giovedì 27 gennaio 2022

MADONA DEL SASSO: NUOVA PROPOSTA DI TUTELA

Mentre si attende l'ormai crediamo, imminente, ricostituzione della Commissione Regionale per l'esame delle proposte di nuove tutele, questa Sezione che già ha in attesa di esito due importanti proposte, ne avanza un'altra che, seppur di minor estensione, tuttavia riguarda i beni "minori" che, a dispetto del modo di definirli, improntano di sè tante parti dei territori e sono una testimonianza di storia del paesaggio e delle trasformazioni che i secoli più recenti hanno portato. Crediamo che questo che proponiamo sia meritevole e significativo e ci auguriamo che la proposta possa andare a buon fine, garantendo la sopravvivenza di questo paesaggio. Vi postiamo la relazione informativa che accompagna la proposta .

RELAZIONE INFORMATIVA
Comune di Madonna del Sasso VB
– Ambito agricolo prativo con insediamenti rurali tipici.
Località “ Pioretta” F. 3 NCT particelle nn: 501/502/194/583/584/195/256/568/140/139/142/147/148/146/150481/151/152/145/144/143//127/137/136/138/189/190/188/192/191- Strada Comunale: Via alla Colma /parte
Proposta di vincolo ex art. 136 del Codice dei beni culturali


L’ambito territoriale del Comune di Madonna del Sasso è posto sotto la tutela del vincolo istituto, ai sensi dell’ art. 136, c. 1, lett. c) e d) del D.Lgs. 42/2004 , con il D.M. 01/08/1985 “Dichiarazione di notevole interesse pubblico della zona del lago d'Orta e territori circostanti ricadente nei comuni di Omegna, Armeno, Pettenasco, Miasino, Ameno, Orta S. Giulio, Bolzano Novarese, Gozzano, S. Maurizio d'Opaglio, Madonna del Sasso, Pella, Arola, Cesara e Nonio”
L’area che è oggetto della presente proposta, si identifica nella descrizione che si ritrova all’interno della parte prima del catalogo dei beni tutelati del PPR, laddove, nella trattazione dei beni tutelati dal D.M. prima citato, si evidenziano quelle parti che fanno riferimento agli ambiti caratterizzati da una presenza significativa di elementi rurali tipici, e che ne evidenziano anche il rischio di compromissione.
La proposta si riferisce a una porzione di area, omogenea e coerente, collocata a mezza via tra l’abitato di Boleto e quello di Artò in Comune di Madonna del Sasso.
Essa è parte della più vasta piana prativa pianeggiante che si estende tra i due abitati ed è posta nella porzione di essa più esterna e più prossima all’abitato di Artò.
L’area vasta di paesaggio entro la quale il sito proposto si colloca, è quella della estensione di circa oltre 130.000 mq., a prato stabile, intervallata e frammentata da un consistente ambito boscato e da alcuni popolamenti arborei ed arbustivi, di più limitata estensione.
L’infrastruttura più importante che la interseca da nord a sud, è la strada Provinciale che unisce il confine della limitrofa Provincia di Novara, in territorio del Comune di Pella, al capoluogo Boleto del Comune d Madonna del Sasso.
Due rii di modesta portata l’attraversano: l’uno lambendola appena sul lato di confine verso sud/est e l’altro intersecandola, per breve tratta, al centro, per poi incassarsi, dopo l’interferenza con la strada Provinciale (deprecabile, per dimensione e architettura, l’infrastruttura viaria realizzata negli scorsi decenni per il suo superamento), in un solco vallivo che confluisce poi con il primo dei due rii: “La Plesna”.
La cornice di questa area vasta è, invece, interamente boscata, con prevalenza di faggete, che risalgono verso i versanti sovrastanti, frammiste, alle quote inferiori, a latifoglie miste, conferendo ai luoghi l’immagine di un insieme paesaggistico coerente e suggestivo.
La strada provinciale di collegamento tra i due nuclei abitati, di cui si è fatto cenno, lambisce e delimita a mattina l’area proposta, che viene attraversata dalla tratta iniziale della strada comunale di via “Alla Colma” che, staccandosi dalla S.P., si collega alle retrostanti terre, per lo più boscate, con prevalenza assoluta di faggete radicate e di maturo insediamento e alle superstiti aree: prative e pascolive, accorpate in alpeggi collocati, per lo più, a quote intermedie rispetto ai sovrastanti crinali che, nella loro massima altezza, superano di poco i mille metri s.l.m. .
L’estensione planimetrica sulla quale si propone la istituzione del vincolo di tutela, si aggira intorno a c.a. mq. 32.000, una superficie relativamente limitata, ma che è un mirabile conservato esempio di quel connubio tra insediamenti sparsi rurali e aree prative che costituisce elemento di forte caratterizzazione di quella che è stata, e in parte lo è ancora, la qualità preminente del territorio e dell’insediamento antropico che si è sviluppato con le attività economiche agricole, in prevalenza l’allevamento del bestiame, dando vita al complesso della cascina e delle limitrofe terre coltivate a foraggio.
La proposta si estende su di un’area che, seppur, come fatto cenno ha una relativa limitata estensione, risulta sostanzialmente integra.

Al suo interno, gli elementi di interferenza da un lato e di compromissione dall’altro, sono costituti da:

Alcune linee aree per servizi elettrici e telefonici, facilmente rimovibili.
L’ antica strada comunale di penetrazione, parte del percorso devozionale di collegamento al Sacro Monte di Varallo Sesia,s dove però, il piano viabile in terra battuta è stato sostituito da quello in bitumato.
Le caratteristiche delimitazioni poste in fregio al sedime stradale, con lastre verticali di pietra locale, in parte però danneggiate o in precario stato, meritevoli di restauro e manutenzione.

Per quanto riguarda l’ambito circostante si rileva:

La delimitazione, di un lato dei confini, da parte della strada Provinciale di cui già si è detto, seppur lo scarso traffico non costituisca un elemento eccessivamente disturbante.
Sul lato opposto della medesima infrastruttura viaria, trova collocazione un centro sportivo e di aggregazione comunale: campo di calcio, campo polivalente e l’edificio a servizi dove trova spazio anche una struttura per la ristorazione.
Un’alta torre metallica ospita impianti di ricezione e trasmissione di telefonia, disturbante, dal punto di vista scenico e visivo, è posta a margine del campo calcio, però sul lato opposto rispetto all’area proposta di tutela.
Sullo sfondo e a sera, una costruzione residenziale, meritevole di essere mascherata con una quinta alberata. risalente agli anni 70, è fortemente in contrasto con il quadro paesaggistico d’insieme, diversamente assolutamente identitario e caratterizzante l’unità di paesaggio entro la quale la proposta si colloca.

All’interno dell’area oggetto di proposta insistono tre meritevoli esempi di architettura rurale.
Due di essi, abbastanza simili sia per materiali che per fattura, hanno destinazione a ricoveri del bestiame, con sovrastanti fienili.
Il loro grado di conservazione è ottimo e ancora svolgono una funzione di ricovero di attrezzi agricoli e, ai piani superiori, di deposito di foraggi, ricavati dai pertinenti prati stabili, regolarmente sfalciati.
Il terzo, più importante nella sua consistenza, è un edificio particolarmente interessante, sia per la sua dimensione, che si scosta dalla scala media degli edifici consimili presenti sulla intera piana prativa, sia per la sua fattura, riconducibile ad edifici d’alpeggio, piuttosto che a quelli presenti nella piana .
Anche in questo caso il suo grado di conservazione è buono, pur con necessità di alcuni, limitati, interventi conservativi.
Preoccupa invece lo stato della proprietà, non riconducibile, sulla base delle ricerche svolte, ad una ben definita identità, forse il risultato di passaggi proprietari non formalizzati correttamente e che, al momento, dopo la scomparsa dell’ultimo soggetto ritenuto proprietario, rischiano di destinare l’edificio all’abbandono e al degrado conseguente.
In tale caso l’intervento pubblico, attraverso lo strumento espropriativo, preliminarmente individuando il bene e la sua pertinenza come area a servizi eco-museali, potrebbe risolvere il nodo proprietario e tradursi nel successivo intervento conservativo, evitando la sua, appetibile, trasformazione residenziale o l’inevitabile declino che ne minerebbero comunque la qualità e il mirabile esempio di architettura rurale.



L’attuale normativa edilizia ed urbanistica del Comune di Madonna del Sasso, pur relativamente attenta, ma non ancora allineata al PPR, non garantisce la conservazione delle destinazioni d’uso, peraltro in uno dei due casi di edifici simili, ne ammette l’incremento sino al 50% della attuale consistenza.
Si aggiunge che i continui e ripetuti interventi legislativi di semplificazione, hanno fortemente inciso sulla stessa prevalenza delle disposizioni locali, depotenziandole, poco rilevando l’esistenza di un vincolo, già ricordato, di tutela sovraordinato a valenza più generale, con la conseguenza che gli iniziali intendimenti di salvaguardia, rischiano di essere intaccati dalle norme “semplificative” .
Alla luce di queste ultime considerazioni, il quadro paesaggistico fortemente significativo e identitario che abbiamo delineato, non può ritenersi privo di minacce per la sua conservazione.
Soltanto una norma speciale, quale sarebbe rappresentata da una tutela prescrizionale ex art. 136 del Codice, semmai rafforzata anche da una ex art. 45 del medesimo Codice, garantirebbe il risultato della conservazione che si vuole qui perseguire.
L’intervento pubblico locale che abbiamo, peraltro, prefigurato, potrebbe intervenire successivamente in maniera positiva con una iniziativa diretta di valorizzazione e promozione del luogo, capitalizzandone la tutela raggiunta con l’imposizione di vincolo.

L’Associazione
Italia Nostra Onlus
Sezione del VCO
Il Presidente


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