lo ha già fatto, di provocare un danno ambientale crescente al reticolo idraulico minore e non solo. Il convegno, che ha visto la partecipazione di una platea numerosa e attenta, ha fornito, attraverso il contributo di qualificati esperti nella varie discipline, un quadro complessivo della questione, fornendo ai partecipanti una informazione a 360 °. I problemi normativi, quelli tecnici, ambientali ed economici, sono stati ampiamente trattati e adeguatamente sviluppati. Il dato delle liste d'attesa è quello che più preoccupa; ben 72 progetti di impianti per nuove concessioni idroelettriche sono attualmente in corso di istruttoria presso la Provincia e se non sopraggiungeranno fatti nuovi, prima o poi, rischiano di essere tutti approvati. E' dunque una vera e propria corsa all'oro bianco quella che è in atto, spinta da un sistema di incentivi che agevola oltre ogni misura il prezzo di cessione dell'energia prodotta e assicura così rendimenti che non hanno confronto in nessun altro settore di produzione industriale. A farne le spese, oltre che la nostra bolletta elettrica gravata da questi oneri impropri, è l'ambiente, sia inteso come paesaggio, sia come alterazione dei delicati equilibri che presidiano la vita, non solo quella ittica, presente nei corsi d'acqua. Le ricercatrici del CNR di Verbania lo hanno spiegato molto bene. Anche le Associazioni dei Pescatori sportivi hanno fatto sentire la loro voce al convegno, mostrando i danni che pure il grande idroelettrico, quello presente nelle valli dalla prima parte dello scorso secolo, provoca. Sono venuti anche da lontano a illustrare quello che succede un po' su tutto l'arco Alpino e non solo sulle Alpi Lepontine; magra consolazione però in quanto, anche messa a confronto, la nostra Provincia tiene sempre bene i primi posti della classifica dei produttori o aspiranti tali. Ottima la lezione impartita dall'Accademico economista della università Bicocca; ha messo il dito nella piaga, mostrando la relazione impropria tra questo affare e i governi locali o meno locali, che non paiono convinti a contrastare la corsa all'oro. Ed è quindi venuta la volta del Governo, nel caso quello Provinciale presente in aula nella veste del suo Presidente. E' stata tutta una difesa dando la colpa agli altri: ai Governi centrali che non tagliano gli incentivi all'idroelettrico, alla Regione che non regola, alle mani legate che la Provincia avrebbe, senza nessuna possibilità o discrezionalità di agire, se non quella di concedere sino a quel tetto di 352 MW che proprio la Provincia, con un sol voto contrario aggiungiamo noi, aveva fissato quale limite invalicabile, ma che sta provocando danni. Un altro dei responsabili, Assessore Provinciale all'epoca della delibera dei 352 MW , ha detto la sua, difendendo quella decisione. Sta di fatto che se il secondo ha messo questo limite il primo non si era opposto e poi non lo ha cambiato, quindi lasciamoli stare, probabilmente gli va bene così a entrambi. Arriviamo alla fine; c'è la notizia che proprio il giorno prima la Regione avrebbe approvato il nuovo piano energetico regionale e quindi ora la Provincia avrebbe uno strumento da attuare, mettendosi a governare e , forse, saremmo ad una svolta. Andiamoci piano; 21 anni sono passati invano per darsi una regola che avrebbe anche inciso su questa storia dell'idroelettrico, però questi pensano già che sarebbe meglio cambiare di Regione, magari l'altra diventa più facile. A noi ci viene voglia di dire che forse darebbe meglio cambiare Provincia.

Nessun commento: